Monthly Archives: Aprile 2019

Volkswagen ID. R, il test nella galleria del vento

Come accaduto nei preparativi al record della Pikes Peak dell’anno scorso, la Volkswagen ha testato l’aerodinamica della ID. R in galleria del vento. Inizialmente lo ha fatto con un modello in scala 1:2, poi ha continuato il lavoro sull’automobile vera e propria.

“Così facendo, abbiamo potuto simulare i movimenti della ID. R in frenata e in curva, con i conseguenti cambi nell’aerodinamica”, spiega Dechipre. Per provare più varianti possibili dei componenti aerodinamici progettati nelle simulazioni al computer, la Volkswagen Motorsport ha utilizzato ancora una volta la stampa 3D.

Con questa tecnica, piccoli componenti di plastica dalla forma complessa possono essere realizzati in poco tempo e risparmiando molto sui costi. Un esempio sono i deflettori davanti ai passaruota posteriori che ottimizzano il flusso dell’aria intorno alle ruote.

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Audi A6 Avant 50d, l’ammiraglia wagon

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Appeal La nuova Audi A6 trasuda lusso e tecnologia: è un’auto ancora più “status”
Conytenuto tecnologico 39 sistemi di assistenza alla guida, schermi da cinema e tutti i lussi del mondo. La A6 Avant spinge tanto su questo aspetto
Piacere di guida Silenziosa. Eccellente il lavoro delle sospensioni, anche nelle modalità più rigide sembra di essere su un tappeto volante. Il motore 3.0 diesel ha bisogno di “caricarsi” prima di ingranare, ma poi offre tanta spinta.
Dettagli special La nuova A6 offre i servizi on-line di connessione Car-to-x, che forniscono informazioni sulla segnaletica stradale e sui pericoli lungo il percorso.

Maestosa. La presenza su strada della nuova Audi A6 Avant è al pari di quella di un’Audi A8, l’ammiraglia di Ingolstadt. Forse perché è lunga e larga (precisamente 494 e 189 cm), ma non si tratta solo di questo: le sue linee e le sue proporzioni la fanno sembrare ancora più lussuosa, più costosa. Perde un po’ quelle linee slanciate e affilate della precedente generazione, ma ora ha un aspetto più regale.

La nuova griglia frontale possiede la stessa metratura di un monolocale, mentre il posteriore è più pomposo e cromato, caratterizzato da una linea argentata che allarga e schiaccia la coda.

Il passo poi è cresciuto e di conseguenza anche l’abitabilità interna, tanto che dietro potrebbero stare comodi anche tre giocatori di basket. Il bagagliaio rosicchia 14 mm in larghezza, ma la capacità di carico rimane la stessa: 530 litri e con “tutto giù”  si arriva fino a 1680 litri.

E poi ci sono gli interni, l’EXPO della digitalizzazione. Schermi, schermini e schermoni, forse anche troppi. Oltre all’ormai onnipresente strumentazione digitale personalizzabile (Audi Virtual Cockpit), troviamo altri due schermi touch: uno da 10,1” (infotainment e navigatore) e uno da 8,6” che racchiude i comandi del clima.

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A chi si rivolge

L’Audi A6 Avant è rivolta al padre (o alla madre) di famiglia che desidera in primis lusso e spazio, ma anche una dinamica di guida “più sportiva” rispetto alla solita SUV.

I primi chilometri

Lo so che il superbollo non sarà simpatico, ma la 50 TDI con motore 3,0 litri ma da 286 CV è la motorizzazione “giusta” per l’Audi A6 Avant. Il sei cilindri è vellutato, nel suono e nell’erogazione, e il cambio Tiptronic a 8 rapporti (montato sulle versioni 3,0 litri) è più dolce rispetto al doppia frizione abbinato invece alle motorizzazioni quattro cilindri.

La coppia di 620 Nm è poderosa e vi travolge come un’onda in qualsiasi marcia. Il motore però soffre di un certo ritardo nella risposta, lasciando qualche attimo di vuoto prima di esplodere. Questa è l’unica sbavatura in una guida pressoché perfetta.

Lo sterzo Audi è leggero e lineare, non stanca, mentre le quattro ruote sterzanti rendono l’auto incredibilmente agile anche nelle curve più strette, facendola sembrare molto più corta di quello che è. E poi c’è la morbidezza delle sospensioni adattive, che assorbono buche (e i rumori delle buche) in maniera esemplare.

Dinamica di guida

In curva l’Audi A6 Avant non fa certo brutta figura, anzi: in modalità Dynamic la trazione integrale quattro “tira dietro” facendo lavorare le ruote posteriori, mentre le sospensioni adattive copiano bene le buche lasciando quel giusto rollio che infonde sicurezza. Per essere un’auto che pesa quasi due tonnellate è agile, rapida e sicura, anche se maltrattata.

Si potrebbero fare migliaia di chilometri senza accusare fatica, e questo è il suo pregio più grande. È un’auto da vivere, la nuova A6, a 360 gradi, con i comfort e i lussi di un’ammiraglia e un’agilità insospettabile.

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Cosa dice di te

Ami il lusso ma sei un persona pratica. Abbastanza tradizionalista da “ignorare” i più alti SUV, in favore di una baricentro più basso e di una dinamica di guida migliore

Quanto ti costa

I prezzi della nuova Audi A6 Avant partono da 56.250 euro, la 50 d parte da 64.500 euro. Di serie troviamo i cerchi da 17”, i fari i full LED, i sedili in tessuto, i sensori di parcheggio e lane departure warning, il clima bi-zona, la radio MMI plus con MMI touch response e il cruise control. I consumi dichiarati sono di 5,8 l/100 km, ma nella realtà si riescono a fare i 7,0 l/100 km.

PROFILO
Motore 6 cilindri a V, turbo diesel
Cilindrata 2897 cc
Potenza 286 CV a 3.500 giri/min
Coppia 620 Nm a 2250 giri/min
Peso 1960 kg
0-100 km/h 5,5 secondi
V-MAX 250 km/h
Bagagliaio 530 litri – 1900 litri
Consumi 5,8 l/100 km
Prezzo da 64.500 euro (50 d)

Le concorrenti

BMW Serie5 e Mercedes Classe E lottano con i denti in questo segmento, l’alternativa meno tech ma più sporty è Jaguar XE Station.

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Volkswagen ID. R, c’è il DRS come sulle F1

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La Volkswagen ID. R, dopo aver affrontato la Pikes Peak, dovrà affrontare la pista del Nurburgring-Nordschleife, dove l’efficienza aerodinamica sarà di fondamentale importanza. Per questo motivo gli ingegneri tedeschi stanno lavorando per rendere la vettura particolarmente efficiente, in tal senso.

Oltre a un fondo apposito e a una nuova ala all’anteriore, la ID. R avrà anche un alettone posteriore di nuovo disegno. Sarà molto più basso rispetto a quello della Pikes Peak, così da offrire meno superficie di resistenza allo scorrere dell’aria.

Il DRS come sulle F1

Inoltre, per ridurre ulteriormente la resistenza aerodinamica in alcuni settori, l’ala posteriore adotterà una tecnologia tipica della Formula 1:
il Drag Reduction System (DRS). Nella categoria regina del motorsport, il DRS viene utilizzato per aumentare la velocità e semplificare i sorpassi. La ID. R invece correrà da sola, quindi l’elemento apribile dell’ala posteriore verrà utilizzato solamente per risparmiare energia.

“La differenza tra la posizione normale e quella aperta in termini di deportanza è intorno al 20%”, spiega Dechipre, l’ingegnere responsabile dell’aerodinamica della Volkswagen ID. R. Il DRS tornerà particolarmente utile quando la Volkswagen ID. R percorrerà il rettilineo di quasi tre chilometri.

“Con il DRS attivato, l’auto ha bisogno di meno energia per mantenere la velocità massima lungo tutto il rettilineo, così la ID. R raggiunge la sua velocità massima più rapidamente”, ha detto Dechipre.

I test in galleria del vento

Come accaduto nei preparativi al record della Pikes Peak dell’anno scorso, la Volkswagen ha testato l’aerodinamica della ID. R in galleria del vento. Inizialmente lo ha fatto con un modello in scala 1:2, poi ha continuato il lavoro sull’automobile vera e propria.

“Così facendo, abbiamo potuto simulare i movimenti della ID. R in frenata e in curva, con i conseguenti cambi nell’aerodinamica”, spiega Dechipre. Per provare più varianti possibili dei componenti aerodinamici progettati nelle simulazioni al computer, la Volkswagen Motorsport ha utilizzato ancora una volta la stampa 3D.

Con questa tecnica, piccoli componenti di plastica dalla forma complessa possono essere realizzati in poco tempo e risparmiando molto sui costi. Un esempio sono i deflettori davanti ai passaruota posteriori che ottimizzano il flusso dell’aria intorno alle ruote.

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Nissan GT-R 50th Anniversary Edition 2020

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Credits: Few vehicles in the world can be instantly identified by just three letters. But to motoring enthusiasts everywhere, “GT-R” has become synonymous with excitement, high performance and unparalleled refinement.

Al Salone dell’Auto di New York 2019 Nissan porta la GT-R 50th Anniversary Edition 2020, che celebra il mezzo secolo di vita del modello. L’edizione speciale è declinata in tre diversi abbinamenti cromatici bicolore di ispirazione vintage, con richiami alle livree delle GT-R impegnate nei gran premi giapponesi, competizioni che la capostipite era nata per dominare.

Nuove tinte

Completo di strisce racing, fa il suo ritorno il blu Bayside (Wangan), ritirato temporaneamente con il modello GT-R “R34” (con accenti blu sulle razze dei cerchi), ma sono disponibili anche un bianco perla con strisce rosse e un argento con strisce bianche.

Dentro troviamo uno speciale schema cromatico grigio e tra le novità spiccano una finitura esclusiva per il volante e il pomello del cambio, padiglione in Alcantara® con impunture esclusive e alette parasole rivestite nel medesimo materiale.

 

Nissan GT-R 50th Anniversary Edition debuts in New York

Credits: Few vehicles in the world can be instantly identified by just three letters. But to motoring enthusiasts everywhere, “GT-R” has become synonymous with excitement, high performance and unparalleled refinement.

Nissan GT-R 50th Anniversary Edition debuts in New York

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Nissan GT-R 50th Anniversary Edition debuts in New York

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Nissan GT-R 50th Anniversary Edition debuts in New York

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Nissan GT-R 50th Anniversary Edition debuts in New York

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Nissan GT-R 50th Anniversary Edition debuts in New York

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Nissan GT-R 50th Anniversary Edition debuts in New York

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Nissan GT-R 50th Anniversary Edition debuts in New York

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Nissan GT-R 50th Anniversary Edition debuts in New York

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Nissan GT-R 50th Anniversary Edition debuts in New York

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Nissan GT-R 50th Anniversary Edition debuts in New York

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V6 da 565 CV

A spingere la Nissan GT-R 50th Anniversary Edition 2020 ci pensa il twin-turbo V6 24 valvole da 3,8 litri e 565 cavalli, a cui gli ingegneri Nissan hanno aggiiunto nuovi turbocompressori in grado di aumentare la risposta del motore ai bassi regimi sfruttando un rivestimento a tenuta abradibile che riduce i giochi e aumenta del 5% in l’efficienza.

Il cambio a doppia frizione a 6 rapporti della nuova GT-R è stato aggiornato, ora con una modalità R perfetta sia sulla strada che in pista. La scalata si fa più aggressiva per anticipare l’uscita dalle curve con agilità, mentre l’Adaptive Shift Control adatta le cambiate di marcia allo stile del pilota. C’è inoltre un nuovo silenziatore in titanio caratterizzato da terminali con estremità blu brunito.

Track Edition

Le sospensioni a controllo elettronico sono state tarate per garantire comfort di guida e maggiore stabilità in curva, mentre il nuovo servofreno si attiva anche esercitando una minore pressione sul pedale, per consentire al conducente di modulare con precisione la frenata.

Infine, per gli appassionati della guida in pista, Nissan propone la 2020 Track Edition: una versione rivisitata ad altissima potenza (600 CV), dotata di tetto in fibra di carbonio (opzionale) e di speciali pinze e dischi carbo-ceramici Brembo.

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Isotta Fraschini Tipo 8 (1919): la Rolls-Royce italiana

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Sarebbe riduttivo considerare la Isotta Fraschini Tipo 8 del 1919 come la Rolls-Royce italiana: l’ammiraglia milanese era infatti ancora più esclusiva della Silver Ghost britannica e offriva oltretutto due cilindri in più.

Isotta Fraschini Tipo 8 (1919): le caratteristiche principali

La Tipo 8 vede la luce nel 1919 ed è la prima Isotta Fraschini realizzata dopo la Prima Guerra Mondiale: una vettura lussuosissima nata come risposta italiana alla Rolls-Royce e caratterizzata da un prezzo più alto, da materiali più pregiati e da un motore più evoluto.

Amatissima dai miliardari di inizio XX secolo, non convince in pieno alla voce “comfort” visto che è priva di ammortizzatori anteriori. Resta in commercio fino al 1924, tre anni dopo la morte di Oreste Fraschini e l’addio all’azienda da parte degli altri fondatori: i fratelli di Oreste e Cesare Isotta.

Isotta Fraschini Tipo 8 (1919): la tecnica

Il motore 5.9 da circa 80 CV – abbinato a un cambio a tre marce – della Isotta Fraschini Tipo 8 è la prima unità a otto cilindri in linea prodotta in serie di sempre.

Isotta Fraschini Tipo 8 (1919): le quotazioni

Le quotazioni della Isotta Fraschini Tipo 8 del 1919 ? Oltre 500.000 euro. Nel 2016, però, un esemplare carrozzato Cesare Sala è stato venduto a meno di 300.000 euro.

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Suzuki Katana, il test

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Appeal È una moto dal grande fascino, grazie a un design che amalgama alla perfezione passato e futuro
Contenuti tecnologici Ha un nuovo display LCD molto accattivante, ma anche controllo della trazione e ABS Bosch
Piacere di guida È una stradale dal carattere sportivo. Va forte in mani esperte e si lascia controllare con facilità nel quotidiano
Dettagli special Il faro anteriore quadrato, la semicarenatura e la ruota posteriore da 190 con il portatarga basso sono i suoi punti di forza

Ritorna nel 2019 il mito della Katana, grazie al designer italiano Rodolfo Frascoli che ha reinterpretato in chiave moderna il modello iconico che dal 1981 in poi ha conquistato il cuore di molti motociclisti. 

Presentata ufficialmente a Eicma 2018, la nuova Suzuki Katana debutta sul mercato italiano con un look che coniuga passato, presente e futuro e con una base tecnica consolidata e aggiornata. 

I suoi punti distintivi sono senza dubbio il faro quadrato a LED all’anteriore con la semicarenatura che richiama le forme del vecchio modello, la sella “scomposta”, ma anche la coda snella e il gommone posteriore da 190 con il portatarga basso che parte dal forcellone. La tecnica è già nota.

Il telaio perimetrale è in alluminio leggero, come il forcellone. Le sospensioni sono completamente regolabili con la forcella KYB da 43 mm, e l’impianto frenante è firmato Brembo: pinza ad attacco radiale con quattro pistoncini su doppio disco anteriore da 310 mm. 

E poi c’è il cuore pulsante, il quattro cilindri da 999 cc da 150 CV a 10.000 giri/min e 108 Nm a 9.500 giri/min del GSX R1000 K5. Suzuki Katana sposa la semplicità e l’aspetto più autentico delle moto. Dunque elettronica ridotta al minimo: ci sono solo ABS Bosch e controllo della trazione regolabile ed escludibile. Tutto il resto è nelle mani del pilota.

 

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A chi si rivolge

È una moto dalla forte personalità, è stradale ma dalla vocazione sportiva. Eppure allo stesso tempo sa essere vintage, mettendo un po’ d’accordo diverse tipologie di motociclisti. Va forte e si guida bene se c’è da tirarle il collo, ma anche docile e “urbana” per chi vuole andarci in giro tutti i giorni magari con l’abbigliamento retrò.

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In sella

Ha una posizione di guida sportiva ma naturale. Si sta con il busto leggermente caricato in avanti, senza affaticarsi. La sensazione di controllo è straordinaria, complice anche la sella bassa (825 mm) che consente a tutti di mettere con facilità i piedi a terra.

Il manubrio è largo e perfettamente distanziato dal busto e i 215 kg scompaiono non appena si superano i 10 km/h. Il suono offerto dallo scarico di serie è magico: pieno, cupo, da vera sportiva. Come il motore.

È stato aggiornato per offrire il meglio ai medio-alti regimi e in sella invita a sfruttare soprattutto la parte centrale della curva di coppia e a infilare una dietro l’altra tutte le marce perfettamente gestite dal cambio manuale rapido e preciso (non elettronico).

 

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Insomma, c’è tanta schiena ai medi e un allungo come da programma. Sull’asfalto bagnato ha dato anche una sensazione di ottima stabilità e maneggevolezza, così come efficace si è rivelato l’impianto frenante.

Qualche vibrazione può avvertirsi solo sopra i 5.000 giri/min mentre migliorabile è la retroilluminazione dell’affascinante display LCD realizzato ad hoc per questo modello.

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Quanto costa

La nuova Suzuki Katana è disponibile in due colorazioni – grigio classico che richiama il modello precedente o nero – nelle concessionarie al prezzo di 13.690 euro. Ma fino a fine aprile viene proposta in abbinamento allo scarico in titanio Akrapovic compreso nel prezzo.

Scheda tecnica
Motore 4 cilindri da 999 cc
Potenza 150 CV a 10.000 giri/min e 108 Nm a 9.500 giri/min
Peso 215 kg
Prezzo 13.690 euro

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Aston Martin Rapid E: la prima elettrica di Gaydon

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La prima elettrica di Casa Aston Martin si concretizza nella versione definitiva di produzione. Si chiama Aston Martin Rapid E ed è stata svelata in queste ore, in anteprima mondiale, al Salone di Shanghai 2019. Basata sulla Rapid S, si distingue per un’estetica personalizzata e, ovviamente, un powertrain a zero emissioni.

Per lo sviluppo della meccanica della nuova Aston Martin Rapid E, la Casa inglese ha collaborato con Williams Advanced Engineering, insieme al quale ha creato i due motori elettrici che la spingono, posizionati sull’asse posteriore e in grado di erogare complessivamente una potenza di 610 CV con una coppia di 950 Nm. Grazie a questa meccanica la gran turismo pulita di Gaydon promette performance da vera supercar: copre lo scatto da 0 a 100 km/h in meno di 4 secondi, mentre la velocità massima è autolimitata a 250 km/h.

I due motori sono alimentati da batterie agli ioni di litio da 65 kWh, installate nel vano motore e protette da una struttura in fibra di carbonio e kevlar. Queste assicurano alla Rapid E un’autonomia di 320 km (WLTP) e, se le si collega a una colonnina rapida, impiegano un’ora per una ricarica che garantisce 300 km di percorrenza.

La prima elettrica di Gaydon verrà prodotta in serie limitata con solo 155 unità destinate a tutto il mondo. Alcune di queste, per curiosità, appariranno nel prossimo film di James Bond.


Archivio

Aston Martin Rapide S

La berlina quattro porte super sportiva del brand di lusso britannico.

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Lotus Type 130: l’hypercar elettrica inglese

Lotus ha svelato al Salone di Shanghai di aver in serbo una sorpresa imminente: la prima sportiva elettrica della famiglia inglese. Per il momento si chiama Type 130, e da Hethel tranquillizzano promettendo che saprà offrire tutto ciò che ci si aspetta da un’auto del marchio, nonostante il powertrain a zero emissioni.


Anteprime

Lotus svela il primo teaser della nuova hypercar elettrica

La type 130 potrebbe raggiungere i 1.000 CV di potenza

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Glossario di guida sportiva: la traiettoria

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“tanto più il raggio è ampio, tanto sarà più alta la velocità di percorrenza in curva”

Le basi

Non basta un’auto potente per essere veloci in pista: bisogna saper sfruttare bene le traiettorie e l’uscita di curva per andare forte. Anche perché seguire una traiettoria corretta quando si va piano è facile (se si conosce la linea giusta), farlo quando si corre vicini al limite del grip della macchina è ben più difficile.

Non è importante quale sia l’angolo della curva, l’importante è il raggio: tanto più il raggio è ampio, tanto sarà più alta la velocità di percorrenza in curva.

In pista abbiamo la fortuna di poter utilizzare tutto lo spazio a disposizione (asfalto e cordoli), il che ci aiuta a disegnare traiettorie migliori. Dolcezza e pulizia pagano sempre: quindi movimenti decisi, ma morbidi, sia sullo sterzo che sui pedali.

Facciamo un esempio: prima di una curva a destra, per esempio, si sta il più “larghi” possibile (quindi sulla sinistra) si frena (se necessario) e man mano che si rilasciano i freni si comincia a stringere la curva mirando il punto di corda. A questo punto si comincerà ad allargare la traiettoria aprendo lo sterzo e accelerando progressivamente, facendo scorrere la macchina il più possibile.

Il punto di corda (il punto più interno della curva che andremo a toccare) è fondamentale per la traiettoria. Cambia a seconda dell’angolazione della curva, e può essere anticipato o ritardato.

Dettagli

  • È molto importante frenare nel punto giusto prima della curva, così da posizionare l’auto in modo corretto per l’uscita di curva.
  • Sacrificare l’ingresso in curva, sempre: è l’uscita di curva quella che conta, ed è quella che ci aiuterà ad andare veloce in rettilineo e quindi a fare un buon giro.
  • Entrare con troppa velocità in curva non paga mai.
  • Scegliere le traiettorie giuste è una questione di talento ed esperienza, la teoria serve molto, la pratica aiuta moltissimo.


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Lotus svela il primo teaser della nuova hypercar elettrica

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Lotus ha svelato al Salone di Shanghai di aver in serbo una sorpresa imminente: la prima sportiva elettrica della famiglia inglese. Per il momento si chiama Type 130, e da Hethel tranquillizzano promettendo che saprà offrire tutto ciò che ci si aspetta da un’auto del marchio, nonostante il powertrain a zero emissioni.

Di fatto Lotus era rimasto uno dei pochi brand automotive a non cedere all’elettrificazione totale, fino ad oggi. Alla kermesse cinese è stato però ufficializzato il progetto di questa hypercar elettrica al 100%.

 

La Lotus Type 130 si troverebbe già una fase avanzata di sviluppo e, secondo gli ingegneri inglesi, non tradirà i valori del marchio esprimendo le caratteristiche doti di maneggevolezza, agilità e leggerezza che caratterizzano tutti i modelli targati Lotus, con una potenza in cavalli che, secondo le prime indiscrezioni, si avvicinerà o raggiungerà le 4 cifre.

Phil Popham, massimo responsabile del brand d’Oltremanica ha assicurato che:

“La Type 130 sarà la Lotus più dinamica della nostra storia. Segnerà un punto di svolta per la marca e rappresenta già di cui siamo capaci”.

La fine di quest’anno, quando dovrebbe essere svelata, sarà il traguardo di un lungo percorso di sviluppo, partito da zero, che dura dall’ormai lontano 2008.

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