Monthly Archives: Marzo 2017
Red Bull RB13: una F1 “antisfiga” per il Mondiale 2017
La Red Bull non è scaramantica: la scuderia austriaca non ha infatti avuto problemi nel chiamare RB13 (numero simbolo della sfortuna) la monoposto “antisfiga” che prenderà parte al Mondiale F1 2017.La Red Bull RB13 – dotata per il secondo anno consecutivo di motori TAG Heuer (dei Renault rimarchiati) – sarà guidata anche nel Mondiale F1 2017 da Daniel Ricciardo e Max Verstappen.Daniel Ricciardo – nato l’1 luglio 1989 a Perth (Australia) – corre in F1 con la Red Bull dal 2014 dopo tre stagioni al volante della HRT e della Toro Rosso. In carriera ha conquistato due terzi posti nel Mondiale (2014 e 2016), 4 vittorie, 1 pole position, 8 giri veloci e 18 podi.Max Verstappen – nato il 30 settembre 1997 ad Hasselt (Belgio) ma di nazionalità olandese – ha debuttato in F1 nel 2015 con la Toro Rosso e nel corso della stagione 2016 è stato promosso alla Red Bull. Il suo palmarès comprende un quinto posto nel Mondiale 2016, 1 vittoria, 1 giro veloce e 7 podi.
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F1 – Cinque giovani talenti da tenere d’occhio
Louis Delétraz, Pierre Gasly, Antonio Giovinazzi, Oliver Rowland e Sergey Sirotkin: il futuro della F1, secondo noi, passa da questi cinque giovani piloti. Talenti del motorsport destinati a nostro avviso a recitare un ruolo importante nel Circus nel prossimo decennio.Di seguito vi mostreremo i cinque piloti da tenere d’occhio in futuro (in rigoroso ordine alfabetico): tutti nati negli anni ’90, tutti europei e tutti capaci di farsi valere nelle categorie minori del motorsport. Scopriamo insieme la loro storia.Louis Delétraz (Svizzera)Louis Delétraz – nato il 22 aprile 1997 a Ginevra (Svizzera) – è un altro figlio d’arte (il padre è Jean-Denis Délétraz, quinto alla 24 Ore di Le Mans 2001 e con tre GP di F1 disputati in carriera) destinato a sbarcare presto nel Circus.Dopo aver conquistato numerose vittorie con i kart passa alle monoposto di Formula BMW nel 2012. Due anni più tardi diventa vicecampione nordeuropeo Formula Renault 2.0 e si aggiudica il titolo l’anno seguente (portando anche a casa il titolo di vicecampione europeo). Dopo la seconda piazza nel campionato Formula V8 3.5 correrà quest’anno in GP2.Pierre Gasly (Francia)Pierre Gasly – nato il 7 febbraio 1996 a Rouen (Francia) – è il pilota su cui puntano i transalpini per tornare a brillare in F1. Dopo alcune esperienze con i kart termina al terzo posto il campionato francese di F4 nel 2011 e inizia a farsi notare nel 2013 quando porta a casa il campionato europeo Formula Renault 2.0 in un’edizione che vede al terzo posto il connazionale Esteban Ocon.Nel 2014 diventa vicecampione Formula Renault 3.5 in un campionato dominato da spagnoli (1° Carlos Sainz, Jr. e 3° Roberto Merhi) e l’anno seguente viene chiamato dalla Red Bull come pilota di riserva in F1. Dopo aver portato a casa il titolo GP2 nel 2016 correrà nel 2017 nella serie giapponese Super Formula.Antonio Giovinazzi (Italia)Antonio Giovinazzi – nato il 14 dicembre 1993 a Martina Franca (Italia) – è il giovane pilota più talentuoso in circolazione (e non lo diciamo perché è un nostro connazionale). Dopo aver ottenuto ottimi risultati con i kart debutta alla grande con le monoposto nel 2012 con la conquista del campionato cinese Formula Pilota.Il driver pugliese sorprende anche in F3: vicecampione britannico 2013, vicecampione europeo 2015 e nello stesso anno vittoria ai Masters. Dopo il secondo posto nel campionato GP2 2016 viene chiamato come pilota di riserva in F1 nientepopodimeno che dalla Ferrari e a causa dell’infortunio di Pascal Wehrlein avrà l’opportunità di effettuare i test invernali di Barcellona in vista del Mondiale 2017 al volante della Sauber.Oliver Rowland (Regno Unito)Oliver Rowland – nato il 10 agosto 1992 a Sheffield (Regno Unito) – è un giovane talento che si è un po’ perso negli ultimi anni. “Enfant prodige” nei kart, si ripete anche con le monoposto: nel 2011 diventa vicecampione britannico Formula Renault e conquista le Finals Series in un’edizione che vede al terzo posto il russo Daniil Kvyat.Al volante delle monoposto francesi continua a crescere: con le 2.0 porta a casa un terzo posto nel campionato europeo 2012 (dietro al belga Stoffel Vandoorne e a Kvyat) e una seconda piazza nel 2013 davanti a Ocon mentre con le 3.5 si aggiudica il titolo nel 2015. Nel 2017 correrà per il terzo anno consecutivo in GP2.Sergey Sirotkin (Russia)Sergey Sirotkin – nato il 27 agosto 1995 a Mosca (Russia) – inizia a farsi conoscere nel mondo del motorsport (dopo alcune esperienze con i kart) nel 2011 in Formula Abarth quando conquista il campionato europeo e il titolo di vicecampione italiano.Nel 2013 arriva terzo nella serie Auto GP, nel 2014 viene chiamato come test driver in F1 dalla Sauber mentre nel 2015 e nel 2016 (anno in cui diventa tester Renault) porta a casa due terzi posti in GP2: il primo anno dietro a Vandoorne e allo statunitense Alexander Rossi.
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McLaren MCL32: una F1 (finalmente) arancione per il 2017
Dopo 45 anni la McLaren F1 torna arancione: la storica livrea della scuderia britannica verrà riproposta sulla monoposto MCL32 che correrà nel Mondiale 2017 con Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne.La vettura inglese monterà motori Honda per la terza stagione consecutiva e cercherà di migliorare i risultati della scorsa stagione chiudendo in “top 5” tra i Costruttori.Fernando Alonso – nato a Oviedo (Spagna) il 29 luglio 1981 – ha corso con la McLaren nel 2007 dopo le esperienze in Minardi e Renault ed è tornato con la scuderia britannica nel 2015 dopo un’altra stagione con la Régie e cinque anni in Ferrari. Il suo palmarès in F1 comprende due Mondiali (2005 e 2006), 32 vittorie, 22 pole position, 22 giri veloci e 97 podi.Stoffel Vandoorne – nato a Courtrai (Belgio) il 26 marzo 1992 – ha debuttato in F1 lo scorso anno con la McLaren disputando un solo GP (quello del Bahrein) e terminando in 10° posizione (piazzamento che gli ha consentito di guadagnare la 20° piazza assoluta nel Mondiale 2016). Prima di entrare nel Circus si è laureato campione europeo Formula Renault 2.0 nel 2012 e campione GP2 nel 2015.
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Ferrari SF70H, le foto della F1 del Cavallino per il 2017
La Ferrari SF70H è la nuova monoposto del Cavallino – la 63° – che affronterà il Mondiale F1 2017 con Sebastian Vettel e Kimi Räikkönen. Una monoposto che presenta un muso allungato, un’ala a freccia, una vistosa pinna bianca (colore sfortunato per la Scuderia di Maranello) sul cofano motore e appendici aerodinamiche più complesse davanti alla presa d’aria.Ferrari SF70H: la tecnicaLa Ferrari SF70H – come previsto dal nuovo regolamento del Mondiale F1 2017 che ha portato alla creazione di monoposto caratterizzate da un maggiore carico aerodinamico e da una migliore aderenza meccanica – presenta pneumatici Pirelli più larghi e linee più aggressive rispetto al passato.L’alloggiamento delle sospensioni (che mantengono lo schema push-rod davanti e pull-rod al retrotreno) è stato rivisto, così come la disposizione di alcune componenti meccaniche del sistema ibrido. La quantità di benzina utilizzabile in gara è aumentata da 100 a 105 kg ma con la stessa portata massima (100 kg/ora) e l’abolizione del sistema dei gettoni darà una maggiore libertà per gli sviluppi nel corso della stagione.Ferrari SF70H: i pilotiLa Ferrari SF70H affronterà il Mondiale F1 2017 con Sebastian Vettel e Kimi Räikkönen. Per il terzo anno consecutivo la scuderia di Maranello si affiderà a questi due piloti.Sebastian Vettel – nato il 3 luglio 1987 a Heppenheim (Germania Ovest) – corre con la Ferrari dal 2015 dopo aver gareggiato con BMW Sauber, Toro Rosso e Red Bull. In carriera ha conquistato quattro Mondiali F1 consecutivi dal 2010 al 2013, 42 vittorie, 46 pole position, 28 giri veloci e 86 podi.Kimi Räikkönen – nato il 17 ottobre 1979 a Espoo (Finlandia) – ha corso con la Ferrari nel 2007 e nel 2008 dopo le esperienze con la Sauber e con la McLaren ed è tornato a Maranello nel 2014 dopo due stagioni con la Lotus. Il suo palmarès in F1 comprende un Mondiale (2007), 20 vittorie, 43 giri veloci e 84 podi.
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Mercedes F1 W08 EQ Power+, le foto della regina del Mondiale 2017
La Mercedes F1 W08 EQ Power+ è la monoposto della Stella che punterà a conquistare il Mondiale 2017 con Lewis Hamilton e Valtteri Bottas. La Casa tedesca vuole arricchire il proprio palmarès nel Circus, che già comprende cinque titoli Piloti (1954 e 1955 con Juan Manuel Fangio, 2014 e 2015 con Hamilton e 2016 con Nico Rosberg) e tre campionati del mondo Costruttori consecutivi ottenuti dal 2014 al 2016.Lewis Hamilton – nato a Stevenage (Regno Unito) il 7 gennaio 1985 – corre in F1 con la Mercedes dal 2013 dopo sei stagioni con la McLaren. In carriera ha conquistato tre Mondiali (2008, 2014, 2015), 53 vittorie, 61 pole position, 31 giri veloci e 104 podi.Valtteri Bottas – nato a Nastola (Finlandia) il 28 agosto 1989 – ha iniziato a correre in F1 con la Williams nel 2012 e quest’anno debutterà con la Mercedes al posto del ritirato Nico Rosberg. In carriera può vantare un 4° posto nel Mondiale 2014, 1 giro veloce e 9 podi.
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Force India VJM10: la F1 del 2017 che pensa in grande
La Force India VJM10 è una monoposto molto ambiziosa: con questa vettura la scuderia asiatica vuole infatti puntare alla “top 3” nel Mondiale F1 2017 Costruttori.La vettura indiana – reduce dalla migliore stagione di sempre nel Circus (4° nel 2016) – monterà motori Mercedes per il nono anno consecutivo e sarà guidata dal messicano Sergio Pérez e dal francese Esteban Ocon.Sergio Pérez – nato a Guadalajara (Messico) il 26 gennaio 1990 – corre con la Force India dal 2014 dopo tre stagioni con Sauber e McLaren. In carriera ha ottenuto un 7° posto nel Mondiale F1 2016, 7 podi e 3 giri veloci.Esteban Ocon – nato a Évreux (Francia) il 17 settembre 1996 – ha debuttato in F1 nel 2016 con la Manor (23° nel Mondiale) e correrà quest’anno con la Force India. In carriera può vantare la vittoria nel campionato europeo F3 del 2014 e la conquista del titolo GP3 nel 2015.
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Auto ibride: dieci proposte nuove sotto i 50.000 euro
Le auto ibride stanno piacendo sempre di più anche se per il momento restano ancora marginali nel panorama motoristico italiano.In questa guida all’acquisto troverete dieci proposte e per non privilegiare un marchio rispetto ad un altro parleremo solo del modello più accessibile di ogni Casa.L’elenco delle dieci auto ibride più interessanti sotto i 50.000 euro è composto soprattutto da modelli giapponesi e da vetture appartenenti al segmento delle berline e delle SUV, anche se non mancano proposte di altre nazioni e di altre categorie. Di seguito troverete una breve descrizione e i prezzi di questi veicoli.BMW 225xe Active Tourer 37.500 euroLa BMW 225xe Active Tourer – variante ibrida plug-in (ossia ricaricabile attraverso una presa di corrente, tempi compresi tra le 2 e le 4 ore) a trazione integrale della monovolume tedesca – regala prestazioni davvero interessanti, “0-100” in 6,7 secondi, e ha un’autonomia di 41 km in modalità elettrica.Merito dell’ottimo motore: un 1.5 turbo tre cilindri (dal sound poco accattivante) a benzina abbinato ad un’unità elettrica ricco di cavalli (224) e di coppia (385 Nm).DS DS5 Hybrid So Chic 44.250 euroLa DS DS5 Hybrid So Chic è, a nostro avviso, l’ibrida più equilibrata presente nei nostri listini. Tanta eleganza, tanto spazio e trazione integrale in poco più di quattro metri e mezzo di lunghezza.Ibrida diesel come la Peugeot 508 RXH (soluzione che consente di consumare poco anche nei viaggi autostradali), monta un motore 2.0 a gasolio abbinato ad un’unità elettrica in grado di generare una potenza complessiva di 200 CV.Ford Mondeo Hybrid Titanium 33.450 euroLa Ford Mondeo Hybrid Titanium – variante ibrida della berlina a trazione anteriore dell’Ovale Blu – è la proposta più ingombrante tra quelle analizzate nella nostra guida all’acquisto (4,87 metri di lunghezza) ma anche quella più spaziosa per le gambe dei passeggeri posteriori. La praticità è penalizzata dall’assenza del portellone (è disponibile solo a quattro porte).Il motore 2.0 a benzina abbinato ad un’unità elettrica (cilindrata importante, poco amica di chi deve stipulare un’assicurazione RC Auto) genera una potenza totale di 187 CV.Hyundai Ioniq Hybrid Classic 24.900 euroLa Hyundai Ioniq Hybrid Classic – risposta coreana alla Toyota Prius – è una compatta ibrida costruita con cura che condivide il pianale a trazione anteriore e la meccanica con la Kia Niro.Il motore è un 1.6 a benzina abbinato ad un’unità elettrica in grado di generare una potenza complessiva di 141 CV ma l’elemento più importante è senza dubbio il cambio automatico a doppia frizione, molto più rapido nei passaggi marcia rispetto alle trasmissioni adottate dalla concorrenza.Kia Niro Urban 25.000 euroLa Kia Niro Urban non è altro che la “cugina” SUV (rigorosamente a trazione anteriore) della Hyundai Ioniq: forme più trendy ma anche un’aerodinamica meno curata.Il motore (un po’ rumorosetto quello termico) è lo stesso 1.6 a benzina della Ioniq abbinato ad un’unità elettrica e ad un cambio automatico a doppia frizione: 141 CV di potenza totale.Lexus CT 27.800 euroLa Lexus CT è il modo più economico per entrare nel magico mondo del marchio “premium” Toyota.La base tecnica della compatta giapponese a trazione anteriore è la stessa della terza generazione della Toyota Prius: motore 1.8 a benzina abbinato ad un’unità elettrica in grado di generare una potenza complessiva di 136 CV.Mitsubishi Outlander PHEV Instyle 46.850 euroLa Mitsubishi Outlander PHEV Instyle – l’ibrida plug-in (ossia ricaricabile attraverso una presa di corrente) più venduta in Europa – è una SUV a trazione integrale che può vantare un’autonomia di 52 km in modalità elettrica (circa 5 ore i tempi di ricarica) e che grazie a questa soluzione offre consumi incredibilmente bassi (oltre 55 km/l dichiarati nel ciclo misto).Caratterizzata da una posizione di seduta molto rialzata che consente di dominare il traffico (ma anche da un comportamento stradale più adatto alle andature rilassate), costa parecchio.Peugeot 508 RXH 46.050 euroLa Peugeot 508 RXH – versione ibrida diesel a trazione integrale della station wagon francese – monta lo stesso motore 2.0 a gasolio abbinato ad un’unità elettrica (potenza totale di 200 CV) già visto sulla DS5.Rispetto alla berlina DS è più grande, più spaziosa (il bagagliaio è immenso) e più comoda nei lunghi viaggi (è silenziosissima). I consumi, invece, non fanno gridare al miracolo per via delle dimensioni esterne ingombranti.Suzuki Ignis Hybrid 16.800 euroLa Suzuki Ignis Hybrid ufficialmente è l’ibrida più economica in commercio ma in realtà è una “microibrida” dotata di un normalissimo cambio manuale che consuma poco meno della corrispondente variante a benzina. Il sistema ISG (Integrated Starter Generator) svolge una triplice funzione: motorino d’avviamento, motore elettrico di assistenza per supportare il propulsore termico in fase di accelerazione e ripresa accumulando il recupero dell’energia prodotta in frenata e alternatore per caricare sia la batteria tradizionale sia quella agli ioni di litio.La piccola SUV giapponese a trazione anteriore monta un motore 1.2 benzina/elettrico dalla cilindrata contenuta (l’assicurazione RC Auto costa poco) carente di cavalli (93) e non molto vivace. Agile nelle curve ma non molto spaziosa (solo quattro posti, pochi centimetri per le gambe e le spalle dei passeggeri posteriori e bagagliaio poco capiente: difficile fare di più, però, in 3,70 metri di lunghezza), si riscatta con una dotazione di serie molto ricca che comprende, tra le altre cose, i fari a LED, la frenata automatica e il navigatore.Toyota Yaris Hybrid Cool 18.700 euroLa Toyota Yaris Hybrid Cool – variante ibrida della piccola giapponese – è l’unica auto a doppia alimentazione guidabile dai neopatentati.Contraddistinta da finiture poco curate, monta un motore 1.5 a benzina abbinato ad un’unità elettrica in grado di generare una potenza totale di 101 CV. La coppia di 111 Nm non è eccezionale.
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March 711: la prima F1 di Niki Lauda
La March 711 non ha mai vinto un GP di F1 valido per il Mondiale ma è indubbiamente una delle monoposto più originali mai scese in pista. Scopriamo insieme la storia della vettura britannica, la prima guidata nel Circus da Niki Lauda.March 711: la storiaLa March 711 – sviluppata per correre il Mondiale F1 1971 – è la seconda monoposto sviluppata dalla scuderia britannica e ha il duro compito di raccogliere l’eredità della 701, capace di conquistare l’anno prima al debutto una vittoria e il terzo posto a sorpresa nel campionato Costruttori.Inizialmente i tecnici del team inglese pensano di puntare sul motore 3.0 V8 Alfa Romeo ma dopo aver visto le scarse prestazioni del propulsore del Biscione (unite ad un’affidabilità non eccezionale) viene deciso di ritornare al robusto tre litri V8 Ford Cosworth. Gli unici risultati importanti ottenuti da questa monoposto arriveranno proprio grazie a quest’ultima unità.1971La March 711 debutta nel Mondiale F1 1971 nel GP del Sudafrica con tre piloti: il nostro Andrea de Adamich, lo svedese Ronnie Peterson (10° al traguardo) e lo spagnolo Alex Soler-Roig.Le prime soddisfazioni arrivano a Monte Carlo, nel terzo appuntamento iridato, con il secondo posto a sorpresa di Peterson: primo podio per la monoposto inglese e primo piazzamento in “top 3” per il talento scandinavo.Ronnie torna sul podio con la March 711 in Gran Bretagna (2°) mentre in Austria debutta un giovane pilota locale (un certo Niki Lauda) destinato alla grandezza. In Italia Peterson arriva secondo dietro alla BRM del britannico Peter Gethin nel GP più combattuto della storia della F1: un centesimo di secondo di distacco tra i primi due e i primi cinque piloti racchiusi in poco più di sei decimi.Peterson continua a sfiorare il successo (secondo in Canada e terzo negli USA) senza però mai riuscire a salire sul gradino più alto del podio. La March chiude il Mondiale F1 1971 in quarta posizione (stessi punti della Ferrari, terza, ma con meno vittorie all’attivo) e Ronnie secondo nel campionato Piloti e primo tra gli “umani” considerando il dominio assoluto di Jackie Stewart con la Tyrrell.1972Nel 1972 la March 711 – mandata in pensione dal team ufficiale – viene affidata a scuderie private e riesce ad andare a punti in due occasioni grazie al driver brasiliano Carlos Pace (6° in Spagna e 5° in Belgio).
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Pio Manzù, il giovane talento del design italiano
Pio Manzù può essere considerato uno dei più importanti designer italiani di sempre. Gli appassionati di design lo ricordano per l’orologio Cronotime e per la lampada Parentesi (sviluppata in seguito da Achille Castiglioni) mentre per gli esperti di auto è il ragazzo che morì a soli 30 anni mentre stava andando a mostrare ai vertici Fiat il progetto definitivo della 127. Scopriamo insieme la storia di questo “enfant prodige” dello stile.Pio Manzù, la biografiaPio Manzù (vero nome Pio Manzoni) nasce a Bergamo il 2 marzo 1939. Figlio del noto scultore Giacomo Manzù, dopo aver conseguito il diploma classico a Milano si trasferisce nel 1960 in Germania per studiare nella prestigiosa Scuola di Design di Ulm.Appassionato di auto, vince il suo primo premio già a 23 anni quando si aggiudica il concorso internazionale Annèe Automobile con un progetto su base Austin Healey 3000 realizzato da Pininfarina ed esposto ai Saloni di Londra e Torino.I primi lavoriPio Manzù riceve un altro riconoscimento nel 1963 (dall’Associazione Industriale tedesca) e l’anno seguente alterna il lavoro di assistente presso la scuola di Ulm con alcune collaborazioni con il Corriere della Sera e con riviste di design.Nel 1965 termina gli studi in disegno industriale a Ulm e si diploma con una tesi dal titolo “Design di un trattore da 80 CV”: un mezzo caratterizzato da un roll-bar che protegge il guidatore in caso di ribaltamento. Nello stesso anno realizza due concept “marchiate” Autonova: la GT (una sportiva che viene mostrata allo stand NSU del Salone di Francoforte) e la monovolume Fam (in grado di offrire tanto spazio e cinque porte in soli tre metri e mezzo di lunghezza).La famaPio Manzù viene riconosciuto come uno dei designer italiani più talentuosi in circolazione: nel 1967 diventa membro della giuria del premio “Compasso d’oro” ADI, realizza un autobus per l’azienda tedesca Magirus-Deutz e un portamatite da scrivania per Kartell e svolge servizi di consulenza per Fiat (che per la prima volta nella sua storia si rivolge ad uno stilista esterno), Piaggio e Olivetti.L’anno successivo vengono svelate le prime due collaborazioni con la Casa automobilistica torinese: il Fiat City Taxi, un concept di taxi da città esposto al Salone di Torino il cui design servirà come spunto per la 126, e l’Autobianchi Coupé, prototipo di una sportiva a basso costo con motore centrale e carozzeria in poliestere. Degno di nota anche Cronotime, il primo orologio italiano a transistor: un oggetto ancora oggi presente nel catalogo Alessi esposto nientepopodimeno che al MOMA di New York.La 127 e la morteIl 26 maggio 1969 Pio Manzù perde la vita in un incidente stradale a Brandizzo, in provincia di Torino, al volante della sua Fiat 500 mentre si sta recando dai vertici della Casa piemontese per mostrare il modello in scala 1:1 della vettura che diventerà – nel 1971 – la 127. Sempre in quell’anno debutterà sul mercato la lampada Parentesi: una sua idea – sviluppata da Achille Castiglioni – vincitrice del Compasso d’Oro 1979 e ancora oggi nel catalogo Flos.
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Lamborghini PoloStorico: un nuovo centro per le auto d’epoca del Toro
Si chiama Lamborghini PoloStorico il nuovo centro inaugurato a Sant’Agata Bolognese dedicato alle auto d’epoca del Toro.Uno spazio destinato al restauro e alla certificazione delle Lamborghini fuori produzione da almeno 10 anni (dalla 350 GT alla Diablo) oltre che alla conservazione di archivi e registri e alla fornitura di ricambi originali (il magazzino copre oltre il 65% dei componenti del modelli storici della Casa emiliana e può fornire su richiesta pezzi aggiuntivi).Lamborghini PoloStorico si appresta a diventare un punto di riferimento per i clienti di Lamborghini classiche di tutto il mondo e in caso di restauri si occupa anche del trasporto delle vetture (mezzi che in caso di “trattamento” completo possono rimanere in Italia anche due anni).Lamborghini PoloStorico: il comitato di espertiDurante la presentazione di Lamborghini PoloStorico è stata anche annunciata la costituzione ufficiale di un comitato di esperti, responsabile dell’accuratezza delle fonti storiche ufficiali, della loro documentazione, dei processi di fabbricazione e delle specifiche dei modelli storici.Un sistema a due livelli che prevede un Comitato dei Saggi composto da tre membri: Maurizio Reggiani (attuale membro del Board per la Ricerca e Sviluppo, in Lamborghini dal 1998), Giampaolo Dallara (direttore tecnico Lamborghini dal 1963 al 1969, anni in cui sono nate la 350 GT, la Miura, la Marzal e la Espada) e Mauro Forghieri (direttore tecnico del reparto corse Lamborghini Engineering alla fine degli anni ’80 nonché punto di riferimento per tutte le questioni riguardanti il motorsport all’interno di Lamborghini PoloStorico).Il secondo livello del comitato (Commissioni Tecniche) è invece composto da team interni di R&D, design, produzione e altri reparti, oltre che da esperti esterni responsabili della ricerca e documentazione di dati storici, compresi policy e registri riguardanti progettazione e produzione, dati tecnici, fornitori e informazioni di archivio che comprendono materiali sul marchio, comunicati stampa e documentazione relativa agli eventi.I primi quattro progetti che vedono coinvolti i due comitati riguardano le distinta base che consentiranno di riprodurre ricambi originali, le immagini storiche dei modelli classici Lamborghini, la certificazione del numero esatto di vetture prodotte per ogni modello e versione differenti e la definizione dei codici colori degli interni e delle parti esterne.
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