Monthly Archives: Giugno 2018
Qooder, arriva nelle concessionarie lo scooter a quattro ruote di Quadro
È in vendita presso tutti i dealer italiani dal 16 giugno il nuovo Qooder, il nuovo concetto di mobilità a 4 ruote prodotto dall’azienda svizzera Quadro Vehicles S.A..
Ha quattro ruote ma piega come una moto
È un veicolo che combina il meglio del mondo delle auto con quello delle motociclette e può contare sul sistema brevettato HTS Hydraulic Tilting System, che gli consente di inclinarsi come una moto a 2 ruote ma di mantenersi aderente all’asfalto grazie alle sue 4 ruote. Questa innovativa sospensione idro-pneumatica permette alle ruote di oscillare simultaneamente, garantendo una guida fluida, precisa e stabile anche nelle peggiori condizioni stradali.
“Finalmente il pubblico potrà rendersi conto di cosa abbiamo creato. Più di una nuova vettura, Qooder è il veicolo di tendenza non solo per gli appassionati del settore ma anche per chi vuole provare una guida sicura, ma divertente allo stesso tempo. Qooder è la giusta alternativa alla mobilità cittadina, al commuting quotidiano ed è l’ideale per le strade dissestate e piene di buche. Sono certo che, in breve tempo, riuscirà a guadagnarsi ampie fette di mercato a livello mondiale. In fondo, occorre solo la patente B“, ha dichiarato Paolo Gagliardo, Ceo di Quadro Vehicles S.A.
Basta la patente B
Il nuovo Quadro Qooder è spinto da un monocilindrico da 400 cc capace di erogare una potenza di 32,5 CV, con un rapporto peso potenza di 8,6 kg/CV. Prevede un sistema di frenata che coinvolge tutte e quattro le ruote e vanta un baricentro basso che migliora la stabilità alle alte velocità e la maneggevolezza nel misto. E può essere guidato da tutti i possessori di patente B.
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Audi A1 Sportback, svelata la seconda generazione
Dopo 8 anni sul mercato, la piccola di Casa Audi si rinnova completamente. La Casa dei Quattro Anelli ha svelato ieri sera le prime fotografie e informazioni ufficiali della nuova Audi A1 Sportback 2018. Arriverà nelle concessionarie a fine autunno.
Più grande e più aggressiva
Più grande rispetto al passato, la nuova Audi A1 – basata sullo stesso pianale della Volkswagen Polo – supera i 4 metri di lunghezza (403 cm), offre più spazio per i passeggeri e vanta un bagagliaio più spazioso, con 335 litri di volume di carico.
Esteticamente compie un grande passo in avanti con linee più affilate e un frontale aggressivo con la griglia più bassa e grandi prese d’aria nella parte inferiore. Le fessure sotto alla linea del cofano si ispirano alla regina del mondiale Rally del 1984, la Sport quattro.
Nuovi anche i gruppi ottici e non mancherà la possibilità di personalizzazione con la finitura a contrasto per il tetto, gli specchietti e le appendici aerodinamiche posteriori.
L’allestimento più sportivo sarà l’S Line che sfoggerà prese d’aria ancora più grandi, spoiler posteriore più accentuato e longanime sottoporta supplementari.
Abitacolo
Gli elementi principali che caratterizzano l’abitacolo dell’Audi A1 Sportback sono il quadro strumenti digitale con schermo da 10,25 pollici, la console centrale e lo schermo MMI touch da 8,8 pollici tutti rivolti verso il guidatore e offerti di serie. L’Audi Virtual Cockpit e lo schermo più ampio da 10,1” sono optional.
Motori e sicurezza
La gamma motori della nuova Audi A1 Sportback 2018 comprenderà propulsori diesel e a benzina, tutti con filtro anti particolato, con potenze comprese tra i 95 e i 200 CV.
Tra i sistemi di sicurezza della nuova Audi A1 Sportback troviamo il mantenimento della corsia, il limitatore di velocità, l’Audi pre sense front che riconosce veicoli, pedoni e ciclisti e frena automaticamente la vettura in caso di pericolo di collisione, e il cruise control adattivo.
Audi A1, primo teaser della nuova generazione
Nuovo sistema di infotainment, nuova piattaforma (MQB) e nuovi motori per la piccola di Ingolstadt
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Kia Ceed, atto terzo: questione di feeling
“Per la Comunità Europea e con un Design Europeo” (Community of Europe, with European Design): è questo, per chi non lo sapesse, il significato che si nasconde dietro la (nuova) denominazione Ceed.
Kia Ceed – la compatta coreana di casa KIA, disegnata a Francoforte e prodotta in Repubblica negli stessi stabilimenti da cui esce anche la Hyundai i30 – si rinnova con la terza generazione.
Pensata di sana pianta per noi europei, proverà a farsi strada nel segmento C con un look più maturo e sportivo, nuovi sistemi di assistenza alla guida e nuove motorizzazioni. Ma soprattutto migliorano molto le sensazioni al volante, con un feeling di guida più dinamico e divertente.
DIMENSIONI E LOOK: DNA STINGER
Per quanto riguarda le dimensioni la Kia Ceed 2018 – che si basa sulla nuova piattaforma K2 di Kia – è più larga (+2 cm), più bassa (-2cm) e con lo sbalzo posteriore più lungo rispetto alla versione uscente. Rimangono inalterate la lunghezza e il passo. Sfoggia proporzioni più dinamiche, insomma, anche se si riveste con un design pulito e abbastanza sobrio. Un restyling estetico profondo, ma prudente.
Le linee rette sostituiscono i bordi arrotondati e quell’impostazione inclinata in avanti della vecchia Cee’d, mentre il frontale si evolve con la griglia “tiger nose” più grande, con nuove luci a LED e con una presa d’aria più bassa. Guardandola frontalmente, ricorda la nuova sportiva a trazione posteriore della gamma Kia, la Stinger, alla quale si inspira dichiaratamente.
La nuova Kia Ceed sarà proposta con 12 tonalità cromatiche per la carrozzeria e con varie alternative per le ruote, con cerchi in acciaio da 15 pollici, in alluminio o acciaio da 16 pollici o in lega, bitono, da 17 pollici.
DENTRO, PIU’ SPAZIO E QUALITA’
Dentro la nuova Kia Ceed 2018 è più ergonomica che mai, assemblata con materiali di maggiore qualità e più spazio per i passeggeri. Il tetto più inclinato toglie però un po’ di spazio per la testa di chi siede dietro, a svantaggio dei più alti.
La console centrale, leggermente inclinata verso il guidatore, si suddivide ordinatamente in due sezioni, quella superiore con il touch screen flottante e quella inferiore con i comandi del clima e della radio.
Guadagna spazio anche il portabagagli, ora da 395 litri (+15 litri), con una soglia di carico più bassa di 87 mm, che agevola al momento di inserire o estrarre i bagagli.
Il sistema di infotainment della nuova Kia Ceed si interfaccia con il guidatore attraverso un ampio schermo touch flottante. Questo è posizionato in bella vista sulla console centrale, con dimensioni da 7 o 8 pollici nel caso dell’allestimento con navigatore TomTom e prevede la compatibilità con Apple Car Play e Android Auto.
Come optional saranno disponibili anche il sistema audio JBL Premium con tecnologia Clari-Fi, il parabrezza riscaldato, la dock station per la ricarica senza fili dello smartphone e i sedili riscattabili e ventilati.
OCCHIO ALL’ECO PACK
I più attenti ai consumi potranno richiedere anche l’Eco Pack che prevede un Active Air Flap che si chiude e si apre a seconda delle esigenze di raffreddamento del motore e ottimizza l’efficienza aerodinamica, una copertura del sottoscocca e pneumatici Michelin a bassa resistenza al rotolamento.
SICUREZZA OK
Tra le novità per il reparto sicurezza la nuova Kia Ceed adotta il sistema Lane Following Assist, una tecnologia di guida autonoma di livello 2 che, ad una velocità compresa tra 0 e 130 km/h, gestisce l’accelerazione, la frenata e lo sterzo, utilizzando sensori radar e in grado di mantenere automaticamente la distanza di sicurezza con gli altri veicoli sulla carreggiata.
In dotazione nel pacchetto sicurezza troviamo anche il sistema cruise control con Stop & Go, l’avviso di collisione imminente per l’angolo cieco, l’avviso di collisione posteriore, il riconoscimento dei pedoni, la frenata d’emergenza e il Vehicle Stability Management (VSM).
LE PROPOSTE MECCANICHE
La gamma motori della Kia Ceed 2018 prevede un’ampia offerta che si adatta a diverse esigenze.
Il T-GDi 1.0 da 120 CV
Le opzioni a benzina prevedono una versione aggiornata del T-GDi da 1,0 litri a iniezione diretta turboalimentato. Questo piccolo tre cilindri, dal sound divertente e piacevole, eroga 120 CV e 172 Nm di coppia, con emissioni di 125g/km (122g/km con il pacchetto Eco). Questa opzione è perfettamente in grado di muovere con disinvoltura e agilità la compatta coreana, pronto e pieno ai bassi regimi, stabile e lineare con la lancetta del contagiri in alto. È un po’ assetato: nella nostra prova non siamo scesi sotto gli 8l/100 km.
Il 1.4 a benzina sostituisce il vecchio 1.6
La novità meccanica più importante per la nuova Kia Ceed è il 1.4 T-GDi della famiglia “Kappa” che sostituisce in gamma il vecchio GDI 1.6 e si affianca al 1.4 MPi da 100 CV. Offre una potenza massima di 140 CV e una coppia di 242 Nm, disponibile tra i 1.500 e i 3.200 giri, con emissioni comprese tra i 125 e i 130g/km di Co2, a seconda della trasmissione manuale o automatica. È un motore che diverte, scattante e vivace soprattutto con l’impostazione Sport inserita, offerta dal cambio a doppia frizione e sette rapporti. Invoglia a schiacciare l’acceleratore, ma in questo caso bisogna far fronte a consumi un po’ elevati. Noi non siamo scesi sotto i 10l/100 km.
Le opzioni a gasolio
Chi vuole consumare meno può optare per il rinnovato 1.6 a gasolio, disponibile nelle due versioni da 115 e 136 CV, con il quale si percorrono tranquillamente 100 km con poco più di 5 litri. Efficiente e più orientato su uno stile di guida comfort; risponde bene ai bassi regimi, è costante e sornione all di sopra dei 4.000 giri.
Il prossimo anno arriverà anche un powertrain Mild-Hybrid con sistema elettrico a 48V.
QUESTIONE DI FEELING… MIGLIORA L’HANDLING
Molto morbida e tutta orientata al comfort; se prima queste erano le caratteristiche, portate all’estremo, della vecchia Ceed, ora la terza generazione offre un feeling più sportivo e dinamico al volante. È il risultato di un grosso lavoro al telaio, eseguito dagli ingegneri coreani che hanno optato per un sistema di sospensioni completamente indipendente che rende la nuova Ceed molto più reattiva e agile.
All’anteriore le molle sono più rigide del 40% e la rigidità torsionale della barra stabilizzatrice si riduce del 22%. La sospensione monta un sistema con valvole che permette di assorbire anche le vibrazioni più leggere.
La nuova barra stabilizzatrice, i nuovi bracci oscillanti e gli ammortizzatori ottimizzati al posteriore, completano il quadro tecnico e rendono la compatta asiatica divertente sui percorsi misti, senza però compromettere i desiderabili livelli di comfort che ci si aspetta da questo segmento. Insomma, sembra che in Kia abbiano trovato un ottimo equilibrio per la berlina compatta Ceed che ora si adatta a tutti.
Kia a Ginevra 2018: la Ceed berlina e “wagon”
Debuttano la nuova Ceed e la Rio GT Line
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Kia Ceed: questione di feeling
“Per la Comunità Europea e con un Design Europeo” (Community of Europe, with European Design): è questo, per chi non lo sapesse, il significato che si nasconde dietro la (nuova) denominazione Ceed.
La compatta coreana di Casa Kia, disegnata a Francoforte e prodotta in Repubblica Ceca negli stessi stabilimenti da cui esce anche la Hyundai i30, si rinnova con la terza generazione.
Pensata di sana pianta per noi europei, proverà a farsi strada nel segmento C con un look più maturo e sportivo, nuovi sistemi di assistenza alla guida e nuove motorizzazioni. Ma soprattutto migliorano molto le sensazioni al volante, con un feeling di guida più dinamico e divertente.
DIMENSIONI E LOOK: DNA STINGER
Per quanto riguarda le dimensioni la Kia Ceed 2018 – che si basa sulla nuova piattaforma K2 di Kia – è più larga (+2 cm), più bassa (-2cm) e con lo sbalzo posteriore più lungo rispetto alla versione uscente. Rimangono inalterate la lunghezza e il passo. Sfoggia proporzioni più dinamiche, insomma, anche se si riveste con un design pulito e abbastanza sobrio. Un restyling estetico profondo, ma prudente.
Le linee rette sostituiscono i bordi arrotondati e quell’impostazione inclinata in avanti della vecchia Cee’d, mentre il frontale si evolve con la griglia “tiger nose” più grande, con nuove luci a LED e con una presa d’aria più bassa. Guardandola frontalmente, ricorda la nuova sportiva a trazione posteriore della gamma Kia, la Stinger, alla quale si inspira dichiaratamente.
La nuova Kia Ceed sarà proposta con 12 tonalità cromatiche per la carrozzeria e con varie alternative per le ruote, con cerchi in acciaio da 15 pollici, in alluminio o acciaio da 16 pollici o in lega, bitono, da 17 pollici.
DENTRO, PIU’ SPAZIO E QUALITA’
Dentro la nuova Kia Ceed 2018 è più ergonomica che mai, assemblata con materiali di maggiore qualità e più spazio per i passeggeri. Il tetto più inclinato toglie però un po’ di spazio per la testa di chi siede dietro, a svantaggio dei più alti.
La console centrale, leggermente inclinata verso il guidatore, si suddivide ordinatamente in due sezioni, quella superiore con il touch screen flottante e quella inferiore con i comandi del clima e della radio.
Guadagna spazio anche il portabagagli, ora da 395 litri (+15 litri), con una soglia di carico più bassa di 87 mm, che agevola al momento di inserire o estrarre i bagagli.
Il sistema di infotainment della nuova Kia Ceed si interfaccia con il guidatore attraverso un ampio schermo touch flottante. Questo è posizionato in bella vista sulla console centrale, con dimensioni da 7 o 8 pollici nel caso dell’allestimento con navigatore TomTom e prevede la compatibilità con Apple Car Play e Android Auto.
Come optional saranno disponibili anche il sistema audio JBL Premium con tecnologia Clari-Fi, il parabrezza riscaldato, la dock station per la ricarica senza fili dello smartphone e i sedili riscattabili e ventilati.
OCCHIO ALL’ECO PACK
I più attenti ai consumi potranno richiedere anche l’Eco Pack che prevede un Active Air Flap che si chiude e si apre a seconda delle esigenze di raffreddamento del motore e ottimizza l’efficienza aerodinamica, una copertura del sottoscocca e pneumatici Michelin a bassa resistenza al rotolamento.
SICUREZZA OK
Tra le novità per il reparto sicurezza la nuova Kia Ceed adotta il sistema Lane Following Assist, una tecnologia di guida autonoma di livello 2 che, ad una velocità compresa tra 0 e 130 km/h, gestisce l’accelerazione, la frenata e lo sterzo, utilizzando sensori radar e in grado di mantenere automaticamente la distanza di sicurezza con gli altri veicoli sulla carreggiata.
In dotazione nel pacchetto sicurezza troviamo anche il sistema cruise control con Stop & Go, l’avviso di collisione imminente per l’angolo cieco, l’avviso di collisione posteriore, il riconoscimento dei pedoni, la frenata d’emergenza e il Vehicle Stability Management (VSM).
LE PROPOSTE MECCANICHE
La gamma motori della Kia Ceed 2018 prevede un’ampia offerta che si adatta a diverse esigenze.
Il T-GDi 1.0 da 120 CV
Le opzioni a benzina prevedono una versione aggiornata del T-GDi da 1,0 litri a iniezione diretta turboalimentato. Questo piccolo tre cilindri, dal sound divertente e piacevole, eroga 120 CV e 172 Nm di coppia, con emissioni di 125g/km (122g/km con il pacchetto Eco). Questa opzione è perfettamente in grado di muovere con disinvoltura e agilità la compatta coreana, pronto e pieno ai bassi regimi, stabile e lineare con la lancetta del contagiri in alto. È un po’ assetato: nella nostra prova non siamo scesi sotto gli 8l/100 km.
Il 1.4 a benzina sostituisce il vecchio 1.6
La novità meccanica più importante per la nuova Kia Ceed è il 1.4 T-GDi della famiglia “Kappa” che sostituisce in gamma il vecchio GDI 1.6 e si affianca al 1.4 MPi da 100 CV. Offre una potenza massima di 140 CV e una coppia di 242 Nm, disponibile tra i 1.500 e i 3.200 giri, con emissioni comprese tra i 125 e i 130g/km di Co2, a seconda della trasmissione manuale o automatica. È un motore che diverte, scattante e vivace soprattutto con l’impostazione Sport inserita, offerta dal cambio a doppia frizione e sette rapporti. Invoglia a schiacciare l’acceleratore, ma in questo caso bisogna far fronte a consumi un po’ elevati. Noi non siamo scesi sotto i 10l/100 km.
Le opzioni a gasolio
Chi vuole consumare meno può optare per il rinnovato 1.6 a gasolio, disponibile nelle due versioni da 115 e 136 CV, con il quale si percorrono tranquillamente 100 km con poco più di 5 litri. Efficiente e più orientato su uno stile di guida comfort; risponde bene ai bassi regimi, è costante e sornione all di sopra dei 4.000 giri.
Il prossimo anno arriverà anche un powertrain Mild-Hybrid con sistema elettrico a 48V.
QUESTIONE DI FEELING… MIGLIORA L’HANDLING
Molto morbida e tutta orientata al comfort; se prima queste erano le caratteristiche, portate all’estremo, della vecchia Ceed, ora la terza generazione offre un feeling più sportivo e dinamico al volante. È il risultato di un grosso lavoro al telaio, eseguito dagli ingegneri coreani che hanno optato per un sistema di sospensioni completamente indipendente che rende la nuova Ceed molto più reattiva e agile.
All’anteriore le molle sono più rigide del 40% e la rigidità torsionale della barra stabilizzatrice si riduce del 22%. La sospensione monta un sistema con valvole che permette di assorbire anche le vibrazioni più leggere.
La nuova barra stabilizzatrice, i nuovi bracci oscillanti e gli ammortizzatori ottimizzati al posteriore, completano il quadro tecnico e rendono la compatta asiatica divertente sui percorsi misti, senza però compromettere i desiderabili livelli di comfort che ci si aspetta da questo segmento. Insomma, sembra che in Kia abbiano trovato un ottimo equilibrio per la berlina compatta Ceed che ora si adatta a tutti.
Kia a Ginevra 2018: la Ceed berlina e “wagon”
Debuttano la nuova Ceed e la Rio GT Line
L’articolo Kia Ceed: questione di feeling proviene da Panoramauto.
Great Wall Steed 6 Work: pick-up 4×4 low-cost
La nuova versione “base” Work del Great Wall Steed 6 consente di acquistare il pick-up cinese a trazione integrale (con marce ridotte) con meno di 20.000 euro.
Great Wall Steed 6 Work: il design
Il Great Wall Steed 6 Work ha un aspetto più economico rispetto alle varianti “lussuose” Business e Premium: paraurti anteriore e parafanghini neri, cerchi in ferro da 16”, barra paraurti posteriore in ferro, vasca e portapali.
Great Wall Steed 6 Work: doppia cabina e 5 posti
Il Great Wall Steed 6 Work conserva le caratteristiche delle altre varianti del pick-up cinese: doppia cabina, 5 posti e un cassone da 1,55 x 1,46 metri.
Great Wall Steed 6 Work: il motore
Il motore del Great Wall Steed 6 Work è lo stesso 2.4 benzina/GPL da 122 CV già visto sotto il cofano delle altre varianti del veicolo commerciale asiatico.
Great Wall Steed 6 Work: la dotazione di serie
La dotazione di serie del Great Wall Steed 6 Work comprende: ABS con EBD, climatizzatore automatico, differenziale autobloccante, ESP, freni a disco anteriori e posteriori, immobilizer, radio Aux Bluetooth CD iPod MP3 USB con comandi al volante, sedile di guida con sei regolazioni, vetri elettrici anteriori e posteriori e volante regolabile in altezza.
Great Wall Steed 6 Work: il prezzo
Il Great Wall Steed 6 Work costa 15.650 euro (esclusa IVA, messa su strada e Ipt). Il costo chiavi in mano, esclusa Ipt, è invece di 19.893 euro. La garanzia è, come sempre, di 3 anni o 100.000 km.
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Skoda Felicia (1995): alla conquista dell’Occidente
La Skoda Felicia – nata nel 1994 e commercializzata in Italia dal 1995 – è stata la prima auto della Casa ceca capace di conquistare gli automobilisti occidentali.
Oggi analizzeremo solo le versioni cinque porte a benzina pre-restyling (quelle prodotte fino all’inizio del 1998) della piccola esteuropea, facile da trovare a meno di 1.000 euro.
Skoda Felicia (1995): le caratteristiche principali
La Skoda Felicia – lanciata sul mercato nel 1994 (nel 1995 da noi) – è una delle prime auto del marchio ceco realizzata sotto la supervisione del Gruppo Volkswagen (che nello stesso anno acquista il 60,3% del brand di Mladá Boleslav) ma non è ancora completamente “tedesca” visto che non è altro che una Favorit riveduta e corretta dai tecnici di Wolfsburg.
Caratterizzata da un ottimo comportamento stradale (ma anche da prestazioni migliorabili), conquista molti clienti nell’Europa Occidentale grazie all’ottimo rapporto qualità/prezzo/contenuti. Chi l’ha posseduta l’ha amata e la rimpiange ancora…
Skoda Felicia (1995): la tecnica
I due motori a benzina portati al debutto dalla Felicia in Italia nel 1995 sono due unità 1.3 Skoda da 54 e 68 CV, affiancate l’anno seguente da un più potente 1.6 Volkswagen da 75 CV.
Skoda Felicia (1995): le quotazioni
Le quotazioni della Skoda Felicia pre-restyling a benzina recitano 1.000 euro ma si può spendere anche meno per entrare in possesso di un esemplare con molti chilometri sulle spalle. La piccola ceca si trova facilmente ma solo con il motore 1.3 da 68 CV (il più acquistato all’epoca).
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Fiat Panda Waze: le foto e i dati
La Fiat Panda Waze è una versione speciale della citycar torinese (l’auto più amata dagli italiani) caratterizzata dall’app Waze integrata nell’app “Panda Uconnect”.
L’app di navigazione Waze (che presenta altre funzioni: evita il traffico, ti guida al distributore e ti ricorda dove hai parcheggiato) è utilizzabile insieme all’app “Panda Uconnect”: quando “Panda Uconnect” è in primo piano sullo smartphone la navigazione di Waze è visibile in un riquadro sullo schermo e viceversa.
In caso di riserva o di bassa pressione degli pneumatici sul display dello smartphone apparirà la segnalazione e l’utente potrà scegliere una tra le stazioni di rifornimento più convenienti o tra le officine di assistenza più vicine proposte attraverso l’app Waze mentre grazie ad una nuova funzione dell’app “Panda Uconnect” si potranno scattare foto e video che verranno salvati nella galleria del proprio smartphone.
Fiat Panda Waze: cosa cambia nello stile
La Fiat Panda Waze si distingue dalle versioni “standard” della citycar piemontese per lo stile esterno Cross, per il logo Waze sui parafanghi anteriori, per la finitura brunita dei cerchi da 15” e per numerosi dettagli neri (modanature laterali, calotte degli specchietti, barre longitudinali sul tetto e maniglie delle portiere). Dentro spiccano invece la plancia grigio titanio e il nuovo rivestimento dei sedili.
Fiat Panda Waze: il motore
L’unico motore disponibile sulla Fiat Panda Waze è il 1.2 a benzina da 69 CV.
Fiat Panda Waze: la dotazione di serie
La dotazione di serie della Fiat Panda Waze comprende, tra le altre cose, la radio Bluetooth con supporto in plancia per lo smartphone, il climatizzatore, 4 airbag, l’ESC con Hill Holder, il sensore pressione pneumatici e il volante regolabile in altezza.
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Alonso, Buemi e Nakajima: chi sono i vincitori della 24 Ore di Le Mans 2018
Credits: epa06815927 Fernando Alonso of Spain (R), Kazuki Nakajima of Japan (C) and Sebastien Buemi of Switzerland (L) celebrate after winning the 24h Le Mans race with a Toyota Gazoo Racing in a Toyota TS050 Hybrid, Le Mans, France 17 June. EPA/EDDY LEMAISTRE
Credits: epa06815854 Fernando Alonso (C) of Spain , Kazuki Nakajima (L) of Japan and Sebastien Buemi (R) of Switzerland celebrate after winning the 24h Le Mans race with a Toyota Gazoo Racing (starting n.8) in a Toyota TS050 Hybrid in Le Mans, France, 17 June 2018. EPA/EDDY LEMAISTRE
Credits: epa06815928 Fernando Alonso of Spain (C), Kazuki Nakajima of Japan (L) and Sebastien Buemi of Switzerland (R) celebrate on the podium after winning the 24h Le Mans race with a Toyota Gazoo Racing in a Toyota TS050 Hybrid, Le Mans, France 17 June. EPA/EDDY LEMAISTRE
Credits: epa06815934 Fernando Alonso of Spain celebrates on the podium after winning the 24h Le Mans race with a Toyota Gazoo Racing in a Toyota TS050 Hybrid, Le Mans, France 17 June. EPA/EDDY LEMAISTRE
Credits: epa06812571 Formula One driver Fernando Alonso of Spain, driver of Toyota Gazoo Racing (starting n.8) in a Toyota TS050 Hybrid, reacts before the start of the Le Mans 24 Hours race in Le Mans, France, 16 June 2018. EPA/EDDY LEMAISTRE
Credits: epa06815948 Fernando Alonso of Spain celebrates after winning the 24h Le Mans race with a Toyota Gazoo Racing in a Toyota TS050 Hybrid, Le Mans, France 17 June. EPA/EDDY LEMAISTRE
Credits: epa05321680 Swiss driver Sebastien Buemi of Team Renault e.dams celebrates after winning the FIA Formula E Berlin ePrix race in Berlin, Germany, 21 May 2016. The Formula E championship is the first all-electric racing series in the world and was inaugurated in September 2014. Ten teams with a total of 20 drivers take part in ten races around the world. EPA/JENS BUETTNER
Credits: epa05321633 Swiss driver Sebastien Buemi of Team Renault e.dams celebrates after winning the FIA Formula E Berlin ePrix race in Berlin, Germany, 21 May 2016. The Formula E championship is the first all-electric racing series in the world and was inaugurated in September 2014. Ten teams with a total of 20 drivers get in ten races world against each other. EPA/JENS BUETTNER
Credits: epa06798338 Swiss driver Sebastien Buemi, Renault e.dams, during the motor racing Zurich E-Prix, the tenth stage of the ABB FIA Formula E championship, in Zurich, Switzerland, 10 June 2018 EPA/CYRIL ZINGARO
Fernando Alonso, Sébastien Buemi e Kazuki Nakajima hanno conquistato la 24 Ore di Le Mans 2018 al volante della Toyota.
Per tutti i tre membri dell’equipaggio (il primo interamente composto da piloti con esperienza di F1 a trionfare sulla Sarthe dopo 9 anni) si è trattato del primo successo nella gara endurance più famosa del mondo. Scopriamo insieme la loro storia.
Credits: epa06812571 Formula One driver Fernando Alonso of Spain, driver of Toyota Gazoo Racing (starting n.8) in a Toyota TS050 Hybrid, reacts before the start of the Le Mans 24 Hours race in Le Mans, France, 16 June 2018. EPA/EDDY LEMAISTRE
Fernando Alonso, la storia del vincitore della 24 Ore di Le Mans 2018
Fernando Alonso – nato il 29 luglio 1981 a Oviedo (Spagna) – è il pilota più anziano tra quelli che hanno vinto la 24 Ore di Le Mans 2018 con la Toyota.
Dopo aver conquistato tre campionati spagnoli Junior consecutivi con i kart tra il 1993 e il 1995 e la Coppa dei 5 Continenti Junior nel 1996 passa alle monoposto e nel 1999 porta a casa il campionato Euro Open by Nissan.
Fernando Alonso passa in F1 con la Minardi nel 2001 e dopo un anno come test driver in Renault diventa pilota titolare della Régie nel 2003. Corre con la scuderia francese fino al 2009 (fatta eccezione per un anno in McLaren nel 2007) e nel 2010 passa alla Ferrari.
Dal 2015 Alonso gareggia in Formula 1 con la McLaren ma non trascura le altre categorie: nel 2017 partecipa alla 500 Miglia di Indianapolis e viene chiamato dalla Toyota per correre nel Mondiale Endurance WEC 2018/2019. Si aggiudica la 24 Ore di Le Mans 2018 al primo tentativo insieme allo svizzero Sébastien Buemi e al giapponese Kazuki Nakajima.
Credits: epa06798338 Swiss driver Sebastien Buemi, Renault e.dams, during the motor racing Zurich E-Prix, the tenth stage of the ABB FIA Formula E championship, in Zurich, Switzerland, 10 June 2018 EPA/CYRIL ZINGARO
Sébastien Buemi, la storia del vincitore della 24 Ore di Le Mans 2018
Sébastien Buemi – nato il 31 ottobre 1988 a Aigle (Svizzera) – è il pilota più giovane tra quelli che hanno vinto la 24 Ore di Le Mans 2018.
Dopo aver ottenuto numerosi successi con i kart (tra cui un titolo europeo ICA nel 2002 e l’Italian Open Masters ICA Junior del 2003), debutta con le monoposto in Formula BMW ADAC nel 2004 con un terzo posto assoluto (in un’edizione vinta da un certo Sebastian Vettel). L’anno seguente si laurea vicecampione tedesco (dietro a Nico Hülkenberg) e mondiale (davanti a Hülkenberg).
Nel 2006 Sébastien Buemi passa in F3 e arriva terzo ai Masters (dietro a Paul di Resta e Giedo van der Garde) mentre l’anno successivo diventa vicecampione europeo dietro a Romain Grosjean e davanti a Hülkenberg. Il 2008 è invece l’anno del secondo posto nel campionato GP2 Asia Series dietro a Grosjean e davanti a Vitaly Petrov.
Dopo tre anni in F1 – dal 2009 al 2011 – con la Toro Rosso (miglior risultato nel Mondiale: 15° nel 2011) viene chiamato nel 2012 dalla Toyota per correre nel Mondiale WEC e si laurea campione iridato endurance nel 2014. Nel 2016 diventa campione Formula E con la Renault mentre nel 2018 si aggiudica per la prima volta (dopo sette tentativi) la 24 Ore di Le Mans insieme allo spagnolo Fernando Alonso e al giapponese Kazuki Nakajima.
Kazuki Nakajima, la storia del vincitore della 24 Ore di Le Mans 2018
Kazuki Nakajima – nato l’11 gennaio 1985 a Okazaki (Giappone) – è il terzo pilota nipponico della storia ad aver vinto la 24 Ore di Le Mans nonché il primo al volante di una vettura giapponese.
Figlio dell’ex pilota Satoru Nakajima (attivo in F1 dal 1987 al 1991), inizia a farsi notare nel mondo delle corse quando conquista nel 2003 il campionato Formula Toyota e quando due anni più tardi diventa vicecampione giapponese F3.
Kazuki Nakajima corre tre anni in F1 – dal 2007 al 2009 – con la Williams (miglior risultato nel Mondiale: 15° nel 2008) ma trova maggior fortuna in patria: secondo nel campionato Formula Nippon 2011 dietro a André Lotterer e primo l’anno seguente.
Sempre nel 2012 viene chiamato dalla Toyota per correre nel Mondiale Endurance WEC ma non trascura le altre categorie: terzo nel campionato Super GT 2013, primo in Super Formula nel 2014 (in un’edizione che vede in terza piazza Lotterer) e secondo nel 2015 (sempre davanti a Lotterer).
Le prime soddisfazioni per Kazuki Nakajima nell’endurance arrivano nel 2017 con il secondo posto nel WEC e nel 2018 con la prima vittoria (dopo sette tentativi) alla 24 Ore di Le Mans insieme allo spagnolo Fernando Alonso e allo svizzero Sébastien Buemi.
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Red Bull F1: motori Honda dal 2019
Credits: epa06797632 New Zealand’s Formula One driver Brendon Hartley of Scuderia Toro Rosso in action during the third practice session at the Gilles Villeneuve circuit in Montreal, Canada, 09 June 2018. The 2018 Canada Formula One Grand Prix will take place on 10 June. EPA/VALDRIN XHEMAJ
La Red Bull monterà motori Honda a partire dal Mondiale F1 2019: la scuderia austriaca ha firmato un contratto con la Casa giapponese valido anche per la stagione 2020 e abbandonerà dopo 12 anni i propulsori Renault/TAG Heuer, quelli che le hanno regalato le maggiori soddisfazioni.
La Red Bull corre in F1 dal 2005 e dal 2010 al 2013 ha dominato il campionato del mondo con quattro titoli Piloti (firmati Sebastian Vettel) e quattro Costruttori.
Honda ha fornito motori alla F1 dal 1964 al 1968, dal 1983 al 1992, dal 2000 al 2008 ed è tornata nel 2015 (prima con la McLaren e poi con la Toro Rosso). Le monoposto dotate di propulsori della Casa nipponica hanno conquistato cinque Mondiali Piloti consecutivi tra il 1987 e il 1991 (1987 con il brasiliano Nelson Piquet, 1988, 1990 e 1991 con il connazionale Ayrton Senna e 1989 con il francese Alain Prost) e sei titoli Costruttori di seguito tra il 1986 e il 1991 (due con la Williams nel 1986 e nel 1987 e quattro con la McLaren tra il 1988 e il 1991).
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24 Ore di Le Mans: i cinque piloti più vincenti di sempre
Credits: epa03836523 Former Belgian Formula One driver Jacky Ickx arrives at the Spa-Francorchamps race track prior to the Belgium Formula One Grand Prix near Francorchamps, Belgium, 25 August 2013. EPA/NICOLAS BOUVY
Credits: Emanuele Pirro
Credits: Frank Biela
La 24 Ore di Le Mans è una delle corse automobilistiche più prestigiose del mondo e solo i piloti più talentuosi sono riusciti a trionfare nella corsa endurance francese sul circuito della Sarthe.
Di seguito troverete i cinque piloti – quattro nordeuropei, un italiano (e zero transalpini) – che hanno vinto più edizioni della 24 Ore di Le Mans: cinque specialisti delle gare di durata.
24 Ore di Le Mans: i 5 piloti più vincenti
1° Tom Kristensen (Danimarca)
Nato il 7 luglio 1967 a Hobro (Danimarca)
VITTORIE ALLA 24 ORE DI LE MANS: 9 (1997, 2000-2005, 2008, 2013)
PALMARÉS: campione scandinavo kart Formula A (1985), campione tedesco F3 (1991), campione giapponese F3 (1993), 6 12 Ore di Sebring (1999, 2000, 2005, 2006, 2009, 2012), campione American Le Mans Series (2002), Mondiale WEC (2013)
2° Jacky Ickx (Belgio)
Nato l’1 gennaio 1945 a Bruxelles (Belgio)
VITTORIE ALLA 24 ORE DI LE MANS: 6 (1969, 1975-1977, 1981, 1982)
PALMARÉS IN F1: 13 stagioni (1967-1979), 114 GP disputati, 2° nel Mondiale (1969, 1970), 9 scuderie (Cooper, Ferrari, Brabham, McLaren, Iso-Marlboro, Lotus, Williams, Ensign, Ligier), 8 vittorie, 13 pole position, 14 giri veloci, 25 podi
PALMARÉS EXTRA-F1: campione europeo turismo (1965), campione europeo F2 (1967), 1000 km di Bathurst (1977), campione Can-Am (1979), 2 campionati del mondo sportprototipi (1982, 1983), Dakar (1983)
3° Derek Bell (Regno Unito)
Nato il 31 ottobre 1941 a Pinner (Regno Unito)
VITTORIE ALLA 24 ORE DI LE MANS: 5 (1975, 1981, 1982, 1986, 1987)
PALMARÉS IN F1: 6 stagioni (1968-1972, 1974), 9 GP disputati, 5 scuderie (Ferrari, McLaren, Brabham, , Tecno), 25° nel Mondiale (1970)
PALMARÉS EXTRA-F1: 2 campionati del mondo sportprototipi (1985, 1986), 3 24 Ore di Daytona (1986, 1987, 1989)
4° Emanuele Pirro (Italia)
Nato il 12 gennaio 1962 a Roma (Italia)
VITTORIE ALLA 24 ORE DI LE MANS: 5 (2000-2002, 2006, 2007)
PALMARÉS IN F1: 3 stagioni (1989-1991), 37 GP disputati, 2 scuderie (Benetton, Dallara), 18° nel Mondiale (1991)
PALMARÉS EXTRA-F1: campione italiano kart 100 categoria 1 (1976), campione italiano kart Formula Europa (1979), campione Formula Fiat Abarth (1980), 24 Ore del Nürburgring (1989), 2 campionati italiani turismo (1994, 1995), campione Super Tourenwagen (1996), 2 12 Ore di Sebring (2000, 2007), 2 campionati American Le Mans Series (2001, 2005)
5° Frank Biela (Germania)
Nato il 2 agosto 1964 a Neuss (Germania Ovest)
VITTORIE ALLA 24 ORE DI LE MANS: 5 (2000-2002, 2006, 2007)
PALMARÉS: campione DTM (1991), campione turismo francese (1993), campione turismo tedesco (1996), 4 12 Ore di Sebring (2000, 2003, 2004, 2007)
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