Monthly Archives: Ottobre 2017

Lambo Rambo: l’antenata della futura Urus

Lamborghini LM02Lamborghini LM02

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Mancano meno di due mesi al 4 dicembre, data in cui Lamborghini lancerà a Sant’Agata Bolognese la nuova Urus. Questa new entry di fatto non sarà la prima SUV del marchio del Toro. Chi ricorda la LM002 di ormai ben 25 anni fa? Sotto il cofano montava lo stesso V12 della mitica Countach Quattrovalvole da 5.167 cc e 450 CV erogati a 6.800 giri. A dirla tutta la LM002 ebbe un0’antecedente, la LM001 che per rimase ferma alla fase di prototipo per problemi causati dalla posizione posteriore del motore . La LM002, denominata più colloquialmente Lambo Rambo, era pensata per il deserto e infatti montava un radiatore sovradimensionato, un potente sistema di aria condizionata e pneumatici specifici, firmati Pirelli, per sopportare le alte temperature. La Lambo LM002 era un fuoristrada a vecchia maniera, fabbricata in alluminio e fibra di carbonio, con trazione alle quattro ruote e tre blocchi dei differenziali. Spartana e rude fuori e lussuosa dentro, con interni classici in pelle e legno. Sarà la nuova Urus all’altezza?

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MV Agusta F4 RC 2018

MV Agusta F4 RC 2018MV Agusta F4 RC 2018

MV Agusta F4 RC 2018MV Agusta F4 RC 2018

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Credits: MV Agusta

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Credits: MV Agusta

MV AgustaMV Agusta

Credits: MV Agusta

 

MV Agusta presenta per il 2018 una nuova edizione limitata della supersportiva F4 RC derivata strettamente dalla superbike utilizzata da Leon Camier nel mondiale delle derivate di serie. Ha infatti le stesse colorazioni della moto del team ufficiale, con il numero 37 che campeggia sulla tabella per celebrare i titoli mondiali costruttori conquistati nella storia dal marchio varesino. Sarà esposta presso lo stand MV Agusta a Eicma 2017.

Motore ed elettronica

La nuova MV Agusta F4 RC 2018 è dotata del motore quattro cilindri in linea Corsa Corta (alesaggio 79 mm – corsa 50,9 mm) con catena di distribuzione centrale e valvole radiali. In questa versione raggiunge la potenza massima di 205 cv (151 kW), che crescono ancora grazie al kit dedicato, che permette di ottenere ulteriori 7 cv, fino a 212 cv (158 kW). Prevede una piattaforma elettronica che consente di personalizzare i parametri di intervento relativi a sensibilità del comando gas, coppia massima, freno motore, risposta del motore e limitatore di giri permette di ottenere il massimo dalla moto, in tutte le condizioni d’uso. La piattaforma inerziale della F4 RC dispone di un sensore d’assetto e di tre giroscopi, oltre ad altrettanti accelerometri: un pacchetto ideato per garantire l’assoluta efficacia dinamica, grazie anche al cambio elettronico EAS 2.0 (Electronically Assisted Shift) di serie.

Ciclistica

La ciclistica prevede telaio a traliccio in tubi di acciaio CrMo con saldature TIG, chiuso nella parte centrale da leggere piastre in lega di alluminio, che fanno da punto di ancoraggio del monobraccio, offrendo anche la possibilità di variare l’altezza del pivot del forcellone posteriore. Davanti c’è la forcella Ohlins USD tipo NIX 30 con trattamento superficiale TiN che permette di regolare la risposta idraulica separatamente in compressione (stelo sinistro) e in estensione (stelo destro), oltre naturalmente a variare il pre- carico della molla.

Dietro troviamo invece l’ammortizzatore Ohlins TTX 36 con serbatoio piggyback è anch’esso completamente regolabile tramite registri meccanici. Regolabile l’ammortizzatore di sterzo. L’impianto franante Brembo si avvale di due dischi da 320 mm di diametro con pinze monoblocco GP a 4 pistoncini da 30 mm di diametro e di un disco in acciaio da 210 mm al posteriore con pinza a 4 pistoncini. L’ABS Bosch 9 Plus Race Mode nella sua più recente evoluzione offre il sistema RLM (Rear Wheel Lift-Up Mitigation), che scongiura il sollevamento della ruota posteriore in staccata.

Kit esclusivo

In abbinamento alle 250 F4 RC, MV Agusta ha preparato un prezioso kit, racchiuso in una elegante scatola in legno che comprende decine di componenti, come il terminale di scarico in titanio con terminale singolo SC-Project, il tappo del serbatoio a sgancio rapido, le paratie paracalore in fibra di carbonio, il copri codino monoposto F4 RC e il telo coprimoto personalizzato.

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Skoda Karoq, la SUV erede della Yeti

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COMFORT
Comoda e ben insonorizzata. La seduta alta aiuta a vedere bene la strada e l’assetto è morbido ma non rende l’auto imprecisa.
PIACERE DI GUIDA
La Karoq è agile e maschera bene la sua massa. Gli ammortizzatori adattivi lavorano bene su ogni fondo mantenendo l’auto sicura ma allo stesso tempo precisa nella guida.
PREZZO
Molto competitivo. Si parte da 23.850 euro per la versione 1.0 TSI da 115 CV Ambition.

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Alla domanda SUV medio, Skoda risponde Karoq. Dopo la più grande Skoda Kodiaq (scusate la quantità di “K” e di “Q”), è tempo per la Casa ceca di attaccare la fetta di mercato più importante e più affollata. Prima questo compito spettava alla Yeti, ma qui si tratta di un’auto concettualmente diversa, più SUV e più disposta ad incontrare i gusti di tutti. Basata sullo stesso pianale della Seat Ateca e della Volkswagen Tiguan, la Skoda Karoq si posiziona tra le due cugine in quanto a dimensioni. È lunga 4,38 metri, contro i 4,49 della tedesca e i 4,36 della spagnola; ma è quella con il bagagliaio più grande: 521 litri, 1 in più della Tiguan e 11 in più della Ateca.

Dentro troviamo la nuova strumentazione digitale con schermo TFT completamente configurabile da 10,25 pollici (novità assoluta per Skoda), e tante soluzioni pratiche “Simply Clever” (come i mini cestini della pattumiera, la torcia o gli appendini nel bagagliaio, oppure gli ombrelli sotto il sedile). La Skoda Karoq è disponibile sia a trazione anteriore che a trazione integrale (con differenziale posteriore bloccabile) e modalità off-road. Cambio manuale a sei rapporti oppure DSG a 7. Ci sono poi tutti i migliori sistemi di sicurezza disponibili in Casa Volkswagen, come il cruise control adattivo (ACC) con tecnologia radar, il Front Assist con frenata di emergenza (in grado di rilevare anche i pedoni), il Blind Spot Detect e il Rear Traffic Alert, e ancora il Lane Assist che mantiene la vettura in corsia e il Traffic Jam Assist che vi assiste quando siete in coda.

La Skoda Karoq è disponibile negli allestimenti Ambition, Executive e Style. La versione Ambition ha una dotazione già abbastanza completae che include la frenata automatica d’emergenza, i sensori di parcheggio, i cerchi da 17″, la radio con display touch da 8 pollici (con i sistemi di connettività quali Apple CarPlay e Android Auto) e il climatizzatore automatico bizona.

Ma com’è dal vivo la nuova Skoda Karoq? Noi abbiamo provato la versione 2.0 TDI da 150 CV con trazione integrale e cambio DSG.

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DENTRO E FUORI

Le linee della Skoda Karoq sono circa le stesse della Kodiaq: dure, dritte, che le conferiscono un’aria robusta. Sono i volumi e le proporzioni a renderla diversa; a dire il vero sembra più compatta di quello che è. Il design degli interni invece è più semplice ma la qualità percepita (altissima) è la stessa. È davvero impossibile non notare lo zampino di Volkswagen: lo schermo ricorda quello della nuova Polo e i comandi del clima sono gli stessi che troviamo sulla maggior parte delle auto del Gruppo, ma non è una critica, anzi, è una buona notizia.
Ha una seduta molto alta, la Karoq, e anche regolando bene la seduta il volante rimante molto orizzontale, come sui furgoncini. Non è una posizione scomoda, è solo inusuale. Comodi invece i sedili e ottima la visibilità. Mettendo mano al portafogli gli interni si posso arricchire di sedili riscaldabili, clima automatico, strumentazione digitale (prima volta su Skoda), impianto stereo Canton, tetto panoramico (immenso) e molto altro. Dietro stanno comodi due adulti (alti), ma c’è posto anche per tre adulti “medi”.
Il bagagliaio invece “batte” di un litro quello della Tiguan, risultando uno dei più capienti della sua categoria (da 521 a 1.630 litri).

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PRIME IMPRESSIONI SU STRADA

La Skoda Karoq 2.0 TDI da 150 CV 4X4 ci sembra la versione più interessante, anche se la maggior parte delle vendite verterà sulla 1.6 TDI 115 CV con trazione anteriore. Le versioni a due ruote motrici montano un ponte rigido all’asse posteriore, mentre quelle a trazione integrale montano un asse posteriore multilink a quattro bracci.
Su strada la Karoq è molto agile e gli ammortizzatori adattivi mantengono alto il livello di comfort anche sulle strade dissestate della Sicilia. In modalità Sport, la più dura disponibile, la Skoda Karoq dà sempre la piacevole sensazione di viaggiare sul soffice, nonostante sospensioni e cambio siano più tesi e rapidi nella risposta. Lo sterzo poi è davvero piacevole: lineare, leggero, perfettamente adatto al carattere dell’auto. Il DSG a 7 rapporti invece è sempre fulmineo e dolcissimo, insomma è sempre l’automatico di riferimento.
Abbiamo portato la Karoq anche su una strada sterrata abbastanza impegnativa, piena di buche e con salite non proprio adatte a tutte le auto. In modalità off-road la trazione lavora molto bene (blocca il differenziale posteriore) e mantiene frenata l’auto nelle discese impegnative. Insomma, è una trazione integrale che lavora “davvero”.

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MOTORI

I motori disponibili per la Skoda Karoq sono cinque: due benzina e tre Diesel; con una potenza compresa tra 115 e 190 CV. Si parte dal 1.0 TSI tre cilindri 115 CV e dal 1.5 TSI con sistema di gestione attiva dei cilindri 150 CV, entrambi benzina. Poi ci sono i diesel TDI 1.6 da 115 CV (anche con DSG) e 2.0 da 150 CV. Infine c’è il top di gamma, il 2.0 TDI da 190 CV, disponibile solo con la trazione integrale 4×4 e il cambio automatico DSG.

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PREZZO E VERSIONI

La Skoda Karoq sarà già disponibile in prevendita da settimana da settimana prossima con un prezzo di partenza di 23.850 euro per la versione 1.0 TSI da 115 CV Ambition. La top di gamma 2.0 TDI 4X4 DSG Style invece costa 34.350 euro. La versione più appetibile per il mercato italiano, la 1.6 TDI 115 CV a trazione anteriore, ha un prezzo di partenza di 26.100 euro.
Nei concessionari arriverà nel 2018.

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Lamborghini: torna in ballo il progetto Estoque?

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Dopo aver rilasciato gli ultimi dettagli sulla nuova Urus (che debutterà il prossimo 4 dicembre), Lamborghini starebbe iniziando a lavorare ad un altro modello completamente nuovo, il quarto della gamma, che dovrebbe arrivare sul mercato entro 4 anni.

Questa new entry farebbe parte del piano di Sant’Agata Bolognese rivolto ad assicurare la sostenibilità della sua crescita e occupare un segmento di mercato praticamente senza concorrenza: quello delle berline esotiche di super lusso e ad alte prestazioni di marche prevalente sportive. Solo Aston Martin e Porsche hanno osato proporsi pionieristicamente in questo segmento con la Rapid e la Panamera (anche se il prezzo della prima è quasi il doppio rispetto alla seconda).

Secondo gli ultimi rumors Lamborghini vorrebbe sfruttare le piattaforme condivise con il Gruppo Volkswagen con l’obiettivo di produrre una berlina di lusso super sportiva. E la piattaforma prescelta potrebbe essere la MSB, utilizzata attualmente dalla Porsche Panamera, dalla Audi A8 e dalla Bentley Continental GT.

Del resto Federico Foschini, direttore commerciale Lamborghini aveva detto all riguardo: “Dobbiamo essere umili. L’Urus si trova ancora in fase di pre produzione e, anche se abbiamo l’obiettivo di duplicare i volumi di vendite durante i prossimi 5 anni. Se la Urus dovesse raggiungere questi obiettivi si aprirebbero delle possibilità”.

È evidente che con l’arrivo della nuova SUV ad alte prestazioni Lamborghini raggiungerà grandi volumi di una nuova clientela e questo potrebbe aprire il marchio alla possibilità della super berlina. Per il momento Lamborghini ha raddoppiato il suo organico e gli impianti industriali.

Nulla si sa, invece, sulla possible meccanica che potrebbe adottare questa sorta di erede della Estoque vista nel 2008 (nella gallery in apertura). Magari lo stesso V12 da 650 CV della Urus….

Francoforte 2017: le foto

Lamborghini: sotto i riflettori di Francoforte la Aventador S Roadster

La Casa di Sant’Agata Bolognese presenta la variante open air della super car al top della gamma

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Kawasaki, a Eicma 2017 una Sport-Tourer sovralimentata

Sarà uno stand ricco di novità quello che Kawasaki porta a Eicma 2017. Infatti, dopo aver annunciato l’arrivo della Z900RS e della nuova Kawasaki Ninja ZX-10RR 2018, il marchio di Akashi diffonde un video-teaser per comunicare al mondo il debutto di un nuovo modello sovralimentato (come l’H2).

Sovralimentata sì, ma per essere più pronta ai bassi

Non sarà però una nuova supersportiva. Tutt’altro. Si tratta infatti del segmento delle Sport-Tourer, come specifica il comunicato ufficiale diffuso da Kawasaki. Il quale recita “Fino ad oggi la storia delle Kawasaki sovralimentate era incentrata principalmente sulle performance pure e sulle elevate prestazioni”, lasciando intendere che tale tecnologia sarà applicata su una moto che non farà delle prestazioni il suo principale punto di forza. La tecnologia Balanced Supercharger sarà infatti sfruttata per offrire un’erogazione ancora più poderosa ai bassi e medi regimi, senza intaccare i consumi.

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Alvis TD 21 Drop Head (1958): cabriolet all’inglese

Alvis TD 21 Drop HeadAlvis TD 21 Drop Head

La Alvis TD 21 Drop Head – prodotta dal 1958 al 1963 – è una cabriolet britannica tanto elegante quanto assetata di carburante. Si trova abbastanza facilmente nel Regno Unito a meno di 90.000 euro.

Alvis TD 21 Drop Head (1958): le caratteristiche principali

La Alvis TD 21 Drop Head del 1958 non è altro che un’evoluzione della TC 108G con più spazio per i passeggeri posteriori e i bagagli e una carrozzeria firmata Park Ward.

Alvis TD 21 Drop Head (1958): la tecnica

Il motore della Alvis TD 21 Drop Head è il già noto (specialmente per i consumi elevati) 3.0 sei cilindri a benzina adottato dalla TC con più cavalli (117).

Due le trasmissioni disponibili: un nuovo cambio manuale a quattro marce di origine Austin-Healey e – per la prima volta – un automatico Borg Warner a tre rapporti.

Nel 1959 arrivano i freni a disco anteriori mentre la Series II lanciata nel 1962 porta i freni a disco posteriori e una nuova trasmissione manuale ZF a cinque marce.

Alvis TD 21 Drop Head (1958): le quotazioni

Non fatevi ingannare dalle quotazioni che recitano 40.000 euro: la cifra necessaria per entrare in possesso di una Alvis TD 21 Drop Head del 1958 (facile da trovare solo nel Regno Unito) sfiora i 90.000 euro. La Series II è la versione che ci sentiamo di consigliare: per la rarità e per i contenuti tecnici.

Auto d’epoca britanniche

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Bosch, la nuova batteria a 48 Volt per le soluzioni ibride

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Bosch ha realizzato una nuova batteria a 48 Volt per soluzioni ibride richiesta dalle case automobilistiche di tutto il mondo. Analogamente all’e-axle, questa batteria innovativa a 48 Volt è standardizzata per essere adattabile facilmente ai nuovi modelli di automobili. Sia i costruttori affermati sia le start-up possono, pertanto, eliminare lunghi e dispendiosi processi di sviluppo.

Il segreto del successo della batteria è la sua progettazione sofisticata che offre un modo conveniente, in confronto ad altri, di contribuire a ridurre le emissioni di CO2. Questo è dovuto anche alle caratteristiche del prodotto in quanto la batteria non richiede raffreddamento attivo e il suo involucro è in plastica, invece che in metallo. Entrambi i fattori riducono ulteriormente i costi. L’involucro in plastica rappresenta una vera e propria sfida, in quanto le celle agli ioni di litio si espandono quando la batteria è in carica e durante l’attività dell’unità. Ne consegue che l’involucro deve sopportare una certa quantità di stress. Gli ingegneri di Bosch hanno risistemato le celle nella batteria a 48 Volt affinché anche l’involucro in plastica possa sostenere la pressione.

“Bosch è un incubatore di elettromobilità. Aiutiamo i costruttori a ridurre i tempi di sviluppo dei prodotti e a lanciarli più rapidamente,” ha affermato Rolf Bulander, presidente del settore di business Bosch Mobility Solutions e membro del Board of Management di Bosch. Non solo le utilitarie ma anche le mini e le microcar potranno beneficiare della batteria agli ioni. L’inizio della produzione della batteria è previsto a fine 2018 e, con la previsione di un vasto mercato per gli ibridi entry-level, Bosch offre altri componenti per i sistemi di propulsione e trasmissione in aggiunta alla batteria a 48 Volt. L’azienda stima che entro il 2025 circa 15 milioni di veicoli ibridi a 48 Volt saranno sulle strade.

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No Smog Mobility, a Palermo si parla di mobilità del futuro: elettrica e autonoma

Bosch mobilità urbanaBosch mobilità urbana

In occasione della settima edizione di “No Smog Mobility” tenutasi a Palermo il 4 e il 5 ottobre, il tema centrale è stato quello della mobilità sostenibile, ossia ecologica e sicura. La rassegna, ideata da Gaspare Borsellino e Dario Pennica, ha affrontato tutti gli aspetti legati al presente e al futuro del mondo automotive. Ha visto la partecipazione di molti rappresentanti delle Case automobilistiche, del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, del direttore di Assogomma Fabio Bertolotti e di tanti altri relatori che hanno dato il loro prezioso contributo rivolgendosi a una platea di giornalisti, studenti, docenti universitari, addetti ai lavori e non solo.

GreenPrix 2017

“No Smog Mobility” è stata innanzitutto l’occasione per assegnare i premi GreenPrix 2017 – la cui giuria era presieduta da Italo Cucci – alle Case automobilistiche meglio impegnate nello sviluppo della mobilità sostenibile, con 30 alberi simbolici che andranno ad aggiungersi agli altri 60 già piantati all’interno del bosco di No Smog Mobility. Tutte i brand si sono detti più che onorati di aver ricevuto questo riconoscimento e soprattutto hanno manifestato grande interesse per l’evento, a tal punto da annunciare già la loro presenza alla edizione 2018 in programma sempre a Palermo il 10 e 11 ottobre. Palermo, tra l’altro, è l’unica città ad aver ideato un servizio di car sharing pubblico destinato (anche) ai disabili. Oggi prevede circa 5.000 utenti tesserati e registra una crescita di consensi costante.

Il passaggio all’elettrico, la visione dei vari marchi

Proprio la “condivisione” dell’auto è uno degli aspetti legati alla mobilità del futuro su cui ci si è concentrati maggiormente. Bob Lonardi ha spiegato, ad esempio, che il marchio Volvo è sempre più indirizzato verso forme di “noleggio evoluto” che prevederanno nel tempo un canone di noleggio a fronte del quale il cliente potrà utilizzare qualsiasi auto della gamma in funzione delle proprie necessità: una sorta di abbonamento al marchio e non alla vettura in sé.

Condivisione che però sarà sempre più indirizzata verso la mobilità a emissioni zero. Ormai molti marchi (vedi Jaguar/Land Rover, Volvo, PSA) hanno annunciato che a partire dal 2019/2020 produrranno solo auto elettrificate – ibride, ibride plug-in o totalmente elettriche – confermando che il futuro dell’auto va verso quella direzione, nonostante ci siano tanti aspetti ancora da curare (uno dei tanti riguarda, ad esempio, le perplessità espresse da Marchionne sul fatto che con le batterie, ad oggi, si rischia di inquinare di meno nelle città creando però più danni ambientali per produrre energia). Intanto Nissan è già la Casa automobilistica che vende più elettriche al mondo, come ha sottolineato Damiano Frittitta di Nissan.

PSA è impegnatissima nella elettrificazione della propria gamma, tant’è che per lanciare un primo concreto “segnale” ha già donato all’isola di Pantelleria una Citroen E-Mehari  – come ha annunciato Marco Freschi di PSA –  come auto (a zero emissioni) ufficiale dell’isola. BMW è impegnata sulla gamma “i”, che rappresenta un concentrato di tecnologia ed efficienza elevatissimo, e sullo sviluppo della guida autonoma di cui i primi risultati tangibili arriveranno dopo il 2020, ha spiegato Alessandro Toffanin. In attesa che il processo di cambiamento si compia, Fiat – che pure ha dichiarato di lavorare sull’elettrico – punta fortemente sul GPL e Metano, considerati ecologici ed efficienti, perfetti in questa fase di “transizione”, come ha spiegato Davide D’Amico.

Connettività, guida autonoma e sicurezza

Il futuro della mobilità, però, oltre che elettrico e condiviso, sarà anche autonomo. Tanti sono i passi avanti che la tecnologia ha fatto in tal senso negli ultimi anni, ma ancora tanto c’è da fare. Soprattutto relativamente a tutto ciò che ruota “attorno alle auto”: dalle normative sulle responsabilità, alle infrastrutture, passando per tutte le situazioni in cui il robot dovrà prendere decisioni per noi (ne saremo davvero contenti poi?). Insomma, la sensazione è che ci vorrà molto più tempo del previsto prima che si arrivi alla guida autonoma, soprattutto nel nostro Paese.

Non c’è dubbio però che connettività che consentirà di migliorare il flusso del traffico garantirà una grande efficienza (farà risparmiare molto sulle emissioni di CO2), come ha spiegato Gabriele Aimone Cat di Bosch. Ma sarà importante anche in chiave sicurezza, aspetto sulla quale attualmente si sta concentrando Ford con i Driving Skills For Life, i nuovi corsi di guida destinati agli studenti e ai più giovani che hanno lo scopo – come ha spiegato Marco Alù  di far conoscere a chi è al volante quali sono i reali pericoli degli effetti dell’alcol e degli stupefacenti, e cosa si rischia (al di là delle multe) utilizzando lo smartphone alla guida.

Infine, Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma, ha sottolineato invece quanto importante sia, in tema di efficienza ed ecosostenibilità, la scelta dei pneumatici a basso rotolamento capaci di ridurre l’attrito sull’asfalto facendo abbassare conseguentemente emissioni e consumi. La verità, in tal senso, è che il sovrapprezzo che ciascun consumatore è chiamato a pagare se vuole scegliere una gomma “ecosostenibile” – che ha un costo ovviamente maggiore rispetto a una gomma economica, che però nel quotidiano, per l’utente medio, svolge perfettamente lo stesso lavoro – dovrebbe essere coperto da incentivi statali (così come tutti gli optional sulla sicurezza più evoluti che oggi risultano a pagamento su quasi tutte le auto).

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Nissan Navara al Rebelle Rally

Questo mese, il pluripremiato Nissan Navara partirà per un viaggio che lo porterà oltreoceano, nella patria dei pick-up per partecipare ad una competizione off-road, che metterà alla prova le sue capacità di veicolo sempre più forte e innovativo.

Nissan Navara, attuale detentore del prestigioso International Pick-up Award, è pronto a competere nel Rebelle Rally. Competizione annuale che si snoda per ben 2.000 km negli incredibili deserti della California e del Nevada (Stati Uniti), dove per una settimana gli equipaggi metteranno alla prova le proprie doti di guida e di navigazione.

Nata per i veicoli di serie più che per i piloti di rally professionisti, la manifestazione è aperta a team di due persone composti da sole donne, provenienti da ogni parte del mondo. Richiede competenze di guida off-road su tratti a lunga percorrenza, unite a capacità di navigazione. Per trovare i checkpoint è consentito il solo uso di carte topografiche e di una bussola. I dispositivi GPS, compresi gli smartphone, sono severamente vietati e il fatto che si tratti di una gara a tempo obbliga le partecipanti a prendere decisioni rapide.

Il Rebelle Rally si svolge dal 12 al 21 ottobre e i percorsi vengono svelati giorno per giorno, soltanto poche ore prima della partenza. Giunto alla seconda edizione, vede la partecipazione di 40 equipaggi provenienti da 12 paesi, a bordo di veicoli prodotti dalle più svariate case automobilistiche.

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La tecnologia mild-hybrid debutta su Audi A4 e A5

Mild hybrid 48-volt drivetrainMild hybrid 48-volt drivetrain

Credits: The new technology can reduce fuel consumption by up to 0.7 liters per 100 kilometers in real-life driving conditions.

Mild hybrid 48 volt drivetrainMild hybrid 48 volt drivetrain

Credits: Mild hybrid 48 volt drivetrain

Mild hybrid 48 volt drivetrainMild hybrid 48 volt drivetrain

Credits: Energy flow during recuperation with engine attached

 

Audi amplia la proposta meccanica per le Audi A4 e Audi A5 presentando la motorizzazione mHEV (mild-hybrid) sui nuovi motori 2.0 TFSI da 140 kW e 185 kW.

La nuova tecnologia mHEV

La nuova tecnologia mHEV 12V è da ora disponibile sia per i propulsori 2.0 TFSI da 140 kW di Audi A4, A4 Avant, A5 Coupé, A5 Sportback e A5 Cabriolet, e sui 2.0 TFSI da 185 kW di Audi A4, A4 Avant, A4 allroad, A5 Coupé, A5 Sportback e A5 Cabriolet. L’adozione del nuovo generatore a cinghia da 12V consente l’ottimizzazione della funzione start&stop e permette lo spegnimento e la riaccensione del motore in fase di veleggiamento a qualsiasi velocità, sfruttando l’energia cinetica in fase di recupero e impiegandola per ricaricare la batteria dello starter.

Omologazione ibrida

Tra l’altro, grazie all’omologazione “ibrida”, le nuove motorizzazioni potranno godere delle agevolazioni previste dagli Enti Locali, come l’esenzione del pagamento del bollo fino ad un massimo di 5 anni, l’accesso gratuito alle ZTL e all’area C di Milano e il parcheggio gratuito su striscia blu.

Verso l’elettrificazione della gamma

Nel corso del prossimo anno, l’elettrificazione della gamma Audi proseguirà con l’introduzione della A8 e-tron con tecnologia elettrica plug-in e del primo modello totalmente elettrico della Casa, la nuova Audi e-tron. La roadmap Audi verso l’elettrificazione della gamma include il sostegno allo sviluppo di infrastrutture di ricarica elettriche.

Tra i vari programmi in corso, Audi è partner assieme a Volkswagen, Renault, Nissan, BMW, Enel e Verbund, del progetto EVA+. Coordinato da Enel e co-finanziato dalla Commissione Europea, il progetto ha consentito di attivare dal primo ottobre scorso i primi 30 nuovi punti di ricarica Enel Fast Recharge Plus a copertura della tratta Roma-Milano con un’infrastruttura ogni 60 km circa.

In parallelo all’introduzione dei nuovi propulsori, Audi introduce nuove motorizzazioni nella gamma A5.
Il 2.0 TFSI da 140kW è ora disponibile su Audi A5 Cabriolet mentre il 3.0 TDI sei cilindri da 210 kW è ordinabile sulle versioni Coupé, Sportback e Cabriolet.

PanoramautoTV / Saloni

Audi: a Francoforte 2017 si guarda all’autonomo

La nuova Audi A8 mette in commercio per la prima volta, su una vettura di serie, la guida autonoma a livello 3. Ma i Quattro Anelli guardano ancora più al futuro

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