Monthly Archives: Luglio 2019

Porsche Macan Turbo Performance o Alfa Romeo Stelvio QV? Icon Wheels FACE-OFF

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Ormai di SUV sportive è pieno il mondo, ma alcune sono più toste di altre. Ed ecco che Porsche schiera la sua baby SUV nella versione più cattiva e potente, la Porsche Macan Turbo Performance. Nell’angolo rosso troviamo invece l’incredibile Alfa Romeo Stelvio QV, la neo nata Suv della Casa del Biscione con meccanica Giulia e motore di derivazione Ferrari.
Germania contro Italia, chi vincerà sulla carta?

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Dimensioni

Anche se non sembra, l’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio lunga quanto la Porsche Macan (entrambe contano 470 cm di lunghezza) ma con 196 cm di larghezza e 168 cm di altezza è più alta e piazzata. La tedesca, infatti, è più stretta di ben 4 cm (193 cm) e è anche più bassa di 7 cm, il che favorisce l’abbassamento del baricentro.

L’Alfa però gode di un vantaggio in termini di peso, fermando l’ago della bilancia a 1905 kg contro i 2000 kg della Porsche, una differenza davvero importante.
Le maggiori dimensioni dell’italiana la pongono in vantaggio anche nella sfida bagaliaio: 525 litri di capacità contro i 500 tondi della tedesca.

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Potenza

Entrambe le SUV montano un motore sei cilindri turbo: V6 2,9 litri per la Stelvio, 3,6 litri a V per la Macan. Entrambe montano un cambio automatico a 8 rapporti.

Ma vediamo la potenza: il V6 della Stelvio QV eroga 510 Cv a 6.500 giri e 600 Nm di coppia a 2.500 giri. Il V6 della Porsche – nella versione Performance – eroga 440 CV e 600 Nm di coppia, ma la potenza arriva a 6.000 giri e la coppia a soli 1.500giri. Quindi la Stelvio ha un motore che gira più in alto, mentre la Porsche ha una spinta più corposa ai bassi regimi, ma meno CV.

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Prestazioni

La Porsche Macan Turbo Performance raggiunge i 272 km/h, mentre la Stelvio tira fino ai 283 km/h.Anche nello scatto da 0 a 100 km/h l’italiana vince (pesa meno e ha più CV) e ferma il cronometro a 3,8 secondi contro i 4,4 della Porsche Macan Turbo.


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Glossario di guida sportiva: guida sul bagnato

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Guidare un’auto sportiva sul bagnato può sembrare qualcosa di preoccupante, ma in realtà non è necessariamente più difficile che sull’asciutto. Le velocità – su alfalto bagnato – sono minori e se un pilota è bravo può fare un grande differenza. Quel che è certo è che guidare in condizioni di scarsa aderenza richiede più cautela, più dolcezza, ma soprattutto più sensibilità da parte del pilota.

Cosa si intende con sensibilità? Sensibilità significa riuscire a sentire, attraverso il volante e fianchi, che cosa sta facendo la macchina: quanto grip hanno le gomme, dove si stanno trasferendo le masse in gioco, quando si può frenare forte prima di arrivare al “bloccaggio” (o all’intervento dell’ABS).

Se infatti sull’asfalto asciutto la sensibilità conta meno, sul bagnato è fondamentale.

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Questo perché, per essere veloci, occorre guidare “sulle uova”, come si sul dire. Il problema, però, è che sul bagnato quando si supera il limite del grip l’auto comincia a muoversi parecchio, e va quindi va corretta e tenuta in quella piccola “finestra” tra il grip e la perdita di aderenza.

Quando si riesce a guidare sul filo del rasoio, al limite del grip, con continue correzioni rapide, allora si sta guidando nella finestra di prestazioni giusta.

Indipendentemente dal tipo di trazione dell’auto che si sta guidando, l’acceleratore dev’essere dosato con più dolcezza e progressione, mentre il freno dev’essere usato in maniera più morbida e meno aggressiva. Lo sterzo, invece, va si usato in maniera più dolce, ma anche più decisa e veloce quando si correggono eventuali perdite di aderenza.

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Quando si verifica il fenomeno dell’acquaplaning, l’importante è mantenere la calma ed evitare reazioni brusche; al limite si può intervenire dolcemente sui freni per trasferire carico alle ruote anteriori e ridare direzionalità alla macchina.
Quando si guida su strada, nel traffico, è anche importante allungare la distanza di sicurezza in modo d avere maggior spazio di manovra nel caso di frenate improvvise.

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Kia Sorento

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La terza generazione della Kia Sorento – nata nel 2015 e sottoposta a un restyling nel 2017 – è una SUV grande 7 posti a trazione integrale.

Kia Sorento: gli esterni

La terza serie della Kia Sorento può vantare uno stile elegante e raffinato impreziosito da un frontale imponente.

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Kia Sorento: gli interni

Dentro troviamo una plancia realizzata con materiali curati e ben assemblati e un abitacolo in grado di accogliere abbastanza comodamente sette passeggeri.

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Kia Sorento: i motori

La gamma motori della terza generazione della Kia Sorento è composta da due unità sovralimentate:

  • un 2.0 turbodiesel CRDi da 185 CV
  • un 2.2 turbodiesel CRDi da 200 CV

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Kia Sorento: gli allestimenti

Gli allestimenti della Kia Sorento sono due: Rebel e GT Line.

Kia Sorento Rebel

La dotazione di serie della Kia Sorento Rebel comprende: 7 anni di garanzia/150.000 km (secondo disposizioni della Casa), 4 ruote motrici (AWD), cambio automatico a 8 rapporti, 7 posti (sedili 3° fila abbattibili 50:50), ABS/BAS/ESP/VSM/ESS, airbag frontali (passeggero disattivabile) + anteriori e posteriori a tendina + laterali anteriori, alzacristalli elettrici anteriori e posteriori (auto up-down), allarme e correzione automatica guida fuori corsia (LKAS), antenna Shark fin, barre longitudinali al tetto, battitacco in alluminio e illuminato, Bluetooth con vivavoce con audio streaming + comandi al volante, cerchi in lega da 19” con pneumatici 235/55 R19, cinture di sicurezza anteriori pretensionate e regolabili in altezza, climatizzatore automatico bi-zona e regolazione in 3° fila, controllo stabilità del traino (TSA), cruise control adattivo (Advanced Smart Cruise Control – esclude Speed Limiter), fari anteriori Full Led autolivellanti con fari autodirezionali (Dynamic Bending Light), fari fendinebbia, freno di stazionamento elettrico (EPB), Kia Navigation System con schermo touch da 8”, sistemi di Mirroring Apple CarPlay/Android Auto, retrocamera con linee guida dinamiche, DAB, 4 altoparlanti, 2 tweeters e aggiornamento mappe gratuito, sistema Audio Premium Harman Kardon Sound System, luci di atmosfera interne, luci diurne e fari posteriori a LED, maniglie portiere cromate e retrovisori in tinta carrozzeria, monitoraggio veicoli in avvicinamento in retromarcia (RCCW), pedaliera in alluminio, protezione sottoscocca anteriore e posteriori in alluminio, portellone posteriore ad apertura intelligente, Rear Seat Occupant Alert (RSOA), regolatore di risposta al volante (Flex Steer), retrovisore interno elettrocromatico, retrovisori esterni riscaldabili, regolabili e ripiegabili elettricamente con indicatori di direzione integrati, sedile lato guida con regolazioni elettriche in 8 direzioni + supporto lombare con regolazioni elettriche in 2 direzioni, sedile lato passeggero con regolazioni elettriche in 8 direzioni, sedili anteriori e posteriori riscaldabili, sedili in pelle, sedili posteriori con bracciolo, abbattibili separatamente 40/20/40 e predisposizione Isofix, selettore modalità di guida (Eco+, Eco, Comfort, Sport, Sport+), sensore crepuscolare e sensore pioggia, sensori anteriori e posteriori di parcheggio, sistema automatico antiappannamento parabrezza, sistema di assistenza alla frenata di emergenza con rilevamento pedoni (FCA), sistema di assistenza alla partenza in salita (HAC), sistema di controllo vettura in discesa (DBC), sistema di monitoraggio angolo cieco (BCW), sistema di monitoraggio pressione pneumatici (TPMS), sistema di ricarica wireless per smartphone (Wireless Phone Charger), sistema di riconoscimento stanchezza del conducente (DAW), sistema Stop&Go, Smart key + Start button, Supervision Cluster con schermo TFT 7”, tendine parasole posteriori, tergicristalli con spazzole Aeroblade, tetto panoramico apribile elettricamente, Tire Mobility Set, Total Connectivity System (USB anteriore e posteriore/AUX), vetri posteriori oscurati, volante riscaldabile e cambio rivestiti in pelle.

Kia Sorento GT Line

La Kia Sorento GT Line rispetto alla Rebel aggiunge: regolazione automatica fari abbaglianti (SHB), sedili anteriori ventilati, sistema automatico di parcheggio (SPAS), telecamera con visuale a 360° (SVM), doppio scarico gemello, fendinebbia ice-cubes LED, finiture cromate, logo GT Line, paddle al volante, pedane laterali, pinze dei freni rosse, sedili in pelle GT Line con logo ricamato, volante in pelle traforata, sedile lato guida con regolazioni elettriche in 10 direzioni + supporto lombare con regolazioni elettriche in 4 direzioni + Memory seat, sedile lato passeggero con supporto lombare con regolazioni elettriche in 2 direzioni e climatizzatore automatico bi-zona Smart Comfort (solo lato passeggero) e regolazione in 3° fila.

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Kia Sorento: gli optional

La dotazione di serie della Kia Sorento andrebbe arricchita con la vernice metallizzata (850 euro). Sulla Rebel aggiungeremmo il Premium Pack (1.500 euro, regolazione automatica fari abbaglianti, sedili anteriori ventilati, climatizzatore automatico bi-zona Smart Comfort, sistema automatico di parcheggio e telecamera con visuale a 360°).

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Kia Sorento: i prezzi

Motori diesel

  • Kia Sorento Rebel 47.000 euro
  • Kia Sorento GT Line 51.000 euro

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Frederick Lanchester, il Leonardo da Vinci britannico

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Frederick Lanchester è considerato nel Regno Unito il Leonardo da Vinci britannico. Scopriamo insieme la storia di quest’uomo poliedrico, capace di realizzare invenzioni e progetti in numerosi campi nonché fondatore di una Casa automobilistica – la Lanchester – a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

Frederick Lanchester: la storia

Frederick Lanchester nasce il 23 ottobre 1868 a Londra (Regno Unito) e dopo aver frequentato corsi serali di ingegneria trova lavoro a 20 anni come disegnatore presso l’ufficio brevetti. Risale a quel periodo la sua prima invenzione: uno strumento in grado di disegnare linee parallele.

Gas e biciclette

Lanchester si trasferisce nel 1889 alla Forward Gas Engine Company e l’anno seguente diventa responsabile della produzione. Nel 1893 si mette in proprio e fonda la Lanchester Brothers specializzata in componenti per biciclette (azienda che chiude i battenti dopo solo un anno di attività).

Invenzioni

Nel 1894 Frederick Lanchester realizza la prima barca a motore britannica di sempre e l’anno successivo registra brevetti legati alla fotografia a colori e costruisce la prima auto a quattro ruote della storia del Regno Unito.

Risale al 1896 l’introduzione del cambio epicicloidale mentre nel 1897 inventa l’acceleratore a pedale e le balestre a cantilever. Senza dimenticare il brevetto di due tipologie di aeroplano e – nel 1898 – di uno sterzo a cremagliera.

La Lanchester Engine Company

Frederick Lanchester fonda nel 1899 la Lanchester Engine Company e due anni più tardi realizza la prima auto con questo marchio – la 10hp – dotata di cambio con preselettore. Nel 1902 le Lanchester diventano i primi mezzi motorizzati dell’esercito britannico e nello stesso anno vengono registrati brevetti relativi alla trazione integrale, alla sovralimentazione mediante turbocompressore, ai freni a disco e al servosterzo. Viene inoltre costruito il primo motore fuoribordo marino della storia.

La Lanchester Motor Company

La Lanchester Engine Company dichiara bancarotta nel 1904 (anno in cui debutta la lubrificazione a pressione): nasce la Lanchester Motor Company.

Frederick Lanchester inventa degli occhiali per la guida nel 1906 e tre anni più tardi lascia il posto da capoprogettista dell’azienda da lui creata per rimanere come consulente. Crea il telaio monoscocca e collabora anche con la Daimler sviluppando numerosi motori.

Nel 1912 le Lanchester sono le prime auto in Europa dotate di accensione elettrica e due anni più tardi – in concomitanza con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale – Frederick lascia l’azienda.

Progetti e studi

Negli anni ’20 Frederick Lanchester realizza una quantità impressionante di progetti relativi a numerosi settori: nel 1921 pubblica una “risposta” alla teoria della relatività di Albert Einstein di sei anni prima, nel 1923 costruisce la Mark Three (un’auto in legno dotata di un sistema di iniezione), l’anno successivo diventa consulente presso la Wolseley e nel 1925 crea la Lanchester’s Laboratories in collaborazione con Daimler specializzata nella realizzazione di prodotti audio.

Risale al 1926 l’addio alla Wolseley e al 1928 la fine del rapporto con la Daimler dopo quasi vent’anni di collaborazione.

Gli ultimi anni

Frederick Lanchester conduce esperimenti sulla vista nel 1930 ma gli anni prima della Seconda Guerra Mondiale sono ricchi di delusioni per l’inventore britannico: nel 1934 chiudono i Lanchester’s Laboratories e tre anni più tardi gli viene diagnosticato il morbo di Parkinson.

Nel 1938 viene presentato l’aereo Spitfire, pieno di soluzioni tecniche ideate da Frederick Lanchester (che scompare l’8 marzo 1946 a Birmingham).

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Promozioni auto luglio 2019: le occasioni del mese

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Le promozioni auto di luglio 2019 sono ricche di offerte interessanti.

Gli sconti più “succosi” del mese riguardano soprattutto modelli giapponesi e vetture appartenenti al segmento delle SUV, anche se non mancano veicoli di altre nazioni e di altre categorie. Scopriamoli insieme.

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Alfa Romeo Giulia

6.800 euro: è questo lo sconto previsto dalle promozioni Alfa Romeo a luglio 2019 per chi intende acquistare una Giulia 2.2 Turbodiesel Sport-Tech (da 42.700 a 35.900 euro).

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Audi A4 Avant

L’Audi A4 Avant pre-restyling è in offerta a luglio 2019: le promozioni della Casa tedesca consentono di acquistare la versione 35 TDI S tronic Business con 36.024,65 euro anziché 44.100. Lo sconto – valido su uno stock selezionato di vetture in pronta consegna ed esclusivamente in caso di permuta di una vettura di proprietà da almeno tre mesi – comprende l’estensione di garanziaAudi Extended Warranty” 1 anno/60.000 km in omaggio. Per aderire alla promozione bisogna inoltre aderire obbligatoriamente al finanziamento Audi Financial Services (TAN fisso 3,99%, TAEG 4,68%): anticipo di 11.217,40 euro, 35 rate mensili da 259 euro e una maxirata finale di 19.217,89 euro.

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Dacia Duster

Continuano anche a luglio 2019 le promozioni che permettono di acquistare la Dacia Duster “base” – la 1.6 Access – con uno sconto di 1.000 euro: da 11.900 a 10.900 euro. L’offerta è abbinabile a un finanziamento (TAN fisso 4,99%, TAEG 6,60%): anticipo zero, 60 rate mensili da 150 euro e una maxirata finale da 4.809,98 euro.

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Infiniti Q30

Anche a luglio 2019 la trazione integrale è in omaggio su tutta la gamma Infiniti. Questo significa che bastano 34.920 euro – invece di 36.920 – per portarsi a casa la Q30 2.2d AWD Luxe.

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Jaguar XF

La Jaguar XF più economica in listino – la 2.0 D 163 CV Pure – costa ufficialmente 47.710 euro ma grazie alle promozioni di luglio 2019 della Casa britannica sono sufficienti 45.375 euro per acquistarla. Un’offerta abbinabile a un finanziamento (TAN fisso 0%, TAEG 0,80%): anticipo di 22.687,50 euro e una maxirata finale di 22.687,50 euro da pagare dopo 24 mesi.

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Lexus UX

Grazie ai 4.000 euro di Hybrid Bonus Lexus la UX Executive costa 33.900 euro anziché 37.900. L’offerta è valida in caso di permuta o rottamazione per tutto il mese di luglio 2019.

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Mahindra KUV100

1.600 euro: è questo lo sconto previsto a luglio 2019 per chi intende acquistare una Mahindra KUV100 M-Bifuel (GPL) K6+ (da 13.066 a 11.466 euro). Un’offerta che prevede tre anni di assicurazione furto incendio omaggio e che va abbinata obbligatoriamente a un finanziamento (TAN 5,25%, TAEG 7,12%): anticipo zero, prima rata a 30 giorni e 84 rate mensili da 168 euro.

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Mazda CX-3

La Mazda CX-3 2.0 Executive costa ufficialmente 22.520 euro ma grazie alle promozioni di luglio 2019 della Casa giapponese bastano 19.500 euro per acquistarla. L’offerta è valida solo in caso di adesione al finanziamento Get&Drive (TAN fisso 0,00%, TAEG fisso 1,71%): anticipo di 9.609,85 euro e una maxirata finale di 11.260 euro da pagare dopo 24 mesi.

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Mini

L’Ecobonus Mini è valido anche a luglio 2019: 2.000 euro di sconto destinati a chi vuole acquistare una versione Baker Street a tre o a cinque porte dando in permuta un diesel fino a Euro 4 di proprietà da almeno sei mesi. Il risultato? La Mini One 75 CV Baker Street costa 19.350 euro anziché 21.350.

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Ssangyong Tivoli

A luglio 2019 la Ssangyong più accessibile del listino – la Tivoli 1.6 Free – costa 14.900 euro invece di 20.100. L’offerta è abbinata a un finanziamento (TAN fisso 3,99%, TAEG 5,28%): anticipo di 2.950 euro e 84 rate mensili da 218,52 euro. Senza dimenticare un buono sconto valido per l’effettuazione dei primi quattro interventi di manutenzione ordinaria.

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ICONICARS: la “Deltona”

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Credits: 1993 Lancia Delta Integrale. Artist: Unknown. (Photo by National Motor Museum/Heritage Images/Getty Images)

È impossibile non emozionarsi di fronte ad una Lancia Delta HF Integrale. Scende quasi una lacrimuccia se si pensa a quali auto (anzi, quale) produce Lancia oggi: la Ypsilon. Un brand che ha vinto così tanto del mondiale rally (cinque titoli consecutivi) e che ha dato vita ad auto sportive magnifiche. Ed è proprio la Delta HF nel suo ultimo stadio, l’”Evoluzione” finale, il canto del cigno della Casa italiana.

Derivata dalla Delta HF 8V, la Delta Evoluzione è più bombata, più piazzata, più cattiva. L’alettone quasi verticale e i passaruota maggiorati la fanno sembrare pronta per una prova speciale, ma non si tratta di un mero esercizio estetico: la Delta HF Integrale Evoluzione ha uno sterzo più diretto, un impianto frenante migliore, sospensioni riviste con molle più rigide e un’elettronica più sofisticata e uno scarico più libero della versione che sostituisce.

POTENZA E CONTROLLO

Lanciata nel 1991, divenne presto la vettura più amata dagli appassionati di rally. Il motore 2.0 litri 1995 cc quattro cilindri 16 valvole (otto valvole per il mercato svizzero) erogava 10 Cv in più della versione “non Evo”, per un totale di 210 CV (215 Cv nella versione Evo2). La coppia massima, invece, era di 300 Nm a 3.500 giri.

Il turbo Garret ci metteva del tempo a riempirsi d’aria, così l’erogazione era “vecchia scuola”, con un bel calcio nella schiena che arrivava non prima dei 3.000 giri.
La potenza oggi fa sorridere, ma l’erogazione brusca rendeva la spinta del motore a suo modo selvaggia. La trazione era pazzesca.

La Lancia Delta HF Integrale è stata una delle prime sportive compatte a trazione integrale, oltre ad essere una delle prime sportive ad avere l’ABS di serie. paragonata alle compatte sportive di oggi è lenta e parecchio sottosterzante, ma ai tempi era una vera scheggia, imbattibile sui terreni accidentati.

Il peso non era proprio da record, nonostante gli interni spartani: 1200 kg non sono pochi per gli standard dell’epoca, ma il sistema di trazione integrale aggiungeva parecchi kg sulla bilancia.

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Credits: 1993 Lancia Delta Integrale. Artist: Unknown. (Photo by National Motor Museum/Heritage Images/Getty Images)

PRESTAZIONI

Nonostante la potenza modesta, la Delta HF Integrale scattava da 0 a 100 km/h in 5,7 secondi, raggiungeva una velocità di punta di 221 km/h e in curva raggiungeva una forza laterale di 1,55 G, una dato davvero impressionante.

LE VERSIONI SPECIALI

Della Lancia Delta HF Integrale vennero prodotte svariate edizioni limitate, oggi ambitissime dai collezionisti. La più famose di tutte è la Delta Martini 5, costruita per onorare il quinto titolo mondiale in 400 esemplari; per il sesto titolo vene costruita anche una Delta Martini 6, prodotta in soli 310 esemplari. Entrambe vantavano, oltre alla livrea Martini, sedili racing Recaro in Alcantara con cinture rosse, cerchi bianchi dedicati da 15”, ABS, vetri e chiusura elettrici e pneumatici Michelin dedicati.

Tra le altre versioni speciali figurano la Dealer’s collection (173 esemplari) dalla particolare tinta bordeaux e sedili Recaro in pelle beige.

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1993 Lancia Delta Integrale

Credits: 1993 Lancia Delta Integrale. Artist: Unknown. (Photo by National Motor Museum/Heritage Images/Getty Images)

1993 Lancia Delta Integrale

Credits: 1993 Lancia Delta Integrale. Artist: Unknown. (Photo by National Motor Museum/Heritage Images/Getty Images)

1993 Lancia Delta Integrale

Credits: 1993 Lancia Delta Integrale. Artist: Unknown. (Photo by National Motor Museum/Heritage Images/Getty Images)

1993 Lancia Delta Integrale

Credits: 1993 Lancia Delta Integrale. Artist: Unknown. (Photo by National Motor Museum/Heritage Images/Getty Images)

Goodwood Festival of Speed

Credits: CHICHESTER, ENGLAND – JUNE 26: The ex Alex Fiorio Lancia Delta Integrale on the rally stage at Goodwood on June 26, 2015 in Chichester, England. (Photo by Charles Coates/Getty Images)

Lancia Delta Integrale Drives On Classic Monte Carlo Rally Stages

Credits: FRANCE – MAY 18: Lancia Delta Integrale driving on classic Monte Carlo Rally stages in the French Alps on May 18, 2016. (Photo by Martyn Goddard/Corbis via Getty Images)

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Lamborghini: a Sant’Agata la verniciatura con l’Intelligenza Artificiale

Artigianalità, digitalizzazione e intelligenza artificiale. Questo trinomio eleva a Factory 4.0 il nuovo impianto di verniciatura Lamborghini a Sant’Agata Bolognese. A beneficiare delle tecnologie all’avanguardia adottate dalla Casa del Toro sarà per prima la SUV Urus che, grazie proprio alle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale nascerà da una linea di produzione di grande flessibilità, con un’offerta di personalizzazione nei colori unica.

Ranieri Niccoli, Chief Manufacturing Officer di Automobili Lamborghini ha dichiarato:

“La nuova verniciatura completa il nostro percorso di espansione strategica per lo stabilimento della Urus che ha appena raggiunto l’importante soglia delle 5.000 vetture prodotte in un anno. Un successo straordinario che giustifica l’investimento importante che si traduce anche nella nostra volontà di salvaguardare al massimo know-how, crescita occupazionale nel territorio e identità di marca.”

 

Dal punto di vista industriale, l’aggiornamento dell’impianto di Sant’Agata ha reso necessario un ulteriore incremento di organico di circa 200 risorse dall’inizio del progetto fino al raggiungimento della piena capacità produttiva. E per garantire i più elevati standard di qualità su prodotti caratterizzati dall’alto livello di personalizzazione, il personale assunto è stato coinvolto in un iter formativo di 12 mesi prima di essere avviato alle lavorazioni.

Nello specifico il sito produttivo di Lamborghini passa da 80.000 mq (nel 2016), ad estendersi fino a un totale di oltre 160.000 mq di superficie coperta. La realizzazione dei nuovi edifici e l’installazione di tecnologie innovative hanno visto all’opera oltre 600 imprese per un totale di 3.600 persone esterne coinvolte.

Il nuovo reparto si avvale di impianti tecnologicamente innovativi, a basso impatto ambientale, e di manodopera dalle elevate competenze specialistiche. Come la linea di assemblaggio della nuova Lamborghini Urus, anche il nuovo impianto di verniciatura è caratterizzato dall’impiego e da un’ulteriore evoluzione del modello Factory 4.0, che integra nuove tecnologie produttive per affiancare gli operatori nelle attività di assemblaggio.

Il nuovo impianto di verniciatura è inoltre il primo al mondo ad essere dotato di un’intelligenza artificiale in grado di riconoscere le priorità e programmare i processi. Il sistema intelligente tiene memoria di ogni processo svolto, calcola il tempo necessario per ogni vettura e “impara” a programmare gli step successivi sulla base dell’esperienza passata, come ad esempio la quantità di un particolare tipo di colore necessaria per verniciare una vettura.

Il processo di verniciatura si svolge con un mix di fasi manuali e robotizzate. In questo modo i robot svolgono le attività più ripetitive e più gravose da un punto di vista ergonomico, mentre l’operatore fornisce il suo fondamentale valore aggiunto di manualità richiesto per finalizzare il processo. Altra peculiarità è la verniciatura degli elementi estetici esterni, come per esempio i paraurti e gli specchietti, che viene eseguita in parallelo alla carrozzeria così da garantire uniformità del colore.

I colori si suddividono in quattro tipologie: standard, speciale, matt e Ad Personam. Attraverso il programma Ad Personam, il cliente non solo può scegliere di personalizzare la vettura con i colori e le grafiche che preferisce, ma può creare il suo colore unico e speciale come in una vera e propria opera d’arte.

Il 95% dei colori utilizzati sono a base acqua. Le emissioni dei solventi sono molto contenute grazie a un post bruciatore in grado di recuperare il calore e riutilizzarlo per riscaldare i forni della linea di verniciatura, con una complessiva riduzione deluso di energia pari al 25%.

Infine, attraverso la tecnologia E-Cube, che consente di catturare l’overspray durante il processo di verniciatura, il consumo di acqua per la filtrazione dell’aria è ridotto a zero.

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Bugatti, la storia

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La Bugatti – Casa francese fondata da un italiano (Ettore Bugatti) – è uno dei marchi automobilistici più esclusivi in circolazione.

Scopriamo insieme la storia del brand transalpino e delle sue tre vite.

Bugatti: la storia

La Bugatti nasce nel 1909 quando il progettista milanese Ettore Bugatti, emigrato in Francia pochi anni prima, dopo alcuni accordi con De Dietrich e Mathis decide di aprire una fabbrica a Molsheim (all’epoca territorio tedesco, oggi località transalpina).

Il primo modello di serie – la Type 13, dotata di un motore 1.4 da 15 CV – vede la luce nel 1910 ma risale al 1914 (in concomitanza con l’aumento della potenza a 30 CV) la vera rivoluzione tecnica: le quattro valvole per cilindro.

La Prima Guerra Mondiale

Durante la Prima Guerra Mondiale Bugatti produce motori aeronautici per la Francia e gli USA e grazie a queste forniture Ettore trova i fondi per riprendere dopo il conflitto l’assemblaggio di vetture.

Le prime vittorie

Negli anni ’20 del XX secolo le Bugatti si fanno valere sui circuiti di tutto il mondo: nel 1921 arriva il primo successo importante (Eugenio Silvani, primo sul Circuito del Garda) e l’anno seguente Carlo Masetti si aggiudica la Coppa Montenero.

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Pensare in grande

Dopo tante vittorie nelle categorie minori la Casa francese decide di fare il salto di qualità e presenta nel 1924 la Type 35: un’auto da corsa dotata di un motore 2.0 a otto cilindri da 100 CV.

Una vettura fenomenale capace di inanellare una serie interminabile di successi: nel 1925 Bartolomeo Costantini trionfa alla Targa Florio, Masetti porta a casa la prima edizione del Gran Premio di Roma e Aymo Maggi sale sul gradino più alto del podio del Circuito del Garda.

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Il 1926

Il 1926 è l’anno più importante nella storia Bugatti. L’azienda transalpina si aggiudica nientepopodimeno che il Mondiale Costruttori grazie a tre vittorie ottenute da due piloti francesi: Jules Goux primo in Francia e nel GP d’Europa a San Sebastián e Louis Charavel davanti a tutti nel GP d’Italia. Da non sottovalutare, inoltre, il secondo trionfo di Costantini (vincitore anche del GP di Spagna) alla Targa Florio.

Per quanto riguarda la produzione di serie Bugatti inizia a realizzare carrozzerie in fabbrica e costruisce la Royale, la vettura più costosa di quel periodo: motore a 8 cilindri da 12,7 litri con una potenza di 300 CV. Sei esemplari prodotti e solo tre di questi venduti.

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Vittorie a raffica

Il dominio di Bugatti nel motorsport continua anche alla fine degli anni ’20 e all’inizio del decennio successivo. Tra il 1927 e il 1929 arrivano altre tre vittorie alla Targa Florio (una con Emilio Materassi e due con il francese Albert Divo), il GP d’Italia 1928 con il monegasco Louis Chiron (che conquista anche il GP di Germania del 1929 al Nürburgring) e il GP di Francia 1929 con il britannico William Grover-Williams (primo anche nella prima edizione di sempre del Gran Premio di Monaco).

Nel 1930 Chiron si aggiudica il GP del Belgio (valido anche come GP d’Europa), i transalpini Philippe Étancelin e René Dreyfus conquistano rispettivamente il Gran Premio di Francia e quello di Monaco. L’anno seguente – in concomitanza con il lancio della Type 51 – Chiron sale sul gradino più alto del podio del GP di Monaco e (in coppia con Achille Varzi) di Francia e Grover-Williams conquista il GP del Belgio insieme al nostro Caberto Conelli.

Gli ultimi GP importanti vinti dalla Bugatti sono quello di Monaco del 1933 con Varzi e quello del Belgio del 1934 con Dreyfus.

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La Atlantic

Nel 1936 nasce la Type 57S Atlantic, un capolavoro di stile e tecnica prodotto in soli 43 esemplari: la variante più sportiva della Type 57 mostrata l’anno prima si distingue per le forme sinuose, per le dimensioni esterne ridotte (più corta di 32 cm e più bassa) e per il motore – un 3.250 a otto cilindri – più potente (da 135 a 170 CV).

La crisi e Le Mans

Il 1936 è anche l’anno in cui gli operai della fabbrica Bugatti di Molsheim entrano in sciopero e occupano lo stabilimento. Inizia qui la crisi della Casa francese, che riesce ancora a conquistare due 24 Ore di Le Mans con piloti transalpini: quella del 1937 con Jean-Pierre Wimille e Robert Benoist e quella del 1939 con Wimille e Pierre Veyron.

L’11 agosto 1939 Jean Bugatti, figlio di Ettore ed erede designato, muore a soli 30 anni mentre sta testando su una strada chiusa la vettura vincitrice di Le Mans: perde il controllo nel tentativo di evitare un ciclista ubriaco entrato nel percorso passando attraverso un buco nella recinzione.

La Seconda Guerra Mondiale

I nazisti occupano la Francia nel 1940 e obbligano Ettore Bugatti a vendere la fabbrica di Molsheim alla metà del valore all’imprenditore tedesco Hans Trippel (che usa lo stabilimento per produrre i mezzi anfibi Schwimmwagen).

Dopo la Guerra l’impianto viene riconsegnato a Ettore Bugatti, rimasto senza soldi e oltretutto accusato di collaborazionismo e processato. Morirà il 21 agosto 1947, pochi mesi prima dell’assoluzione.

Decenni bui

Rolando Bugatti (uno dei figli di Ettore) prende in mano la società di famiglia nel 1951 e si concentra sull’assistenza alle vetture già in commercio e sulla produzione di motori militari.

Nel 1956 Bugatti termina ufficialmente la produzione dopo 47 anni di attività e poco meno di 8.000 auto assemblate. Sette anni più tardi viene ceduta a Hispano-Suiza e ribattezzata Messier-Bugatti: un’azienda che ancora oggi produce componentistica per l’industria aeronautica.

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La EB 110

L’imprenditore lombardo Romano Artioli acquista i diritti del marchio Bugatti nel 1987 e crea la Bugatti Automobili con sede a Campogalliano, in provincia di Modena.

Quattro anni dopo nasce la EB 110, una delle supercar più desiderate degli anni ’90: trazione integrale e motore 3.5 V12 quadriturbo da 500 CV. Un’avventura breve ma intensa: nel 1995 Bugatti Automobili fallisce.

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La Veyron

Volkswagen acquista i diritti del marchio Bugatti nel 1998 e presenta pochi mesi più tardi la concept EB118, una coupé esagerata dotata di un propulsore 6.3 W18.

Dopo numerosi prototipi Bugatti fa sul serio nel 2005: riporta la produzione a Molsheim e svela la Veyron, una delle automobili più pazzesche di sempre. Motore 8.0 W16 quadriturbo da 1.001 CV, velocità massima di oltre 400 km/h e meno di tre secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.

Nel 2008 debutta la variante “targa” Grand Sport mentre risale al 2010 il lancio della Super Sport: 1.200 CV, coppia di 1.500 Nm e 2,5 secondi sullo “0-100”. La Grand Sport Vitesse del 2012 è la scoperta più veloce di serie: ben 410 km/h di velocità massima.

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Le ultime creazioni

L’erede della Veyron – la Bugatti Chiron – viene presentata nel 2016: design ancora più aggressivo e un motore 8.0 quadriturbo W16 in grado di generare ben 1.500 CV di potenza.

Nel 2018 è la volta della Divo (una Chiron rivolta a chi cerca il piacere di guida) mentre la La Voiture Noire del 2019 è un esemplare unico basato sulla Chiron venduto a un prezzo stratosferico (11 milioni di euro tasse escluse).

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Crash test Euro NCAP luglio 2019: quattro auto a 5 stelle

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Nella sessione di luglio 2019 dei crash test Euro NCAP quattro auto hanno conquistato cinque stelle: Tesla Model 3, Skoda Scala e Mercedes classe B e GLE. Solo quattro stelle, invece, per Kia Ceed e DS 3 Crossback, che hanno ottenuto il massimo punteggio solo con il kit safety pack.

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Credits: AOS Technologies AG,1000,500,2100,100

La vettura migliore provata questo mese è stata la Tesla Model 3: la berlina elettrica statunitense ha mostrato qualche lacuna solo nella protezione del torace del conducente nell’urto laterale contro il palo.

La Skoda Scala ha mostrato qualche criticità nella frenata automatica di emergenza, la Mercedes classe B ha creato qualche lieve problema al torace del passeggero posteriore nello scontro frontale mentre alcune sezioni del cofano della Mercedes GLE potrebbero arrecare danni al bacino dei pedoni in caso di impatto.

La Kia Ceed (qualche lieve problema al torace del conducente e al collo dei passeggeri negli urti laterali contro il palo) – ha preso solo quattro stelle a causa della presenza del rilevamento pedoni/ciclisti solo nel safety pack. Il sistema di frenata automatica della DS 3 Crossback (protezione migliorabile nello scontro frontale per il collo dei bimbi seduti sul sedile posteriore) è incluso nel safety pack ma non riconosce i ciclisti.

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Nuova Renault Captur: la piccola SUV francese è cresciuta

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La Renault Captur è cresciuta: la seconda generazione della piccola SUV francese è infatti più grande, più spaziosa e più matura di prima.

Nuova Renault Captur: le dimensioni

La nuova Renault Captur è più lunga di 11 cm rispetto alla serie precedente (4,23 metri) e ha un passo cresciuto di 2 cm (2,63 metri).

Dotata, come la prima generazione, di sedili posteriori scorrevoli (per 16 cm), può vantare un bagagliaio ampio: fino a 536 litri in configurazione cinque posti e un vano quasi piatto lungo 1,57 metri quando si abbattono i posti dietro.

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Renault Captur: cinque motori al lancio

La gamma motori al lancio della Renault Captur comprende cinque unità sovralimentate: tre TCe a benzina (1.0 tre cilindri da 100 CV e 1.3 da 130 e 155 CV) e due 1.5 diesel Blue dCi da 95 e 115 CV.

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La prima Renault ibrida plug-in

Nel 2020 la Captur E-TECH Plug-in sarà la prima Renault ibrida plug-in (ossia ricaricabile attraverso una presa di corrente) di sempre.

Dotata di un motore 1.6 a benzina affiancato da due unità elettriche e abbinato a una batteria da 9,8 kWh e a un caricatore compatibile Mode 2 per le prese domestiche e Mode 3 per le stazioni di ricarica, promette un’autonomia di 45 km a emissioni zero (fino a una velocità massima di 135 km/h).

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Renault Captur: design e tecnologia

La seconda generazione della Renault Captur ha un look ancora più da SUV (specialmente se si opta per le barre da tetto laterali, optional). 90 abbinamenti possibili grazie alle 10 tinte per la carrozzeria, alle quattro per il tetto (di cui tre nuove) e ai tre pack di personalizzazioni esterne, fari full LED di serie su tutta la gamma (come sulla nuova Clio) e cerchi in lega fino a 18”.

Negli interni – più spaziosi per i passeggeri posteriori e con sedili più comodi grazie alla forma più avvolgente e alla seduta allungata di 1,5 cm –
spiccano la consolle centrale leggermente orientata verso il conducente impreziosita da un tablet verticale (fino a 9,3”) e da una scenografica parte inferiore sospesa. Da non sottovalutare, inoltre, il cruscotto digitale fino a 10,2”, il retrovisore interno senza cornice, il freno di stazionamento elettrico automatico e il bracciolo centrale dotato di due prese USB e di una presa da 12V per i passeggeri posteriori.

La tecnologia Renault Multi-Sense (disponibile per la prima volta sulla Captur) prevede tre modalità: Eco (per ridurre i consumi e le emissioni di CO2), Sport (per un maggiore piacere di guida) e MySense per personalizzare l’esperienza. Ultimo, ma non meno importante, il sistema audio Bose con nove altoparlanti anziché sette (due tweeter in più nei pannelli delle porte posteriori) e un subwoofer compatto inedito integrato nel rivestimento laterale a sinistra del vano bagagli che sfrutta condutture integrate nella struttura del veicolo.

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Nuova Renault Captur: guida (quasi) da sola

Il pacchetto Highway and Traffic Jam Companion – disponibile sulle versioni 1.3 TCe con cambio automatico e sulla variante ibrida plug-in della nuova Renault Captur – è attivo da 0 a 160 km/h e unisce il cruise control adattivo con Stop & Go e il mantenimento di corsia.

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