Monthly Archives: Luglio 2018
Maserati 420/M/58: la vera storia della Eldorado
La Maserati 420/M/58 – meglio nota come Eldorado – è entrata nella storia per essere stata la prima monoposto europea sponsorizzata da un’azienda non legata al mondo delle auto. A parte questo, però, non ha offerto molto al motorsport: scopriamo insieme la storia di quest’auto da corsa imperfetta che ha fatto passare a Stirling Moss i momenti peggiori della sua vita.
Maserati 420/M/58: la storia
La Maserati 420/M/58 vede la luce nel 1958: nello stesso anno in cui il Tridente chiude il proprio Reparto Corse per motivi economici Gino Zanetti, facoltoso proprietario dell’azienda di gelati Eldorado, decide di commissionare alla Casa emiliana un’auto da corsa per promuovere il proprio marchio a livello internazionale attraverso la partecipazione alla 500 Miglia di Monza del 1958 e alla 500 Miglia di Indianapolis del 1959.
La vettura – caratterizzata da un peso di 758 kg, in grado di superare i 350 km/h di velocità massima e dotata di pneumatici Firestone realizzati appositamente per gli ovali – si distingue dalle altre auto da corsa italiane (verniciate in rosso) per la tinta bianco panna impreziosita dallo sponsor Eldorado. Il telaio tubolare è lo stesso della mitica 250F opportunamente rinforzato per resistere alla pavimentazione in cemento mentre le sospensioni anteriori sono prese in prestito dalla 450S. Il ponte posteriore De Dion è privo del differenziale.
Anche il motore della Maserati 420/M/58 Eldorado – un 4.2 V8 da 410 CV (abbinato ad un cambio a due marce) montato disassato di 9 cm a sinistra rispetto all’asse longitudinale (così come la trasmissione) per garantire una distribuzione dei pesi adeguata nelle curve sopraelevate di Monza (da percorrere in senso antiorario) – ha molti elementi in comune con il propulsore della 450S.
La 500 Miglia di Monza 1958
Prima di prendere parte alla 500 Miglia di Monza 1958 – corsa disputata con le regole in vigore a Indianapolis – la Maserati 420/M/58 Eldorado viene collaudata sul circuito brianzolo da Guerino Bertocchi e affidata in seguito al driver britannico Stirling Moss. Entrambi si rendono subito conto dei problemi della vettura (che fatica a prendere giri), uniti alle condizioni pessime delle curve sopraelevate del tracciato lombardo.
La corsa – disputata il 29 giugno 1958 – viene suddivisa in tre manche: nella prima Moss riesce a portare a casa un quarto posto e nella seconda taglia il traguardo in quinta posizione. Nell’ultima manche il pilota inglese è vittima di un pauroso incidente (nelle sue memorie lo definirà uno dei momenti peggiori della sua vita) dovuto alla rottura dello sterzo, troppo fragile per una gara così impegnativa. A 260 km/h sulla Curva Sud la Maserati Eldorado sale sul guard rail alla sommità della sopraelevata, viene frenata dall’urto, striscia contro la protezione e perde una ruota prima di scivolare in basso e fermarsi a bordo pista.
La 500 Miglia di Indianapolis 1959
In occasione della seconda (nonché ultima) apparizione sulle scene – alla 500 Miglia di Indianapolis 1959 – la Maserati Eldorado viene modificata dalla carrozzeria Gentilini: pinna posteriore rimossa, presa d’aria sul cofano ridotta e serbatoio dell’olio da 30 litri spostato sulla sinistra.
Verniciata di rosso (ma con due scritte bianche sulle fiancate), viene affidata a Ralph Liguori. Il pilota statunitense non riesce però a superare le qualificazioni: colpa delle qualità del driver ma anche di problemi alla carburazione dovuti alla fretta nella progettazione della monoposto e all’alta percentuale di alcool presente nei carburanti americani.
Oggi la Maserati 420/M/58 appartiene alla Collezione Panini di Modena: la livrea è quella del 1958 ma i contenuti sotto la pelle sono quelli della vettura modificata per Indianapolis.
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American style: 797 CV per la Challenger SRT Hellcat 2019
Insieme alla nuova Charger 2019, Dodge ha presentato anche la nuova Challenger SRT Hellcat, la versione più potente, eccezion fatta per la Demon, della muscle car d’Oltreoceano. Arriva negli States con un aggiornamento che coinvolge tutta la gamma (Hellcat, R/T Seat Pack, R/T e GT).
La novità più importante per questo restyling è l’introduzione della versione Hellcat Redeye, una variante il cui motore V8 HEMI da 6.2 litri sovralimentato raggiunge i 797 CV di potenza e 957 Nm di coppia. Cifre che si avvicinano a quelle della Demon da ben 840 CV.
Tra le modifiche meccaniche della Hellcat Redeye è stato introdotta una sovralimentazione più grande, pistoni rinforzati, valvole migliorate e nuovi sistemi di lubrificazione e iniezione.
Il propulsore è abbinato a un cambio automatico a otto rapporti ed è disponibile con due diversi tipi di rapporti di trasmissione: 2.62:1 e 3.09:1.
Inoltre la nuova Challenger SRT Hellcat Redeye sarà disponibile nella configurazione standard o con il kit carrozzeria più largo, con un cofano differenziato e grafiche personalizzate.
Dodge Charger 2019, novità per la berlina più potente al mondo
Aggiornamenti anche per la top di gamma SRT Hellcat
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Renault ZOE, l’elettrica più venduta in Europa
Dall’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, nel 2005, il mondo si è impegnato a ridurre le emissioni inquinanti di gas serra e la sostenibilità ambientale è diventata la sfida del futuro, che non solo la politica internazionale sta cercando di vincere, ma anche i grandi protagonisti della mobilità del mondo.
Il Gruppo Renault è da più di nove anni impegnato nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni alternative all’uso di energie fossili per i trasporti e per ridurre l’inquinamento atmosferico. La sua ricerca ha portato a ideare un'auto elettrica capace di conquistare i mercati d’Europa: ZOE, veicolo elettrico a Zero Emissioni più venduto in Europa. Non solo. In Francia più del 50% dei veicoli elettrici venduti sono Renault ZOE (dati al 31/12/2017).
Quali sono i motivi di questo successo? ZOE è un’auto che rispetta l’ambiente, ma anche uno stile di guida in sintonia con la vita di tutti i giorni: il silenzio durante la guida è impagabile e il cambio automatico rende confortevole anche la guida nei tratti molto urbanizzati. Una guida senza stress è quella più affine a chi sceglie la dimensione green come dimensione di vita.
Ma ZOE convince anche chi ama una guida più sportiva grazie al lancio del nuovo motore elettrico R110 da 80kW che ha potenziato quello precedente. “Grazie a questa maggior potenza, ZOE guadagna brio e versatilità per un utilizzo extraurbano. Il conducente beneficia appieno del piacere di guida e dell’importante autonomia di ZOE”, commenta Elisabeth Delval, Direttore Programma Aggiunto Renault ZOE.
Le performance, infatti, nei tratti extraurbani sono diverse dalla ZOE precedente. Una maggior potenza significa maggior capacità di accelerazione che permette a ZOE di guadagnare circa 2 secondi nel passaggio da 80 a 120 km/h. E significa anche un’autonomia maggiore: ZOE infatti consente di avere un’autonomia di percorrenza pari a 300 km in condizioni d’uso reale (ciclo d’omologazione WLTP).
Ed è facile e veloce anche da ricaricare, poiché in solo mezz’ora si recuperano fino a 120 km di autonomia reali, e si azzerano gli sprechi: puoi recuperare energia in discesa e in frenata e questo recupero puoi anche visualizzarlo sul display. Inoltre hai tutti i benefit di un’auto elettrica DOC: libero accesso alle ZTL e parcheggio gratuito.
ZOE: comfort, sicurezza e piacere di guida senza pesare sull’ambiente. Scopri tutto su www.renault.it.
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50° Anniversario per Dacia
Da 50 anni sono gli uomini e le donne di Daciae del Gruppo Renault che contribuiscono al successo del marchio e costruiscono l’azienda del futuro con le loro competenze, il loro impegno e il lavoro di squadra. Oggi questa gamma, pensata e prodotta in Romania, è una colonna portante di Drive the Future, il piano strategico del Gruppo Renault.
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Citroen C3 Aircross, più cool con Rip Curl
Credits: Post-production : Astuce Productions
Credits: Post-production : Astuce Productions
Credits: Post-production : Astuce Productions
Dal suo debutto commerciale la nuova Citroen C3 Aircross è stata scelta già da 90mila clienti in tutta Europa. Ora anche la crossover compatta del Double Chevron – dopo le C4, Grand C4 SpaceTourer e Spacetourer, viene proposta nella versione speciale griffata Rip Curl.
Segni di riconoscimento
Esteticamente si riconosce per i cerchi in lega da 17 pollici, gli specchietti retrovisori e le cornici dei fari in blu o bianco a contrasto e il tetto panoramico. Le tinte carrozzeria proposte sono: Natural White, Cosmic Silver, Ink Black, Misty Grey e Sand. Tetto e montanti, su richiesta, possono essere in nero.
Specifiche anche le colorazioni delle tappezzerie all’interno dell’abitacolo, in grigio con cuciture a contrasto nello stesso colore dei dettagli esterni.
Equipaggiamento di serie
La nuova Citroen C3 Aircross Rip Curl si basa sull’allestimento Feel e di serie ha in dotazione il Grip Control con Hill Assist Descent, l’infotainment Citroën Connect Nav 3D con schermo da 7 pollici ) compatibile con Android Auto e Apple CarPlay), il climatizzatore automatico, la Connect Box, l’Auto Pack e il City Pack, gli specchietti retrovisori esterni elettrici e il sistema d’assistenza al parcheggio.
Le motorizzazioni abbinabili a questa special edition sono i diesel BlueHDi da 100 o 120 CV e i benzina PureTech da 110 e 130 CV.
Citroen C3 Aircross
La nuova crossover del marchio francese
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Michelin Track Connect, il pneumatico connesso per le alte prestazioni
Credits: During the Michelin operation at Almeria from March 26 to 29, 2018, Spain – Photo Antonin Vincent / DPPI
#MICHELIN #TRACKCONNECT #PILOTSPORTCUP2
Credits: During the Michelin operation at Almeria from March 26 to 29, 2018, Spain – Photo Antonin Vincent / DPPI
#MICHELIN #TRACKCONNECT #PILOTSPORTCUP2
Credits: During the Michelin operation at Almeria from March 26 to 29, 2018, Spain – Photo Frederic Le Floc’h / DPPI
#MICHELIN
#PILOTSPORTCUP2
#TRACKCONNECT
Credits: During the Michelin operation at Almeria from March 26 to 29, 2018, Spain – Photo Antonin Vincent / DPPI
#MICHELIN #TRACKCONNECT #PILOTSPORTCUP2
Credits: During the Michelin operation at Almeria from March 26 to 29, 2018, Spain – Photo Antonin Vincent / DPPI
#MICHELIN #TRACKCONNECT #PILOTSPORTCUP2
Per rispondere anche alle richieste di tanti appassionati che cercano soluzioni più evolute per la gestione dei pneumatici in pista, Michelin propone il nuovo Track Connect, una soluzione che consente di ottenere una ampia serie di informazioni sulla gomma grazie alla presenza di sensori integrati: dalla durata chilometrica alla pressione, passando per la condizione d’utilizzo e tanto altro. È disponibile da aprile 2018 in 11 dimensioni, al prezzo di € 400, in Francia, Germania e Svizzera. Da gennaio 2019 la commercializzazione verrà estesa al resto dell’Europa, compresa l’Italia, oltre a Cina e Stati Uniti.
Lo sviluppo
Questo sistema è stato testato per migliaia di chilometri dai tecnici Michelin sulle piste dell’R&D Center di Ladoux e sul circuito Nordschleife del Nürburgring. Una volta validati il concetto e la fattibilità tecnica, Michelin ha deciso di perfezionare ulteriormente lo sviluppo cooperando con i piloti amatoriali. Grazie a un accordo con il Porsche Club Auvergne (il secondo più grande di Francia), che prevedeva l’equipaggiamento di 50 vetture con pneumatici Michelin Pilot Sport Cup 2 Connect, i tecnici della casa francese hanno potuto raccogliere le impressioni direttamente dai piloti amatoriali in occasione dei track days organizzati da marzo a ottobre 2017. Le informazioni raccolte sono state preziose per apportare durante l’inverno gli ultimi ritocchi e per iniziare ad aprile 2018 la commercializzazione di Michelin Track Connect, il pneumatico connesso che assiste il pilota prima, durante e al termine delle sessioni in pista.
C’è un app che gestisce tutto
L’applicazione suggerisce la pressione dei pneumatici adatta alla vettura e alle condizioni di guida: pista asciutta, umida, bagnata. Durante la guida Michelin Track Connect fornisce al pilota informazioni in tempo reale su pressione e temperatura e dandogli la possibilità di capire se le gomme stanno funzionando in maniera ottimale. Finita la sessione in pista è possibile ottenere un’analisi accurate ed esaminare le performance tra un giro e l’altro. Michelin Track Connect è stato realizzato grazie alla cooperazione con due startup: Exotic System (per il ricevitore) ed Openium per l’applicazione.
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Quanto guadagnano le Case per ogni auto venduta?
C’è una domanda che gira, probabilmente, nella testa di molti compratori di un’auto nuova. Come clienti sappiamo bene quanto ci costa, ma quanto è costato realmente fabbricarla? Quanto guadagnano di profitto le Case automobilistiche su ogni auto venduta? Proviamo a dare una risposta a questa domanda con due recenti rapporti provenienti uno dal settore automotive, l’altro da quello finanziario.
Da un lato c’è lo studio della rivista tedesca Auto Zeitung che ha realizzato un calcolo percentuale del beneficio di alcuni dei marchi più importanti. Salta subito all’occhio che più si cresce di gamma e più gli introiti sono maggiori. Ecco spiegato perché tutti vogliono essere costruttori ‘Premium’…
MARCA | PERCENTUALE | RICAVO MEDIO |
Volkswagen | 4,5% | 812 € |
Toyota | 8% | 1.623 € |
Ford | 8,7% | 1.674 € |
Mercedes | 7,9% | 3.235 € |
Audi | 8,8% | 3.402 € |
BMW | 9,5% | 3.435 € |
Porsche | 16,7% | 15.853 € |
Ferrari | 18% | 56.759 € |
Un’altra ricerca, questa volta dello scorso anno e pubblicata su Le Figaro, quantifica il margine di beneficio medio di altri marchi. I dati non variano di molto rispetto alla precedente pubblicazione:
MARCA | Ricavo Medio (2016) |
Porsche | 16.222 € |
Audi | 4.955 € |
BMW | 4.552 € |
Mercedes | 4.313 € |
GM USA | 2.582 € |
Ford USA | 2.537 € |
Volkswagen Group | 2.251 € |
Toyota | 1.711 € |
GM | 1.703 € |
Ford USA | 1.505 € |
PSA | 1.405 € |
Volkswagen | 1.400 € |
FCA | 1.351 € |
Nissan | 1.346 € |
Honda | 1.053 € |
Renault | 1.043 € |
Ford | 663 € |
GM Europa | -224 € |
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F1 – I più grandi piloti olandesi
Credits: epa06855480 Dutch Formula One driver Max Verstappen of Aston Martin Red Bull Racing celebrates on the podium after winning the Formula One Grand Prix of Austria at the Red Bull Ring circuit in Spielberg, Austria, 01 July 2018. EPA/SRDJAN SUKI
Credits: epa05403941 Jos Verstappen during the legend race of the Formula One Grand Prix of Austria in Spielberg, Austria, 02 July 2016. EPA/EXPA/JOHANN GRODER
I piloti olandesi in F1 non sono stati molti – 15 in totale – ma l’ultima vittoria di Max Verstappen in Austria ha riportato alla ribalta una nazione – i Paesi Bassi – molto attiva nel motorsport (più nell’endurance, però).
Di seguito troverete la classifica completa – corredata da brevi biografie e palmarès – dei piloti di F1 più vincenti provenienti dai Paesi Bassi.
F1 – I più grandi piloti olandesi
1° Max Verstappen
Nato il 30 settembre 1997 a Hasselt (Belgio)
4 stagioni (2015-)
69 GP disputati
2 costruttori (Toro Rosso, Red Bull)
PALMARÈS: 5° nel Mondiale F1 (2016), 4 vittorie, 4 giri veloci, 15 podi
PALMARÈS EXTRA-F1: campione del mondo kart KZ (2013), Masters F3 (2014)
2° Jos Verstappen
Nato il 4 marzo 1972 a Montfort (Paesi Bassi)
8 stagioni (1994-1998, 2000, 2001, 2003)
107 GP disputati
7 costruttori (Benetton, Simtek, Footwork, Tyrrell, Stewart, Arrows, Minardi)
PALMARÈS: 10° nel Mondiale F1 (1994), 2 podi
PALMARÈS EXTRA-F1: Masters F3 (1993), campione tedesco F3 (1993), campione Le Mans Series LMP2 (2008)
3° Carel Godin de Beaufort
Nato il 10 aprile 1934 a Maarsbergen (Paesi Bassi) e morto il 2 agosto 1964 a Colonia (Germania Ovest)
7 stagioni (1958-1964)
26 GP disputati
3 costruttori (Porsche, Maserati, Cooper)
PALMARÈS: 14° nel Mondiale F1 (1963)
4° Christijan Albers
Nato il 16 aprile 1979 a Eindhoven (Paesi Bassi)
3 stagioni
46 GP disputati
3 costruttori (Minardi, Midland, Spyker)
PALMARÈS: 19° nel Mondiale F1 (2005)
PALMARÈS EXTRA-F1: campione olandese Formula Ford 1800 (1997), campione tedesco F3 (1999)
5° Gijs van Lennep
Nato il 16 marzo 1942 a Aerdenhout (Olanda)
4 stagioni (1971, 1973-1975)
8 GP disputati
3 costruttori (Surtees, Iso-Marlboro, Ensign)
PALMARÈS: 20° nel Mondiale F1 (1973, 1975)
PALMARÈS EXTRA-F1: 2 24 Ore di Le Mans (1971, 1976), campione europeo Formula 5000 (1972), Targa Florio (1973)
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Nissan illumina la Johan Cruijff Arena con la mobilità elettrica
Al via il più grande sistema di accumulo di energia d’Europa in un edificio commerciale alimentato da batterie provenienti da veicoli elettrici, sia di seconda vita che nuove, inaugurato alla presenza di Udo Kock, Assessore all’Economia e alle Finanze di Amsterdam. Il progetto innovativo deriva dalla collaborazione tra Nissan, Eaton, BAM, The Mobility House e Johan Cruijff ArenA, con il sostegno dei fondi Amsterdam Climate and Energy Fund (AKEF) e Interreg. Il sistema di accumulo di energia da 3 megawatt offre una fonte energetica efficiente e più affidabile per lo stadio, per i visitatori, per l’area circostante e per la rete energetica olandese. Combinando unità di conversione d’energia di Eaton e batterie equivalenti di 148 Nissan LEAF l’impianto consente una gestione più sostenibile dell’energia e inserisce le batterie dei veicoli elettrici in un processo virtuoso di economia circolare.
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Honda Civic Type R, nuovo record a Silverstone
Credits: Three in three for Type R: British Touring Car champion, Matt Neal, takes third lap record of ‘Type R Challenge 2018’ at Silverstone GP circuit
Credits: Three in three for Type R: British Touring Car champion, Matt Neal, takes third lap record of ‘Type R Challenge 2018’ at Silverstone GP circuit
Credits: Three in three for Type R: British Touring Car champion, Matt Neal, takes third lap record of ‘Type R Challenge 2018’ at Silverstone GP circuit
Credits: Three in three for Type R: British Touring Car champion, Matt Neal, takes third lap record of ‘Type R Challenge 2018’ at Silverstone GP circuit
Credits: Three in three for Type R: British Touring Car champion, Matt Neal, takes third lap record of ‘Type R Challenge 2018’ at Silverstone GP circuit
Arriva un nuovo record su pista per la Honda Civic Type R. Dopo i due successi sui circuiti di Magny-Cours e Spa-Francorchamps, la versione di serie di questa berlina a trazione anteriore e ad alte prestazioni ha segnato un nuovo record sul giro di 2 min e 31,32 secondi a Silverstone, il circuito che ospita il GP del Regno Unito, battendo il tempo di riferimento stabilito sempre dalla Civic Type R nell’edizione 2016 della Type R Challenge. Al volante della sportiva c’era il tre volte campione del British Tourism Car Championship Matt Neal, attualmente impegnato nell’edizione 2018 del campionato britannico su una Honda Civic Type R per la scuderia Halfords Yuasa Racing.
Un circuito da 5,89 km
Il GP di Silverstone si svolge su un entusiasmante circuito di 5,89 km caratterizzato da rettilinei e curve ad alta velocità che richiedono una precisione millimetrica a chi è al comando della vettura. Grazie all’incredibile spinta del motore TURBO VTEC da 2.0 litri, Civic Type R ha mostrato prestazioni che Neal ha saputo sfruttare al massimo sui rettilinei e nelle accelerazioni veloci in uscita dalle curve ad angolo stretto. Tra i piloti reclutati per battere il record al volante di Type R Challenge 2018 sui prossimi circuiti, l’ex-campione del mondo di Formula 1 e attuale pilota dell’NSX Super GT Jenson Button (Regno Unito) e il pilota di WTCR Tiago Monteiro (Portogallo).
Punti di forza della Type R? “Tanti, non uno solo”
In riferimento al giro record, Matt Neal ha commentato: “Il vantaggio di Type R, per me, è evidente nelle curve ad alta velocità ed è offerto dalla stabilità, frutto della perfetta unione tra aerodinamica e nuovo sistema di sospensioni avanzato. Curve come la Copse e la Stowe al termine del rettilineo dell’Hangar possono essere affrontate a velocità elevate con la massima sicurezza”. Parlando di Type R, Neal ha aggiunto: “A rendere Type R la migliore della categoria, non è un unico fattore ma tanti! La piattaforma è stata completamente riprogettata e Honda ha esaminato attentamente ogni aspetto migliorandolo: la stabilità offerta dalle sospensioni multi-link, l’aerodinamica, il centro di gravità, la risposta data al pilota attraverso lo sterzo, la potenza in uscita del motore. È un passo avanti in tutte le direzioni”.
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