Monthly Archives: Aprile 2019

Audi sQ5 TDI: in Italia da 76.250 euro

title

Audi annuncia l’inizio delle prevendite per la nuova SQ5 TDI. La variante diesel high performance della sport utility media dei Quattro Anelli è ordinabile con prezzi a partire da 76.250 euro.

Segni di riconoscimento

 

Esteticamente l’Audi SQ5 TDI è immediatamente riconoscibile grazie allo spoiler al tetto S, alle ampie prese d’aria in corrispondenza del paraurti anteriore e al look alluminio dei retrovisori laterali, condiviso con l’inserto orizzontale specifico dell’estrattore e i doppi listelli della griglia single frame. Equipaggiamenti esclusivi come i battitacco illuminati, corredati del logo S, il volante multifunzione plus a 3 razze rivestito in pelle con bilancieri, la pedaliera in acciaio inox e i sedili sportivi in Alcantara/pelle con marcatura S sottolineano la sportività tipica dei modelli S di casa Audi.

Motore

 

Sotto il cofano pulsa il potente V6 da 3.0 litri, aggiornato, 347 CV e 700 Nm di coppia che le consente di scattare da 0 a 100 km/h in 5,1 secondi e di raggiungere i 250 km/h di velocità massima. Grazie alla rete di bordo principale a 48 Volt l’Audi SQ5 sfrutta i vantaggi del sistema mild-hybrid con il compressore ad azionamento elettrico. Quest’ultimo supporta il turbocompressore, annullando il ritardo di risposta del propulsore alle pressioni dell’acceleratore. Il sistema MHEV, il cui cuore è un alternatore-starter azionato a cinghia (RSG) collegato all’albero motore, può ridurre i consumi nelle condizioni di marcia reali sino a un massimo di 0,7 l/100 km. La trasmissione della nuova Audi SQ5 TDI è affidata a un cambio automatico tiptronic a otto rapporti abbinato alla trazione integrale permanente quattro. In condizioni di marcia ordinarie, il differenziale centrale autobloccante ripartisce la coppia secondo il rapporto 40:60 tra avantreno e retrotreno. In caso di perdite d’aderenza, la maggior parte della spinta viene trasferita verso l’assale che garantisce una superiore trazione: fino a un massimo del 70% all’avantreno e fino all’85% al retrotreno.

Telaio

La sportività di nuova Audi SQ5 TDI è rafforzata dalla raffinata architettura delle sospensioni a cinque bracci sia all’avantreno sia al retrotreno e dalla disponibilità tanto dello sterzo dinamico che, grazie a un riduttore ad albero, varia il rapporto di trasmissione in funzione della velocità e dell’angolo di sterzata, quanto del differenziale sportivo in corrispondenza dell’assale posteriore. Gli ammortizzatori regolabili, che comportano un ribassamento dell’assetto di 30 mm rispetto a Q5 standard, sono di serie.

La taratura degli ammortizzatori regolabili è integrata nel sistema di gestione della dinamica di marcia Audi drive select (di serie). I programmi selezionabili influiscono anche sul differenziale sportivo, il motore, lo sterzo e il cambio tiptronic. A richiesta, sono disponibili le sospensioni pneumatiche adaptive air suspension con specifiche S che, oltre alla taratura di molle e ammortizzatori, adattano l’altezza da terra della vettura in funzione delle situazioni di guida.

Equipaggiamento

In quanto a equipaggiamento la nuova Audi SQ5 TDI è dotata di serie di proiettori e gruppi ottici posteriori a LED oltre che di cerchi in lega da 20 pollici (su richiesta anche da 21) con pneumatici 255/45. All’avantreno operano dischi freno in acciaio da 375 millimetri di diametro sui quali lavorano pinze a sei pistoncini nere o, a richiesta, verniciate in rosso con logo S.

A un’ampia gamma di sistemi di assistenza alla guida si accompagna il sistema MMI (di serie) con radio digitale DAB. L’infotainment top di gamma è costituito dalla navigazione plus con MMI all-in-touch e schermo da 8,3 pollici: integra i servizi Audi connect e collega SQ5 TDI a internet tramite lo standard LTE e l’hotspot WLAN per i device portatili dei passeggeri.

L’articolo Audi sQ5 TDI: in Italia da 76.250 euro proviene da Icon Wheels.

Fonte

Suzuki Katana protagonista alla Milano Design Week

title

Ispirata al passato e caratterizzata da un design dal grande fascino, la nuova Suzuki Katana non poteva non essere protagonista della Milano Design Week. Un primo esemplare dell’iconico modello della gamma a due ruote del marchio di Hamamatsu è già esposto alla mostra “Smart City: People, Technology and Materials” nel Superstudio 13, ma una seconda Katana questa settimana è esposta presso il Material Village di via Tortona 27, nel cuore dell’area più glamour ed esclusiva della città.

Milano Design Week: scenario perfetto

D’altronde lo scenario vede i temi dell’arte, della moda, della tecnologia e della mobilità intrecciarsi ripetutamente e per Suzuki rappresenta così il contesto ideale in cui la Katana può esprimere appieno la sua personalità. La prima Katana segnò una vera rivoluzione negli Anni 80, facendo per la prima volta del design l’elemento cardine del progetto di una moto.

Rivisitazione in chiave moderna

Oggi la nuova Katana fa rivivere quel glorioso passato e cambia di nuovo gli scenari dell’universo a due ruote, rivisitando in chiave moderna quelle forme suggestive e senza tempo, abbinandole alla tecnologia più avanzata. Sospensioni regolabili, ciclistica evoluta, impianto frenante Brembo e il quattro cilindri da 150 CV, sono alcuni degli elementi distintivi della nuova Katana. Che presto metteremo alla prova per raccontarvi tutto nel dettaglio. Stay tuned.

L’articolo Suzuki Katana protagonista alla Milano Design Week proviene da Icon Wheels.

Fonte

Radio DAB+, ora di serie su tutta la gamma Volkswagen

title

A partire dal prossimo 1 gennaio 2020, secondo quanto stabilito da un emendamento della legge di stabilità del 2018, la radio digitale dovrà essere incorporata di norma su tutte le auto nuove.

Volkswagen e Skoda si anticipano sui tempi e annunciano l’introduzione di serie della radio DAB+ su tutti i modelli. Di conseguenza le auto ordinate in concessionaria verranno adeguate senza costi extra.

Oltre ad una qualità del suono superiore questa tecnologia garantisce una maggiore stabilità nella ricezione del segnale e un numero maggiore di canali di trasmissione.

Riguardo a Volkswagen l’unica a subire modifiche nell’equipaggiamento, con questa nuova introduzione, sarà la Polo Trendline che avrà in dotazione un pack denominato Tech, che include il Radio Composition media con schermo da 8 pollici che sostituisce il l Radio Composition Colour da 6,5 pollici.

L’articolo Radio DAB+, ora di serie su tutta la gamma Volkswagen proviene da Icon Wheels.

Fonte

Glossario di Guida Sportiva: il punta tacco

title

Il punta tacco – in inglese “heel and toe” – è una tecnica utilizzata nella guida sportiva durante la fase di scalata. Si chiama così perché, durante la manovra, bisogna premere acceleratore e freno simultaneamente con il piede destro, e per farlo bisogna utilizzare proprio la punta e il tacco.

È praticabile solamente con le auto provviste di cambio manuale, e serve principalmente a rendere le scalate più morbide e mantenere l’auto più stabile durante le frenate (soprattutto nel caso delle vetture a trazione posteriore).

Come si effettua

La manovra del punta-tacco si effettua durante la frenata: mentre si frena con il piede destro, si preme la frizione con il sinistro e ci si prepara a scalare marcia. Quando la marcia viene innestata (e la frizione è ancora premuta), bisogna continuare a premere il freno – con la punta del piede – e dare un colpetto all’acceleratore con il tacco (o il dorso) che permette di far salire i giri motore al regime giusto. Appena i giri salgono si rilascia rapidamente la frizione, sempre mantenendo il piede destro sul freno. Se si scalano più marce nella stessa frenata, ad ogni rilascio della frizione corrisponderà un colpetto al pedale del gas con il tacco del piede destro.


A cosa serve

Il punta tacco, dicevamo, è molto utile nella guida sportiva, soprattutto nelle staccate violente e in particolar modo con le auto a trazione posteriore. Le scalate violente senza la manovra del punta tacco, infatti, tendono a far bloccare le ruote e quindi a destabilizzare l’auto. Questo perché il regime del motore e il regime di rotazione degli ingranaggi del cambio non è sincronizzato.

Il punta tacco permette di fare scalate più morbide, di mantenere l’auto più stabile e di salvaguardare la meccanica. Occorre un po’ di pratica per padroneggiare al meglio la tecnica, e, solitamente, le pedaliere delle auto sportive sono posizionate in modo da rendere più facile il movimento.

L’articolo Glossario di Guida Sportiva: il punta tacco proviene da Icon Wheels.

Fonte

Mercedes-AMG CLA 35 4MATIC

Si fa chiamare coupé, ma ha quattro porte. Nonostante ciò, però, la nuova Mercedes CLA è una berlina affascinante e sexy, con linee da coupé che si inspirano alla filosofia vincente che per diversi anni ha dato successo alla sorella maggiore e signorile CLS. Ora la compatta elegante della Stella, giunta alla sua seconda generazione, si declina anche nella versione sportiva Mercedes-AMG CLA 35 4Matic.

 

L’articolo Mercedes-AMG CLA 35 4MATIC proviene da Icon Wheels.

Fonte

I piani di Lotus: sportive, berline e SUV

title

Lotus ha in serbo una nuova offensiva di mercato che cambierà le carte in tavola del marchio di Hethel. Le sportive rimarranno al centro della gamma, ma il proprietario del marchio inglese, Geely, vuole estendere la famiglia di prodotti Lotus, sbarcando su segmenti inediti come quello delle berline e dei SUV. Sì, esattamente quelle Sport Utility pesanti e ingombranti che sono agli antipodi della filosofia ‘karting’ del brand britannico. Ma il mercato d’altronde è anche questo: per essere competitivi occorre cedere al motto “think out of the box”. E ormai, tra l’altro, inutile scandalizzarsi visto che in strada già si vedono SUV con marchi fino a qualche anno fa impensabili. 

Questo è quanto avrebbe dichiarato il consigliere delegato di Lotus, Phil Popham:

“Con il tempo esploreremo nuovi segmenti. Abbiamo una grande opportunità di lavorare all’interno del Gruppo Geely con le sue capacità ingegneristiche. Possiamo muoverci all’interno del Gruppo ed usare alcune risorse e tecnologie condivise. Questo ci permetterà, in futuro, di andare oltre le auto sportive”.

Grazie a questa sicurezza economica data dalla proprietà cinese, in Lotus sarebbero disposti, quindi, ad affrontare nuove sfide. Di fatto tra i vari progetti in cantiere c’è anche lo sviluppo, insieme a Williams Advanced Engineering, di una hypercar ad alte prestazioni, e il prossimo modello Lotus a sbarcare sul mercato sarà una sportiva che farà da ponte tra gli attuali modelli e la prossima generazione di Elise, Exige ed Evora. Nulla, quindi, è rinnegato.

Di fatto, secondo Popham, la nuova sportiva targata Lotus potrebbe arrivare già alla fine di questo 2019 e in ogni caso non sarà elettrica. Si manterrà fedele alla tradizione della marca d’Oltremanica con leggerezza, piccole dimensioni e un motore non eccessivamente grande.

Ma guardando a un futuro più lontano, Lotus apre alla possibilità di realizzare il su primo SUV e una berlina. Il consiglier della Casa inglese ha però messo in chiaro le condizioni: rientreranno cioè nei piani solo se si manterranno leggere e sapranno offrire una guida dinamica e sportiva. Senza tradire i propri principi, insomma.

All’interno di questi piani, Popham ha rivelato che Lotus starebbe progettando una nuova piattaforma propria, dalla quale nasceranno diverse auto del futuro, oltre a iniziare a pensare a nuovi sistemi di propulsione, compresi quelli elettrici che, ormai è dimostrato, sanno avere carattere eccome.  

L’articolo I piani di Lotus: sportive, berline e SUV proviene da Icon Wheels.

Fonte

Mercedes-AMG CLA 35 4MATIC: il lato sportivo della coupé a 4 porte

title

Si fa chiamare coupé, ma ha quattro porte. Nonostante ciò, però, la nuova Mercedes CLA è una berlina affascinante e sexy, con linee da coupé che si inspirano alla filosofia vincente che per diversi anni ha dato successo alla sorella maggiore e signorile CLS. Ora la compatta elegante della Stella, giunta alla sua seconda generazione, si declina anche nella versione sportiva Mercedes-AMG CLA 35 4Matic.

La nuova Mercedes-AMG CLA 35 4MATIC arriva con un motore quattro cilindri da 2.0 litri in grado di erogare la potenza massima di 306 CV. In realtà si tratta di un anticipo, più accessibile, di quella che sarà la top di gamma, la AMG 45. Entrambe potranno contare comunque sulla trazione integrale 4MATIC e sulla trasmissione a doppia frizione e 7 rapporti.

Dal punto di vista tecnico la AMG CLA 35 monta sospensioni adattive e una taratura sportiva per il sistema di trazione integrale che include anche una modalità di guida Sport+, mentre il sistema di scarico è in grado di modulare il sound in base alla modalità di guida selezionata dal guidatore.

 

Le prestazioni della Mercedes-AMG CLA 35 4Matic sono degne di una sportiva di razza: scatta da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi e raggiunge i 250 km/h di velocità massima.
Di serie sfoggia cerchi in lega da 18 pollici, anche se come optional si possono richiedere da 19 pollici, elementi della carrozzeria sportivi, tra cui lo spoiler posteriore, un diffusore verniciato in nero con due terminali di scarico e una griglia frontale con doppia barra cromata.

A bordo della Mercedes-AMG CLA 35 4Matic il guidatore e il passeggero anteriore sono avvolti da sedili sportivi, disponibili con tappezzeria in pelle ARTICO e microfilma DINAMICA in nero con cuciture a contrasto in rosso. Immancabile il sistema di infotainment MBUX di ultima generazione con il suo ormai tipico doppio display per la strumentazione e il sistema multimediale.

Mercedes-AMG CLA 35 4Matic debutterà in società al prossimo Salone di New York con le prenotazioni aperte a partire da fine aprile e le prime consegne previste per agosto 2019.


Saloni

Mercedes-Benz CLA: la seconda generazione svelata al CES 2019

Look ridisegnato e più tecnologia per la berlina compatta della Stella

L’articolo Mercedes-AMG CLA 35 4MATIC: il lato sportivo della coupé a 4 porte proviene da Icon Wheels.

Fonte

Verso F1 1000: i GP centenari

title

CREDITS: EUGENE HOSHIKO/AFP/Getty Images – Credits: Brazilian driver Felipe Massa of Ferrari leaves the pits with the fuel hose intact during the final of Formula One’s first-ever night race at the Singapore Grand Prix on September 28, 2008. Spain’s Fernando Alonso won his first race in a year at the Singapore Grand Prix, taking the chequered flag in a drama-filled inaugural night race as a comical error cost Felipe Massa dearly. AFP PHOTO / POOL / EUGENE HOSHIKO (Photo credit should read EUGENE HOSHIKO/AFP/Getty Images)

Domenica 14 aprile 2019 a Shanghai si terrà il GP di Cina, il 1000° Gran Premio della storia della F1.

Jack Brabham, Stirling Moss, Jo Bonnier, Dan Gurney, Grand Prix Of Germany

CREDITS: Photo by Bernard Cahier/Getty Images – Credits: Jack Brabham, Stirling Moss, Jo Bonnier, Dan Gurney, Cooper-Climax T55, Lotus-Climax 18/21, BRM-Climax P48/57, Grand Prix of Germany, Nurburgring, 06 August 1961. Jack Brabham leads ahead of Stirling Moss at the start of the1961 Grand Prix Germany at the Nürburgring. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Jackie Stewart, Jacky Ickx, Jo Siffert, Pedro Rodriguez, Denny Hulme, Jean-Pierre Beltoise, Ronnie Peterson, Grand Prix Of Monaco

CREDITS: Photo by Bernard Cahier/Getty Images – Credits: Jackie Stewart, Jacky Ickx, Jo Siffert, Pedro Rodriguez, Denny Hulme, Jean-Pierre Beltoise, Ronnie Peterson, Tyrrell-Ford 003, Ferrari 312B2, BRM P160, McLaren-Ford M19A, Matra MS120B, March-Ford 711, Grand Prix of Monaco, Monaco, 23 May 1971. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Niki Lauda, Grand Prix Of South Africa

CREDITS: Photo by Bernard Cahier/Getty Images – Credits: Niki Lauda, Brabham-Alfa Romeo BT46, Grand Prix of South Africa, Kyalami, 04 March 1978. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Niki Lauda, Grand Prix Of Austria

CREDITS: Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images – Credits: Niki Lauda, McLaren-TAG MP4/2, Grand Prix of Austria, Osterreichring, 19 August 1984. Niki Lauda crosses the finish line and wins his home Grand Prix, the 1984 Austrian Grand Prix. (Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images)

Grand Prix of Australia

CREDITS: Photo by Pascal Rondeau/Getty Images – Credits: Nelson Piquet of Brazil driving the #20 Benetton Formula Benetton B190 Ford V8 takes the chequred flag to win the Foster’s Australian Grand Prix on 4th November 1990 on the streets of Adelaide in Adelaide, Australia. (Photo by Pascal Rondeau/Getty Images)

Motorsport / Formel 1: Grosser Preis von Argentinien 1997, Jacques Villeneuve (CAN, Williams Renault)

CREDITS: HOCH ZWEI – Credits: Motorsport / Formel 1: Grosser Preis von Argentinien 1997, Jacques Villeneuve (CAN, Williams Renault),
www.hoch-zwei.net,
copyright: HOCH ZWEI

Fisichella drives through crash debris

CREDITS: Photo by Clive Rose/Getty Images – Credits: SAO PAULO – APRIL 6: Giancarlo Fisichella of Italy and Jordan makes his way through the crash debris during the Formula One Brazilian Grand Prix at Interlagos, Sao Paulo, Brazil on April 6, 2003. (Photo by Clive Rose/Getty Images)

Brazilian driver Felipe Massa of Ferrari

CREDITS: EUGENE HOSHIKO/AFP/Getty Images – Credits: Brazilian driver Felipe Massa of Ferrari leaves the pits with the fuel hose intact during the final of Formula One’s first-ever night race at the Singapore Grand Prix on September 28, 2008. Spain’s Fernando Alonso won his first race in a year at the Singapore Grand Prix, taking the chequered flag in a drama-filled inaugural night race as a comical error cost Felipe Massa dearly. AFP PHOTO / POOL / EUGENE HOSHIKO (Photo credit should read EUGENE HOSHIKO/AFP/Getty Images)

Motorsports: FIA Formula One World Championship 2014, Grand Prix of Bahrain

CREDITS: Photo by Hoch Zwei/Corbis via Getty Images – Credits: Motorsports: FIA Formula One World Championship 2014, Grand Prix of Bahrain, start, mass, Masse, Menge, viele, many, #44 Lewis Hamilton (GBR, Mercedes AMG Petronas F1 Team), #6 Nico Rosberg (GER, Mercedes AMG Petronas F1 Team), (Photo by Hoch Zwei/Corbis via Getty Images)

In attesa di questo evento abbiamo voluto rivivere gli altri nove GP “centenari” del Circus: nove eventi entrati nella storia della Formula 1.

Verso F1 1000: i GP “centenari”

title

CREDITS: Photo by Bernard Cahier/Getty Images

F1 100 – GP Germania 1961

Il GP di Germania 1961 – disputato il 6 agosto sul circuito del Nürburgring – è entrato nella storia della F1 per numerose ragioni.

Il 100° Gran Premio di Formula 1 di sempre ha visto infatti l’ultima vittoria del britannico Stirling Moss, l’ultima pole e l’ultimo giro veloce dello statunitense Phil Hill e l’ultimo podio del tedesco Wolfgang von Trips (che morirà un mese dopo a Monza).

F1 – La classifica del GP di Germania 1961
Stirling Moss (Lotus) 2h18:12.4
Wolfgang von Trips (Ferrari) + 21,3 s
Phil Hill (Ferrari) + 22,5 s

title

CREDITS: Photo by Bernard Cahier/Getty Images

F1 200 – GP Monaco 1971

Il GP di Monaco 1971 viene disputato a Monte Carlo il 23 maggio.

Il 200° Gran Premio della storia della F1 è coinciso con il primo podio in carriera per lo svedese Ronnie Peterson e con il primo giro veloce di sempre per la Tyrrell.

F1 – La classifica del GP di Monaco 1971
Jackie Stewart (Tyrrell) 1h52:21.3
Ronnie Peterson (March) + 25,6 s
Jacky Ickx (Ferrari) + 53,3 s

title

CREDITS: Photo by Bernard Cahier/Getty Images

F1 300 – GP Sudafrica 1978

Il GP del Sudafrica 1978 si è corso sul circuito di Kyalami il 4 marzo.

Il 300° Gran Premio di F1 di sempre ha visto l’ultima pole position in carriera dell’austriaco Niki Lauda, l’ultima corsa della Hesketh e il debutto del finlandese Keke Rosberg.

F1 – La classifica del GP del Sudafrica 1978
Ronnie Peterson (Lotus) 1h42:15.767
Patrick Depailler (Tyrrell) + 0,5 s
John Watson (Brabham) + 4,4 s

title

CREDITS: Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images

F1 400 – GP Austria 1984

Il GP d’Austria 1984 viene disputato all’Österreichring il 19 agosto.

Il 400° Gran Premio della storia della F1 ha visto l’esordio nel Circus del pilota locale Gerhard Berger.

F1 – La classifica del GP d’Austria 1984
Niki Lauda (McLaren) 1h21:12.851
Nelson Piquet (Brabham) + 23,5 s
Michele Alboreto (Ferrari) + 49,0 s

title

CREDITS: Photo by Pascal Rondeau/Getty Images

F1 500 – GP Australia 1990

Il GP d’Australia 1990 – disputato ad Adelaide il 4 novembre – è stato il 500° Gran Premio di F1.

Una corsa priva di spunti interessanti (se si escludono gli strascichi della lite Senna/Prost di due settimane prima in Giappone).

F1 – La classifica del GP d’Australia 1990
Nelson Piquet (Benetton) 1h49:44.570
Nigel Mansell (Ferrari) + 3,1 s
Alain Prost (Ferrari) + 37,3 s

title

CREDITS: HOCH ZWEI

F1 600 – GP Argentina 1997

Il GP d’Argentina 1997 viene corso a Buenos Aires il 13 aprile.

Il 600° Gran Premio della storia della F1 è coinciso con il primo podio di sempre per il tedesco Ralf Schumacher.

F1 – La classifica del GP d’Argentina 1997
Jacques Villeneuve (Williams) 1h52:01.715
Eddie Irvine (Ferrari) + 1,0 s
Ralf Schumacher (Jordan) + 12,1 s

title

CREDITS: Photo by Clive Rose/Getty Images

F1 700 – GP Brasile 2003

Il GP del Brasile 2003 – disputato a San Paolo il 6 aprile – è stato uno dei più pazzi della storia della F1.

Una corsa sospesa al 56° giro in seguito a due incidenti che hanno visto coinvolti Webber e Alonso. Inizialmente viene assegnata la vittoria a Räikkönen (davanti a Fisichella e Alonso) usando come riferimento la classifica al 53° giro ma dopo pochi giorni viene deciso – come da regolamento – di tener conto delle posizioni al termine del 54° giro e di conseguenza il vincitore diventa il nostro Giancarlo Fisichella.

Il 700° Gran Premio della storia della Formula 1 ha visto quindi il primo successo in carriera per il pilota romano, l’ultimo trionfo per la Jordan e l’ultima vittoria (nonché l’ultimo podio) per una monoposto dotata del glorioso motore Ford Cosworth.

F1 – La classifica del GP del Brasile 2003
Giancarlo Fisichella (Jordan) 1h31:17.748
Kimi Räikkönen (McLaren) + 0,9 s
Fernando Alonso (Renault) + 6,3 s

title

CREDITS: EUGENE HOSHIKO/AFP/Getty Images

F1 800 – GP Singapore 2008

Anche il GP di Singapore 2008 – disputato il 28 settembre – è entrato di diritto nella storia della F1.

Il primo Gran Premio di sempre in notturna viene vinto da Fernando Alonso in seguito alla decisione della Renault di obbligare il secondo pilota – il brasiliano Nelson Piquet, Jr. – ad andare a sbattere per far entrare la safety-car. Una “strategia” che porterà alla squalifica (a vita) per Flavio Briatore (all’epoca team manager della scuderia francese) e (per cinque anni) per il capo ingegnere Pat Symonds.

Ma non è tutto: l’800° GP della storia della F1 ha visto anche Felipe Massa – in lotta per il titolo – chiudere la corsa con zero punti dopo essere ripartito dal rifornimento con la pompa della benzina ancora attaccata.

F1 – La classifica del GP di Singapore 2008
Fernando Alonso (Renault) 1h57:16.304
Nico Rosberg (Williams) + 3,0 s
Lewis Hamilton (McLaren) + 5,9 s

title

CREDITS: Photo by Hoch Zwei/Corbis via Getty Images

F1 900 – GP Bahrein 2014

Il GP del Bahrein 2014 viene disputato a Sakhir il 6 aprile.

Il 900° Gran Premio di sempre in F1 – disputato in notturna come l’800° – non è stato particolarmente interessante (se si esclude l’incidente tra Maldonado e Gutiérrez).

F1 – La classifica del GP del Bahrein 2014
Lewis Hamilton (Mercedes) 1h39:42.743
Nico Rosberg (Mercedes) + 1,1 s
Sergio Pérez (Force India) + 24,1 s

L’articolo Verso F1 1000: i GP centenari proviene da Icon Wheels.

Fonte

Mini Clubman Cooper SD (2015): pregi e difetti della piccola station wagon britannica

title

La Mini Clubman Cooper SD è la variante diesel più potente della piccola station wagon britannica. Oggi analizzeremo un esemplare del 2015 nel lussuoso allestimento Hype, facile da trovare a poco più di 20.000 euro: scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.

I pregi della Mini Clubman Cooper SD del 2015

Abitabilità

Dimenticatevi la prima (e scomoda) Mini Clubman: la seconda serie della baby familiare inglese – realizzata sullo stesso pianale delle BMW serie 2 Active Tourer e X1 – è spaziosa.

Finitura

Tanta qualità.

Dotazione di serie

L’allestimento Hype è piuttosto ricco: autoradio Aux Bluetooth MP3 USB, cerchi in lega, climatizzatore, cruise control e sensore pioggia.

Capacità bagagliaio

Il vano ha una capacità di 360 litri che diventano 1.250 quando si abbattono i sedili posteriori ed è accessibile attraverso due sportelli con apertura ad armadio (più scomodi del portellone tradizionale).

Posto guida

Quasi sportivo: si sta abbastanza in basso su sedili avvolgenti in un abitacolo nel quale quasi tutti i comandi sono ben posizionati.

Climatizzazione

Impianto valido, bocchette un po’ piccole.

Sospensioni

Un giusto compromesso tra piacere di guida e comfort.

Rumorosità

La Mini Clubman Cooper SD è un’auto silenziosa.

Motore

Il 2.0 turbodiesel Euro 6 da 190 CV e 400 Nm di coppia offre una spinta eccellente già sotto i 2.000 giri.

Cambio

La trasmissione manuale a sei marce se la cava discretamente.

Sterzo

Sensibile e diretto: il piacere di guida è garantito.

Freni

Senza infamia e senza lode.

Tenuta di strada

La Mini Clubman Cooper SD è incollata all’asfalto: difficile trovare una station wagon diesel più coinvolgente.

Tenuta del valore

Le Mini sono sempre richiestissime sul mercato dell’usato.

Consumo

Promossa a pieni voti: 22,2 km/l dichiarati.

title

I difetti della Mini Clubman Cooper SD del 2015

Prezzo

Da nuova nel 2015 la Mini Clubman Cooper SD Hype costava tanto: 34.100 euro. Oggi si trova facilmente a 22.000 euro: poco meno di una Renault Clio Sporter dCi 90 CV EDC Duel2 appena uscita dal concessionario.

Garanzie

La copertura globale è scaduta nel 2017 mentre quella sulla verniciatura nel 2018. Ancora valida – fino al 2027 – la protezione sulla corrosione.

L’articolo Mini Clubman Cooper SD (2015): pregi e difetti della piccola station wagon britannica proviene da Icon Wheels.

Fonte:

Easter Jeep Safari 2019: sei pick-up concept a Moab

title

In occasione del raduno Easter Jeep Safari 2019 – in programma a Moab, nello Utah, dal 13 al 21 aprile – la Casa statunitense ha svelato sei pick-up concept.

Sei prototipi derivati dal nuovo Jeep Gladiator che sfruttano le numerosissime possibilità di personalizzazione offerte dalle componenti Jeep Performance Parts: scopriamoli insieme.

title

Jeep Flatbill

Il Jeep Flatbill svelato all’Easter Jeep Safari 2019 è un pick-up concept progettato per il trasporto di moto da cross: cofano ventilato in carbonio, passaruota alti, paraurti anteriore ritagliato, piastra protettiva, rampe dedicate estraibili e modifiche alla parte inferiore del cassone e al paraurti posteriore tubolare per incrementare l’angolo di uscita.

Dotato di un motore 3.6 V6 con presa d’aria Mopar, monta assali Dynatrac Pro-Rock 60, un kit di rialzo custom Off-Road Evolution da 4”, ammortizzatori bypass posteriori con cerchi da 20” e – per la prima volta sul Jeep Gladiatorpneumatici da 40”. Negli interni spicca il rivestimento luminoso del pavimento.

title

Jeep Gladiator Gravity

Il Jeep Gladiator Gravity è un concept di pick-up basato sul Rubicon caratterizzato da una colorazione Punk’N Metallic Orange e da un cassone impreziosito da barre trasversali Mopar, da un contenitore per il carico e da un sistema di stoccaggio Mopar/Decked.

Un prototipo che esalta le doti off-road del veicolo commerciale statunitense: porte HPP da 2” a tubo in acciaio, soft top a rete, cinghie per fissare il parabrezza in posizione abbassata, kit Jeep Performance Parts da 2”, cerchi da 17”, pneumatici da 35”, griglie paracolpi in acciaio rinforzate JPP più spesse e più ampie dotate dello stesso rivestimento a polvere con finitura antiscivolo usato sui cassoni dei pick-up Ram, luci a LED Jeep Performance Parts da 7” situate davanti alla griglia Mopar di colore nero satinato e un set di luci a LED da 5” sui montanti A.

Non vi basta? Troviamo anche il motore con presa d’aria e sistema di scarico cat-back, i sedili in pelle Katzkin con il logo della griglia Jeep ricamato con cuciture in tungsteno, le maniglie con logo Jeep, il sistema MOLLE (Modular Lightweight Load-carrying Equipment) e i tappetini all-weather con un tappo che permette di scaricare acqua e detriti.

title

Jeep J6

Il Jeep J6 è basato sul Gladiator Rubicon ma si distingue per la presenza di due sole porte. Lungo 5,11 metri e con un passo di 3,01 metri (identico a quello della Wrangler Unlimited), presenta un cassone di 1,83 metri protetto da un rivestimento spruzzato in tinta con la carrozzria e la vernice Metallic Brilliant Blue (un omaggio al Jeep Honcho del 1978).

Un concept pick-up ricco di accessori: sport/roll bar in acciaio da due pollici e un quarto inserita nel cassone che alloggia un set di quattro luci JPP a LED da 5 pollici e 4.800 lumen, portaruota di scorta, cerchi antistallonamento da 17” con finitura Brass Monkey e anello argentato, kit di rialzo Jeep Performance Parts da 2”, pneumatici da 37”, barra stinger in acciaio da 2” imbullonata al paraurti anteriore Rubicon che funge da punto di ancoraggio per quattro luci a LED JPP aggiuntive da 5” (con altre due imbullonate accanto ai montanti A), rock-rail personalizzate con tubi in acciaio da 2”, hard top removibile e badge Jeep J6 sul portellone posteriore e sui parafanghi.

Dotato di un motore 3.6 V6 con presa d’aria JPP e doppio sistema di scarico cat-back, offre finiture esterne Mopar Satin Black per la griglia e monta cerniere Mopar con logo Jeep sul cofano. Dentro spiccano invece gli inserti della plancia e le cuciture dei sedili e dei braccioli in pelle Katzkin in tinta con la carrozzeria, il clacson personalizzato con badge Jeep, gli interruttori ausiliari per comandare le 10 luci a LED e il controllo del freno a rimorchio, il kit pedali in acciaio lucido e il logo Jeep sui tappetini all-weather e sui batticalcagni.

title

Jeep JT Scrambler

Il Jeep JT Scrambler – derivato dal Gladiator Rubicon – omaggia il CJ8 Scrambler degli anni ’80: strisce in Punk’N Metallic Orange e Nacho sui pannelli laterali, grafica abbinata sul cofano e Freedom Top verniciato in ambra vintage.

Il cassone è ricoperto da un rivestimento protettivo a spruzzo e personalizzato con uno sport/roll bar tubolare in acciaio da 2” in tinta con la carrozzeria (che consente di aumentare la lunghezza delle guide su ciascun lato) con luci a LED orientate verso la parte posteriore per illuminare l’area di carico mentre il motore è un 3.6 V6 con presa d’aria Mopar e terminale di scarico cat-back.

Fuori svettano i cerchi a razze JPP da 17” color bronzo, il kit di rialzo da 2” JPP, gli pneumatici da 37” e le rock rail Jeep Performance Parts dotate di rivestimento antiscivolo, dentro i sedili in pelle Katzkin Amaretto Brown (usata anche per il rivestimento del cruscotto e dei braccioli) con cuciture arancioni, il logo con griglia Jeep ricamato in tungsteno chiaro sugli schienali, il kit pedali Mopar in acciaio lucido e i tappetini all-weather.

title

Jeep M-715 Five Quarter

Il Jeep M-715 Five Quarter è un veicolo militare dal look retrò realizzato utilizzando come base un M-715 del 1968: pannello in fibra di carbonio al posto della piastra metallica anteriore originale e un nuovo cassone in alluminio da 1,83 metri fabbricato su misura con doghe in legno e perforato e modellato utilizzando pannelli tagliati a getto d’acqua.

Per quanto riguarda la tecnica segnaliamo il motore 6.2 V8 sovralimentato HEMI da oltre 700 CV, il telaio originale rinforzato, le molle a balestra sostituite con un sistema di sospensioni a bracci/molle heavy duty, l’assale anteriore spostato in avanti di due pollici e rimpiazzato con un Dynatrac Pro-rock 60, un assale posteriore Dynatrac Pro-rock 80, cerchi antistallonamento da 20” e pneumatici da 40”.

Tra le modifiche esterne apportate al Jeep M-715 Five Quarter presentato all’Easter Jeep Safari 2019 troviamo il soft top convertibile con drop di 3,5”, i fari rimpiazzati con nuove luci HiD e luci ausiliarie a LED, i gruppi ottici posteriori a LED, i parasassi al posto delle rocker guard originali, i parafanghi anteriori in acciaio del Jeep Gladiator Rubicon modificati e il metallo spazzolato usato per la carrozzeria e il portellone posteriore. Dentro spiccano invece i nuovi sedili della Wrangler senza poggiatesta, i componenti in alluminio tagliati a getto d’acqua sulla plancia e sui pannelli porta, il pavimento più resistente e il compressore vintage 8-71 usato per alloggiare il selettore della trasmissione e i comandi del ripartitore.

title

Jeep Wayout

Il Jeep Wayout può vantare una tenda sul tetto in grado di accogliere due persone con una copertura a 270 gradi dotata di illuminazione a LED di colore ambra per facilitare le operazioni di allestimento a fine giornata.

Fuori troviamo il colore Gator Green (che sarà disponibile sul Jeep Gladiator di serie), due serbatoi ausiliari di carburante ai lati del cassone, un kit di rialzo Jeep Performance Parts da 2”, cerchi in acciaio da 17” con pneumatici da fango da 37”, un verricello Warn da 12.000 libbre e uno snorkel JPP. Senza dimenticare le barre a tetto integrate per trasportare attrezzature e bagagli e il cassone con sistema di copertura Mopar/Decked con contenitori a chiusura scorrevole.

Dentro il Jeep Wayout – dotato di un motore 3.6 V6 a benzina abbinato a un cambio automatico a 8 rapporti – spiccano invece l’impianto dell’aria ARB a bordo con linea di alimentazione facile da scollegare montata alla scocca e inserti di mappe topografiche incisi al laser sui rivestimenti per il pavimento e sui sedili in pelle marrone.

L’articolo Easter Jeep Safari 2019: sei pick-up concept a Moab proviene da Icon Wheels.

Fonte: