Monthly Archives: Giugno 2019
Jaguar XE
La Jaguar XE – nata nel 2014 e sottoposta a un restyling nel 2019 – è una berlina britannica disponibile a trazione posteriore o integrale.
Jaguar XE: gli esterni
La Jaguar XE è una delle “segmento D” più affascinanti in circolazione: frontale sportivo, profilo slanciato e una coda corta che esprime dinamismo.
Jaguar XE: gli interni
L’abitacolo della Jaguar XE è costruito con materiali di qualità. Il restyling ha portato tanti cambiamenti alla parte bassa della consolle centrale.
Jaguar XE: i motori
La gamma motori della Jaguar XE è composta da tre unità 2.0 sovralimentate:
- un 2.0 turbo benzina da 250 CV
- un 2.0 turbo benzina da 300 CV
- un 2.0 turbodiesel da 180 CV
Jaguar XE: gli allestimenti
Gli allestimenti della Jaguar XE sono sei: S, R-Dynamic S, SE, R-Dynamic SE, HSE e R-Dynamic HSE.
Jaguar XE S
La dotazione di serie della Jaguar XE S comprende: prese d’aria laterali Satin Chrome, cornici dei finestrini in alluminio lucido, specchietti retrovisori esterni regolabili elettricamente e riscaldabili, tergicristalli con sensore pioggia, lunotto termico, fari a LED premium con luci diurne caratteristiche, luci di avvicinamento, fari automatici, luci di coda a LED, indicatori di direzione animati, cerchi in lega da 18”, sistema di riparazione pneumatici, sistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici (TPMS), pulsante di avvio, illuminazione interna d’ambiente, alette parasole con specchietti di cortesia illuminati, sequenza di avviamento con movimento, quadranti e illuminazione, illuminazione console superiore, climatizzatore a due zone, vano di carico con ancoraggi bagagli, specchietto retrovisore interno fotocromatico, sedili anteriori elettrici a 12 regolazioni manuali con poggiatesta a 2 regolazioni, volante in pelle goffrata, tappetini Premium, rivestimento del padiglione Morzine, sedile posteriore fisso con bracciolo centrale, All Surface Progress Control (ASPC), partenza assistita in salita (Hill Launch Assist), JaguarDrive Control, servosterzo elettrico (EPAS), Torque Vectoring by Braking (TVBB), controllo dinamico della stabilità (DSC), freno di stazionamento elettronico (EPB), tecnologia Stop/Start, sterzo ad assistenza variabile, Touch Pro con touch screen da 10”, indicatori analogici con display TFT centrale InControl Apps, Remote, Smartphone Pack composto da Android Auto e Apple CarPlay, impianto audio da 125 W, radio DAB (Digital Audio Broadcast), controllo volume dinamico, connettività Bluetooth, streaming Bluetooth, presa ausiliaria audio, prese di alimentazione (2 da 12 V, 2 USB), assistenza stile di guida ECO, frenata di emergenza, velocità di crociera e limitatore di velocità, Lane Keep Assist e monitoraggio dello stato del conducente, sensori di parcheggio anteriori e posteriori, telecamera posteriore, sistema frenante antibloccaggio (ABS), freno di stazionamento elettronico (EPB), Emergency Brake Assist (EBA), spia usura pastiglie freni, sistema di rilevamento impatto pedoni, maniglie interne delle portiere anteriori con interruttori di bloccaggio separati, sistema di chiusura per bambini ad azionamento elettrico, avvertenza cintura di sicurezza non allacciata, poggiatesta anteriori passivi, Isofix posteriore, airbag anteriori con sensore di rilevamento occupanti, airbag laterali anteriori, airbag a tendina per l’intera lunghezza del finestrino laterale, portabicchieri doppi anteriori con coperchio, cassetto superiore per occhiali da sole, vano portiera anteriore, vano portiera posteriore, cassetto portaoggetti con serratura, gancio per shopping bag e console centrale con bracciolo.
Jaguar XE R-Dynamic S
La Jaguar XE R-Dynamic S costa 2.620 euro più della S a parità di motore e aggiunge: paraurti R-Dynamic, grembialatura posteriore R-Dynamic, minigonne laterali R-Dynamic, cerchi in lega da 18” a 10 razze doppie “Style 1049”, volante in pelle R-Dynamic e leve del cambio al volante Satin Chrome, sedili Sport in pelle goffrata traforata con cuciture a contrasto Ebony, soglie d’ingresso in metallo con scritta R-Dynamic, rivestimento del padiglione Ebony e badge per griglia R-Dynamic.
Jaguar XE SE
La Jaguar XE SE costa 3.320 euro più della S a parità di motore e aggiunge: cerchi in lega da 18” Style 7009, 7 razze doppie, Gloss Silver, specchietti retrovisori ripiegabili elettricamente e fotocromatici, keyless entry, display interattivo per il conducente, Connected Navigation Pro, Online Pack composto da Live, Wi-Fi Hotspot e impostazioni smart, riconoscimento dei segnali stradali e limitatore di velocità adattivo, Park Pack composto da sensori di parcheggio a 360°, monitoraggio del traffico in retromarcia e Park assist.
Jaguar XE R-Dynamic SE
La Jaguar XE R-Dynamic SE costa 2.620 euro più della SE a parità di motore e aggiunge: cerchi in lega da 18” Style 5029, 5 razze doppie Gloss Dark Grey con finitura a contrasto Diamond Turned e sedili Sport in pelle goffrata traforata con cuciture a contrasto.
Jaguar XE HSE
La Jaguar XE HSE costa 4.500 euro più della SE a parità di motore e aggiunge: cerchi in lega da 19” Style 5071, 5 razze doppie, Gloss Silver, specchietti retrovisori con funzione memoria e luci di avvicinamento, sedili in pelle Windsor traforata, sedili anteriori elettrici a 16 regolazioni con funzione memoria conducente e poggiatesta manuali a 2 regolazioni, Touch Pro Duo, impianto audio Meridian Sound System (380 W), Drive Pack composto da controllo adattivo della velocità di crociera e frenata di emergenza ad alta velocità e Blind Spot Assist.
Jaguar XE R-Dynamic HSE
La Jaguar XE R-Dynamic HSE costa 2.620 euro più della HSE a parità di motore e aggiunge: cerchi in lega da 19” 1050, 10 razze, Gloss Dark Grey con finitura a contrasto Diamond Turned e sedili Sport in pelle Windsor traforata con cuciture a contrasto.
Jaguar XE: gli optional
La dotazione di serie della Jaguar XE andrebbe a nostro avviso arricchita con la vernice metallizzata (912 euro). Sulle varianti S, R-Dynamic S, SE e R-Dynamic SE aggiungeremmo il Drive Pack (1.333 euro, Blind Spot Assist, cruise control adattivo e frenata di emergenza ad alta velocità) e l’impianto audio Meridian (820 euro).
Sugli allestimenti HSE e R-Dynamic HSE ci vorrebbero invece il Configurable Dynamics (513 euro, consente di personalizzare la mappatura dell’acceleratore, i punti di cambio marcia, la risposta dello sterzo e le sospensioni) e il tetto panoramico scorrevole (1.640 euro).
Jaguar XE: i prezzi
Motori a benzina
- Jaguar XE 2.0 250 CV S 46.485 euro
- Jaguar XE 2.0 250 CV R-Dynamic S 49.105 euro
- Jaguar XE 2.0 250 CV SE 49.805 euro
- Jaguar XE 2.0 250 CV R-Dynamic SE 52.425 euro
- Jaguar XE 2.0 250 CV HSE 54.305 euro
- Jaguar XE 2.0 250 CV R-Dynamic HSE 57.235 euro
- Jaguar XE 2.0 300 CV S 52.375 euro
- Jaguar XE 2.0 300 CV R-Dynamic S 54.995 euro
- Jaguar XE 2.0 300 CV SE 55.705 euro
- Jaguar XE 2.0 300 CV R-Dynamic SE 58.325 euro
- Jaguar XE 2.0 300 CV HSE 60.205 euro
- Jaguar XE 2.0 300 CV R-Dynamic HSE 63.135 euro
Motore diesel
- Jaguar XE 2.0 D S 45.035 euro
- Jaguar XE 2.0 D R-Dynamic S 47.655 euro
- Jaguar XE 2.0 D SE 48.355 euro
- Jaguar XE 2.0 D R-Dynamic SE 50.975 euro
- Jaguar XE 2.0 D HSE 52.855 euro
- Jaguar XE 2.0 D R-Dynamic HSE 55.785 euro
- Jaguar XE 2.0 D AWD S 47.335 euro
- Jaguar XE 2.0 D AWD R-Dynamic S 49.965 euro
- Jaguar XE 2.0 D AWD SE 50.665 euro
- Jaguar XE 2.0 D AWD R-Dynamic SE 53.285 euro
- Jaguar XE 2.0 D AWD HSE 55.165 euro
- Jaguar XE 2.0 D AWD R-Dynamic HSE 58.095 euro
L’articolo Jaguar XE proviene da Icon Wheels.
Jean-Luc Lagardère, l’imperatore di Francia
Jean-Luc Lagardère è stato uno dei personaggi francesi più importanti del XX secolo: scopriamo insieme la storia dell’imprenditore transalpino, capace di costruire un impero economico (auto, armi, aerospazio, editoria, calcio e ippica) partendo da zero.
Jean-Luc Lagardère: la storia
Jean-Luc Lagardère nasce il 10 febbraio 1928 a Aubiet (Francia) e dopo aver conseguito la laurea in ingegneria elettrica entra a 23 anni nell’azienda aeronautica Dassault.
Il passaggio a Matra
Dopo oltre 10 anni alla Dassault Lagardère viene chiamato dalla Matra – società specializzata nel settore aerospaziale e in quello delle forniture militari – per ricoprire il ruolo di amministratore delegato.
Le auto
Nel 1964 Matra entra nel business automobilistico acquisendo la René Bonnet e tre anni più tardi debutta in F1 grazie al sostegno economico del governo francese. I risultati non tardano ad arrivare: nel 1969, anno dell’accordo con Chrysler France, arriva il doppio titolo Mondiale (Piloti con il britannico Jackie Stewart e Costruttori).
Gli anni ’70 vedono la Matra impegnata nella produzione di sportive di serie (la più nota è la Bagheera a tre posti del 1973) e nell’endurance: tra il 1972 e il 1974 la Casa francese conquista tre vittorie consecutive alla 24 Ore di Le Mans. Successi che fanno conoscere il marchio Matra nel mondo e che permettono di conseguenza a Jean-Luc Lagardère di vendere più armi e più missili.
L’editoria
Nel 1974 Lagardère espande il proprio business acquistando la stazione radiofonica transalpina Europe 1 e tre anni più tardi diventa presidente di Matra.
Non contento, Jean-Luc Lagardère acquisisce anche la casa editrice Hachette nel 1981 ma nello stesso anno, in seguito a problemi finanziari, il 51% di Matra passa allo stato francese e anche Europe 1 viene nazionalizzata.
La rinascita
Lagardère entra nel mondo del calcio nel 1982 quando acquista il Paris FC e lo fonde con il Racing Club: il Racing Paris disputa qualche stagione nella massima serie francese e nel biennio 1987/1988 e 1988/1989 (poco prima del disimpegno da parte del tycoon transalpino) viene addirittura ribattezzato Matra Racing.
La seconda metà degli anni ’80 vede un Jean-Luc Lagardère nuovamente protagonista dell’economia europea: nel 1984 Matra si occupa di produrre la Renault Espace (la prima monovolume europea), nel 1986 Hachette riprende il controllo di Europe 1 e nel 1988 Matra torna privata.
Gli anni ’90
La fine del XX secolo è caratterizzata da fusioni: nel 1992 nasce il Gruppo Lagardère che ingloba il nuovo conglomerato Matra-Hachette, nel 1999 nasce Aérospatiale-Matra dall’unione tra queste due aziende mentre l’anno seguente vede la luce EADS, frutto dell’accordo tra Aérospatiale-Matra, DaimlerChrysler Aerospace e Construcciones Aeronáuticas.
Jean-Luc Lagardère scompare il 14 marzo 2003 a Parigi (Francia).
L’articolo Jean-Luc Lagardère, l’imperatore di Francia proviene da Icon Wheels.
Mondiale F1 2019 – GP Francia a Le Castellet: gli orari TV su Sky e TV8
Il GP di Francia a Le Castellet – ottava prova del Mondiale F1 2019 – sarà trasmesso in diretta su Sky e in differita su TV8 (di seguito troverete gli orari TV).
Mercedes ha tutte le carte in regola per centrare l’ottavo successo nei primi otto Gran Premi stagionali approfittando di un tracciato che privilegia le monoposto più potenti ma la Ferrari farà di tutto per interrompere il dominio della Stella.
F1 2019 – GP Francia: cosa aspettarsi
Il circuito Paul Ricard di Le Castellet – sede del GP di Francia – è caratterizzato da curvoni veloci, premia le vetture più performanti e non degrada particolarmente gli pneumatici.
Di seguito troverete il calendario del Gran Premio di Formula 1, gli orari TV su Sky e TV8 e il nostro pronostico.
F1 2019 – Le Castellet, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Venerdì 21 giugno 2019
11:00-12:30 | Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1) |
15:00-16:30 | Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1) |
Sabato 22 giugno 2019
12:00-13:00 | Prove libere 3 (diretta su Sky Sport F1) |
15:00-16:00 | Qualifiche (diretta su Sky Sport F1, differita alle 18:00 su TV8) |
Domenica 23 giugno 2019
15:10 | Gara (diretta su Sky Sport F1, differita alle 18:00 su TV8) |
F1 – I numeri del GP di Francia
LUNGHEZZA CIRCUITO | 5.842 m |
GIRI | 53 |
RECORD IN PROVA | Lewis Hamilton (Mercedes F1 W09 EQ Power +) – 1’30”029 – 2018 |
RECORD IN GARA | Valtteri Bottas (Mercedes F1 W09 EQ Power +) – 1’34”225 – 2018 |
RECORD DISTANZA | Lewis Hamilton (Mercedes F1 W09 EQ Power +) – 1h30’11”385 – 2018 |
F1 – Il pronostico del GP di Francia 2019
Possibile vincitore: Lewis Hamilton (Mercedes)
Lewis Hamilton è strafavorito nel GP di Francia: lo scorso anno ottenne la vittoria e la pole position e domenica secondo noi allungherà ulteriormente il vantaggio nel Mondiale F1 2019 sui rivali.
Il pilota britannico sta dominando la stagione con cinque vittorie e due secondi posti in sette gare.
Sorpresa: Kimi Räikkönen (Alfa Romeo)
Kimi Räikkönen si esalta nei curvoni veloci, ama Le Castellet e ha degli ottimi precedenti nel GP di Francia: una vittoria, una pole position e cinque podi totali.
Il pilota finlandese non va a punti da tre gare ma stavolta secondo noi può fare meglio del 7° posto (miglior piazzamento stagionale fino a questo momento ottenuto con l’Alfa Romeo).
Podio sicuro: Sebastian Vettel (Ferrari)
L’esito del GP di Francia di Sebastian Vettel dipenderà molto da quanto il pilota tedesco ha smaltito la rabbia del Canada.
Quinto lo scorso anno a Le Castellet, ha sempre chiuso in “top 5” i GP del Mondiale F1 2019 ma è a secco di vittorie da quasi dieci mesi…
Da tenere d’occhio: Valtteri Bottas (Mercedes)
Difficilmente Valtteri Bottas salirà sul podio del GP di Francia: il secondo pilota Mercedes non ama molto questo tracciato e oltretutto due settimane fa a Montréal è sembrato spento.
I precedenti a Le Castellet? Un settimo posto lo scorso anno.
La squadra da seguire: Mercedes
La Mercedes ha corso due GP di Francia nel corso della sua storia (1954 e 2018) e li ha vinti entrambi monopolizzando oltretutto i primi due posti della griglia di partenza.
Non c’è due senza tre: aspettiamoci anche quest’anno un trionfo per le frecce d’argento, reduci da nove vittorie consecutive e da quasi un anno con entrambe le monoposto sempre in “top 5”.
L’articolo Mondiale F1 2019 – GP Francia a Le Castellet: gli orari TV su Sky e TV8 proviene da Icon Wheels.
ICONICARS: Volkswagen Golf GTI Mk1
La Volkswagen Golf GTI è un’icona che vive da più di quarant’anni. Quando venne presentata, nel 1976, rappresentò una vera e propria novità nel panorama automobilistico. Le compatte sportive non erano numerose e in voga come lo sono oggi, e nessuna era veloce, curata e sfruttabile come la Golf. La gestazione fu un po’ travagliata, ma alla fine la GTI vide la luce al Salone di Francoforte.
Oltre al look sportivo ma educato, la Volkswagen Golf GTI aveva anche delle prestazioni esaltanti. Il motore quattro cilindri 1.6 aspirato da 110 CV e 136 Nm di coppia non era un mostro di potenza, ma grazie ad un peso di soli 800 kg, la Golf era piuttosto veloce (toccava i 180 km/h di velocità massima).
Il cambio manuale a 5 rapporti era diverso da quelle delle Golf standard, con una quarta più corta per favorire la ripresa e una quinta di riposo.
Lo schema delle sospensioni anteriori era McPherson, mentre quelle posteriori seguivano uno schema a bracci longitudinali interconnessi.
Nel 1982, in seguito al restyling, il motore 1,6 litri venne sostituito con un 1,8 litri da 112 CV (solo 2 Cv in più) e 153 Nm di coppia.
Tutt’ora la Volkswagen Golf GTI Mk1 è un’auto ricercata e ambita. Non è facile trovarne un esemplare in vendita, anche perché ne sono state prodotte solo 5.000, e i proprietari le custodiscono gelosamente. Oggi i prezzi di alcuni esemplari raggiungono anche i 30.000 euro.
Ancora oggi ha un aspetto speciale: bassa, piccolissima, con la linea rossa che circonda la calandra (divenuta simbolo inconfondibile della GTI) e il pomello del cambio a forma di pallina da golf, ovviamente. Gli interni erano (e sono) di ottima qualità, con i sedili “scozzesi” che la rendevano sportiva e speciale. Le prese d’aria, poi, differivano da quelle del modello di serie per la trama a nido d’ape, mentre i cerchi in lega avevano un design dedicato.
Altri articoli su auto sportive
L’articolo ICONICARS: Volkswagen Golf GTI Mk1 proviene da Icon Wheels.
Glossario della guida sportiva: la cambiata
Ormai è raro trovare auto sportive con il cambio manuale: i paddle al volante sono diventati la regola, anche nelle sportive più compatte. Le “levette” sicuramente aiutano nella guida, permettono al pilota di non staccare le mani dal volante e escludono l’utilizzo della frizione. Si evitano così anche bloccaggi delle ruote in scalata (tramite il blocco di ponte).
Ma utilizzare in modo corretto “il buon vecchio manuale” può tornare sempre utile, anche quando poi si utilizzano i cambio automatici o sequenziali.
Come utilizzare il cambio manuale
Le regole da seguire per utilizzare come si deve il cambio manuale sono poche ma importanti:
- Tenere le mani sul volante quando non si deve effettuare una cambiata è importante per mantenere il massimo controllo dell’auto.
- Quando si effette una cambiata per prima cosa si stacca la mano destra dal volante, poi si preme la frizione, si inserisce la marcia, e infine si rimette la mano destra sul volante nello stesso momento in cui si rilascia la frizione (il fatto di rimettere la mano sul volante prima di rilasciare la frizione rende le cambiate più sicure).
- Cambiare al regime giusto è fondamentale: nei motori aspirati occorre salire di marcia quando si è nella zona alta del contagiri, mentre con i motori turbo spesso la cambiata viene anticipata per sfruttare la coppia del motore.
- La scalata è il punto più delicato: nella guida sportiva occorre frenare con decisione, e poi scalare marcia (o più marce) finché non la velocità dell’auto è sincronizzata con il regime del motore.
- Con le vetture a trazione posteriore occorre utilizzare la tecnica del punta-tacco onde evitare di bloccare il ponte e innescare un sovrasterzo di potenza.
- Quando si guida in pista, occorre ridurre il numero di cambiate al minimo essenziale. Cambiare inutilmente non paga, mai; spesso conviene “tenere” una marcia fino al limitatore, piuttosto che metterne una superiore per poco e poi scalarne una in più.
Altri articoli su auto sportive
L’articolo Glossario della guida sportiva: la cambiata proviene da Icon Wheels.
Mercedes classe B, la storia del design
Il segreto del successo della Mercedes classe B, la monovolume straniera più amata dagli italiani, non è certamente il design: la MPV “premium” di Stoccarda, caratterizzata da uno stile razionale (con qualche guizzo nell’abitacolo), ha conquistato il pubblico più con la sostanza che con l’apparenza.
Scopriamo insieme la storia del design della Mercedes classe B, l’evoluzione delle forme delle tre serie della monovolume compatta tedesca.
Mercedes classe B prima generazione (2005)
La prima generazione della Mercedes classe B – nata nel 2005 – presenta forme eleganti impreziosite da un tocco di grinta proveniente dal frontale massiccio.
Il restyling del 2008 porta una mascherina più raffinata (tre listelli orizzontali anziché quattro) ispirata a quella della classe R.
Mercedes classe B seconda generazione (2011)
La seconda generazione della Mercedes classe B vede la luce nel 2011 ed è, a nostro avviso, la serie stilisticamente più originale. Non tanto per le proporzioni esterne (che rendono la monovolume della Stella più bassa e più filante dell’antenata), quanto piuttosto per la plancia, impreziosita da cinque bocchette d’aerazione circolari simili a quelle adottate nientepopodimeno che dalla supercar SLS.
In occasione del leggero restyling del 2015 il frontale guadagna più personalità: mascherina con due listelli orizzontali anziché tre e, soprattutto, paraurti con prese d’aria più grandi.
Mercedes classe B terza generazione (2018)
La terza generazione della Mercedes classe B svelata nel 2018 è quella con il design più sportivo: visivamente sembra molto più larga e “piantata” a terra dell’antenata (pur essendosi allargata di un solo centimetro) e il muso basso aumenta la grinta.
L’articolo Mercedes classe B, la storia del design proviene da Icon Wheels.
Porsche 718 Spyder: sportiva estrema, con classe
La nuova Porsche 718 Spyder 2020 arriva con una nuova aria raffinata, la stessa che contraddistingue tutte le open top del brand tedesco e con un poderoso motore aspirato da 420 CV.
La base tecnica è quella della nuova Porsche 718 Cayman GT4, e questo vuol dire che sotto al cofano monta il sei cilindri aspirato da 4.0 litri, 420 CV di potenza e 420 Nm di coppia massima, con un tetto di 8.000 giri.
In quanto a prestazioni la nuova Porsche 718 Spider 2020 dichiara uno sprint 0-100 in 4,4 secondi e una velocità massima di 301 km/h. Tutta la potenza del motore viene inviata all’asse posteriore attraverso una trasmissione manuale a sei marce, mentre i consumi di carburante si attesterebbero sui 10,9 litri per 100 km.
L’aerodinamica della nuova Porsche 718 Spyder 2020 è un altro dei punti su cui hanno lavorato gli ingegneri tedeschi che hanno introdotto un diffusore posteriore funzionale capace di generare carico al posteriore e uno spoiler retrattile che si apre a partire dai 120 km/h.
La nuova Porsche 718 Spyder 2020 ha anche un assetto più dinamico, come dimostra il sistema Porsche Active Suspension Management che ribassa la carrozzeria di 30 mm e di conseguenza anche il centro di gravità.
Inoltre dispone anche del Porsche Stability Management più sensibile e preciso e del Porsche Toque Vectoring con autobloccante posteriore. L’impianto frenante monta pinze fisse monoblocco in alluminio, mentre come optional si potrà richiedere anche il sistema con freni in Carboceramica PCCB. Infine la nuova decappottabile di Casa Porsche monta pneumatici ultra high performance UHP creati ad hoc.
Così come la nuova Porsche Cayman GT4 2020, anche la nuova 718 Spyder è già in listino con un prezzo di partenza di 79.176,23 euro.
L’articolo Porsche 718 Spyder: sportiva estrema, con classe proviene da Icon Wheels.
BMW Serie 8: arriva anche la Gran Coupé
La nuova BMW Serie 8 Gran Coupé 2020 arriva con spazio extra e una dose in più di eleganza rispetto alla sua sorella minore, con praticamente la stessa tecnologia in dote e tre motorizzazioni differenti.
Più grande che mai
La nuova BMW Serie 8 Gran Coupé 2020 è stata pensata come proposta bavarese che sfiderà la Porsche Panamera e l’Audi A7 Sportback. In quanto a dimensioni cresce a 360°rispetto alla Serie 8, con 5,08 metri in lunghezza, 1,90 in larghezza e 1,41 metri in altezza, con un passo più che generoso che arriva a 3,08 metri. Il tutto con soli 70 kg in più rispetto alla coupé.
Più comfort a bordo
A livello estetico la nuova Serie 8 Gran Coupé non presenta novità radicali, con le principali modifiche che riguardano soprattutto l’abitacolo. Dietro i passeggeri possono godere di due posti grandi quasi quanto quelli anteriori, più un terzo posto più di rappresentanza. Tutti e tre i sedili posteriori sono abbattibili con uno schema 40/20/40 e il portabagagli offre una capacità di carico di 440 litri.
Tre motorizzazioni
Sul fronte motori, la nuova BMW Serie 8 Gran Coupé 2020 viene proposta con tre propulsori, due a benzina e un diesel. L’opzione entry level è il sei cilindri da 3 litri con 340 CV di potenza e trazione posteriore, con la possibilità di avere come optional anche la trazione integrale xDrive. Quest’ultima è invece di serie sulle altre due motorizzazioni, il V8 biturbo da 530 CV e il diesel 3.0 turbo da 320 CV. Tutti e tre i motori saranno invece abbinati alla trasmissione automatica Steptronic con otto rapporti.
Con una dotazione tecnologica e con un ricco pacchetto di sistemi di assistenza alla guida identici a quelli delle altre componenti della Serie 8, la nuova Gran Coupé 2020 si distingue per l’asse posteriore sterzante di serie sulle motorizzazioni xDrive e per le sospensioni adattive comprese nel prezzo su tutte le versioni. Tra i vari optional ci sono anche i freni M Technic (di serie sulla V8).
La nuova BMW Serie 8 Gran Coupé 2020, i cui prezzo saranno svelati nei prossimi mesi, arriverà sul mercato il prossimo mese di settembre
WheelsTV / News
BMW Serie 8 Cabrio 2019: il video
Le immagini ufficiali della nuova cabriolet del marchio bavarese, attesa sul mercato questa primavera
L’articolo BMW Serie 8: arriva anche la Gran Coupé proviene da Icon Wheels.
Armstrong Siddeley Whitley 18 Limousine (1950): british comfort
La Armstrong Siddeley Whitley 18 Limousine – nata nel 1950 – non è tra le ammiraglie inglesi più famose degli anni Cinquanta ma è sicuramente una delle più comode. Oggi è introvabile e le sue quotazioni recitano 20.000 euro.
Armstrong Siddeley Whitley 18 Limousine (1950): le caratteristiche principali
La Armstrong Siddeley Whitley 18 Limousine – prodotta dal 1950 al 1952 in soli 122 esemplari – non è altro che una variante allungata (in grado di ospitare fino a 8 persone) e con il passo più lungo (3,10 metri) della Whitley berlina.
Caratterizzata dalla carrozzeria costruita direttamente in fabbrica (all’epoca la maggior parte delle rivali vendeva solo i telai e il cliente doveva rivolgersi a carrozzieri esterni per “vestire” la vettura), può vantare un comfort eccellente. Attenzione alla ruggine.
Armstrong Siddeley Whitley 18 Limousine (1950): la tecnica
Il motore della Armstrong Siddeley Whitley 18 Limousine è un 2.3 a sei cilindri in linea da 76 CV abbinato a un cambio manuale a quattro marce. Per quanto riguarda le differenze tecniche rispetto alla Whitley berlina segnaliamo le ruote da 16” e l’impianto frenante idraulico.
Armstrong Siddeley Whitley 18 Limousine (1950): le quotazioni
La Armstrong Siddeley Whitley 18 Limousine è un’ammiraglia introvabile anche nel Regno Unito e le sue quotazioni recitano 20.000 euro.
L’articolo Armstrong Siddeley Whitley 18 Limousine (1950): british comfort proviene da Icon Wheels.
Alpine A110S: ancora più sportiva
La nuova Alpine A110S arriva con un’immagine più aggressiva rispetto al modello convenzionale, una messa a punto specifica e una nuova versione del 1.8 turbo in grado di erogare fino a 292 CV di potenza.
Dopo un paio d’anni sul mercato, la A110 della Casa francese mette in gioco una nuova variante più radicale e potente che aumenta l’indole sportiva della piccola due posti. Sa chiama Alpine A110S e arriva in occasione dell’ultima 24 Ore di Le Mans.
Look esclusivo
Esteticamente la nuova Alpine A110S sfoggia dettagli in fibra di carbonio e pinze dei freni specifiche verniciate in arancione. I cerchi, neri e con disegno GT Race, risaltano in special modo con la tonalità Grigio Tonnerre della carrozzeria, con rifinitura opaca.
Entrando nell’abitacolo della nuova Alpine A110S si fanno notare le tappezzerie in pelle e Alcantara in nero, a contrasto con le cuciture in arancione che riprendono la tonalità delle pinze dei freni. I sedili sono firmati Sabelt e sono i responsabili della diminuzione del peso totale della vettura di 13,1 kg. Completano il quadro degli interni le guarnizioni scure, le rifiniture in carbonio e i pedali in alluminio.
Upgrade per il 1.8 Turbo
Ma le novità della Alpine A110S vanno oltre l’aspetto estetico. Lo dimostra soprattutto l’evoluzione del quattro cilindri 1.8 TCe turbo che non supera la barriera psicologica dei 300 CV ma raggiunge la considerevole potenza di 292 CV con 320 Nm di coppia massima. Grazie a questo upgrade la piccola sportiva francese raggiunge i 100 km/h da ferma in 4,4 secondi e raggiunge i 260 km/h di punta.
Modificato anche il telaio
Altre modifiche riguardano il telaio. La Alpine A110S monta infatti ammortizzatori più rigidi con molle più dure del 50% e che ribassano l’altezza da terra di 4 millimetri. A tutto ciò vanno aggiunte le nuove barre stabilizzatrici, i freni Brembo di serie e pneumatici sportivi Michelin Pilot Sport 4, appositamente sviluppati per questo modello.
Archivio
Alpine A110
La piccola coupé sportiva a due posti del brand francese di Renault
L’articolo Alpine A110S: ancora più sportiva proviene da Icon Wheels.