Monthly Archives: Giugno 2017
Thiverval, una special su base Ducati XDiavel
Quella che vedete in queste immagini è l’interpretazione della Ducati XDiavel dell’esperto preparatore belga Fred Krugger. Si chiama Thiverval ed è una power Cruiser futuristica dalle finiture curate in ogni dettaglio che, pur non nascondendo il suo legame con l’XDiavel (moto che ha ricevuto premi come il Red Dot Design Award 2016 e il Good Design Award 2016), conferma l’enorme potenzialità di questa moto in termini di customizzazione.
Thiverval
La Thiverval, il cui nome richiama un piccolo circuito vicino a Parigi, verrà presentata al pubblico il 1 luglio al Lifestyle Village del Bikers’ Classics 2017. Teatro dell’unveil sarà infatti l’undicesima edizione dell’evento belga in programma a Spa-Francorchamps, che ogni anno richiama migliaia di appassionati di moto da corsa del passato, ma anche cultori e fans delle special, grazie al grande spazio dedicato in questo happening alla customizzazione e al mondo delle Café Racer.
Com’è fatta
Fred Krugger, che ha vinto due edizioni dell’importante campionato per customizzatori AMD World Championship ed è uno dei più celebri preparatori al mondo, voleva realizzare una power Cruiser possente e originale, che mantenesse un forte legame con l’XDiavel e con il DNA Ducati. È ha dato vita a un esemplare unico nel suo genere. Il motore della XDiavel è stato lasciato bene in vista, mentre è stato volutamente coperto il telaio a traliccio, con il preciso intento di rendere ancora più armoniche ed essenziali le linee di questa special. Il faro originale è stato conservato come segno distintivo XDiavel, ma le sovrastrutture sono state completamente ricostruite, in particolare serbatoio e coda, con un’alternanza di finiture lucide, opache e cromate, con il nero come colore dominante. La coda, che incorpora lo scarico e la sella, integra anche la luce posteriore, offrendo un gioiello di artigianalità che ha richiesto a Krugger molte giornate di lavoro.
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Seat Leon Cupra ST Cup: station da corsa
È buffa, lo so. Le station wagon sono auto pensate per la famiglia, per i lunghi viaggi, non certo per dare sportellate in pista. Eppure la storia ci insegna che le station wagon possono essere velocissime armi da pista, come la Volvo 850 R che correva nel BTCC, ad esempio, o la mostruosa Audi RS4 Avant che ha corso al ‘Ring. Ecco perché quando mi calo nell’abitacolo della Seat Leon Cupra ST Cup, non mi sembra una cosa così innaturale. La Cupra ST Cup in questione è l’auto da corsa che partecipa al Campionato Italiano Turismo TCS, l’erede naturale della Seat Ibiza Cup, ma è molto più veloce.
L’ABITO NON FA IL MONACO
Il campionato TCS prevede vetture molto vicine a quelle di serie, in altre parole: poco elaborate. Per questo motivo, la ST, a primo occhito sembra una normale Leon con degli adesivi. Basta però avvicinarsi un poco per notare il rollbar da corsa, i freni enormi della Leon Cup (la sorella da corsa larga e cattiva), le gomme slick e il sedile da corsa. Queste però sono modifiche essenziali obbligatorie per correre in pista, perché per quanto riguarda la meccanica, le modifiche sono minime. Il motore è il 2.0 TFSI turbo da 300 CV di serie, leggermente più potente per via dello scarico sportivo (anch’esso preso in prestito dalla Cup); anche il cambio DSG a 6 rapporti è lo stesso della stradale, così come il differenziale meccanico a controllo elettronico.
Cambiano invece molle e ammortizzatori, indispensabili per mettere a punto l’assetto.
Il vantaggio della Seat Leon ST è che gode di un passo leggermente più lungo rispetto alla hatchback, il che la rende più bilanciata e neutra in curva. Un’ottima base di partenza, dunque.
Ho avuto la fortuna di guidarla a Vallelunga durante il weekend di gara, ma questa è un’altra storia. Quello che conta è che ci ho trascorso molto tempo dietro al volante.
VELOCE, SENZA SFORZO
La Seat Leon Cupra è un’auto che conosco bene. Come vettura stradale è incredibilmente veloce: ha un motore che sembra avere ben più dei 300 CV dichiarati, con un’erogazione che ricorda quella di una Nissan GT-R in piccolo. La versione da corsa mantiene la stessa erogazione, ma si porta appresso molta meno massa; una sensazione meravigliosa.
Il piccolo volante in Alcantara aiuta a fornire imput più precisi e accurati, così da poter mirare i cordoli in ingresso e uscita di curva. È un’auto davvero veloce. Sul circuito di Vallelunga gira “solo” quattro secondi più lenta della Leon Cup, un’auto professionale che in comune con l’auto di serie ha davvero ben poco.
Di solito le vetture da corsa incutono un po’ di timore, ma questa ST infonde tanta confidenza, come se la conosceste da sempre. Il difficile, però, è capire come tirare fuori il meglio.
Durante i primi giri scopro che la frenata è un qualcosa di esagerato. L’impianto della Cup è mostruoso, e il fatto che sulla ST ci siano servofreno e ABS (al contrario che sulla sorella maggiore) vi porta a frenare praticamente dentro la curva. Quando lo fate, però, emerge l’anima semi-stradale della Leon, e al posto di restare piatta e ferma, la Cupra punta il muso come uno struzzo e comincia a sbandierare con la coda. Per fortuna, finire in testa coda è davvero difficile – almeno a gomme calde – e la Seat Leon Cupra ST Cup è disposta a perdonare i vostri errori.
L’auto la sento così “mia” che chiedo ai meccanici di alzarmi leggermente il posteriore per migliorare l’inserimento in curva. Bastano 2,5 mm in più e la Leon St cambia attitudine: ora il muso è molto più rapido e a metà curva c’è meno sottosterzo, in pratica: curva di più.
È davvero fantastico come le auto da corsa cambino con piccole modifiche, sono davvero un’ottima scuola per imparare la messa a punto.
PULIZIA GRAZIE
In pista la pulizia paga sempre, ma in questo caso di più. Svuotata e irrigidita, la Seat Leon ST Cup ha grip da vendere (anche per merito delle slick), e forse questo fa cadere in errore. Verrebbe da entrare in curva molto più forte, sempre di più, ma il cronometro vi remerebbe contro. Anche qui il segreto è farla scorrere, cercando di disegnare linee più pulite possibile. Il differenziale autobloccante riesce a mettere a terra tutti i CV senza problemi, ma il gas in uscita di curva va comunque dosato con saggezza, o il muso allargherà di colpo. Guidata nel modo giusto, la ST vola e danza sui cordoli con estrema leggerezza.
In parole povere: è una vettura da corsa facile, sincera e perfetta per cominciare. Vi insegna a scarificare l’ingresso in favore dell’uscita (di curva), a pazientare col gas e ad essere morbidi ma decisi con il freno, ma allo stesso tempo offre prestazioni quasi impensabili per una station wagon quasi di serie.
Il prezzo per un weekend di gara? Circa 7.000 euro. Un prezzo tuttavia abbordabile, soprattutto considerando quanto siano alti i costi di questo meraviglioso sport.
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Volkswagen: entro il 2019 arriva la tecnologia V2V e V2X
Il futuro dell’auto, ormai è quasi certo, va incontro alla guida autonoma. La sicurezza stradale sembra ormai il focus su cui quasi tutti i costruttori stanno rivolgendo i loro investimenti per la ricerca e lo sviluppo. Ma c’è un’altra tecnologia chiave che caretterizzerà l’auto di domani: la connettività. E anche questa sarà messa a servizio della sicurezza.
A tal proposito Volkswagen ha annunciato che entro il 2019 arriveranno nelle concessionarie le sue prime auto in grado di comunicare con le altre vetture e con le infrastrutture. Secondo Wolfsburg la tecnologia car-to-car e car-to-X (infrastrutture) è praticamente dietro l’angolo e il suo linguaggio si chiama pWLAN.
Ad oggi, di fatto, le auto di gamma alta sono già in grado, attraverso i sistemi di navigazione, di sapere se sul nostro percorso ci aspettano ingorghi, traffico, lavori in corso e strade chiuse. Attraverso sensori e telecamere alcune sono anche in grado di fermarsi da sole per evitare una collisione e possono perfino riconoscere un pedone, o un animale, sulla carreggiata.
Attraverso la “Nube” le auto comunicheranno tra loro
La novità del sistema di cui parla la Casa tedesca si basa esattamente sulle informazioni che le auto possono scambiarsi tra loro. Un veicolo può ad esempio inviare un segnale alle altre auto indicando un incidente, con le sue coordinate precise, o una lastra di ghiaccio dietro a una curva. O ancora, un semaforo può segnalare al sistema dell’auto il suo stato, rosso ad esempio o la segnaletica stradale può riferire il limite di velocità consentito.
E tutti questi dati passeranno attraverso l’ormai famosa “nube” (o Cloud) codificati in un linguaggio comune standard denominato pWLAN e trasmesso su bande riservate alla comunicazione tra auto. Una sorta di Internet per la mobilità insomma.
Volkswagen non sarà l’unica Casa a sviluppare questa tecnologia che dovrebbe espandersi rapidamente visto che la sua efficacia reale dipende dal numero di auto connesse e dalla quantità di funzioni che si andranno ad integrare nel sistema. In Germania, Paesi Bassi e Austria è già stato annunciata, ad esempio, l’istallazione di sistemi basati sul pWLAN nei cantieri sulle autostrade per avvisare in tempo reale gli automobilisti.
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Benltey Flying Spur Design Series
Bentley Motors ha annunciato i dettagli della nuova gamma Flying Spur Design Series elaborata dal dipartimento per le personalizzazioni Mulliner. Questa nuova edizione limitata dell’ammiraglia di lusso inglese, che si propone in 5 diverse combinazioni di colori per gli interni e con diverse tonalità per la carrozzeria in Mandarin, Pillar Box Red, Kingfisher e Azure Purple, sfoggia uno stile esclusivo. Mulliner ne produrrà soltanto 100 esemplari disponibili con le motorizzazioni V8, W12, V8 S e W12 S.
I dettagli che fanno la differenza
Gli interni sono caratterizzati da una particolare lavorazione delle sellerie traforate che presenta un secondo livello di pellame sotto la superficie che da un effetto molto particolare. Oltre alle diverse rifiniture a contrasto sul volante, sul tunnel, sulla plancia centrale e sulle portiere che rispecchiano una meticolosa attenzione ai dettagli. Fuori i cerchi in lega misurano 21 pollici (su tutti gli allestimenti). E come chicca troviamo i bianchetti delle portiere e l0inserto centrale della plancia in fibra di carbonio.
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Fiat 500 Anniversario: un’altra special edition per i 60 anni
In occasione del 60esimo compleanno della Fiat 500, il marchio torinese presenta un’edizione speciale, celebrativa, della piccola city car famosa in tutto il mondo per il suo stile tutto italiano. Dopo l’altra versione dei 60 anni vista all’ultimo Salone di Ginevra arriva la Fiat 500 Anniversario, disponibile nelle concessionarie italiane giù a partire dal 4 di luglio, il giorno esatto del suo compleanno. Il prezzo promozionale partirà da 13.600 euro che possono ulteriormente ridursi di 1.000 euro in caso di adesione al finanziamento Menomille. E poi è previsto anche un finanziamento da 99 euro al mese per due anni, con la possibilità a scadenza di tenere, cambiare o restituire la vettura.
Berlina o cabrio
Disponibile sia in versione berlina che cabro, la Fiat 500 Anniversario si caratterizza per un look Anni ’60 che richiama alcuni dettagli della versione del ’57 come i due nuovi colori dedicati (Arancio Sicilia e Verde Riviera), la cromatura sul cofano e sulle calotte degli specchi, gli storici loghi Fiat e i cerchi in lega da 16 pollici vintage o in un design alternativo con finitura diamantata che le da un tocco retro. Completa il quadro estetico il logo “Anniversario” in corsivo che spicca cromato sul portellone posteriore.
Dentro i protagonisti sono i nuovi sedili in tessuto a righe orizzontali con cadenini e logo 500 ricamato, in abbinamento alla tinta carrozzeria. L’equipaggiamento della Fiat 500 Anniversario offre il meglio a disposizione per la gamma in termini di tecnologia con il pacchetto UconnectTM Link Plus che include il quadro strumenti digitale TFT da 7 pollici, la radio Uconnect HD LIVE, la predisposizione ad Apple Car Play e Android AutoT e, a richiesta, il navigatore integrato con mappe Tom Tom.
La gamma motori prevede i propulsori a benzina, le alimentazioni GPL e gasolio, con potenze da 69 a 95 CV.
Fiat 500 2015
La city car torinese si da una rinfrescata
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Dunlop D213 GP Pro, il nuovo pneumatico Hypersport
Dunlop D213 GP Pro è il nuovo pneumatico Hypersport pensato per i piloti professionisti che cercano il massimo della performance. Per intenderci, è il successore del D212 GP Pro, leggendario vincitore del TT sull’Isola di Man.
Com’è fatto il nuovo Dunlop D213 GP Pro
Dopo il successo dei test in gara, Dunlop ha introdotto la struttura Jointless Belt (JLB) di ultima generazione nel pneumatico anteriore. Questa struttura innovativa presenta 3 tele che controllano la deformazione del pneumatico quando è sottoposto alle forze centrifughe e durante le pieghe ad alta velocità. La nuova struttura JLB è stata progettata per offrire maggiore precisione e stabilità nelle frenate al limite. Insieme alla JLB, Dunlop ha introdotto una nuova forma del profilo anteriore. L’abbinamento di queste tecnologie aumenta la zona di contatto, riduce gli sforzi necessari per raggiungere angoli di piega ottimali e migliora la risposta nell’inserimento in curva.
L’uso della tecnologia JLB di Dunlop è stato trasferito anche alla costruzione del pneumatico posteriore. Per il pneumatico posteriore, Dunlop ha deciso di aggiungere l’opzione Endurance alla gamma D213 GP Pro. Caratteristica di questo pneumatico è la tecnologia Dunlop HTC (Heat Control Technology) per il controllo del calore, che aumenta la resistenza del pneumatico grazie a due strati di mescola, uno esterno molto resistente e uno di base che ottimizza le temperature di esercizio in tutte le stagioni e in tutte le tipologie di tracciato. L’innovativo disegno del battistrada è stato progettato per ottimizzare i tempi di riscaldamento e fornire la massima aderenza in condizioni di asciutto. Anche la rigidità del battistrada è stata ripensata, per un eccellente grip.
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Aston Martin Vulcan AMR Pro: ancora più bestiale
Ricordate la Aston Martin Vulcan? Impossibile dimenticarsela. La super sportiva inglese da pista (non omologata per l’uso su strada) riceve un pacchetto di ottimizzazioni elaborato dalla divisione sportiva AMR e che sarà destinato ai proprietari della Vulcan che decidessero di renderla ancora più efficace in circuito. Prima di tutto il pack AMR Pro prevede un’ottimizzazione dell’aerodinamica che, secondo la stessa Casa di Gaydon, sarebbe migliore perfino della Vantage GTE (vincitrice a Le Mans).
Aston Martin Vulcan: in cielo e in terra…
L’Aston Martin più potente di sempre sfila insieme allo storico caccia bombardiere della Royal Air Force
Kit aerodinamico
Le modifiche alla carrozzeria prevedono un nuovo frontale che aumenta il carico aerodinamico all’avantreno, uno splitter anteriore rivisto per migliorare la risposta dello sterzo e altri elementi in fibra di carbonio introdotto per diminuire ulteriormente il peso della Vulcan (-5 Kg). Al posteriore le novità sono ancora più radicali con protagonista un grande alettone doppio con tanto di Gurney flat da 20 mm sulla parte superiore.
Trasmissione ottimizzata
Oltre alle modifiche aerodinamiche la nuova Aston Martin Vulcan AMR Pro con motore V12 da 7.0 litri e 820 CV è stata dotata di un cambio ottimizzato con rapporti più corti, migliorando così in accelerazione e ripresa. Il pacchetto AMR Pro per le poche Aston Martin Vulcan in circolazione sarà installato dalla divisione per le personalizzazioni Q by Aston Martin con le prime consegne entro l’autunno di quest’anno. Intanto questa novità Aston Martin debutterà proprio in questi giorni al Goodwood Festival of Speed.
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Mini Cooper S E Countryman ALL4, ibrida sportiva
COMFORT
Comoda sulle buche e ben insonorizzata. Peccato per qualche rumore di rotolamento in autostrada. |
PIACERE DI GUIDA
Nel segmento, è lei la regina: sterzo diretto, gran motore e assetto pensato per divertirsi. |
PREZZO E COSTI
Costa cara, ma consuma poco e offre indubbi vantaggi. La lista degli accessori fa salire parecchio il prezzo. |
AMBIENTE
Non potrebbe essere più green: 2,1 litri/100 km e 49 g/km di CO2 |
Sportiva, prima di tutto. La Mini Cooper S E Countryman ALL4 è la nuova versione ibrida della SUV-crossover inglese, ma con 224 CV e il suo inconfondibile feeling di guida, è prima di tutto un’auto pensata per chi ama guidare. La S E Countryman ALL4 infatti rappresenta il punto d’incontro tra versatilità, bassi consumi e piacere di guida. Il sistema ibrido plug-in, infatti, permette a chi compie tratti brevi di spostarsi solo l’energia elettrica, con un’autonomia fino a 42 km. E se la batteria si scarica c’è sempre il motore termico, oppure si possono utilizzare entrambi per ottenere il miglior rendimento possibile.
Il suo propulsore ibrido è semplice ed efficace: sotto il cofano anteriore troviamo un 1.5 tre cilindri turbo benzina da 136 CV, mentre sull’asse posteriore c’è un pacco batterie che fornisce ulteriori 80 CV, per un totale di 224 CV. La trazione di fatto è integrale, con la ripartizione completamente gestita da un computer (non c’è alcun differenziale centrale). La Mini Cooper S E Countryman ALL4 è disponibile solo con il cambio automatico, una condizione necessaria per permettere al motore ibrido di lavorare al meglio, e dispone di tre modalità di guida: Auto E-Drive, Max E-Drive e Save Battery.
La prima gestisce in automatico il funzionamento dei due propulsori, garantendo una velocità massima di 80 km/h solo con la spinta dell’elettrico, mentre la seconda sfrutta tutta la potenza della batteria senza far intervenire il motore termico, anche con il gas a tavoletta. In questa modalità si possono raggiungere i 125 km/h solo con la spinta delle batterie, mentre l’autonomia arriva fino a 43 km. Infine, la modalità “Save Battery” è pensata per risparmiare la carica il più possibile e utilizza il motore termico e le frenate per ricaricare la batteria (cosa che avviene anche in modalità Auto). Se invece la batteria “va a terra”, potete ricaricarla con la normale presa della corrente in 3,15 ore oppure, se collegata ad un Wallbox da 3,6 kW, in sole 2 ore e mezza.
STILE E INTERNI
La Mini Cooper S E Countryman ALL4 a colpo d’occhio sembra una normale S, ma la targhetta “E” gialla suggerisce che si tratta di una vettura “un po’” elettrica. Questa nuova Countryman è più cicciotta e muscolosa della precedente e dà l’impressione di essere più Maxi che MINI. Con 4,3 metri di lunghezza e 1,82 di larghezza, offre anche un buono spazio a bordo. Rispetto alle versioni diesel e benzina, però, la ibrida paga un dazio di 45 litri di capacità di carico (per lasciare spazio alle batterie), garantendo comunque una buona capacità di 405 litri.
Dentro, invece, la Cooper S E Countryman ALL4 è la solita curatissima Mini. Materiali e finiture sono inconfondibilmente BMW, con tanti dettagli interessanti (come il cerchio a LED che cambia colore dinamicamente attorno al sistema di infotainment) e i comandi e la strumentazione nel solito stile MINI “tondeggiante”. La S E, oltre ad avere una levetta extra per le diverse modalità di guida, mostra un’indicatore dell’efficienza e del funzionamento del propulsore al posto del contagiri: molto utile per migliorare il proprio stile di guida.
IMPRESSIONI DI GUIDA
I primi metri sono rassicuranti: la Mini Cooper S E Countryman ALL4 mantiene un ottimo feeling di guida. Il volante dalla corona spessa nasconde uno sterzo preciso e accurato, la risposta dell’acceleratore è pronta e le sospensioni “mangiano” bene le buche.
In modalità “Auto” la Mini Cooper S E Countryman ALL4 si muove silenziosa, anche quando si attiva il tre cilindri termico. La coppia del motore elettrico è istantanea, vigorosa, e quando i motori uniscono le forze i 224 CV sembrano esserci tutti.
Certo, i 140 kg in più dovuti alle batterie penalizzano un po’ la dinamica, ma nonostante l’abbiamo strapazzata nei tratti ricchi di curve che portano al Lago di Como, la Cooper S E Countryman ALL4 non ha battuto ciglio. È ancora agile, precisa e divertente come ce la ricordavamo. Forse questo non è un motivo di scelta primario per una vettura ibrida, ma il fatto che si guidi così bene è comunque un bel plus. La Casa dichiara poi un consumo medio di 2,1 km/l – anche se questo discorso vale si considerano i primi 43 km percorsi in sola modalità elettrica – ma se guidata come si deve, si possono percorrere tranquillamente i 18-20 km/l. Anche di più se si guida in città.
CONCLUSIONI E PREZZI
La Mini Cooper S E Countryman ALL4 ha un prezzo di listino di 38.050 euro, esattamente lo stesso prezzo della Mini Cooper SD Countryman ALL4 diesel da 190 CV. Naturalmente è un prezzo da premium, ma i contenuti non mancano e il fatto che il prezzo sia lo stesso della sua gemella a gasolio la rende un’alternativa molto interessante. Questo vale soprattutto per chi abita in città e percorre circa 40 km per il tratto casa-ufficio, dove il vantaggio della versione plug-in è evidente.
DIMENSIONI |
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Lunghezza | 430 cm |
Larghezza | 182 cm |
Altezza | 152 cm |
Peso | 1735 Kg |
Bagagliaio | 405 Litri |
MOTORE |
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Cilindrata | 1499 |
Potenza | 224 CV |
Coppia | 220 Nm |
Trasmissione | 6 marce automatico |
Trazione | Integrale |
PRESTAZIONI |
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0-100 km/h | 6,8 secondi |
Velocità massima | 198 km/h |
Consumi | 2,1 l/100 km |
Emissioni | 49 g/CO2 |
38.050 | euro |
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MotoGP 2017, Rossi: “Non so cosa aspettarmi, ma darò il massimo”
Il mondiale MotoGP 2017 si sposta in Germania, per il nono appuntamento della stagione. Dopo l’esaltante vittoria di Assen, Valentino Rossi ha ritrovato punti preziosi in classifica ma anche morale e fiducia per andare avanti con un altro piglio. Ora il nove volte campione del mondo milita al terzo posto della classifica piloti, a sette punti dalla vetta occupata da Andrea Dovizioso.
4 vittorie al Sachsenring
Al Sachsenring il pesarese ha vinto per quattro volte nella classe regina: nel 2002, 2005, 2006 e nel 2009, anno dell’ultimo successo della moto di Iwata sul corto tracciato tedesco. Oltre ai primi posti, per Rossi c’è anche un numero leggendario di podi: cinque, con le piazze d’onore del 2000, 2003 e del 2008 e i terzi posti del 2013 e 2015.
“Non so cosa aspettarmi”
“Sono molto contento, perché la gara ad Assen è stata incredibile. Sono tornato davanti e sono riuscito a vincere; questa è una cosa molto importante non solo perché le emozioni del successo sono stupende ma anche perché ho fatto un buon progresso in campionato”, ha dichiarato Valentino. “Pensando alla prossima prova al Sachsenring non so cosa aspettarmi. Abbiamo già visto che da un fine settimana all’altro tutto può cambiare e quindi dovremo lavorare per trovare le soluzioni ottimali. Mi piace il GP tedesco, il tracciato è particolare e tanto diverso da quello di Assen. Sarà fondamentale essere competitivi anche lì e faremo del nostro meglio”.
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Jeepers Meeting 2017, il raduno Jeep a Maggiora
Inizia oggi e prosegue fino al 2 luglio la quindicesima edizione del “Jeepers Meeting” in programma a Maggiora (Novara), il più grande raduno monomarca in Europa per proprietari e appassionati di vetture Jeep®, organizzato dal Jeepers Club Milano. Nella scorsa edizione sono state ben 637 le vetture iscritte e più di tremila i fan giunti da Italia, Francia, Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Inghilterra. Un record di presenze che conferma il successo di un format cresciuto negli anni, sia in termini di partecipanti sia di pubblico.
Jeep Wrangler Sport
In questo importante contesto, in cui Jeep® è sinonimo di off -road per eccellenza, sarà presente anche Mopar®, Partner Ufficiale di Jeep® per quanto riguarda la personalizzazione delle vetture e i servizi postvendita. Su una pedana che richiama lo stile urban e off-road della vettura, i partecipanti potranno ammirare una Jeep® Wrangler Sport allestita con il performante Mopar® One Pack, la personalizzazione che permette di affrontare in tutta sicurezza anche i percorsi fuoristrada più estremi, con in più la garanzia dell’omologazione 100% street legal. Il Mopar® One Pack include: kit assetto rialzato da 2″ by “Fox Performance”, ammortizzatore di sterzo anteriore, cerchi in lega neri da 17″ x 8,5” Performance Gladiator, pneumatici maggiorati da 32”, paraspruzzi anteriori e posteriori, codolini laterali per parafanghi e tappo carburante nero.
Percorsi off-road
Per l’attuale edizione sono stati allestiti percorsi off-road di diversi livelli di difficoltà, accessibili alle vetture Jeep iscritte: da quelle di serie a quelle dotate di una specifica preparazione per affrontare le varianti e gli ostacoli più impegnativi. A disposizione anche un’area a tutta adrenalina, in cui vivere le emozioni della guida off-road superando prove di abilità e ostacoli estremi. Qui non mancherà, ovviamente, l’ormai celebre Truck Jeep, che si trasforma in un ponte alto ben sei metri e dotato di una bascula con una pendenza di 45 gradi, per cimentarsi in prove mozzafiato.
Jeepers Meeting
Come di consueto, all’interno del village del “Jeepers Meeting”, ci sarà anche una zona dove il pubblico potrà ammirare l’intera gamma Jeep. A cominciare dalla nuova Jeep Compass, il nuovo SUV compatto del Marchio, pronto a debuttare negli showroom Jeep a luglio, con una combinazione di caratteristiche uniche, tra cui capacità off-road 4×4 ai vertici della categoria, autentico e moderno design Jeep, eccellente dinamica su strada e una serie di tecnologie intuitive per la connettività e la sicurezza a bordo. Inoltre, presso l’area accrediti è presente una postazione per le iscrizioni al JOG (Jeep Owners Group), il solo e unico club ufficiale per i possessori di vetture Jeep e i semplici appassionati del marchio.
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