Monthly Archives: Settembre 2018

Toyota Yaris: a Parigi con la nuova versione GR Sport

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In occasione del Salone di Parigi 2018 (4-14 ottobre), la gamma Yaris di Toyota riceverà un’importante novità. La kermesse francese sarà lo scenario in cui debutterà la nuova Toyota Yaris GR Sport, una versione speciale che darà un tocco di sportività alla piccola giapponese, ispirandosi alla Yaris WRC del Campionato del Mondo di Rally.

Dopo lo sviluppo della Toyota Yaris GRMN, serie limitata a 400 esemplari, ora il marchio nipponico dimostra ancora una volta come la divisione sportiva Gazoo Racing può influenzare i modelli stradali. E le modifiche vanno ben oltre l’aspetto estetico.

Chassis modificato

La nuova Toyota Yaris GR Sport è equipaggiata con ammortizzatori Sachs Peroformance, simili a quelli usati dalla GRMN, e una barra stabilizzatrice rinforzata, per ottenere una maggiore rigidità. Rispetto alla versione convenzionale, la Yaris GR Sport ha anche la carrozzeria ribassata di 11 mm, mentre la separazione tra le ruote e la carrozzeria è stata ridotta a 18 mm.

Segni di riconoscimento

Esteticamente si fa subito riconoscere per i cerchi in lega neri da 17 pollici con design specifico, avvolti da pneumatici Bridgestone Potenza RE 50 da 205/45 R17. Il tetto in nero contrasta con il bianco della carrozzeria, mentre l’antenna a pinna di squalo e lo spoiler posteriore sono di chiara ispirazione sportiva. La parte inferiore delle portiere sfoggia modanature in nero piano. Stesso motivo cromatico anche per la griglia frontale, le calotte degli specchietti retrovisori e le cornici dei fari antinebbia.

Ispirazione racing per l’abitacolo

L’abitacolo monta invece sedili sportivi con anagramma GR e tappezzeria in Ultrasuede nero con cuciture a contrasto. Il volante è lo stesso della Yaris GRMN, caratterizzato dal diametro corto dalle tre razze. Completano il quadro degli interni le rifiniture cromate, le guarnizioni in nero e i tappetini specifici.

La versione GR Sport della Toyota Yaris sarà disponibile solo con carrozzeria cinque porte e l’unica meccanica disponibile per questa versione sarà il 1.5 da 100 CV.

Anteprime

Toyota Yaris GRMN: da 29.900 euro

La versione sportiva della piccola giap ispirata ai rally sarà ordinabile online a partire dal 27 luglio

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Volvo Trucks a guida autonoma: il camion del futuro senza camionista

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Il camion del futuro secondo Volvo Trucks? Sarà senza camionista. La Casa svedese ha svelato una nuova soluzione di trasporto elettrica, a guida autonoma e priva di cabina.

Un veicolo adatto al mondo di domani, un mondo in cui l’aumento della popolazione e dell’urbanizzazione porrà sfide estremamente difficili per quanto riguarda i problemi ambientali, legati al traffico e all’inquinamento. Soprattutto considerando l’incremento dei consumi, la crescita dell’e-commerce e la diffusa carenza di autisti.

I camion a guida autonoma Volvo Trucks dovranno essere impiegati per svolgere attività regolari e ripetitive su distanze relativamente brevi con ingenti volumi di merci e massima precisione nella consegna. L’esempio più tipico sono i trasporti tra gli hub logistici di produzione e i porti.

I veicoli – utilizzati come trattori, dotati della stessa catena cinematica e delle identiche batterie usate dai camion elettrici Volvo Trucks e compatibili con i piani di carico/rimorchi esistenti – saranno collegati a un servizio cloud e a un centro di controllo e progettati per stabilire la propria posizione corrente con una precisione al centimetro. Il centro di controllo verificherà costantemente i progressi dei trasporti e la posizione esatta di ogni mezzo, lo stato di carica, il contenuto del carico, i requisiti di assistenza e molti altri parametri.

Camion

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Addio Maggiolino… nel 2019 stop alla produzione

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Gli scarsi risultati delle vendite sulla maggior parte dei mercati in cui era disponibile hanno accelerato il pensionamento dell’eccentrica compatta tedesca. La Volkswagen Beetle, da noi nota come Maggiolino, nonché uno dei modelli più iconici di Casa Volkswagen, esce di scena.

In Italia, come nella maggior parte dei mercati europei, già da tempo non è più disponibile in nessuna delle sue versioni. In Germania, unica eccezione, ancora resiste la versione cabriolet, presente nel configuratore della marca. Negli Stati Uniti la storia è diversa. Oltreoceano la Beetle 2018 viene infatti ancora proposta ai clienti Volkswagen nelle varianti Coupé e Convertible.

Il prossimo anno arriverà la nuova versione, che però, con la variante Final Edition, chiuderà la storia di questo modello. Dovrebbe debuttare in uno dei prossimi grandi saloni statunitensi, Los Angeles o Detroit. A partire da luglio 2019, poi, cesserà la produzione presso gli stabilimenti messicani di Puebla.

PanoramautoTV / Curiosità

Fast Girls – Round 1: Chiara vs. VW Maggiolino

Parte la sfida di Fast Girls: riuscirà la sexy e allegra Chiara a raccontare le caratteristiche del Volkswagen Maggiolino senza farsi distrarre da… curve e frenate?

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Skoda Kodiaq RS: rilasciato un nuovo video teaser

Skoda continua a svelare con il contagocce la prossima componente che si aggiungerà alla famiglia RS. La nuova Skoda Kodiaq RS è pronta per il debutto in società che avverrà tra poche settimane al Salone di Parigi 2018 (4-14 ottobre).

Durante gli ultimi mesi la Casa ceca ha svelato periodicamente nuove anticipazioni sulla Kodiaq RS, inclusa l’impresa del record al Nurburgring nella categoria delle SUV a sette posti. Oggi da Mladá Boleslav arriva un nuovo video teaser della sport utility.

Tra i dettagli si vedono i nuovi fari anteriori full-Led, il quadro strumenti digitale e la nuova funzione Dynamic Sound Boost, che esalta il rombo del motore.

Sotto il cofano della nuova Skoda Kodiaq RS troverà posto il quattro cilindri a gasolio 2.0 TDI, da 240 CV e 500 Nm di coppia massima, abbinato alla trasmissione automatica DSG a doppia frizione e sette rapporti, e alla trazione integrale. Ad equipaggiare la SUV sportiva ceca ci sarò anche il Dynamic Chassis Control (DCC) con selettore delle modalità di guida che permetterà di scegliere tra diversi profili. Anche la sospensione adattiva, infine, giocherà un ruolo importante nel comportamento dinamico della Kodiaq RS.

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Hyundai Tucson restyling: come va il nuovo motore 1.6 CRDi

Hyundai Tucson restylingHyundai Tucson restyling

Hyundai Tucson restyling frontaleHyundai Tucson restyling frontale

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Hyundai Tucson restyling tre quarti posterioreHyundai Tucson restyling tre quarti posteriore

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Hyundai Tucson restyling faro anterioreHyundai Tucson restyling faro anteriore

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Hyundai Tucson restyling cerchi in legaHyundai Tucson restyling cerchi in lega

Hyundai Tucson restyling faro posterioreHyundai Tucson restyling faro posteriore

Hyundai Tucson restyling interniHyundai Tucson restyling interni

Hyundai Tucson restyling pulsante accensioneHyundai Tucson restyling pulsante accensione

Hyundai Tucson restyling pannello portaHyundai Tucson restyling pannello porta

 

Comfort
Sospensioni non troppo morbide e motore 1.6 CRDi più silenzioso del vecchio 1.7 (ma ancora con qualche rumore di troppo a freddo).
Costi
Prezzi in linea con la concorrenza ma con una dotazione decisamente più ricca. Per quanto riguarda i consumi è difficile stare sopra i 15 km/l con il 1.6 CRDi da 136 CV abbinato al cambio DCT e alla trazione integrale.
Piacere di guida
Il motore 1.6 a gasolio non è un fulmine di guerra ma il comportamento stradale della Hyundai Tucson è sempre onesto e sincero.
Ambiente
La Hyundai Tucson 1.6 CRDi 136 CV 4WD DCT emette 164 g/km di CO2.

La seconda generazione della Tucson – la Hyundai più venduta in Europa – ha beneficiato di un restyling che ha portato (a tre anni dal lancio) modifiche estetiche e tecniche.

Fuori troviamo nuovi fari a LED, una griglia leggermente rivista e – al posteriore – il portellone, i paraurti e i gruppi ottici ridisegnati. Più evidenti i cambiamenti negli interni: finiture migliorate e una plancia caratterizzata dallo spostamento del touchscreen (prima integrato, ora rialzato come su i30 e Kona).

Per quanto riguarda i motori segnaliamo grandi novità nella gamma diesel: i 1.6 CRDi da 115 e 136 CV introdotti anche sulla Kona rimpiazzano i vecchi 1.7 mentre il 2.0 diventa mild hybrid 48 volt.

Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la Hyundai Tucson restyling nella variante 1.6 CRDi 136 CV con trazione integrale 4WD e cambio automatico DCT a doppia frizione nel ricchissimo allestimento Exellence (non è un errore di battitura, si scrive proprio così). Scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.

Hyundai Tucson restyling interniHyundai Tucson restyling interni

Vita a bordo

La Hyundai Tucson restyling offre – ovviamente – la stessa praticità della variante pre-restyling (quindi un divano largo a sufficienza per accogliere comodamente tre passeggeri) con l’aggiunta di finiture notevolmente migliorate: ora anche la palpebra sopra il cruscotto è in plastica morbida e a bordo c’è più qualità (reale e percepita).

Poco convincenti le bocchette del climatizzatore che – come sulla Santa Fe – quando vengono orientate direttamente verso il pilota e il passeggero offrono un flusso d’aria meno potente di quando sono rivolte verso il centro.

Hyundai Tucson restyling frontaleHyundai Tucson restyling frontale

Come va il 1.6 CRDi

Il motore 1.6 turbodiesel CRDi da 136 CV analizzato nel nostro primo contatto è lo stesso propulsore usato dalla i30 e dalla Kona e ha una cilindrata contenuta che consente di risparmiare sull’assicurazione RC Auto.

Più silenzioso del vecchio 1.7 (anche se a freddo si fa ancora sentire) e con una lieve carenza di verve ai bassi regimi mitigata dall’ottimo cambio automatico a doppia frizione a 7 rapporti, non è un fulmine di guerra: la variante 4WD DCT raggiunge i 180 km/h di velocità massima e impiega 12 secondi per scattare da 0 a 100 chilometri orari.

Sicurezza in primo piano

La dotazione di sicurezza della Hyundai Tucson restyling nella versione più ricca Exellence ha tutto quello che si può desiderare (e anche qualcosa in più) in una SUV: 6 airbag, Around View Monitor (telecamera 360°), BSD (monitoraggio angoli ciechi), cruise control adattivo, DAW (rilevamento stanchezza conducente), DBC (controllo velocità in discesa), ESP, FCA (sistema di assistenza anti-collisione frontale con riconoscimento veicoli e pedoni), HAC (assistente alla partenza in salita), HBA (gestione automatica dei fari abbaglianti), ISLW (riconoscimento dei limiti di velocità), LKA (mantenimento attivo della corsia), RCCW (Rear Cross Traffic Collision Warning: durante le manovre in retromarcia avvisa il conducente di ogni possibile ostacolo in avvicinamento) e TPMS (monitoraggio pressione pneumatici).

Hyundai Tucson restyling cerchi in legaHyundai Tucson restyling cerchi in lega

Prezzo e costi

La Hyundai Tucson restyling 1.6 CRDi 4WD DCT Exellence protagonista del nostro primo contatto ha un prezzo in linea con la concorrenza (37.900 euro) abbinato a una dotazione di serie completa: Bluetooth, caricatore wireless per smartphone, cerchi in lega da 19”, climatizzatore automatico, Cluster SuperVision (quadro strumenti LCD a colori ad alta definizione da 4,2”), fari a LED, fendinebbia, Krell Premium Sound System a 8 canali con subwoofer e amplificatore esterno, navigatore Android Auto Apple CarPlay con touchscreen da 8”, radio AUX DAB USB, retrovisori ripiegabili elettricamente, sedile passeggero regolabile in altezza, sedili anteriori riscaldati, sensori luci/pioggia, sensori di parcheggio anteriori e posteriori, supporto lombare elettrico, telecamera posteriore, vano portaoggetti refrigerato, vetri posteriori oscurati e volante (riscaldato) e pomello del cambio rivestiti in pelle.

Ottima la garanzia di 5 anni a chilometraggio illimitato e buona la tenuta del valore sul mercato dell’usato (la Tucson piace e la trazione integrale unita al cambio automatico è sempre molto richiesta). Migliorabili, invece, i consumi: la Casa coreana dichiara una percorrenza di 15,9 km/l nel ciclo WLTP (più vicino alla realtà) ma bisogna davvero impegnarsi per avvicinarsi a quota 15.

Scheda tecnica

Motore turbodiesel
N. cilindri/cilindrata 4/1.598 cc
Potenza 100 kW (136 CV) a 4.000 giri
Coppia 320 Nm a 2.000 giri
Trazione integrale
Velocità max 180 km/h
Acc. 0-100 km/h 12,0 s
Consumo medio 15,9 km/l
Dimensioni 4,48/1,85/1,65 m
Passo 2,67 m
37.900 euro

Il mondo Hyundai

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Jeep Cherokee 2018: più per meno

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Dopo 4 anni nei listini e con tagli al ribasso sui prezzi di tutte le versioni, Jeep rinnova e migliora l’ultima generazione della Cherokee, allungandone così il ciclo di vita e rendendola ancora più competitiva rispetto alla concorrenza. I prezzi, in offerta lancio, per la Cherokee Longitude 2.2 Diesel a trazione anteriore, partono ora dall’interessante cifra di 36.200 euro, anziché 43.000 euro.

La nuova Jeep Cherokee 2018 diventa inoltre uno dei fuoristrada meglio equipaggiati e sicuri sul mercato, grazie all’introduzione di quai tutti i sistemi di assistenza alla guida noti sul mercato – 75 per l’esattezza – , così come una migliorata connettività con Apple CarPlay e Android Auto. Un’equipaggiamento di serie così ricco che dovrebbe far risparmiare ai clienti tra i 5 e i 6 mila euro.

Svendita? Macché… al contrario. L’idea è quella di confermarsi, anche nei prossimi anni, come marchio con la crescita più alta in Europa. I numeri parlano chiaro: nella prima metà del 2018 Jeep è cresciuta del 21% a livello globale e del 75% nel Vecchio Continente.

Look aggiornato. Più elegante e sportiva

Con il restyling estetico Jeep aggiorna le linee della nuova Cherokee in modo discreto, mantenendone la tipica silhouette imponente e massiccia, con un taglio dinamico.

I paraurti sono stati ridisegnati e, all’anteriore, i gruppi ottici a LED si abbinano ora più armonicamente al nuovo cofano in alluminio, separato dai parafanghi anteriori per darle un tocco raffinato. Anche i passaruota sono stati leggermente rimodellati.

Il lifting estetico non ha risparmiato neanche il posteriore: il portellone perde la linea concava e guadagna il comodo sistema di apertura automatica (con sfioramento del piede), la targa è stata riposizionata e i fari sono stati ridisegnati.

Via libera, poi, alla personalizzazione. La gamma Jeep Cherokee 2018 propone cinque nuove opzioni di cerchi, inclusa una versione da 19 pollici, in alluminio lucido, per l’allestimento Overland (quello che abbiamo provato).

Dieci sono invece i colori disponibili per la carrozzeria: Bright White, Diamond Black, Velvet Red, Billet Silver, Granite Crystal, Light Brownstone, Firecracker Red e Hydro Blue (esclusivi per la Trailhawk) oltre alle due inedite tonalità Olive Green e Pearl White.

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Più bagagliaio e piccoli ritocchi all’abitacolo

Non sono state intaccate le dimensioni, la nuova Jeep Cherokee 2018 mantiene i suoi 462 cm di lunghezza, ma guadagna 70 litri di spazio nel portabagagli, ora da 448/570 litri (con 1555 litri di capacità massima con gli schienali del divano ribaltati). Senza contare che i sedili posteriori scorrono in avanti e indietro per modulare lo spazio a bordo, a seconda delle esigenze.

L’abitacolo non cambia molto. Resta la sensazione premium grazie ai materiali di buona qualità e alle belle rifiniture, eccezion fatta solo per alcuni punti nascosti (come ad esempio le tasche dei pannelli porta) non rivestiti e di plastica più grezza.

Il grande tetto panoramico che copre tutta la superficie del cielo si apre nella zona del guidatore e del passeggero, fa entrare tanta luce nell’abitacolo e da quasi una sensazione ‘cabrio’ quando lo si fa scorrere all’indietro.

La seduta del guidatore, ben alta, è comoda e la ventilazione, l’eventuale riscaldamento e le numerose regolazioni elettriche, anche per la zona lombare, ti fanno sentire meglio che sul divano di casa. Tanto comfort, insomma.

La vera novità di bordo è però il nuovo sistema UConnect di quarta generazione con schermi nella consolle da 7 o 8,4 pollici, a seconda dell’allestimento, interfacce Android Auto e Apple CarPlay, radio DAB di serie e diverse funzionalità nuove, tra cui la chiamata e la navigazione in vivavoce e il riconoscimento vocale dei messaggi.

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Nuovi motori, telaio rivisto. Più agile tra le curve

La nostra Jeep Cherokee Overland in dotazione durante la prova siciliana era allestita con l’aggiornato 2.2 MultiJet da 194 CV e 450 Nm di coppia, abbinato alla trasmissione automatica a 9 rapporti che sarà disponibile, per la prima volta, anche con la trazione anteriore. La nostra aveva la trazione integrale. A questa motorizzazione si affiancherà presto la sua variante meno potente, da 150 CV, e il prossimo anno arriverà il quattro cilindri 2.0 a benzina da 270 CV.

Il 2.2 a gasolio spinge bene (fino a 4.500 giri) i quasi 2.500 kg della Cherokee e la rende un vero e proprio incrociatore macina chilometri, in autostrada. I nei sono che è un po’ dormiglione ai bassi regimi – probabilmente dovuto al cambio automatico non rapidissimo nelle prime marce – e il rombo si fa sentire nella cabina, sempre e soprattutto ai bassi regimi. Però, tutto considerato, va detto che è anche poco assetato: alla fine del percorso misto (con autostrada, curve e off-road), il computer di bordo segnava 8,9l/100km.

La dinamica di guida tra le curve migliora, grazie alle nuove sospensioni indipendenti (McPherson all’anteriore e Multilink al posteriore), che rendendo la nuova Cherokee più agile e disinvolta di prima, con uno sterzo, però, che potrebbe essere più preciso e reattivo. Ma non le si può certo chiedere la luna. Le sue doti sono altre.

Anche se la nuova Cherokee è migliorata su strada, il suo vero habitat naturale rimane l’off-road. D’altronde è il DNA Jeep che fa la vera differenza.

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Nessun ostacolo in off-road. DNA Jeep al 100%

Sabbia, terra, fango, rocce… non c’è niente che possa fermare la Cherokee. Basta lasciare l’asfalto per qualche chilometro e ci si sente subito come un pesce nell’acqua. Sullo sterrato si può andare anche forte e sembra quasi che sotto le ruote continui a esserci la strada asfaltata. Sulla sabbia delle spiagge siciliane nessun problema ad avanzare e anche nei tratti più tecnici e impennati, con rocce e poca aderenza, la SUV nordamericana scala che è una bellezza e ti fa sentire sempre sicuro di farcela.

In qualche momento, chissà, manca un pelo di coppia in basso per affrontare gli ostacoli, ma se fosse un problema basta equipaggiarla con le ridotte, proposte con uno dei tre diversi sistemi di trazione integrale offerti con la nuova Cherokee. Tutti sono rigorosamente equipaggiati con il sistema di disconnessione dell’asse posteriore e il Selec-Terrain, che prevede le modalità Auto, Snow, Sport e Sand/Mud.

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3 sistemi di trazione integrale

Il Jeep Active drive I è il sistema 4×4 di base che funziona in automatico e gestisce autonomamente la distribuzione della coppia tra i due assi. l’Active Drive II, in più, è dotato di un’unità di trasferimento della potenza (PTU) a due velocità, ovvero la modalità 4WD Low, con un rapporto di riduzione pari a 2,91:1., oltre all’Hill-descent Control che controlla la velocità nelle discese più ripide. E per i più esigenti c’è anche il differenziale posteriore Active Drive Look (disponibile solo sulla Trailhawk), che assicura una trazione ancora maggiore durante la guida a marce ridotte e nel fuoristrada estremo.

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La Trailhawk arriva nel 2019

Oltre agli allestimenti Longitude, Limited e Overland, in Italia la nuova Jeep Cherokee è proposta anche con l’allestimento Business, mentre per la top di gamma Trailhawk bisognerà aspettare il prossimo anno.

Scheda tecnica del modello in prova

Motore Diesel
Cilindrata cm3 2174
No cilindri 4 in linea
Potenza massima kW (CV)/giri 143 (194)/3500
Coppia max Nm/giri 450/2000
Emissione di CO2  179g/km
Cambio Automatico a 9 rapporti
Trazione Integrale
Lunghezza (cm) 4621
Larghezza (cm) 186
Altezza (cm) 171
Passo (cm) 270
Bagagliaio 448-570/1555
Peso 2.500 kg
 

Il video della nuova Jeep Cherokee 2018

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Fonte:

Nuova Kia Sportage 2.0 CRDI Mild-Hybrid 185 CV

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COMFORT
Comoda e molto spaziosa per tutta la famiglia (dietro lo spazio abbonda anche per i più alti). L’assetto non è dei più gentili sulle buche.
PIACERE DI GUIDA
La Sportage è agile, reattiva, ha uno sterzo preciso e ama anche la guida sportiva. Il cambio a 8 rapporti è ottimo, mentre il motore spinge bene e in modo molto lineare.
PREZZO E COSTI
La versione Mild-Hybrid da 185 CV consuma il giusto per le sue prestazioni. Il prezzo parte da 38.500 euro, mentre quello di partenza per la versione benzina è di 24.500 euro.

La Kia Sportage non è solo una delle SUV medie più vendute, ma è anche il cavallo di battaglia – e brand ambassador – della Casa coreana. Un’auto importante, che appartiene ad un segmento importante. Ed è così che a due anni dal lancio la Kia Sportage si rinnova. Non si stravolge, ma rafforza le sue qualità focalizzandosi su tre punti precisi: look, tecnologia e ambiente. Tra le novità più importanti spiccano i nuovi motori Euro 6 d, tra cui il 2.0 CRDI Mild-Hybrid da 185 CV, quello della nostra prova, e il 1.6 diesel da 132 CV, ora disponibile anche con la trazione integrale.

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LIFTING LEGGERO E NUOVI VESTITI

La Kia Sportage 2019 si mantiene al passo coi tempi, e si rifà il trucco, il vestito e gli accessori. L’auto fin dalla versione “base” appare più sportiva e giovane: paraurti, firme a LED e cerchi in lega sono tutti nuovi (ora ci sono anche i 17” bi-color); la versione GT-Line poi ha un design dedicato per i fendinebbia, per la griglia anteriore e per il paraurti. Infine spuntano anche 5 nuovi colori, per un totale di 10.
All’interno dell’abitacolo i ritocchi sono sensibili ma tangibili: lo schermo del sistema d’infotainment è più grande e meglio integrato nella plancia, la bocchette d’areazione hanno un nuovo design e il volante è stato leggermente rivisto. L’impatto visivo è migliorato, ma ci sono ancora alcune plastiche dure che stonano un po’ alla vista e al tatto. Sempre ricchissima, invece, di sistemi d’assistenza alla guida: si parte dall’around view monitor, passando per il cruise control adattivo e al line departure warning, fino ad arrivare alla frenata automatica d’emergenza e al sistema di riconoscimento dei segnali stradali.

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L’IBRIDO DISCRETO

La versione più interessante (e attuale) della Kia Sportage è la 2.0 CRDi Mild-Hybrid GT-LINE da 185 CV con trazione integrale e cambio automatico a 8 rapporti. È la più potente, la più “eco-friendly”, e la più accessoriata. Il motore diesel da 185 CV e 400 Nm di coppia spinge bene, senza buchi nell’erogazione e allunga discretamente (per essere un diesel). Forse è un po’ ruvido (anche nella sonorità), ma le prestazioni sono davvero buone. Merito anche del sistema ibrido che, sebbene non permetta una modalità “solo elettrica”, fornisce più coppia in partenza, in salita e a velocità di crociera (riducendo anche le vibrazoni) e ovviamente diminuendo i consumi. È un sistema snello da 48V che alimenta un motore da 12 Kw, ma sufficiente a rendere la guida più fluida e piacevole. La Casa dichiara un consumo nel ciclo combinato di 5,7 l/100 km, e durante il nostro test (tra statali e strade di pianura) abbiamo tenuto una media di 7,5 litri/100 km, senza essere troppo morbidi con l’acceleratore.

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PREZZI

Il prezzo di listino della Kia Sportage parte da 24.500 euro per la versione 1.6 Gdi 2WD benzina in Business Class, mentre per la versione 2.0 CRDi Mild Hybrid AWD in allestimento GT-Line il prezzo parte da 38.500 euro. I concessionari apriranno le porte il weekend del 15 e 16 settembre.

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SCHEDA TECNICA

DIMENSIONI

Lunghezza 448 cm
Larghezza 186 cm
Altezza 165 cm
Bagagliaio 503 – 1492 litri

TECNICA

Motore 4 cilindri diesel, ibrido
Trasmissione 8 marce automatica
Cilindrata 1995 cc
Potenza 185 cv 4000 giri/min
Coppia 400 Nm a 1750 giri/min

PRESTAZIONI

0-100 KM/H 9,5 secondi
Velocità massima 201 km/h
Consumi 5,7 l/100 km
Prezzo da 24.500 euro (38.000 euro per la Mild-Hybrid)

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Hyundai Santa Fe: spazio alla sicurezza

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Hyundai Santa Fe preseHyundai Santa Fe prese

 

Comfort
Tanto spazio per passeggeri (più nella zona della testa che in quella delle gambe) e bagagli. Sospensioni un po’ rigide e motore rumorosetto.
Costi
La Hyundai Santa Fe Exellence del nostro primo contatto costa 55.750 euro e ha tutto di serie. Consumi migliorabili (tra i 10 e i 15 km/l a seconda dello stile di guida).
Piacere di guida
Non nasce per fare le corse (colpa del peso elevato): è un’auto che si acquista per la versatilità.
Ambiente
La nuova Hyundai Santa Fe emette 179 g/km di CO2.

La nuova Hyundai Santa Fequarta generazione della grande SUV coreana – è per il momento venduta in Italia solo con il motore 2.2 turbodiesel da 200 CV abbinato al cambio automatico e alla trazione integrale HTRAC con rapporto di distribuzione della coppia modificabile in base alla modalità di guida selezionata: fino al 50% al posteriore in configurazione Sport, 35% in Comfort e solo a trazione anteriore (con ridistribuzione automatica della potenza su tutte e quattro le ruote in caso di fondi a scarsa aderenza) in Eco. Più avanti arriveranno varianti ibride e ibride plug-in (ossia ricaricabili attraverso una presa di corrente).

Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la variante a 5 posti della crossover asiatica nel ricchissimo allestimento Exellence (non è un errore di battitura, si scrive proprio così). Scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.

Hyundai Santa Fe interniHyundai Santa Fe interni

Eleganza e spazio

La Hyundai Santa Fe è la SUV perfetta per gli automobilisti che cercano eleganza e spazio: l’abitacolo è rifinito con grande cura (buoni materiali e assemblaggi impeccabili) e il bagagliaio (625 litri che diventano 1.695 quando si abbattono i sedili posteriori) è immenso.

L’abitacolo offre tanti centimetri alla testa dei passeggeri posteriori mentre ci saremmo aspettati più “aria” nella zona delle gambe. Volendo – e pagando 1.300 euro in più – si può avere a 7 posti con le sospensioni posteriori autolivellanti.

Hyundai Santa Fe tre quarti posterioreHyundai Santa Fe tre quarti posteriore

Alla guida

La quarta generazione della Hyundai Santa Fe punta a conquistare gli amanti del comfort: il posto guida è un salotto ma le sospensioni potrebbero essere più morbide sulle buche. Non molto intuitivo il climatizzatore, caratterizzato da bocchette che hanno una portata variabile a seconda dell’inclinazione (detto in parole più semplici, se sono rivolte verso il centro danno più aria di quando sono orientate verso il pilota o il passeggero anteriore).

Il motore 2.2 turbodiesel da 200 CV e 440 Nm di coppia – non silenziosissimo – potrebbe essere più grintoso ai bassi regimi. Un propulsore che predilige le andature rilassate (205 km/h di velocità massima e 9,4 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari) abbinato a un valido cambio automatico (convertitore di coppia) a otto rapporti fluido nei passaggi marcia, a freni potenti e a uno sterzo dall’impostazione turistica.

La nuova Hyundai Santa Fe, in poche parole, non nasce per fare le corse: il peso elevato non aiuta nelle curve e le dimensioni esterne ingombranti (4,77 metri di lunghezza) si fanno sentire in manovra. Per fortuna ci sono i sensori di parcheggio anteriori e posteriori e la telecamera 360°.

Hyundai Santa Fe logo HyundaiHyundai Santa Fe logo Hyundai

Tutto di serie

La Hyundai Santa Fe Exellence analizzata nel nostro primo contatto ha un prezzo un po’ alto: 55.750 euro. Va detto, però, che la dotazione di serie è ricchissima: Bluetooth, caricatore wireless per smartphone, cerchi in lega da 19”, climatizzatore automatico, estensione elettrica cuscino guidatore, fari a LED auto-adattivi, fendinebbia, head-up display, interni in pelle, inverter con presa elettrica a 220V, Krell Premium Sound System a 8 canali con subwoofer e amplificatore esterno, navigatore Android Auto Apple CarPlay con touchscreen da 8”, portellone posteriore elettrico, retrovisori ripiegabili elettricamente, sedile passeggero regolabile in altezza, sedili anteriori regolabili elettricamente, ventilati e con funzioni memoria, sedili riscaldati, sensori di parcheggio anteriori e posteriori, sensori luci/pioggia, telecamera posteriore, tendine parasole posteriori manuali, tetto panoramico, vetri posteriori oscurati, volante (riscaldato) e pomello del cambio rivestiti in pelle.

La tenuta del valore non si preannuncia buona (come per tutte le grandi SUV non premium) mentre la garanzia di 5 anni a chilometraggio illimitato convince. I consumi? Un po’ alti. La Casa coreana dichiara una percorrenza di 14,7 km/l (col nuovo ciclo WLTP più vicino alla realtà): noi abbiamo rilevato valori tra i 10 e i 15 km/l (più vicini ai 10 che ai 15) a seconda dello stile di guida.

Hyundai Santa Fe frontaleHyundai Santa Fe frontale

Più sicura non si può

Difficile trovare in commercio un’auto con una dotazione di sicurezza più ricca di quella della Hyundai Santa Fe del nostro primo contatto. L’elenco è sterminato: ABS, 6 airbag (anteriori, laterali e a tendina), ASCC (cruise control adattivo con stop & go), AVM (Around View Monitor: visione a 360° dell’area intorno al veicolo), BCA (Blind Spot Collision Avoidance: monitoraggio dell’angolo cieco), controllo della trazione, DAW (rilevamento della stanchezza del conducente), DBC (controllo della velocità in discesa), ESP, FCA (frenata autonoma d’emergenza con riconoscimento veicoli, pedoni e cicli), HAC (assistente alla partenza in salita), HBA (regolazione automatica dei fari abbaglianti), ISLW (sistema di rilevazione limiti di velocità), LKA (sistema di mantenimento della corsia), monitoraggio pressione pneumatici, RCCA (Rear Cross-Traffic Collision Avoidance: frena automaticamente la vettura durante le manovre in retromarcia se sopraggiunge un veicolo lateralmente), ROA (Rear Occupant Alert: sistema che avverte se si dimenticano i bambini in auto), SEA (Safe Exit Assist: blocca l’apertura delle portiere se sta sopraggiungendo un veicolo da dietro) e VSM (gestione della stabilità).

Scheda tecnica

Motore turbodiesel
N. cilindri/cilindrata 4/2.199 cc
Potenza 147 kW (200 CV) a 4.000 giri
Coppia 440 Nm a 1.750 giri
Trazione integrale
Velocità max 205 km/h
Acc. 0-100 km/h 9,4 s
Consumo medio 14,7 km/l
Dimensioni 4,77/1,89/1,71 m
Passo 2,77 m
55.750 euro

Il mondo Hyundai

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L’articolo Hyundai Santa Fe: spazio alla sicurezza proviene da Panoramauto.

Fonte:

Suzuki Vitara, il SUV per eccellenza si rinnova per il 2019

C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (4)C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (4)

C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (1)C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (1)

C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (2)C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (2)

C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (3)C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (3)

C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (5)C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (5)

C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (6)C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (6)

C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (7)C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (7)

C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (8)C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (8)

C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (10)C.S. - Suzuki presenta Nuova VITARA (10)

 

La quarta generazione della Suzuki Vitara (lanciata nel 2015) si rinnova in vista del 2019 affinando le doti estetiche e tecniche, senza però perdere l’identità che l’ha resa celebre dal 1988 ad oggi. È ordinabile con prezzi di listino a partire da 20.980 euro, ed è disponibile al lancio con una promozione dedicata che consentirà, in caso di permuta o rottamazione, di acquistarla con il nuovo motore 1.0 BOOSTERJET a 17.900 euro, con trasmissione 2WD, o a 20.900 euro con trasmissione 4WD ALLGRIP Select, inclusiva quindi di tutti i sistemi di guida semi-autonoma.

Novità dentro e fuori

Dal punto di vista estetico spicca un frontale aggiornato con accenti cromati nella mascherina a cinque feritoie, un elemento cromato nella parte inferiore della griglia, un nuovo skid plate posto nella parte inferiore del paraurti, nuovi gruppi ottici posteriori al LED dal design 3D e una gamma colori che vede l’ingresso delle tinte bicolore inedite: lo sportivo e vivace Giallo Tibet metallizzato e l’elegante e sofisticato Grigio Glasgow metallizzato. Entrambi abbinati al tetto nero metallizzato. Dentro troviamo materiali di alta qualità, nuovi inserti soft touch, nuovo motivo geometrico sul pannello della plancia, sedili dal rivestimento scamosciato con cuciture a vista e un bracciolo centrale con vano portaoggetti integrato. Tra le altre cose spiccano l’orologio ridisegnato, il sistema di infotainment My Drive con LCD a colori da 4,2” che permette di apprezzare meglio le animazioni relative alle varie modalità della trazione integrale ALLGRIP Select e del sistema Hill Descent Control.

Motori e allestimenti

La nuova Vitara offre su tutta la gamma il sistema 4WD ALLGRIP Select, mentre per quanto riguarda i propulsori, in aggiunta all’apprezzato motore turbo a iniezione diretta 1.4 BOOSTERJET da 140 cavalli, entra in gamma il nuovo 1.0 BOOSTERJET da 112 cavalli. Entrambi i propulsori sono omologati secondo la nuova normativa Euro 6d-temp e testati secondo i nuovi e più severi standard di prova WLTP (Worldwide Harmonised Light Vehicle Test Procedure). Disponibili sia il cambio manuale (5 marce in abbinamento al 1.0 BOOSTERJET, 6 marce per il 1.4 BOOSTERJET) che automatico 6 marce con comandi al volante. Tre invece sono gli allestimenti: Cool, Top e Starview. La dotazione di base prevede, tra le altre cose, clima automatico, schermo touchscreen 7”, Bluetooth®, compatibilità Android Auto®, Apple CarPlay® e MirroLink®, videocamera posteriore, cruise control, sedili riscaldati, fendinebbia, vetri privacy, 7 airbag e bracciolo centrale con un vano portaoggetti. Le versioni Top e Starview aggiungono: anabbaglianti LED con regolazione automatica dell’altezza, sedili in pelle scamosciata, sensori luce e pioggia, keyless start, keyless entry, scheda navigatore, sensori di parcheggio anteriori e posteriori, orologio analogico centrale in plancia, retrovisori con ripiegamento elettrico. Su STARVIEW è di serie il tetto apribile in vetro.

Sistemi di guida semi-autonoma

Come anticipato in apertura, la nuova Vitara porta con sé nuovi ed evoluti sistemi di guida semi-autonoma. Troviamo, dunque, il sistema di frenata di emergenza automatica con riconoscimento dei pedoni, il sistema “guidadritto”, che monitora eventuali superamenti involontari delle linee di mezzeria e le uscite di strada, aiutando il guidatore a riportare la vettura sulla traiettoria corretta e “restasveglio” che rileva la stanchezza del guidatore e lo avvisa. Ma anche “occhioallimite” che corrisponde al riconiscimento dei segnali stradali, “guardaspalle” che monitora l’angolo cieco, il “vaipure” che monitora le manovre in retromarcia grazie ai radar montati sulla parte posteriore.

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Fonte:

F1 2018 – GP Singapore a Marina Bay: gli orari TV su Sky e TV8

Formula One Grand Prix of ItalyFormula One Grand Prix of Italy

Credits: British Formula One driver Lewis Hamilton of Mercedes AMG GP prior to the start of the 2018 Formula One Grand Prix of Italy at the Formula One circuit in Monza, Italy,2 September 2018.ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

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Credits: German Formula One driver Sebastian Vettel of Scuderia Ferrari gets his helmet for the 2018 Formula One Grand Prix of Italy at the Formula One circuit in Monza, Italy,2 September 2018.ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

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Credits: epa06992687 Second placed Finnish Formula One driver Kimi Raikkonen of Scuderia Ferrari celebrates on the podium after the 2018 Formula One Grand Prix of Italy in Monza, Italy, 02 September 2018. EPA/SRDJAN SUKI

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Credits: epa06992689 Third placed Finnish Formula One driver Valtteri Bottas of Mercedes AMG GP celebrates on the podium after the 2018 Formula One Grand Prix of Italy in Monza, Italy, 02 September 2018. EPA/SRDJAN SUKI

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Credits: British Formula One driver Lewis Hamilton of Mercedes AMG GP in action during the 2018 Formula One Grand Prix of Italy at the Formula One circuit in Monza, Italy,2 September 2018. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

 

Il GP di Singapore a Marina Bay – quindicesima tappa del Mondiale F1 2018 – sarà trasmesso in diretta su Sky e in differita su TV8 (di seguito troverete gli orari TV).

Domenica prossima assisteremo a un nuovo episodio del duello tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, con il pilota Mercedes apparentemente più in forma del rivale della Ferrari.

F1 2018 – GP Singapore: cosa aspettarsi

Il circuito di Marina Bay ospita da dieci anni il GP di Singapore, l’unico evento del Mondiale F1 2018 che si svolge interamente in notturna. Un tracciato cittadino lento che sollecita molto gli pneumatici, una gara che ha visto sempre l’ingresso della safety-car.

Partire bene qui è importante (in dieci edizioni solo tre volte ha vinto un pilota che non è scattato dalla pole position): di seguito troverete il calendario del GP di Singapore, gli orari TV su Sky e TV8 e il nostro pronostico.

F1 2018 – Marina Bay, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8

Venerdì 14 settembre 2018

10:30-12:00 Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1)
14:30-16:00 Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1)

Sabato 15 settembre 2018

12:00-13:00 Prove libere 3 (diretta su Sky Sport F1)
15:00-16:00 Qualifiche (diretta su Sky Sport F1, differita alle 20:00 su TV8)

Domenica 16 settembre 2018

14:10 Gara (diretta su Sky Sport F1, differita alle 21:00 su TV8)

F1 – I numeri del GP di Singapore

LUNGHEZZA: 5.065 m
GIRI: 61

RECORD IN PROVA: Sebastian Vettel (Ferrari SF70H) – 1’39”491 – 2017
RECORD IN GARA: Lewis Hamilton (Mercedes F1 W08 EQ Power+) – 1’45”008 – 2017
RECORD DISTANZA: Nico Rosberg (Mercedes F1 W07 Hybrid) – 1h55’48”950 – 2016

F1 – Il pronostico del GP di Singapore 2018

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1° Lewis Hamilton (Mercedes)

Lewis Hamilton – reduce da tre successi e due secondi posti negli ultimi cinque GP del Mondiale F1 2018 – vuole approfittare del GP di Singapore per aumentare il vantaggio nei confronti di Vettel e secondo noi ci riuscirà.

Il campione del mondo in carica ama molto Marina Bay: tre vittorie, tre pole position e cinque podi complessivi.

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2° Sebastian Vettel (Ferrari)

Sebastian Vettel ha sempre mostrato ottime cose nel GP di Singapore (quattro vittorie, quattro pole e sei podi totali) ma l’errore di Monza, a nostro avviso, lascerà dei profondi strascichi per tutto il resto della stagione.

Il pilota tedesco della Ferrari si è dimostrato incapace di gestire le difficoltà e ha perso troppi punti in modo ingenuo: una sola vittoria nelle ultime quattro gare stagionali e un Mondiale F1 2018 che non è mai sembrato così lontano.

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3° Kimi Räikkönen (Ferrari)

Kimi Räikkönen non ama molto il GP di Singapore: zero vittorie, zero prime file e due terzi posti come migliori piazzamenti.

Va detto, però, che il pilota finlandese (a dispetto dell’età) è in uno stato di forma impressionante: sei podi negli ultimi sette Gran Premi…

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Da tenere d’occhio: Valtteri Bottas (Mercedes)

Valtteri Bottas lo scorso anno terminò in terza posizione il GP di Singapore ma ha sempre deluso in qualifica a Marina Bay.

Lo scudiero di Hamilton sta ritrovando la continuità dopo un periodo buio: sempre in “top 5” negli ultimi cinque Gran Premi del Mondiale F1 2018.

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La squadra da seguire: Mercedes

Ci sono buone possibilità di vedere la Mercedes sul gradino più alto del podio del GP di Singapore: a Marina Bay la scuderia tedesca ha conquistato tre vittorie e due pole position nelle ultime quattro edizioni della corsa asiatica.

La Stella è più splendente che mai: dopo il doppio ritiro in Austria di oltre due mesi fa le frecce d’argento sono sempre riuscite a salire sul podio (o una o entrambe).

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Passione F1

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