Monthly Archives: Aprile 2018

DS Racing Satory: la visita allo stabilimento del reparto corse

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A pochi chilometri da Parigi sorge il DS Racing Satory, il laboratorio dove vengono sviluppate le vetture da corsa e dove avvengono le magie. Siamo qui per uno scopo ben preciso: osservare da vicino la monoposto di Formula E che correrà nella prossima stagione (la Generation 2) e provare il simulatore di guida con cui si allenano i piloti del team DS Virgin, uno dei protagonisti assoluti del campionato 100% elettrico, l’unico – in questa stagione – ad aver piazzato almeno un driver in superpole nelle ultime sei gare. Il team si trova terzo in campionato, così com’è terzo il suo pilota di punta: Sam Bird.

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LA GENERATION TWO

Per chi non lo sapesse, la Formula E è un campionato mondiale di vetture 100% elettriche che, visto il suo impatto ambientale nullo, può permettersi di correre nei circuiti cittadini (temporanei) più belli del mondo.
Giunta alla sua quarta stagione, la Formula E si trova a un punto di svolta: dalla prossima le monoposto saranno molto diverse, sia nel look sia nelle specifiche tecniche.

Ci troviamo ai piedi della nuova vettura, e l’impatto scenico è stupefacente. È più grande, più “coperta”, più sinuosa, ma soprattutto più futuristica.
Le nuove vetture avranno una batteria più capiente sviluppata da McLaren (nelle prime 4 stagioni è stata fornita da Williams) che permetterà loro di coprire un’intera gara (ora si effettua un cambio vettura a metà della corsa). Vista la massa aggiuntiva dovuta al nuovo pacco batterie (la capienza passa dai 28 kw/h a 54 Kw/h), l’auto peserà circa 15-30 kg in più, ma sarà anche decisamente più veloce. Questo grazie anche all’incremento di potenza: dai 200 Kw di potenza massima si passerà ai 250 Kw (circa 340 CV) da utilizzare durante la sessione di qualifica.
Rimarrano invece le gomme Michelin di derivazione stradale (sono intagliate, relativamente strette e non hanno quasi degrado), mentre, come in Formula 1, verrà aggiunto un anello “Halo” di protezione, che però sarà luminoso e fornirà informazioni agli spettatori.

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IL SIMULATORE

Il simulatore non èaltro che il telaio di una vettura (che, ricordiamo, è fornito da Dallara, prodotto da Spark, ed è uguale per tutti i team), con un maxi schermo davanti.
È uno strumento davvero importante perché, al contrario che negli altri sport motoristici, in Formula E non si può andare in pista a provare: bisogna farlo virtualmente. I circuiti cittadini, infatti, vengono resi percorribili solo il giorno prima della corsa per permettere ai pilloti di effettuare uno shakedown.

Le settimane prima della gara un’agenzia incaricata dalla FIA si reca sul luogo del circuito e redige una mappa dettagliata della pista che successivamente verrà inviata ai vari team.
I piloti, nei giorni precedenti la gara, trascorrono almeno 4 ore al giorno ad allenarsi. Questo permette loro di conoscere il tracciato, e ai team di individuare la strategia energetica migliore: i punti di frenata e i punti dove recuperare energia.
La tecnologia è così avanzata che un giro del circuito con il simulatore si differenzia di pochi decimi rispetto ad un giro nella realtà, davvero impressionante.
Si prova: mi calo nell’abitacolo angusto della monoposto. Il volante è compatto, ha parecchi pulsanti e uno schermo bello grande (con oltre 20 pagine di dati); i pedali hanno la stessa consistenza di quelli della vera monoposto: quello del freno è marmoreo e non si capisce bene quando si arriva al bloccaggio delle ruote, mentre lo sterzo è piuttosto pesante ma accuratissimo.
Il maxi schermo (in realtà è un telo bianco semi circolare dove vengono proiettate le immagini) rende bene l’idea della tridimensionalità, ma allo stesso tempo non vanta un’eccezionale risoluzione grafica. Il circuito di Roma poi è tortuoso, con salite, discese e punti molto veloci. Ma soprattutto, è impregnato di storia.

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L’altro Aleix Espargaró: felice, lavoratore, esigente

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“Credo di essere nella mia forma migliore e vorrei lottare per il podio. Certo, se poi arrivasse la prima vittoria, sarebbe fantastico”

Alla nona stagione nella MotoGP (la quindicesima nel Motomondiale), Aleix Espargaró è più carico che mai.

Il pilota catalano, classe 1989, corre per il secondo anno nell’Aprilia Racing Team Gresini: il suo obiettivo a lungo termine? “Concludere il campionato tra nella top ten” risponde senza esitare.

Oltre alla sua RS-GP, però, in questo periodo il fratellone di Pol, suo avversario in griglia di partenza (nella scuderia Red Bull KTM Factory Racing) ha altro in mente: “Sto per realizzare uno dei sogni che tengo nel cassetto da un po’: diventare padre. Mia moglie (Laura Montero, ndr) è in attesa di due gemelli. Nasceranno a giugno e io sono la felicità in persona” racconta.

Sei pronto a destreggiarti tra pappe e pannolini?

“Non vedo l’ora! Di sicuro i bambini mi rivoluzioneranno la vita, a partire dalla routine quotidiana, ma mi renderanno molto felice”.

Tua moglie ti ha sempre accompagnato nei circuiti: come vi organizzerete?

“Spero che mi raggiunga la famiglia al completo. Magari non per le solite 10 o più gare, però sono sicuro che Laura troverà il modo per seguirmi”.

Con tanti anni di carriera alle spalle dove trovi la motivazione per continuare?

“Semplice: sfido me stesso. Anche quest’anno punto a superarmi e a migliorarmi rispetto alla scorsa stagione”.

Hai mai pensato di appendere il casco al chiodo?

“Sì, ogni anno che passa valuto i pro e i contro. Per adesso vincono i pro: sono ancora abbastanza giovane per posticipare valutazioni del genere. Di sicuro non correrò fino a 40 anni: di Valentino Rossi ce n’è uno”.

Hai idea di cosa farai, poi?

“No, ma sicuramente starò nell’ambiente sportivo. E magari scriverò un’autobiografia: ho il pallino per la scrittura e la lettura”.

Vero: una volta mi avevi detto che, se non avessi sfondato come pilota, avresti provato a diventare giornalista sportivo.

“Sì, mi interessa molto scoprire chi è veramente la persona che sta dietro l’atleta. Non a caso divoro autobiografie e biografie”.

L’ultima?

“La biografia di Alejandro Valverde, il ciclista del Team Movistar. L’ho letta d’un fiato perché parla di ciclismo dalla prospettiva interna all’ambiente: sono appassionatissimo di questo sport”.

Un campione che ti piacerebbe intervistare?

“Lance Amstrong: vorrei sapere di più su quello che ha passato”.

Questa intervista come la intitoleresti?

“L’altro Aleix Espargaró”.

Come ti descriveresti in tre parole?

“Felice, mi piace stare bene e fare stare bene chi ho accanto. Lavoratore: sono un lottatore e mi alleno come un matto per tenere il peso leggero. Esigente: con me stesso e la squadra, per dare il massimo”.

A proposito di squadra, guidi una moto italiana, con tanto di livrea tricolore (disegnata da Aldo Drudi, ndr): pregi e difetti di fare parte di un gruppo italiano?

“Il lato positivo è che ci capiamo: siamo popoli simili di carattere e abbiamo sempre la battuta pronta. Quello negativo? Meglio non dirlo: devo trascorrere ancora molto tempo nel box!”.

Ti senti un po’ italiano, per qualche motivo?

“A tavola, per cominciare: vivo in mezzo gli italiani da una vita italiani ho imparato molto sulla cucina. Adoro pizza e pasta, peccato che la mia dieta ferrea mi costringa ad asseggiarle di rado”.

Il punto forte e il punto debole della RS-GP?

“La stabilità in frenata, il telaio nuovo, che distribuisce i pesi in modo differente, e la ciclistica sono eccellenti, mentre va perfezionata l’erogazione della potenza in accelerazione. In Qatar abbiamo fatto un passo avanti e confido di continuare così, gara dopo gara.

Il progetto è il più giovane della classe regina ed è in continua evoluzione: la versione 18 ha anche airbox, sospensioni, forcellone in carbonio e impianto di scarico inediti. Aprilia è il costruttore europeo che ha vinto più gare nel Motomondiale, 294: con una storia così prestigiosa è naturale che miti a tornare al top”.

Che rapporto hai con tuo fratello?

“Splendido: Pol è anche il mio migliore amico. Condividiamo tantissimo e ad Andorra, dove abitiamo, stiamo insieme praticamente tutto il giorno. Spesso pranziamo o ceniamo: a cucinare sono sempre io, però!”.

Nel paddock vi vedete?

“Di sfuggita, perché siamo concentrati sulla moto e sulla gara”.

Esiste l’amicizia tra piloti?

“Sì. Mi trovo bene con tutti e ho un rapporto più stretto con Maverick Viñales e Alex Rins, che abitano ad Andorra. Anche con Andrea Dovizioso c’era stata subito intesa, quando ero approdato alla MotoGP”.

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Maserati 6CM: la regina della Targa Florio

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La Maserati 6CM è l’auto che ha vinto – insieme all’Alfa Romeo 8C-2300 Monza – più edizioni della Targa Florio (3). Scopriamo insieme la storia della monoposto del Tridente.

Maserati 6CM: la storia

La Maserati 6CM nasce nel 1936 per rimpiazzare la 4CM: il telaio è derivato da quello dell’antenata ma le sospensioni anteriori (prese in prestito dalla V8RI) sono più evolute in quanto a ruote indipendenti.

La prima auto del Tridente di sempre ad essere esposta in un Salone ( quello di Milano del 1936), monta un motore 1.5 a sei cilindri in linea da 155 CV: un propulsore che verrà usato nel dopoguerra per la vettura di serie A6.

27 esemplari prodotti – 8 usati come ufficiali e 19 venduti a scuderie private – e oltre 230 km/h di velocità massima: questi i numeri della Maserati 6CM, vettura che regala alla Casa emiliana la prima vittoria alla Targa Florio nel 1937 grazie a Giulio Severo. Nello stesso anno il marchio del Tridente viene acquistato dall’imprenditore Adolfo Orsi, che sposta la produzione della monoposto da Bologna a Modena.

Nel 1938 debutta una variante più potente (175 CV) e dotata di quattro valvole per cilindro che sale sul gradino più alto del podio della Targa Florio con Giovanni Rocco. Il terzo trionfo consecutivo nella corsa siciliana per la 6CM arriva nel 1939 con Luigi Villoresi.

Passione Maserati

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Rally – I più grandi piloti francesi

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Credits: epa06648337 Sebastien Loeb of France addresses to media prior to the shakedown of Tour de Corse 2018, Bastia, Corsica, France, 05 April 2018. EPA/NIKOS MITSOURAS

Rally Mexico 2018Rally Mexico 2018

Credits: epa06597040 French driver Sebastien Ogier celebrates victory with his team, the M-Sport Ford World Rally Team, after the Rally Mexico WRC in Leon, Guanajuato, Mexico, 11 March 2018.

EFE/Mario Castillo/jn IVE EPA/MARIO CASTILLO

Didier AuriolDidier Auriol

François DelecourFrançois Delecour

Michèle MoutonMichèle Mouton

 

La Francia è la nazione da cui provengono i due piloti di rally più forti di sempre – Sébastien Loeb e Sébastien Ogier – ma è anche il Paese natale della donna più veloce nella storia del motorsport: Michèle Mouton.

Di seguito troverete i cinque piloti di rally francesi più vincenti: tre campioni del mondo e due che ci sono andati molto vicino…

Rally – I 5 piloti francesi più vincenti

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1° Sébastien Loeb

Nato il 26 febbraio 1974 a Haguenau (Francia)

STAGIONI NEL WRC: 17 (1999-2013, 2015, 2018-)
AUTO GUIDATE NEL WRC: 6 (Citroën Saxo, Toyota Corolla, Citroën Xsara, Citroën C4, Citroën DS3, Citroën C3)
PALMARÈS: 9 Mondiali WRC (2004-2012)
PALMARÈS EXTRA-WRC: campione JWRC (2001), Pikes Peak (2013)

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2° Sébastien Ogier

Nato il 17 dicembre 1983 a Gap (Francia)

STAGIONI NEL WRC: 11 (2008-)
AUTO GUIDATE NEL WRC: 6 (Citroën C2, Citroën C4, Citroën DS3, Skoda Fabia, Volkswagen Polo, Ford Fiesta)
PALMARÈS: 5 Mondiali WRC (2013-2017)
PALMARÈS EXTRA-WRC: campione JWRC (2008)

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3° Didier Auriol

Nato il 18 agosto 1958 a Montpellier (Francia)

STAGIONI NEL WRC: 21 (1984-2003, 2005)
AUTO GUIDATE NEL WRC: 13 (Renault 5, MG Metro, Ford Sierra, Lancia Delta, Toyota Celica, Subaru Impreza, Mitsubishi Lancer, Ford Escort, Toyota Corolla, Seat Cordoba, Peugeot 206, Skoda Octavia, Skoda Fabia)
PALMARÈS: Mondiale WRC (1994)

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4° François Delecour

Nato il 30 agosto 1962 a Hazebrouck (Francia)

STAGIONI NEL WRC: 22 (1984-1987, 1990-2002, 2012, 2014-2017)
AUTO GUIDATE NEL WRC: 13 (Talbot Samba, Peugeot 205, Peugeot 309, Ford Sierra, Ford Escort, Peugeot 306, Peugeot 206, Ford Focus, Mitsubishi Lancer, Ford Fiesta, Porsche 911, Peugeot 207, Abarth 124)
PALMARÈS: 2° nel Mondiale WRC (1993), campione R-GT (2015)

François DelecourFrançois Delecour

Michèle MoutonMichèle Mouton

5° Michèle Mouton

Nato il 23 giugno 1951 a Grasse (Francia)

STAGIONI NEL WRC: 13 (1974-1986)
AUTO GUIDATE NEL WRC: 7 (Alpine A110, Alpine A310, Autobianchi A112, Fiat 131, Lancia Stratos, Audi Quattro, Peugeot 205)
PALMARÈS: 2° nel Mondiale WRC (1982)

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Rally d’epoca

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Seat Ibiza 1.0 TSi da 95 CV XCellence, la video-prova

Sportiva nelle linee, molto spaziosa e poco assetata: queste sono le carte vincenti della Seat Ibiza 1.0 TSi da 95 CV. Il motore è brillante e i consumi non fanno rimpiangere il diesel, anche perché il 1.6 TDI costa ben 2.700 euro in più. Buona anche la dotazione tecnologica della versione XCellence. L’Ibiza costa un po’ meno della cugina (anche se è quasi una gemella) Polo, ma si svaluta anche di più. L’abbiamo messa alla prova per testarla sotto tutti i punti di vista.

Le nostre prove

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Koenigsegg: prodotta l’ultima Agera RS

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L’auto di serie più veloce al mondo dice addio alla fabbrica. Koenigsegg ha annunciato che è terminata la produzione delle sole 25 unità previste per la Agera RS. Svelata al Salone di Ginevra del 2015, intraprese una dura battaglia di velocità contro il marchio francese Bugatti.

Detentrice di un doppio record

Nel 2017 riuscì ad abbassare il tempo record sullo scatto 0-400 km/h fermando il cronometro, prima in 36,44 secondi, e poi in 33,29 secondi.

Ma non è l’unica prodezza della Koenigsegg Agera RS. Poco tempo dopo, infatti, L’hyper car svedese stabilì il nuovo record di velocità massima raggiungendo i 447,2 km/h, lasciandosi alle spalle il vecchio record detenuto sempre da Bugatti, ma in questo caso dalla Veyron Super Sport (438 km/h).

Questo doppio primato la Koenigsegg Agera RS lo deve soprattutto al V8 biturbo che monta sotto pelle, in grado di erogare 1.376 CV (per un peso di 1.395 Kg). Per dirle addio alla gamma, la firma svedese ha annunciato che produrrà una micro serie limitata di sole tre unità, tutte diverse una dall’altra. La prima di queste è stata presentata all’ultimo Salone di Ginevra 2018.

News

Koenigsegg Agera RS: l’auto più veloce al mondo

Il video del nuovo record. Con 444.6 km/h entra nel Guinness dei Primati

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Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio by Romeo Ferraris

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Il tuner lombardo Romeo Ferraris ha presentato la sua elaborazione della top di gamma di Casa Alfa Romeo, la Giulia Quadrifoglio.

Body kit in carbonio

Esteticamente la berlina arrabbiata del Biscione riceve un body kit estetico in fibra di carbonio che include un nuovo splitter anteriore, specchietti retrovisori specifici, maniglie porta dedicate, terminali di scarico anch’essi in fibra di carbonio. Il materiale ultra leggero è stato usato anche all’interno dell’abitacolo per il volante, la plancia e i pannelli porta. Completano il quadro i cerchi OZ Hyper GT HLT da 20 pollici e le sospensioni Bilstein.

Upgrade da +88 CV

Ma sotto il cofano della Giulia Quadrifoglio di Romeo Ferraris sono stati fatti i ritocchi più interessanti. Il V6 biturbo da 2,9 litri di origine Ferrari ( di serie 510 CV e 600 Nm di coppia), è stato ottimizzato con un aggiornamento dell’elettronica e un nuovo impianto di scarico firmato Ragazzon. Sulla carta l’incremento di potenza arriverebbe a 88 CV aggiuntivi e 140 Nm in più rispetto alla versione di serie. Il che si tradurrebbe in performance migliorate, con lo sprint da 0 a 100 coperto in 3,5 secondi e una velocità massima di 317 km/h.

Foto

Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio

La berlina tre volumi arrabbiata del Biscione

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MotoGP 2018, Argentina gli orari diretta TV di Sky e Tv8

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Ci risiamo. Dopo l’entusiasmante tappa del Qatar, la MotoGP 2018 ritorna con il GP d’Argentina. Sul tracciato di Termas de Rio Hondo si preannuncia una grande battaglia, almeno bella quanto quella che ha visto Dovizioso e Marquez protagonisti del primo round del motomondiale, con il forlivese bravo a vincere in volata. Sono in tanti ad essere carichi e desiderosi di fare bene e ci sono tutti i presupposti affinché lo spettacolo possa essere emozionante. Lo scorso anno vinse Vinales, davanti a Rossi e Crutchlow. Come di consueto la seconda tappa della MotoGP 2018 sarà trasmessa in diretta tv su Sky Sport MotoGP e (questa volta) anche su TV8. Di seguito gli orari TV per seguire l’evento.

MotoGP 2018, Argentina: gli orari TV su Sky Sport MotoGP e TV8

Venerdì 6 aprile

14.00 Moto3 Fp1

14.55 MotoGP Fp1

15.55 Moto2 Fp1

18.10 Moto3 Fp2

19.05 MotoGP Fp2

20.05 Moto2 Fp2

Sabato 7 aprile

14.00 Moto3 Fp3

14.55 MotoGP 14.55

15.55 Moto2 Fp3

17.35 Moto3 Qua

18.30 MotoGP FP4

19.10 MotoGP Qua

20.05 Moto2 Qua

Domenica 8 aprile

17.00 Moto3 Gara

18.20 Moto2 Gara

20.00 MotoGP Gara

Le ultime novità del mondo delle due ruote

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Yamaha TMAX SX Sport Edition, da 13.190 euro

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Del nuovo Yamaha TMAX SX Sport Edition vi abbiamo parlato nelle precedenti settimane. Si tratta di una versione esclusiva, caratterizzata da numerosi particolari che lo pongono a metà tra i due allestimenti DX ed SX. Debutta ufficialmente nelle concessionarie Yamaha con prezzi a partire da 13.190 euro.

Yamaha TMAX SX Sport Edition

Il nuovo Yamaha TMAX SX Sport Edition si distingue per lo scarico Akrapovic, la cover in carbonio e lo speciale logo Sport Edition sul terminale. Ma è dotato anche di parabrezza sportivo e portatarga in alluminio. È equipaggiato con un telaio compatto in alluminio, con una forcella a doppia piastra con steli rovesciati e una sospensione posteriore a leveraggi progressivi. Prevede di serie il D-Mode a 2 livelli, che permette al pilota di scegliere la mappatura dell’erogazione, adattandosi a diverse situazioni d’uso sportivo o cittadino. Il controllo di trazione (TCS) e l’ABS assicurano invece il pieno controllo su diverse superfici. Completano il quadro la strumentazione TFT, la Smart Key e la nuova ed esclusiva app My TMAX Connect, che permette ai proprietari di accedere a informazioni sulla localizzazione dello scooter. Grazie al sensore GPS di serie si può attivare e disattivare il blocco motore, oltre ad accedere alle funzioni di geofencing e di gestione del furto. Il nuovo Yamaha TMAX SX Sport Edition è disponibile a partire da aprile 2018.

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Rolls Royce Cullinan, National Geographic girerà il documentario

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Il fatto che Rolls Royce abbia deciso di produrre la sua SUV è uno degli eventi che passeranno alla storia. La Casa automobilistica di lusso inglese lo sa bene e, per promuovere al massimo questa operazione, ha deciso di raccontare con un documentario il suo sviluppo.

E a girare il film sulla Rolls Royce Cullinan sarà il più famoso produttore di documentari al mondo, National Geographic.

L’ultima tappa dello viluppo della nuova sport utility britannica verrà portata a termine negli Stati Uniti, in Medio Oriente e in Nord Europa, dove verrà sottoposta alle classiche prove in condizioni climatiche estreme. Il tutto sarà documentato dal fotografo Cory Richard.

Visto che praticamente tutti i dettagli verranno svelati con il documentario, ancora si sa poco sulla nuova Cullinan, eccetto che sarà basata sulla stessa piattaforma modulare della nuova Phantom e che arriverà a toccare i sei metri di lunghezza. Anche sotto il cofano dovrebbe trovare posto lo stesso V12 che proprio sulla limousine eroga 571 CV e 900 Nm di coppia.

Anteprime

Rolls Royce: la SUV si chiamerà Cullinan

Basata sulla nuova piattaforma spaceframe in alluminio, arriverà sul mercato entro la fine del 2018

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