Monthly Archives: Dicembre 2017

MINI John Cooper Works

Mini John Cooper Works, la versione più cattiva della piccola del marchio britannico. L’ultima generazione è cresciuta nelle dimensioni, nella qualità e nel prezzo. È una vettura premium, dove la qualità del materiali è evidente. Oggi è anche più potente rispetto al passato. Noi l’abbiamo provata su strada e in pista per scoprirne il carattere. È meno estrema di come ci si potrebbe aspettare, nonostante sia comunque una vettura estremamente divertente: d’altronde il go-kart feeling tipico del marchio trova qui la massima espressione.

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Renault, in arrivo un nuovo motore benzina per Scénic e Grand Scénic

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Il marchio Renault annuncia l’arrivo di un nuovo motore turbo benzina a iniezione diretta sviluppato grazie alla partnership tra l’Alleanza (Renault, Nissan e Mitsubishi) e Daimler. Sarà inaugurato inizialmente sui modelli Scénic e Grand Scénic a partire da gennaio 2018 per poi debuttare su tutta la gamma del marchio francese.

Maggiori performance e minori emissioni

«Nel nostro nuovo motore a benzina c’è tutto il know-how degli ingegneri del Gruppo Renault, dell’Alleanza e del nostro partner Daimler. Questo motore, che è conforme agli standard di qualità sia dell’Alleanza che di Daimler, ha richiesto più di 40.000 ore di collaudi. Rispetto all’Energy TCe 130, il nuovo propulsore Energy TCe 140 (da 25.750 euro su Scénic e da 27.250 euro su Grand Scénic) offre una coppia massima superiore a 35 Nm ed è disponibile in un range due volte più esteso, da 1500 giri/minuto a 3500 giri/minuto», sottolinea Philippe Brunet, Vicepresidente dell’ingegneria motori termici ed elettrici per l’Alleanza. Il TCe 160, invece, offre una coppia di 260 Nm con cambio manuale e di 270 Nm con automatico EDC (da 28.550 euro su Scénic e da 30.050 euro su Grand Scénic)

Il nuovo motore nel dettaglio

Associato a trasmissioni manuali e automatiche EDC a doppia frizione, il nuovo motore è disponibile in varie potenze che vanno da 115 CV a 160 CV. Comprende le innovazioni sviluppate negli ultimi anni dall’Alleanza, tra cui il Bore Spray Coating, tecnologia di rivestimento dei cilindri ripresa dal motore della Nissan GT-R, che migliora l’efficienza riducendo gli attriti e ottimizzando la conduttività termica. Altre tecnologie migliorano il piacere di guida e riducono i consumi e le emissioni di CO2: l’iniezione diretta di benzina con pressione portata a 250 bar e la nuova camera di combustione, progettata per ottimizzare la miscela aria/carburante. Per non parlare della tecnologia Dual Variable Timing Camshaft che gestisce le valvole di aspirazione e di scarico in funzione delle sollecitazioni del motore. Il risultato è più coppia ai bassi regimi e più coppia lineare disponibile agli alti regimi, a vantaggio di un maggiore piacere di guida e di migliori riprese per i nostri clienti.

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Fonte:

Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D: 5 pro (e qualche contro)

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Mazda Mazda2 faro anterioreMazda Mazda2 faro anteriore

Mazda Mazda2 codaMazda Mazda2 coda

Mazda Mazda2 faro posterioreMazda Mazda2 faro posteriore

Mazda Mazda2 frontaleMazda Mazda2 frontale

Mazda Mazda2 tre quarti posteriore 2Mazda Mazda2 tre quarti posteriore 2

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Mazda Mazda2 cerchi in legaMazda Mazda2 cerchi in lega

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Mazda Mazda2 bagagliaio sedili posteriori abbattutiMazda Mazda2 bagagliaio sedili posteriori abbattuti

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Mazda Mazda2 pulsantiMazda Mazda2 pulsanti

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Mazda Mazda2 sedili anterioriMazda Mazda2 sedili anteriori

Mazda Mazda2 sedili posterioriMazda Mazda2 sedili posteriori

 

La Mazda Mazda2 è una delle auto più sottovalutate in commercio: non si tratta, infatti, solo di una piccola valida che fatica a trovare spazio in una categoria ricca di concorrenza ma anche di una delle migliori proposte del “segmento B”.

Abbiamo già avuto modo di testare (e apprezzare) la versione turbodiesel 1.5 Skyactiv-D: questa volta abbiamo preferito quindi usare la nostra prova su strada per dirvi 5 ragioni per cui comprare la Mazda2, e 3 per cui pensarci meglio su.

Scopriamoli insieme.

Pregi

Accessori Tanti e molto utili
Motore superecologico Meno di 90g/Km di CO2
Prestazioni Spinge già ai bassi regimi
Scattante Una piccola con lo 0-100 in 10,1 secondi
Risparmiosa Consumi bassi: più di 20Km/l, sempre

Difetti

Bagagliaio Servirebbe un po’ di spazio in più
Visibilità posteriore Il lunotto è un po’ piccino
Prezzi La qualità si paga
Prezzo 20.150 euro

Mazda Mazda2 logo Mazda2Mazda Mazda2 logo Mazda2

Accessori – Dotazione di serie ricca

La dotazione di serie presente a bordo della Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D nell’allestimento più lussuoso Exceed protagonista della nostra prova su strada è impressionante.

Qualche esempio?

Airbag frontali, laterali e a tendina, alzacristalli elettrici anteriori e posteriori, assistente per le partenze in salita, attacchi Isofix, cerchi in lega da 16”, climatizzatore automatico, controlli di stabilità e trazione, cruise control, LDWS (avviso fuoriuscita dalla carreggiata), fari anteriori full LED, fendinebbia, navigatore, radio DAB Aux In Bluetooth CD MP3 con comandi al volante e doppia presa USB, retrovisori ripiegabili elettricamente e automaticamente, SCBS (frenata automatica anteriore con rilevazione pedoni), sensori di parcheggio posteriori, sensori luce/pioggia, sensori pressione pneumatici e vetri posteriori oscurati.

Accessori

Cerchi in lega da 16″ di serie
Climatizzatore automatico di serie
Cruise control di serie
Fendinebbia di serie
Interni in pelle 700 euro
Navigatore satellitare di serie
Sensore luci di serie
Sensore pioggia di serie
Sensori di parcheggio post. di serie
Vernice metallizzata 550 euro

Ecologia – Consumi attenti all’ambiente

Chi pensa che i motori diesel siano il male assoluto dovrebbe dare un’occhiata alla Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D.

La piccola giapponese è una delle poche auto a gasolio che emette meno di 90 g/km di CO2.

Secondo l’opinione pubblica è una sporca inquinatrice per il semplice fatto di ospitare sotto il cofano un motore a gasolio ma in realtà esistono vetture ibride che rilasciano più anidride carbonica nell’aria.

Prestazioni – Una (quasi) sportiva

Solitamente uno “0-100” inferiore a 10 secondi è sinonimo di auto vivace.

La Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D, pur essendo – come abbiamo visto – una piccola estremamente rispettosa dell’ambiente, impiega solo 10,1 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri.

La “segmento B” nipponica, oltretutto, non è solo briosa secondo i freddi numeri: basta guidarla, infatti, per rendersi conto di avere a che fare con una delle proposte più sprintose del segmento (a patto di non usare le marce alte).

Consumi – Un diesel che beve poco

Difficile, se non impossibile, trovare una piccola diesel meno assetata della Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D oggetto della nostra prova su strada.

La Casa del Sol Levante dichiara una percorrenza di 29,4 km/l (ovviamente impossibile da raggiungere nell’uso normale). Piuttosto sorprendente, però, ritrovarsi con una vettura in grado di stare sempre sopra quota 20 in qualsiasi condizione di guida (sì, anche in autostrada a 130 km/h).

Tre difetti:bagagliaio, visibilità, prezzi

La Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D – come potete vedere – presenta tantissimi pregi ma non mancano i difetti.

Il bagagliaio, ad esempio, potrebbe essere più grande (280 litri che diventano 950 quando si abbattono i sedili posteriori) e la visibilità è penalizzata dal lunotto piccino. I prezzi, infine, sono un po’ alti: la Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D Exceed analizzata nella nostra prova su strada è la versione più cara della gamma (20.150 euro) e il marchio giapponese non è famoso per fare grossi sconti. La qualità, d’altronde, si paga…

Il mondo Mazda

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Scheda tecnica

Tecnica

Motore turbodiesel, 4 cilindri
Cilindrata 1.499 cc
Potenza max/giri 77 kW (105 CV) a 4.000 giri
Coppia max/giri 220 Nm a 1.400 giri
Omologazione Euro 6
Cambio manuale a 6 marce

Capacità

Bagagliaio 280/950 litri
Serbatoio 44 litri

Prestazioni e consumi

Velocità max 178 km/h
Acc. 0-100 10,1 s
Consumo urb./extra/medio 26,3/31,3/29,4 km/l
Autonomia 1.294 km
Emissioni CO2 89 g/km

Costi d’utilizzo

Prezzo 20.150 euro
Bollo 198,66 euro

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Fonte:

Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D: la prova in sei punti

Mazda Mazda2Mazda Mazda2

Mazda Mazda2 faro anterioreMazda Mazda2 faro anteriore

Mazda Mazda2 codaMazda Mazda2 coda

Mazda Mazda2 faro posterioreMazda Mazda2 faro posteriore

Mazda Mazda2 frontaleMazda Mazda2 frontale

Mazda Mazda2 tre quarti posteriore 2Mazda Mazda2 tre quarti posteriore 2

Mazda Mazda2 profiloMazda Mazda2 profilo

Mazda Mazda2 mascherinaMazda Mazda2 mascherina

Mazda Mazda2 logo Mazda2Mazda Mazda2 logo Mazda2

Mazda Mazda2 cerchi in legaMazda Mazda2 cerchi in lega

Mazda Mazda2 tre quarti posterioreMazda Mazda2 tre quarti posteriore

Mazda Mazda2 cerchi in lega 2Mazda Mazda2 cerchi in lega 2

Mazda Mazda2 interni 4Mazda Mazda2 interni 4

Mazda Mazda2 interni 2Mazda Mazda2 interni 2

Mazda Mazda2 bagagliaio sedili posteriori abbattutiMazda Mazda2 bagagliaio sedili posteriori abbattuti

Mazda Mazda2 interni 5Mazda Mazda2 interni 5

Mazda Mazda2 interniMazda Mazda2 interni

Mazda Mazda2 interni 3Mazda Mazda2 interni 3

Mazda Mazda2 motoreMazda Mazda2 motore

Mazda Mazda2 pulsantiMazda Mazda2 pulsanti

Mazda Mazda2 bagagliaioMazda Mazda2 bagagliaio

Mazda Mazda2 sedili anterioriMazda Mazda2 sedili anteriori

Mazda Mazda2 sedili posterioriMazda Mazda2 sedili posteriori

 

La Mazda Mazda2 è una delle auto più sottovalutate in commercio: non si tratta, infatti, solo di una piccola valida che fatica a trovare spazio in una categoria ricca di concorrenza ma anche di una delle migliori proposte del “segmento B”.

Abbiamo già avuto modo di testare (e apprezzare) la versione turbodiesel 1.5 Skyactiv-D: questa volta abbiamo preferito quindi usare la nostra prova su strada per dirvi 5 ragioni per cui comprare la Mazda2, e 3 per cui pensarci meglio su.

Scopriamoli insieme.

Pregi

Accessori Tanti e molto utili
Motore superecologico Meno di 90g/Km di CO2
Prestazioni Spinge già ai bassi regimi
Scattante Una piccola con lo 0-100 in 10,1 secondi
Risparmiosa Consumi bassi: più di 20Km/l, sempre

Difetti

Bagagliaio Servirebbe un po’ di spazio in più
Visibilità posteriore Il lunotto è un po’ piccino
Prezzi La qualità si paga
Prezzo 20.150 euro

Mazda Mazda2 logo Mazda2Mazda Mazda2 logo Mazda2

Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D: ricca di accessori

La dotazione di serie presente a bordo della Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D nell’allestimento più lussuoso Exceed protagonista della nostra prova su strada è impressionante.

Qualche esempio? Airbag frontali, laterali e a tendina, alzacristalli elettrici anteriori e posteriori, assistente per le partenze in salita, attacchi Isofix, cerchi in lega da 16”, climatizzatore automatico, controlli di stabilità e trazione, cruise control, LDWS (avviso fuoriuscita dalla carreggiata), fari anteriori full LED, fendinebbia, navigatore, radio DAB Aux In Bluetooth CD MP3 con comandi al volante e doppia presa USB, retrovisori ripiegabili elettricamente e automaticamente, SCBS (frenata automatica anteriore con rilevazione pedoni), sensori di parcheggio posteriori, sensori luce/pioggia, sensori pressione pneumatici e vetri posteriori oscurati.

Accessori

Cerchi in lega da 16″ di serie
Climatizzatore automatico di serie
Cruise control di serie
Fendinebbia di serie
Interni in pelle 700 euro
Navigatore satellitare di serie
Sensore luci di serie
Sensore pioggia di serie
Sensori di parcheggio post. di serie
Vernice metallizzata 550 euro

Mazda2 1.5 Skyactiv-D: un diesel che rispetta l’ambiente

Chi pensa che i motori diesel siano il male assoluto dovrebbe dare un’occhiata alla Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D.

La piccola giapponese è una delle poche auto a gasolio che emette meno di 90 g/km di CO2. Secondo l’opinione pubblica è una sporca inquinatrice per il semplice fatto di ospitare sotto il cofano un motore a gasolio ma in realtà esistono vetture ibride che rilasciano più anidride carbonica nell’aria.

Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D: un gioiello di motore

Il motore 1.5 turbodiesel Skyactiv-D da 105 CV e 220 Nm di coppia della Mazda Mazda2 protagonista della nostra prova su strada è un piccolo gioiello.

Un’unità – montata anche dalla compatta Mazda3 e dalla SUV CX-3 – che grazie alla spinta corposa già ai bassissimi regimi non costringe a tirare troppo le marce.

Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D: prestazioni da (quasi) sportiva

Solitamente uno “0-100” inferiore a 10 secondi è sinonimo di auto vivace. La Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D, pur essendo – come abbiamo visto – una piccola estremamente rispettosa dell’ambiente, impiega solo 10,1 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri.

La “segmento B” nipponica, oltretutto, non è solo briosa secondo i freddi numeri: basta guidarla, infatti, per rendersi conto di avere a che fare con una delle proposte più sprintose del segmento (a patto di non usare le marce alte).

Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D: consumi da record

Difficile, se non impossibile, trovare una piccola diesel meno assetata della Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D oggetto della nostra prova su strada.

La Casa del Sol Levante dichiara una percorrenza di 29,4 km/l (ovviamente impossibile da raggiungere nell’uso normale). Piuttosto sorprendente, però, ritrovarsi con una vettura in grado di stare sempre sopra quota 20 in qualsiasi condizione di guida (sì, anche in autostrada a 130 km/h).

Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D: quasi perfetta

La Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D – come potete vedere – presenta tantissimi pregi ma non mancano i difetti.

Il bagagliaio, ad esempio, potrebbe essere più grande (280 litri che diventano 950 quando si abbattono i sedili posteriori) e la visibilità è penalizzata dal lunotto piccino. I prezzi, infine, sono un po’ alti: la Mazda Mazda2 1.5 Skyactiv-D Exceed analizzata nella nostra prova su strada è la versione più cara della gamma (20.150 euro) e il marchio giapponese non è famoso per fare grossi sconti. La qualità, d’altronde, si paga…

Il mondo Mazda

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Scheda tecnica

Tecnica

Motore turbodiesel, 4 cilindri
Cilindrata 1.499 cc
Potenza max/giri 77 kW (105 CV) a 4.000 giri
Coppia max/giri 220 Nm a 1.400 giri
Omologazione Euro 6
Cambio manuale a 6 marce

Capacità

Bagagliaio 280/950 litri
Serbatoio 44 litri

Prestazioni e consumi

Velocità max 178 km/h
Acc. 0-100 10,1 s
Consumo urb./extra/medio 26,3/31,3/29,4 km/l
Autonomia 1.294 km
Emissioni CO2 89 g/km

Costi d’utilizzo

Prezzo 20.150 euro
Bollo 198,66 euro

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Rodolfo Bonetto, il suono del design

Rodolfo BonettoRodolfo Bonetto

Rodolfo Bonetto è stato un designer diverso dagli altri: a differenza dei colleghi non ha mai amato molto l’architettura e l’arredamento e ha preferito concentrarsi su oggetti funzionali. Scopriamo insieme la storia dello stilista milanese, attivo nel mondo automotive tra gli anni ’70 e ’80.

Rodolfo Bonetto: la biografia

Rodolfo Bonetto nasce a Milano il 18 settembre 1929. Grazie allo zio pilota Felice Bonetto (vincitore della Targa Florio del 1952) inizia ad appassionarsi alle auto e la sua bravura nel disegno gli consente di trovare un posto come consulente alla Pininfarina.

Costretto a scegliere tra il design e la musica (la sua seconda professione è quella di batterista jazz), decide nel 1958 di concentrarsi esclusivamente sullo stile aprendo un proprio studio, collaborando con la Veglia Borletti (azienda specializzata in strumentazioni per automobili) e realizzando bozzetti di carrozzerie per Boneschi, Vignale e Viotti.

Gli anni ’60

Rodolfo Bonetto è un autodidatta ma grazie alle proprie doti trova nel 1961 una cattedra presso la prestigiosa scuola di design tedesca di Ulm. Nel 1964 conquista il Compasso d’Oro (il primo di otto totali) per la sveglia Sfericlock disegnata per Borletti e l’anno seguente abbandona la Germania.

Alla fine del decennio inizia a lavorare per la Olivetti rendendo esteticamente più gradevoli le numerose macchine utensili a controllo numerico presenti nell’azienda di Ivrea. Tra le opere più interessanti di quel periodo segnaliamo il televisore Autovox Linea 1 del 1969.

Le auto

Nella seconda metà degli anni ’70 Rodolfo Bonetto torna ad occuparsi di auto e inizia a lavorare con il Gruppo Fiat. Nel 1979 conquista il Compasso d’Oro per gli interni della 131 Supermirafiori svelata l’anno prima mentre pochi anni più tardi cura lo stile esterno del motore FIRE e la plancia dell’Autobianchi Y10 e della prima generazione della Fiat Croma.

Gli ultimi anni

Alla fine degli anni ’80 Rodolfo Bonetto realizza il telefono pubblico Rotor IPM (1987) e gli interni della prima serie della Fiat Tipo. Scompare a Milano il 29 marzo 1991.

Personaggi italiani

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Need for Speed Payback in offerta sul PS Store

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Se non vi siete ancora accaparrati l’ultimo Need for Speed Payback avete 48 ore di tempo per acquistarlo a metà prezzo sul Play Station Store. Il nuovo capitolo costa 34,99 euro invece che 69.99 euro, grazie alle 12 offerte di natale che Sony propone in questi giorni. Ma attenzione, allo scadere delle 48 ore l’offerta non sarà più valida.
Naturalemnte per poter usufruire dello sconto dovete possedere un abbonamento al Play Station Plus.

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NEED FOR SPEED PLAYBACK

L’ultimo capitolo della saga Need For Speed è un vero e proprio action ricco di inseguimenti e di corse sfrenate. Un gioco di corse con una trama cinematografica, uno stile di guida arcade e un mondo costellato di strade e di canyon da esplorare.
Need for Speed Playback vanta poi 74 auto suddivise in 5 categorie, moltissimi tracciati e un modello di personalizzazione profondissimo.
Durante la carriera (o meglio dire la “storia”) si possono affrontare svariate gare con tipologie diverse di auto, tutte varie e ben diversificate, ma ci sono anche una serie di sfide secondarie che spezzano e arricchiscono il gameplay.

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Jaguar I-PACE, gli ultimi test sull’autonomia

In attesa del lancio mondiale previsto nel 2018, la nuova Jaguar I-PACE effettua i test finali di autonomia e durata. Esattamente un anno dopo la presentazione all’Auto Show di Los Angeles, l’attesissimo SUV elettrico è stato impegnato tra le strade della California in un test sulla lunga distanza completato senza ricaricare le batterie. Il prototipo di produzione della I-PACE ha infatti viaggiato per 320 km, dal Sunset Boulevard di Los Angeles a Morro Bay, nella contea di San Luis Obispo, con una sola carica dell’evoluta batteria agli ioni di litio.

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Auto Sportive – De Tomaso Guarà

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De Tomaso GuaràDe Tomaso Guarà

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De Tomaso GuaràDe Tomaso Guarà

È stata prodotta per quasi dieci anni: la De Tomaso Guarà è una supercar figlia degli anni ’90. La Casa costruttrice modenese l’ha presentata nel 1993 come erede della De Tomaso Pantera, una sportiva pensata per le competizioni. La Guarà non è nata per questo, ma rimane un’auto pura e ostica. Il suo look è particolare: il muso lungo con i fanali nascosti ricorda quello della Mazda Rx-7 mentre il posteriore colmo di linee orizzontali ha un qualcosa della Bugatti EB110.
Dal vivo è ancora più bassa e “quadrata” di quanto non sembri in foto: con 4,2 metri di lunghezza, 2 di larghezza e appena 1,2 di altezza, la Guarà ha davvero una bella presenza.
Dentro invece c’è molto anni ’80: forme squadrate, tanta pelle e pochi strumenti. Una sportiva molto old school, da questo punto di vista.

De Tomaso GuaràDe Tomaso Guarà

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LEGGERA E VELOCE

Il telaio della De Tomaso Guarà è in alluminio mentre la scocca è un mix di fibra di vetro e kevlar; questo fa sì che l’ago della bilancia si fermi a poco più di 1.000 kg (1.050 per la barchetta e 1.200 per la Coupé). Lo schema delle sospensioni – di tipo push road – deriva direttamente dalle vetture da corsa; aa quel che più importa è che la De Tomaso Guarà ha “buon cuore”, anzi, più di uno.
I primi esemplari montavano un motore V8 BMW 4.0 litri da circa 300 CV abbinato ad una cambio manuale Getrag, mentre gli esemplari dal 1998 in poi vennero equipaggiati con un più rude ed economico V8 Ford da 4,6 litri dalla potenza di 305 CV (320 CV nelle versioni più moderne); il cambio di queste nuove versioni fu sostituito da uno ZF.
Il V8 Ford era più coppioso e virile, ma anche più pesante: il peso totale della vettura è passato infatti da 1200 a 1400 kg, con ovvie conseguenze sulla guidabilità.
La trazione posteriore e l’assenza di controllo tra l’altro richiedevano una guida ferma e delle mani capaci.
Notevoli anche le prestazioni: 0 – 100 km/h in meno di 5 secondi e 270 km/h di velocità massima.
Purtroppo sono stati costruiti pochi esemplari ed è davvero raro trovarne una usata.

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MOIA presenta il primo Minibus Volkswagen

MOIA präsentiert Ride-Pooling-Konzept mit weltweit erstem elektrischen Ridesharing-FahrzeugMOIA präsentiert Ride-Pooling-Konzept mit weltweit erstem elektrischen Ridesharing-Fahrzeug

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MOIA, il brand di Volkswagen dedicato ai servizi della mobilità ha svelato il suo primo veicolo proprio ad un anno dalla sua creazione. Si tratta di un minibus a propulsione elettrica in grado di trasportare fino a sei passeggeri e che rappresenta una nuova alternativa di auto condivisa.

Accedere ai sei posti dell’abitacolo è molto semplice e lo si farà grazie ad una App che, oltre ad indicare il prezzo per il tragitto (proprio come Uber), gestirà le esigenze di diversi utenti in modo da ottimizzare la sua efficienza. I sedili sono individuali, in modo che ogni passeggero possa mantenere la propria intimità. Ognuno a bordo, poi, avrà accesso ad un punto wifi ad alta velocità, diverse prese Usb, una luce per la lettura e uno spazio apposito, al lato del sedile, per il proprio bagaglio.

Questo veicolo per la mobilità condivisa di Volkswagen è spinto da un motore elettrico e vanta un’autonomia di 300 km (anche se può recuperare fino allo’80% dell’energia con una ricarica di 30 minuti).

MOIA ha ideato questo veicolo con un obiettivo ben preciso: ridurre di un milione il numero di auto che nel 2025 circoleranno nelle città degli Stati Uniti e dell’Europa. Pe rilasciato momento i primi veicoli condivisi ed elettrici di MOIA circoleranno nella città di Amburgo a partire dal prossimo 2018.

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Audi A6 2019, le foto spia

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Credits: Carpix for carscoops

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Carpix for carscoops – Credits: Carpix for carscoops

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Carpix for carscoops – Credits: Carpix for carscoops

 

In Casa Audi si lavora sulla nuova A6, come testimoniano queste foto spia che ritraggono la berlinona dei Quattro Anelli alle prese con alcuni test di collaudo su strada innevata. Rispetto alla A7 il prototipo di Audi A6 immortalata in queste immagini sembrerebbe avere dei gruppi ottici a LED dallo stile leggermente diverso, a differenza di quelli posteriori che invece sembrano molto simili.

Inoltre, nonostante i pannelli applicati sulla carrozzeria che nascondono inevitabilmente i dettagli estetici della vettura, si riescono a scorgere alcuni particolari. Le linee generali sembrano infatti più generose, con il frontale che integra una griglia più ampia. E anche il paraurti anteriore sembrerebbe leggermente rivisto.

Infine, anche dal punto di vista tecnologico ci si aspetta sulla nuova A6 un ulteriore passo avanti in termini di sistemi di sicurezza. Ma per avere dettagli più precisi ci tocca aspettare ancora un po’: la sua prima apparizione dovrebbe avvenire nel 2018.

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