Monthly Archives: Giugno 2018
Lada Samara (1987): rivoluzione russa
La Lada Samara – nata nel 1984 e commercializzata in Italia dal 1987 al 1998 – è stata l’auto sovietica che più si è avvicinata (per quanto riguarda i contenuti offerti) alla concorrenza occidentale.
La compatta russa è interessante dal punto di vista storico per i collezionisti di oggetti dell’URSS ma è introvabile nel nostro Paese: più facile rintracciare esemplari ben tenuti a meno di 2.000 euro in Belgio e in Germania.
Lada Samara (1987): le caratteristiche principali
La Samara – prima Lada non derivata da modelli Fiat – nasce nel 1984 con il compito di conquistare i mercati dell’Europa Occidentale.
Disponibile in tre varianti di carrozzeria – tre, quattro e cinque porte – può vantare un abitacolo spazioso e un eccellente comportamento stradale. Migliorabili, invece, le finiture e il cambio (con una leva che tende ad impuntarsi un po’ troppo spesso).
Lada Samara (1987): la tecnica
La Lada Samara sbarca in Italia nel 1987 solo nella variante a tre porte ed esclusivamente con il motore 1.3 a benzina da 65 CV. Nel 1989 arrivano le cinque porte e altri due propulsori (1.1 da 53 CV e 1.5 da 72 CV).
Il 1992 è l’anno del debutto della versione a quattro porte con la coda mentre l’anno seguente l’introduzione del catalizzatore porta un calo della potenza delle unità 1.3 (61 CV) e 1.5 (67 CV). Il 1.1 abbandona le scene nel 1995, insieme alla versione a tre porte.
Lada Samara (1987): le quotazioni
La Lada Samara è introvabile da noi (quasi tutte quelle vendute sono state rottamate). In Belgio e in Germania ci sono invece numerosi esemplari ben tenuti a meno di 2.000 euro (prevalentemente con motori 1.3 e 1.5).
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Questione di pancia
Ho notato che i miei verdetti sulle auto sportive sono sempre molto politically correct. Questo non perché abbia paura di essere linciato o perché non sappia decidermi, ma perché riconosco che l’acquisto di un’auto sportiva è una scelta di pancia più che di testa. E ognuno ha la propria pancia, piatta o tonda che sia.
È facile valutare una citycar: quella che costa meno, è più comoda, silenziosa ed equipaggiata, vince. Le qualità delle citycar, come quelle delle station wagon o delle monovolume, si misurano in modo oggettivo, ed è quindi compito facile decidere quale sia la migliore. Certo, io amo la Kia Picanto 1.2 GT Line perché “si guida come una Formula 1” (parole mie e non me ne vergogno), ma di questo non frega niente a nessuno.
Difficile, invece, dare valutazioni obiettive se si tratta di auto sportive. Mi trovo sempre in difficoltà quando mi chiedono se una sia meglio di un’altra: posso rispondere che la preferisco, ma non riesco a dire che sia migliore.
Prendiamo un caso specifico, due auto che ho provato recentemente: l’Audi RS5 e l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio. Due rivali direttissime per quanto riguarda prezzo, potenza, dimensioni e prestazioni. Potremmo valutare queste vetture con dati oggettivi come l’accelerazione, la velocità massima, o i consumi; ma davvero scegliereste una delle due solo perché impiega un decimo in meno nello 0-100 km/h o perché ha meno sete? Andiamo, chi compra una RS5 può spendere tutti i soldi che vuole in benzina. Certo, potreste dirmi che scegliereste l’Audi perché risponde maggiormente alle vostre esigenze (trazione integrale, sistema d’infotainment più completo), ma questo non basta a renderla migliore della Giulia. Allo stesso modo, il telaio superbo dell’Alfa Romeo e il suo sterzo telepatico non bastano a renderla migliore della rivale, ma solo più coinvolgente su una strada di montagna. Per me questo aspetto è più importante, per altri no. A certa gente non importa guidare di traverso, certa gente non ha mai disattivato i controlli elettronici.
Se non avessimo gusti diversi, non ci sarebbero così tante auto sportive sul mercato. E la varietà è una cosa meravigliosa.
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Mercedes-Benz: a richiamo 774.000 auto diesel
È di questa mattina la notizia di un richiamo ufficiale di Daimler che riguarderà 774.000 veicoli diesel del Gruppo tedesco, dei quali 230.000 solo in Germania.
L’annuncio è arrivato a seguito di un colloquio (il secondo) tra il ministro dei trasporti tedesco e il CEO del marchio tedesco, Dieter Zetsche, tenutosi oggi a Berlino.
Dopo il richiamo, qualche settimana fa, di 4.900 esemplari di Mercedes Vito, ora sotto inchiesta, a causa di un sistema di emissione dei gas di scarico non conforme, finiscono i modelli GLC 220D e C 220D di Daimler, equipaggiati con i motori 1.6 diesel Euro 6.
Da parte sua Daimler ha chiarito che il software in questione è un programma di protezione del motore e non è in grado, come invece era accaduto per quello di Volkswagen coinvolto nel Dieselgate, di riconoscere quando il veicolo è sottoposto a test di laboratorio.
Dieselgate Volkswagen: via libera alle modifiche su tutti i motori TDI
Dopo il 2.0 e il 1.2 l’Autorità Federale per i Trasporti tedesca ha autorizzato le modifiche all’ultimo propulsore che mancava all’appello: il 1.6
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Audi A1, primo teaser della nuova generazione
Con questo primo teaser la Casa dei Quattro Anelli ha iniziato a svelare la nuova generazione della A1, il cui unveiling completo è atteso a breve.
La prima immagine rilasciata punta l’attenzione sugli interni della nuova piccola di Inigolstadt, in particolare sul nuovo sistema di infotainment MMI che conterrà su un touch display di grandi dimensioni, posizionato in mezzo alla plancia centrale.
Le bocchette dell’areazione saranno posizionate ai due lati dello schermo, mentre i comandi del clima rimarranno sulla console centrale, in basso.
Esteticamente la nuova Audi A1 2018 si lascerà probabilmente ispirare dalle sorelle maggiori della famiglia, mentre come base prenderà la piattaforma modulare MQB del Gruppo Volkswagen, che condividerà con la Volkswagen Polo e la Seat Ibiza.
Molto probabilmente rimarrà esclusa la variante a tre porte. Barcellona, come suggerisce la scritta sullo schermo touch, sarà probabilmente la città in cui avverrà la presentazione della nuova Audi A1.
Audi A1, le foto
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Nissan Sustainability 2022: gli obiettivi della Casa di Yokohama
La riduzione dell’impatto ambientale dell’azienda continua ad essere uno degli obiettivi prioritari in Casa Nissan. A questo proposito il marchio di Yokohama ha annunciato il Nissan Sustainability 2022, che non solo punta alla riduzione delle emissioni ma anche ad aumentare la diversità e l’inclusione e migliorare la governance, in linea, insomma, con il già noto piano a medio termine Nissan M.O.V.E. to 2022.
Il piano issan Sustainability 2022 si inserisce all’interno del Nissan Green Program, lanciato nel 2001 con una visione di lungo termine proiettata al 2050.
Hitoshi Kawaguchi, Senior Vice President e Chief Sustainability Officer di Nissan, ha dichiarato:
“Nissan Sustainability 2022 è allineato con i nostri obiettivi a medio termine: raggiungere una crescita costante e guidare l’evoluzione tecnologica nel settore automotive. Siamo certi che la mobilità sostenibile contribuirà a raggiungere un mondo a zero emissioni e zero incidenti mortali. Il nostro piano, rafforzato dalle iniziative a favore della diversità e dell’inclusione, rappresenta un importante strumento per la realizzazione di questo obiettivo”.
Il piano si articola su tre punti: ambiente, società e governance (ESG).
Ambiente
Tra le iniziative ambientali proposte da Nissan c’è prima di tutto la riduzione, attraverso una maggiore elettrificazione, delle emissioni di CO2 dei nuovi veicoli, del 40% (rispetto al 2000), entro l’anno fiscale 2022. Tra gli obiettivi fissati, e da compiere nei prossimi 4 anni, c’è il target di 1 milione di elettriche e elettrificate vendute , all’anno, entro il 2022. Tra le altre mete fissate, legate all’ambiente, Nissan si propone di ridurre le emissioni di CO2 generate dalle attività produttive e aziendali del 30%, ridurre l’impiego di nuovi materiali del 70% , ridurre i composti organici volatili nei processi di produzione dei veicoli. e il consumo d’acqua per unità nella produzione globale del 21%.
Iniziative sociali
La sicurezza stradale e la filantropia sono altri due temi che stanno particolarmente a cuore a Nissan. Per questo il piano prevede la riduzione degli incidenti mortali a bordo dei veicoli Nissan attraverso sistemi di assistenza alla guida più autonomi come ProPILOT che sarà installato su 20 veicoli in 20 mercati entro la fine dell’anno fiscale 2022. Tra ‘altro Nissan intende anche portare le quote rosa dei comitati direttivi al 16% nel mondo e al 13% in Giappone entro il 1° aprile 2023.
Governance
Un altro degli impegni del Nissan Sustainability 2022 consiste nel migliorare la governance aziendale adottando sistemi di compliance più efficaci.
Nissan ha già implementato un approccio “a tre linee di difesa” assicurando una migliore gestione e un maggior controllo delle conformità.
Nissan 2018 a Ginevra: il concept IMx KURO sotto i riflettori
Un prototipo tra i protagonisti, insieme al concept della livrea dell’auto che parteciperà al mondiale FormulaE
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Skoda Kodiaq, in arrivo la versione sportiva
Dal suo arrivo sul mercato lo scorso anno, la Skoda Kodiaq è subito diventata uno dei punti di riferimento nel segmento delle sport utility a sette posti.
Ora la sport utility più spaziosa della gamma boema è quasi pronta a proporsi nella variante sportiva, possibilmente marchiata RS.
Secondo le indiscrezioni la futura Skoda Kodiaq RS potrebbe montare sotto al cofano il motore diesel quattro cilindri 2.0 BiTDI del Gruppo Volkswagen, da 240 CV e 500 Nm di coppia, già proposto sulle Volkswagen Passat e Arteon.
La potenza dovrebbe essere trasmessa alle quattro ruote attraverso la trazione integrale, mentre l’equipaggiamento comprenderà un pacchetto completo di accessori e un kit estetico dal look sportivo.
La nuova Skoda Kodiaq RS dovrebbe arrivare alla fine dell’anno.
Skoda Kodiaq Sportline
L’allestimento sportivo chiude le opzioni di gamma per la SUV ceca
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24 Ore di Le Mans 2018: gli orari TV su Eurosport
Credits: TOYOTA GAZOO Racing.
World Endurance Championship Testing
19th February 2018
Portimao, Portugal.
Fernando Alonso (ESP)
Credits: TOYOTA GAZOO Racing.
World Endurance Championship Testing
19th February 2018
Portimao, Portugal.
Fernando Alonso (ESP)
Credits: TOYOTA GAZOO Racing.
World Endurance Championship Testing
19th February 2018
Portimao, Portugal.
Credits: TOYOTA GAZOO Racing.
World Endurance Championship Testing
19th February 2018
Portimao, Portugal.
Fernando Alonso (ESP)
Credits: TOYOTA GAZOO Racing.
World Endurance Championship Testing
19th February 2018
Portimao, Portugal.
Credits: TOYOTA GAZOO Racing.
World Endurance Championship Testing
19th February 2018
Portimao, Portugal.
Credits: Fernando Alonso (ESP)
TOYOTA GAZOO Racing.
World Endurance Championship Testing
19th February 2018
Portimao, Portugal.
Credits: TOYOTA GAZOO Racing.
World Endurance Championship 6 Hours of Spa.
2nd to 5th May 2018
Spa Francorchamps, Belgium.
La 24 Ore di Le Mans 2018 – 86° edizione della gara endurance più famosa del mondo nonché seconda tappa del WEC 2018/2019 – sarà trasmessa in diretta su Eurosport (di seguito troverete gli orari TV) sabato 16 e domenica 17 giugno.
Quest’anno Toyota sarà l’unica Casa ufficiale al via nella classe regina LMP1 e cercherà di conquistare con la TS050 Hybrid il primo successo di sempre nella corsa francese.
La 24 Ore di Le Mans prenderà il via ufficialmente domani con le prove libere e le prime qualifiche mentre giovedì toccherà agli altri due turni di qualifica. Sabato, dopo il warm up, il via alla gara. Di seguito troverete il programma, i dettagli della pista, l’analisi delle categorie e i piloti da seguire nella seconda prova del WEC 2018/2019. Senza dimenticare gli orari TV su Eurosport.
24 Ore di Le Mans 2018: la pista
Il Circuit de la Sarthe – sede della 24 Ore di Le Mans 2018 – è un tracciato lungo 13,626 km contraddistinto da molti tratti veloci. Le zone più interessanti sono il rettilineo Hunaudières e le curve Mulsanne e Arnage.
24 Ore di Le Mans 2018: le categorie
LMP1
La LMP1 – la classe più importante della 24 Ore di Le Mans 2018 – vede al via prototipi con cilindrata libera (non più di 5,5 litri per i modelli non ibridi) e con un peso minimo di 878 kg (833).
La Toyota – l’unica Casa ufficiale al via di questa edizione – è la favorita assoluta e cercherà di trionfare per la prima volta sulla Sarthe dopo tanti tentativi andati a vuoto. Due gli equipaggi della Casa giapponese: uno formato dallo spagnolo Fernando Alonso, dallo svizzero Sébastien Buemi e dal nipponico Kazuki Nakajima e l’altro composto dal britannico Mike Conway, dal giapponese Kamui Kobayashi e dall’argentino José María López. Possibile podio per la Rebellion, terza a Spa-Francorchamps con lo svizzero Mathias Beche, il francese Thomas Laurent e lo statunitense Gustavo Menezes.
LMP2
La categoria LMP2 comprende prototipi che (motore escluso) non devono costare più di 483.000 euro. Il propulsore è uguale per tutti – un 4.2 V8 Gibson da 600 CV – e il peso minimo è di 930 kg.
Le Oreca 07 del team Jackie Chan DC Racing (già seconde e terze assolute a sorpresa lo scorso anno) potrebbero conquistare il podio di classe: l’equipaggio composto dal francese Gabriel Aubry, dal monegasco Stéphane Richelmi e dal cinese Ho-Pin Tung dovrebbe trionfare ma non va sottovalutato il trio malese composto da Jazeman Jaafar, Nabil Jeffri e Weiron Tan. La sorpresa potrebbe invece arrivare dalla Alpine guidata dai due francesi Nicolas Lapierre e Pierre Thiriet e dal brasiliano André Negrão.
LMGTE Pro
Nella classe LMGTE Pro della 24 Ore di Le Mans 2018 partecipano sportive a due o a quattro posti regolarmente in vendita dotate di un motore dalla cilindrata massima di 5,5 litri (4 litri se sovralimentato).
In questa categoria dovremmo assistere ad un “triello” tra la Ford GT guidata dallo statunitense Billy Johnson, dal tedesco Stefan Mücke e dal francese Olivier Pla, la Porsche 911 RSR dell’equipaggio composto dal danese Michael Christensen, dal transalpino Kevin Estre e dal belga Laurens Vanthoor e la Ferrari 488 GTE Evo del team AF Corse guidata dal britannico Sam Bird, dallo spagnolo Miguel Molina e dal nostro Davide Rigon.
LMGTE Am
Nella categoria LMGTE Am della 24 Ore di Le Mans 2018 – rivolta ai gentleman driver – possono partecipare le stesse vetture che prendono parte alla LMGTE Pro ma l’equipaggio deve comprendere un solo pilota professionista.
Le Aston Martin Vantage GTE – sia quella uffciale guidata dal canadese Paul Dalla Lana, dal portoghese Pedro Lamy e dall’austriaco Mathias Lauda che quella del team TF Sport (equipaggio formato dall’irlandese Charlie Eastwood, dal britannico Euan Hankey e dal turco Salih Yoluç) – sono le favorite per il successo finale ma non va sottovalutata la Ferrari 488 GTE del team Clearwater Racing, terza a Spa con l’irlandese Matt Griffin, il malese Weng Sun Mok e il giapponese Keita Sawa.
24 Ore di Le Mans 2018: gli equipaggi da seguire
LMP1
1 Rebellion R13-Gibson (Rebellion) – Neel Jani (SWI), André Lotterer (GER), Bruno Senna (BRA)
3 Rebellion R13-Gibson (Rebellion) – Mathias Beche (SWI), Thomas Laurent (FRA), Gustavo Menezes (USA)
7 Toyota TS050 Hybrid (Toyota) – Mike Conway (GBR), Kamui Kobayashi (JPN), José María López (ARG)
8 Toyota TS050 Hybrid (Toyota) – Fernando Alonso (SPA), Sébastien Buemi (SWI), Kazuki Nakajima (JPN)
11 BR Engineering BR1-AER (SMP) – Mikhail Aleshin (RUS), Jenson Button (GBR), Vitaly Petrov (RUS)
17 BR Engineering BR1-AER (SMP) – Matevos Isaakyan (RUS), Egor Orudzhev (RUS), Stéphane Sarrazin (FRA)
LMP2
22 Ligier JS P217 (United) – Filipe Albuquerque (POR), Paul di Resta (GBR), Phil Hanson (GBR)
23 Ligier JS P217 (Panis) – Thimothé Buret (FRA), Julien Canal (FRA), Will Stevens (GBR)
26 Oreca 07 (G-Drive) – Andrea Pizzitola (FRA), Roman Rusinov (RUS), Jean-Éric Vergne (FRA)
29 Dallara P217 (Racing Team Nederland) – Jan Lammers (HOL), Giedo van der Garde (HOL), Frits van Eerd (HOL)
31 Oreca 07 (DragonSpeed) – Nathanaël Berton (FRA), Roberto González (MEX), Pastor Maldonado (VEN)
32 Ligier JS P217 (United) – Hugo de Sadeleer (SWI), Juan Pablo Montoya (COL), Will Owen (USA)
36 Alpine A470 (Signatech) – Nicolas Lapierre (FRA), André Negrão (BRA), Pierre Thiriet (FRA)
37 Oreca 07 (Jackie Chan) – Jazeman Jaafar (MAL), Nabil Jeffri (MAL), Weiron Tan (MAL)
38 Oreca 07 (Jackie Chan) – Gabriel Aubry (FRA), Stéphane Richelmi (MCO), Ho-Pin Tung (CHN)
44 Ligier JS P217 (Eurasia) – Andrea Bertolini (ITA), Niclas Jönsson (SWE), Tracy Krohn (USA)
47 Dallara P217 (Cetilar) – Roberto Lacorte (ITA), Felipe Nasr (BRA), Giorgio Sernagiotto (ITA)
LMGTE Pro
51 Ferrari 488 GTE Evo (AF Corse) – James Calado (GBR), Alessandro Pier Guidi (ITA); Daniel Serra (BRA)
52 Ferrari 488 GTE Evo (AF Corse) – Pipo Derani (BRA), Antonio Giovinazzi (ITA), Toni Vilander (FIN)
63 Chevrolet Corvette C7.R (Corvette) – Antonio García (SPA), Jan Magnussen (DAN), Mike Rockenfeller (GER)
66 Ford GT (Ford) – Billy Johnson (USA), Stefan Mücke (GER), Olivier Pla (FRA)
68 Ford GT (Ford) – Sébastien Bourdais (FRA), Joey Hand (USA), Dirk Müller (GER)
71 Ferrari 488 GTE Evo (AF Corse) – Sam Bird (GBR), Miguel Molina (SPA), Davide Rigon (ITA)
91 Porsche 911 RSR (Porsche) – Gianmaria Bruni (ITA), Richard Lietz (AUT), Frédéric Makowiecki (FRA)
92 Porsche 911 RSR (Porsche) – Michael Christensen (DAN), Kevin Estre (FRA), Laurens Vanthoor (BEL)
LMGTE Am
54 Ferrari 488 GTE (Spirit of Race) – Francesco Castellacci (ITA), Giancarlo Fisichella (ITA), Thomas Flöhr (SWI)
61 Ferrari 488 GTE (Clearwater) – Matt Griffin (IRL), Weng Sun Mok (MAL), Keita Sawa (JPN)
70 Ferrari 488 GTE (MR) – Olivier Beretta (MCO), Eddie Cheever III (ITA), Motoaki Ishikawa (JPN)
80 Porsche 911 RSR (Ebimotors) – Fabio Babini (ITA), Erik Maris (FRA), Christina Nielsen (DAN)
88 Porsche 911 RSR (Dempsey-Proton) – Khaled Al Qubaisi (UAE), Matteo Cairoli (ITA), Giorgio Roda (ITA)
90 Aston Martin Vantage GTE (TF) – Charlie Eastwood (IRL), Euan Hankey (GBR), Salih Yoluç (TUR)
98 Aston Martin Vantage GTE (Aston Martin) – Paul Dalla Lana (CAN), Pedro Lamy (POR), Mathias Lauda (AUT)
24 Ore di Le Mans 2018: il programma e gli orari TV
Mercoledì 13 giugno 2018
16:00-20:00 Prove libere 1 (diretta TV su Eurosport 1)
22:00-00:00 Qualifiche 1 (diretta TV su Eurosport 1)
Giovedì 14 giugno 2018
19:00-21:00 Qualifiche 2 (diretta TV su Eurosport 1)
22:00-00:00 Qualifiche 3 (diretta TV su Eurosport 1)
Sabato 16 giugno 2018
09:00-09:45 Warm-up (diretta TV su Eurosport 1)
15:00-00:00 Gara (diretta TV su Eurosport 1)
Domenica 17 giugno 2018
00:00-15:00 Gara (diretta TV su Eurosport 1)
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Alfa Romeo Giulia Sport Edition
Partirà da 47.000 euro il listino della nuova serie limitata dell’Alfa Romeo Giulia, denominata Sport Edition.
Segni di riconoscimento
Esteticamente la si riconosce per il look sportivo con il paraurti anteriore con prese d’aria maggiorate e quello posteriore con estrattore e doppio scarico integrato, entrambi ispirati a quelli della Giulia Veloce. La cornice dei cristalli è in nero lucido, e non mancano dettagli sportivi anche all’interno: Pack Sport Interior con volante sportivo in pelle con palette cambio in alluminio, inserti in alluminio sulla plancia, il tunnel centrale e i pannelli porta.
Equipaggiamento
L’equipaggiamento dell’Alfa Romeo Giulia Sport Edition prevede anche lo specchietto retrovisore interno elettrocromico, il sedile posteriore abbattibile 40/20/40, il sistema di navigazione AlfaTM Connect Nav 6,5″ con predisposizione per Apple CarPlayTM e Android AutoTM.
La Giulia Sport Edition sarà disponibile con due motorizzazioni, a gasolio e benzina, abbinate entrambe al cambio automatico a otto rapporti: il 2.2 Turbo Diesel 180 CV AT8 e il 2.0 Turbo Benzina 200 CV AT8. Quest’ultimo eroga la sua potenza massima a 5.000 giri/min, con una coppia massima di 330 Nm a 1.750 giri/min.
Alfa Romeo Giulia Veloce
La variante sportiva della berlina del Biscione che si posiziona al di sotto della top di gamma Quadrifoglio
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Mahindra XUV500 (2015): pregi e difetti della SUV indiana
La Mahindra XUV500 è una SUV indiana a 7 posti adatta a chi ha bisogno di spazio e non ha un grosso budget a disposizione. Gli esemplari del 2015 della variante FWD a trazione anteriore nell’allestimento più lussuoso W8 si trovano facilmente a meno di 15.000 euro. Scopriamo insieme i pregi e i difetti della crossover asiatica.
I pregi della Mahindra XUV500 del 2015
Abitabilità
Sette posti, tutti comodi.
Dotazione di serie
Il lussuoso allestimento W8 offre tanti accessori interessanti. Qualche esempio? Autoradio Bluetooth CD MP3 USB, cerchi in lega, climatizzatore automatico bizona, cruise control, fendinebbia, interni in pelle, retrovisori ripiegabili elettricamente, sensore luci, sensore pioggia e sensori di parcheggio posteriori.
Capacità bagagliaio
Piccolo (com’è giusto che sia) con tutti i 7 posti occupati, immenso quando si abbattono i sedili della seconda e della terza fila.
Posto guida
La posizione di seduta rialzata della Mahindra XUV500 consente di dominare il traffico. Peccato solo per alcuni comandi posizionati troppo in basso…
Climatizzazione
Impianto potente (oltretutto un automatico bizona), bocchette piccole.
Sospensioni
La taratura tendente al morbido degli ammortizzatori della Mahindra XUV500 garantisce una buona risposta sulle buche.
Rumorosità
Mai eccessiva.
Motore
Il 2.2 turbodiesel Euro 5 da 140 CV e 330 Nm di coppia della Mahindra XUV500 spinge bene già sotto i 2.000 giri.
Cambio
La trasmissione manuale a sei marce è abbinata ad un pedale della frizione piuttosto leggero.
Sterzo
Adeguato al tipo di vettura.
Prestazioni
In linea con la concorrenza: 180 km/h di velocità massima e 12,5 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.
Prezzo
Da nuova la Mahindra XUV500 FWD W8 costava 22.782 euro. Oggi si trova senza problemi a 13.500 euro: quanto una Dacia Lodgy 1.5 dCi 90 CV 7 posti Essential appena uscita dal concessionario.
Consumo
Interessante: 15,4 km/l dichiarati.
Garanzia
La copertura globale terminerà nel 2020 (a meno che la vettura non abbia già percorso più di 100.000 km).
I difetti della Mahindra XUV500 del 2015
Finitura
Migliorabile.
Dotazione di sicurezza
Essenziale: airbag frontali, laterali e a tendina e controllo arretramento in salita e velocità in discesa.
Visibilità
Penalizzata dal lunotto piccolo: meno male che i sensori di parcheggio posteriori erano di serie.
Freni
Impianto non potentissimo.
Tenuta di strada
Rollio evidente nelle curve prese ad alta velocità.
Tenuta del valore
Le Mahindra non sono molto richieste sul mercato dell’usato.
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Volkswagen I.D. R Pikes Peak: la livrea definitiva
Credits: The Volkswagen I.D. R Pikes Peak in full livery testing in Colorado
Credits: First pictures of the Volkswagen I.D. R Pikes Peak testing in Colorado with Romain Dumas
Credits: The Volkswagen I.D. R Pikes Peak in full livery testing in Colorado
Credits: The Volkswagen I.D. R Pikes Peak in full livery testing in Colorado
Credits: The Volkswagen I.D. R Pikes Peak in full livery testing in Colorado
Volkswagen ha svelato la livrea definitiva della I.D. R Pikes Peak: la sportiva elettrica di Wolfsburg – guidata dal francese Romain Dumas – punterà il prossimo 24 giugno 2018 (in occasione della 96° edizione della celebre corsa in salita americana) a battere il record nella categoria auto elettriche (8:57.118, tempo fatto registrare dallo statunitense Rhys Millen nel 2016 al volante di una eO PP100).
La coupé tedesca a emissioni zero – dotata di due motori elettrici con una potenza di sistema di 680 CV – avrà il numero di gara 94 (I e D sono rispettivamente la nona e la quarta lettera dell’alfabeto) e sarà la portabandiera sportiva della futura gamma di auto elettriche che il brand teutonico lancerà a partire dal 2020.
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