Monthly Archives: Gennaio 2017

Alfa Romeo Stelvio First Edition, in vendita in Italia a 57.300 euro

Eccola la nuova Alfa Romeo Stelvio in versione “normale”.Il primo SUV del marchio ha debuttato a Los Angeles nella versione Quadrifoglio e ora si mostra nella versione First Edition, prima ed esclusiva versione della gamma già ordinabile presso tutte le concessionarie Alfa Romeo a 57.300 euro; sono state sviluppate inoltre proposte finanziarie specifiche, come ad esempio il Be-Lease dalla durata di 3 anni (unico leasing accessibile anche ai privati, oltre che per aziende e liberi professionisti, ad avere l’assicurazione RCA inclusa nel canone) al costo di 399 euro al mese.Alfa Romeo Stelvio First EditionL’affascinante Stelvio First Edition si caratterizza, all’esterno, per la linea accattivante che nasce dal perfetto equilibrio tra tradizione, design e performance. Il tutto impreziosito da cerchi in lega da 20″, pinze freno colorate, fari Bi-Xenon, cornice dei cristalli esterna cromata, vetri posteriori oscurati e luci di cortesia sulle maniglie delle porte.La stessa impronta di sportività elegante si ritrova nell’abitacolo che si conferma pulito, essenziale e sviluppato intorno al guidatore, come dimostra il volante sportivo tagliato, con pulsante di accensione integrato. Di serie le palette del cambio in alluminio. I sedili sono rivestiti in pregiata pelle “Pieno Fiore” nera con regolazioni elettriche e sistema di riscaldamento.Il posto di guida è stato forgiato intorno al guidatore con il tunnel diagonale e la plancia leggermente ondulata dove spiccano gli inserti in vero legno.Il sistema di navigazione 3D di ultima generazione, sviluppato in collaborazione con Magneti Marelli, è dotato di display ad alta risoluzione da 8,8”, integrato nel design della plancia, e radio digitale (DAB). La strumentazione comprende inoltre un display TFT a colori da 7”.2.0 turbo da 280 CVOltre al suo stile distintivo e a una ricca dotazione di serie, l’esclusiva First Edition mostra il suo carattere aggressivo con l’adozione del nuovo 2.0 Turbo Benzina da 280 CV a 5.250 giri/min e una coppia massima di 400Nm a 2.250 giri/min, abbinato al cambio automatico a 8 marce e alla trazione integrale Q4.È una motorizzazione di ultima generazione che esalta al meglio l’anima sportiva del SUV che, soprattutto sul percorso misto, restituisce sensazioni uniche anche al guidatore più esperto: Stelvio First Edition è infatti best in class in termini di accelerazione passando da 0 a 100 km/h in appena 5,7 secondi.In particolare, il sistema integrale Q4 è stato realizzato per garantire i vantaggi della trazione integrale e il piacere di guida della trazione posteriore.In condizioni normali di aderenza Stelvio First Edition con sistema Q4 si comporta come un veicolo a trazione posteriore: il 100% della coppia è inviato all’assale posteriore. All’approssimarsi del limite di aderenza delle ruote, il sistema trasferisce in tempo reale fino al 50% della coppia motrice all’assale anteriore.  Dotazioni standardTra le dotazioni standard di Stelvio First Edition si segnalano i nuovi sistemi di sicurezza attiva quali “Integrated Braking System”, “Forward Collision Warning”, “Autonomous Emergency Brake” e “Lane Departure Warning”. Completano l’equipaggiamento la telecamera posteriore con griglie dinamiche, i sensori di parcheggio anteriori e posteriori, il portellone posteriore con apertura elettrica, oltre al sistema di accensione automatica dei fari abbaglianti.
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Dakar 2010: la più bella di sempre

Secondo i nostalgici le uniche “vere” Dakar sono quelle disputate in Africa dal 1979 al 2007, secondo noi la più bella edizione – almeno per quanto riguarda le auto – del rally raid più famoso del mondo è stata invece quella del 2010 corsa in Argentina e Cile. Scopriamo insieme la storia di questa gara.Dakar 2010: la storiaLa Dakar 2010 (in programma in Argentina e in Cile dall’1 al 16 gennaio) è la seconda edizione disputata in Sud America del più duro rally raid del mondo: oltre 9.000 km da percorrere (9.030, per la precisione) di cui 4.810 di prove speciali.I favoriti della gara sono senza dubbio i campioni in carica della Volkswagen: al volante della Touareg (dotata di un motore 2.5 turbodiesel TDI da 300 CV) troviamo il vincitore del 2009 (il sudafricano Giniel de Villiers), lo spagnolo Carlos Sainz (campione del mondo rally nel 1990 e nel 1992), il qatariota Nasser Al-Attiyah e lo statunitense Mark Miller.Dopo 12 vittorie in 24 edizioni disputate (dal 1983 al 2009) la Mitsubishi dice addio alla Dakar 2010 per via della crisi economica. BMW ne approfitta e chiama a guidare la X3 il francese Stéphane Peterhansel (già reduce da sei vittorie con le moto e da tre successi con le auto) e lo spagnolo Nani Roma (già trionfatore con le due ruote nel 2004).1° TAPPA – Colón (Argentina)-Córdoba (Argentina) – 684 kmLa prima tappa della Dakar 2010 – caratterizzata dal maltempo – viene vinta da Roma su BMW mentre il compagno transalpino Guerlain Chicherit va subito in crisi. Il primo giorno di gara si registra purtroppo il primo decesso: quello di una giovane spettatrice investita dal driver tedesco Mirco Schultis.Classifica Dakar 2010 dopo la prima tappa
1 Nani Roma (Spagna) (BMW)    02:11:15
2 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    + 00:02:073 Stéphane Peterhansel (BMW)      + 00:02:502° TAPPA – Córdoba (Argentina) – La Rioja (Argentina) – 687 kmAnche la seconda tappa della Dakar 2010 è contraddistinta dalle cattive condizioni climatiche. Roma perde molto tempo a causa di un incidente e Al-Attiyah balza in testa alla classifica generale.Classifica Dakar 2010 dopo la seconda tappa
1 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen) 06:16:39
2 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    + 00:01:193 Stéphane Peterhansel (Francia) (BMW)   + 00:02:303° TAPPA – La Rioja (Argentina) – Fiambalá (Argentina) – 441 kmPeterhansel vince la terza tappa e comanda la classifica della Dakar 2010. Due piloti importanti dicono addio alle possibilità di vittoria finale: De Villiers (per noie al motore) e Roma, ancora protagonista di un incidente.Classifica Dakar 2010 dopo la terza tappa
1 Stéphane Peterhansel (Francia) (BMW)   09:14:28
2 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    + 00:04:333 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen)   + 00:07:314° TAPPA –  Fiambalá (Argentina) – Copiapó (Cile) – 629 kmLa carovana della Dakar 2010 arriva in Cile e inizia ad affrontare l’insidioso deserto di Atacama. A vincere la tappa è l’Hummer dello statunitense Robby Gordon: Peterhansel ne approfitta per allungare su Sainz.Classifica Dakar 2010 dopo la quarta tappa
1 Stéphane Peterhansel (Francia) (BMW)   10:54:50
2 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    + 00:07:363 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen)   + 00:09:565° TAPPA –  Copiapó (Cile) – Antofagasta (Cile) – 670 kmLa quinta tappa della Dakar 2010 è quella decisiva: ad aggiudicarsela è Miller (che balza al terzo posto nella generale) mentre Peterhansel è costretto a dire addio alla vittoria a causa di una rottura della trasmissione della sua BMW. Sainz conquista la vetta della graduatoria.Classifica Dakar 2010 dopo la quinta tappa
1 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    16:10:51
2 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen)   + 00:04:373 Mark Miller (USA) (Volkswagen)     + 00:09:396° TAPPA – Antofagasta (Cile) – Iquique (Cile) – 598 kmPeterhansel vince la sesta tappa della Dakar 2010 ma è ormai troppo distante dalla vetta. Il motociclista Luca Manca è vittima di un grave incidente nel quale si procura un trauma cranico e un conseguente stato comatoso.Classifica Dakar 2010 dopo la sesta tappa
1 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    20:35.33
2 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen)   + 00:15:243 Mark Miller (USA) (Volkswagen)     + 00:17:477° TAPPA – Iquique (Cile) – Antofagasta (Cile) – 621 kmLa settima tappa della Dakar 2010 è la più dura del rally raid sudamericano: 621 km di cui 600 di prova speciale. Al-Attiyah realizza il miglior tempo e riduce lo svantaggio nei confronti di Sainz.Classifica Dakar 2010 dopo la settima tappa
1 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    26:21:23
2 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen)   + 00:11:033 Mark Miller (USA) (Volkswagen)     + 00:22:068° TAPPA – Antofagasta (Cile) – Copiapó (Cile) – 568 kmPeterhansel vince l’ottava tappa della Dakar 2010, Sainz fora per ben due volte ma Al-Attiyah non riesce ad approfittarne perché anche al pilota qatariota capita lo stesso imprevisto.Classifica Dakar 2010 dopo l’ottava tappa
1 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    31:28:13
2 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen)   + 00:14:353 Mark Miller (USA) (Volkswagen)     + 00:22:289° TAPPA – Copiapó (Cile) – La Serena (Cile) – 547 kmChi pensa che in Volkswagen abbiano congelato le posizioni della Dakar 2010 non ha fatto i conti con Al-Attiyah, che vince la tappa rosicchiando parecchi minuti a Sainz.Classifica Dakar 2010 dopo la nona tappa
1 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    33:33:40
2 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen)   + 00:08:363 Mark Miller (USA) (Volkswagen)     + 00:27:1710° TAPPA – La Serena (Cile) – Santiago (Cile) – 586 kmSainz reagisce alla grande con la prima vittoria di tappa e riporta a oltre dieci minuti il vantaggio su Al-Attiyah.Classifica Dakar 2010 dopo la decima tappa
1 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    36:34:45
2 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen)   + 00:10:063 Mark Miller (USA) (Volkswagen)     + 00:28:1911° TAPPA – Santiago (Cile) – San Juan (Argentina) – 434 kmIn occasione del ritorno in Argentina la Dakar 2010 si riapre clamorosamente dopo che Sainz fora due volte. Chicherit vince l’undicesima tappa e Al-Attiyah si ritrova con meno di cinque minuti di ritardo dalla vetta.Classifica Dakar 2010 dopo l’undicesima tappa
1 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    39:16:55
2 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen)   + 00:04:283 Mark Miller (USA) (Volkswagen)     + 00:23:5012° TAPPA – San Juan (Argentina) – San Rafael (Argentina) – 796 kmSainz si riscatta aggiudicandosi la dodicesima tappa ma Al-Attiyah non si arrende e perde poco.Classifica Dakar 2010 dopo la dodicesima tappa
1 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    16:10:51
2 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen)   + 00:05:203 Mark Miller (USA) (Volkswagen)     + 00:28:1213° TAPPA – San Rafael (Argentina) – Santa Rosa (Argentina) – 725 kmLa tappa più lunga della Dakar 2010 viene vinta da Peterhansel ma è Al-Attiyah il vero protagonista: il pilota qatariota rosicchia tempo prezioso a Sainz e si ritrova con meno di tre minuti di ritardo dallo spagnolo con una sola tappa ancora da disputare. Al termine della giornata il driver asiatico dice di essere stato rallentato da Sainz, che a sua volta accusa Nasser di averlo toccato.Classifica Dakar 2010 dopo la tredicesima tappa
1 Carlos Sainz (Spagna) (Volkswagen)    16:10:51
2 Nasser Al-Attiyah (Qatar) (Volkswagen)   + 00:02:483 Mark Miller (USA) (Volkswagen)     + 00:31:4814° TAPPA – Santa Rosa (Argentina) – Buenos Aires (Argentina) – 707 kmLa Dakar 2010, a nostro avviso la migliore di sempre tra le auto, si chiude con un finale memorabile: Sainz vince l’ultima tappa difendendosi dagli attacchi di Al-Attiyah e termina la gara con il minor distacco di sempre tra i primi due della classifica generale..CLASSIFICA FINALE DAKAR 2010
1 CARLOS SAINZ (SPAGNA) (VOLKSWAGEN)      47:10:00
2 NASSER AL-ATTIYAH (QATAR) (VOLKSWAGEN) + 00:02:12
3 MARK MILLER (USA) (VOLKSWAGEN)       + 00:32:51
4 STÉPHANE PETERHANSEL (FRANCIA) (BMW)     + 02:17:215 GUERLAIN CHICHERIT (FRANCIA) (BMW)      + 04:02:49
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BMW M2 by Manhart

Con la M2 BMW (ecco il nostro test drive) ha dato vita ad una delle sportive sotto ai 65.000 euro (63.150 euro) più interessanti sul mercato.Ad approfittarne sono soprattutto i tuner di tutto il mondo che l’hanno presa, ormai, come modello base per eccellenza.È il caso di Manhart, preparatore tedesco che tra gli ultimi suoi lavori ha presentato proprio un’elaborazione della più piccola delle ‘M’ bavaresi.Se i 370 CV originali della BMW M2 non fossero abbastanza, ora i proprietari della piccola coupé possono rivolgersi a Manhart per un upgrade ‘bestiale’ del sei cilindri in linea.Upgrade impressionante per il 6 cilindri inlineaUna modifica che rende ben 630 CV e una coppia motrice di 750 Nm. A rendere possibile questo incremento di potenza per la M2 by Manhart ci sono un nuovo Turbo e intercooler, un nuovo sistema di scarico e una nuova mappatura della centralina.Anche sotto il profilo telaistico sono state introdotte interessanti novità come la nuova sospensione regolabile KW e l’impianto frenante potenziato. 
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Scott Pruitt: chi è il nuovo capo dell’EPA voluto da Donald Trump

L’Agenzia per la Protezione Ambientale americana, l’EPA (Environmental Protection Agency), è diventata famosa lo scorso anno per l’apertura del Dieselgate contro Volkswagen.Pochi giorni fa, poi, ritornava sulle copertine di tutti i giornali per l’apertura di un’indagine nei confronti di FCA negli USA. Insomma, un ente governativo di controllo in grado di influenzare in maniera decisiva gli equilibri del mercato dell’automotive a suon di regolamentazioni rivolte a contenere le emissioni. In teoria, un cane da guardia contro le violazioni ambientali da parte delle grandi imprese, soprattutto quelle automobilistiche. In tutto questo polverone mediatico sollevato dall’ultimo caso FCA, bisogna però sapere che, a breve (questione di giorni), la struttura dell’EPA cambierà profondamente. Si, perché l’Agenzia è governativa e a controllarla è l’amministrazione americana. Donald Trump, neo presidente USA, a dicembre ha nominato come nuovo capo dell’EPA Scott Pruitt, procuratore generale dell’Oklahoma (uno dei maggiori stati produttori di petrolio negli USA) molto vicino alle grandi imprese produttrici di combustibili fossili.Un uomo perfettamente in linea con la politica di deregulation del Tycoon e contrario, come Trump, alla teoria dell’influenza umana sul riscaldamento globale (che sarebbe, secondo il magnate newyorkese, un’invenzione della Cina). E ancora, nemico diretto e dichiarato dell’EPA, contro la quale ha portato avanti diverse iniziative legali rivolte ad abrogare numerose regolamentazioni ecologiche introdotte dall’Agenzia per la Protezione Ambientale, secondo lui dannose al business.Insomma, dopo le minacce di rinegoziazione del trattato NAFTA con Messico e Canada, Trump si impossesserà, a breve, anche della bacchetta magica dell’EPA. Come la userà? Come proseguirà l’indagine appena aperta contro FCA? Staremo a vedere. 
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Alfa Romeo: Bigland prepara la scalata nel segmento premium USA

La stangata dell’Epa nei confronti di FCA è arrivata proprio in uno dei momenti clou, Oltreoceano, per Alfa Romeo (marchio del Gruppo). La firma del Biscione si trova infatti nel bel mezzo del lancio della nuova Giulia, la prima vettura del rilancio della firma italiana dopo la sportiva di nicchia Alfa Romeo 4C.Dopo le promesse degli ultimi anni, insomma, finalmente si concretizza il piano Alfa con la berlina sul mercato e il primo SUV, la Stelvio, svelata in anteprima mondiale al Salone di Los Angeles 2016 (per ora l’anteprima è stata solo per la top di gamma Quadrifoglio ma la versione base dovrebbe arrivare nel corso del 2017).E il punto è che, per fare il grande passo, Alfa Romeo deve scrollarsi di dosso proprio quell’immagine di marchio di nicchia per entrare nel mainstream delle premium, nonostante una gamma per ora ristretta (negli USA) alle sole Giulia, 4C e, prossimamente, Stelvio).Ad affermarlo è stato Reid Bigland, il nuovo CEO Alfa, metà statunitense e metà canadese che ha anche detto ai microfoni di CNETS’s Roadshow che le berline e le SUV di medie dimensioni del segmento premium rappresentano oltre il 40% del mercato statunitense, dando così ad Alfa Romeo una grande opportunità di far crescere la propria presenza in territorio USA.Intanto negli Stati Uniti a dicembre sono sbarcate le prime 100 Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio prodotte a Cassino e, entro la fine di gennaio, ne arriveranno altre mille.
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Trump contro BMW: pronta una tassa per vendere in USA

Continuano gli annunci di Donald Trump finalizzati a penalizzare tutte le aziende che non produrranno in America.Stavolta il neo-Presidente degli Stati Uniti ha sferzato l’attacco nei confronti del colosso tedesco BMW, annunciando – in un’intervista al Bild ripresa da Automotive News – una tassa del 35% sulle auto che la Casa bavarese produrrà in Messico e porterà sul mercato statunitense. Politica chiaraSi tratta, se vogliamo, di una precisazione, perché già diverse settimane fa Trump aveva messo in chiaro la sua politica “protezionistica”, parlando di Ford, Toyota e FCA; FCA che intanto si ritrova a doversi difendere non solo dalle doppie accuse degli americani (EPA e Dipartimento di Giustizia), ma anche dagli attacchi dei tedeschi a cui hanno risposto, in modo deciso, sia il ministro Del Rio che il ministro Calenda. Siamo solo all’inizioInsomma, il 2017 è appena iniziato e Trump non ha alcuna intenzione di lasciarsi scappare qualsiasi opportunità di produrre ricchezza all’interno degli Stati Uniti.E per farlo non avrà certo timore di bacchettare un po’ alla volta tutti i colossi del mondo automotive. Siamo solo all’inizio, il meglio (per modo di dire) deve ancora venire…
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Ford GT: la strumentazione retro della supercar dell’Ovale Blu

Completamente digitale e dalla configurazione semplice, la strumentazione della nuova Ford GT – realizzata da Pektron e Conjure – è tutta rivolta all’aspetto sportivo, innato nel suo DNA. La stessa Ford la definisce “ispirata alle auto da corsa” con una grafica che rievoca le prime strumentazioni digitali degli Anni ’80 e ’90. Anche un po’ in controtendeza, se vogliamo, con le ultime tecnologie, sofisticate all’estremo, portate in produzione da altri marchi automobilistici, come ad esempio il virtual cockpit di Audi presente anche sulla più sportiva dei Quattro Anelli, la R8. Interfaccia personalizzabileSulla Ford GT l’interfaccia la fa uno schermo da 10 pollici che si può configurare su 5 modalità, tra cui quella ‘Track’ per l’uso in pista. In base all’impostazione scelta cambiano le informazioni visualizzate in primo piano sullo schermo e tra queste troviamo delle grafiche che indicano le condizioni climatiche esterne, la marcia ingranata, i giri del motore (il V6 da 3,5 litri e oltre 600 CV di potenza massima) o la velocità di crociera.La nuova Ford GT sarà prodotta in serie limitata e ancora non è ben chiaro se e quando arriverà in Italia, per il momento conosciamo il prezzo con cui sarà venduta negli USA: circa 400.000 dollari.
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Mauro Forghieri: una vita per la Ferrari

In una classifica dei personaggi più importanti della storia Ferrari Mauro Forghieri meriterebbe di occupare una delle prime dieci posizioni della graduatoria. Per quasi 30 anni l’ingegnere modenese è stato responsabile tecnico del reparto corse di Maranello e le auto da lui progettate hanno portato a casa ben sedici titoli Mondiali: 11 in F1 e 5 nell’endurance. Scopriamo insieme la storia del tecnico emiliano.Mauro Forghieri: la storiaMauro Forghieri nasce il 13 gennaio 1935 a Modena. Figlio di un meccanico del reparto corse Ferrari, si laurea in ingegneria meccanica nel 1959 all’Università di Bologna e poco dopo viene assunto nell’ufficio tecnico del Cavallino, all’epoca diretto da Carlo Chiti.La svolta nella carriera di Forghieri arriva nel 1961 quando Chiti lascia la Ferrari insieme a Romolo Tavoni e ad altri tecnici e progettisti per fondare la ATS. Mauro, a soli 26 anni, viene nominato responsabile tecnico del reparto corse del Cavallino (che in quegli anni è focalizzato sulla F1 e sui prototipi).Inizialmente Mauro Forghieri si occupa di motori ma col passare del tempo interviene anche su altri aspetti meccanici: è lui, ad esempio, che migliora la stabilità nei curvoni veloci della mitica 250 GTO intervenendo sul ponte posteriore.Le prime vittorieIl 1963 è l’anno in cui arrivano i primi successi per la Ferrari sotto la direzione Forghieri: il britannico John Surtees si aggiudica il GP di Germania di F1, i nostri Ludovico Scarfiotti e Lorenzo Bandini portano a casa la 24 Ore di Le Mans al volante della 250P e arriva anche il titolo Mondiale Sportprototipi.L’anno seguente Mauro Forghieri festeggia il suo primo Mondiale F1 (doppietta: Costruttori e Surtees tra i Piloti) e il secondo campionato del mondo sportprototipi. Senza dimenticare il gradino più alto del podio di Le Mans conquistato dalla 275P guidata dal francese Jean Guichet e dal nostro Nino Vaccarella.Dominio nell’enduranceLa supremazia Ferrari nella categoria endurance continua nel 1965 con il terzo campionato del mondo: la 275 P2 vince la 1000 km di Monza (con l’inglese Mike Parkes affiancato da Guichet) e la Targa Florio (Vaccarella/Bandini) mentre la 330 P2 si aggiudica la 1000 km del Nürburgring con Surtees/Scarfiotti.Il quarto Mondiale Sportprototipi per Mauro Forghieri arriva nel 1967 grazie soprattutto a Bandini e al neozelandese Chris Amon, vincitori alla 24 Ore di Daytona (gara contraddistinta da una memorabile tripletta del Cavallino) e alla 1000 km di Monza. L’anno successivo le idee dell’ingegnere modenese iniziano a dare i loro frutti anche in F1: in occasione del GP di Spagna viene montato per la prima volta su una monoposto l’alettone posteriore, una rivoluzione tecnica destinata a rivoluzionare il mondo del motorsport.Gli anni ’70Nel 1972 la Ferrari conquista il suo ultimo Mondiale Sportprototipi di sempre dominando la stagione: lo svedese Ronnie Peterson e l’australiano Tim Schenken primi alla 1000 km di Buenos Aires e alla 1000 km del  Nürburgring, lo statunitense Mario Andretti e il belga Jacky Ickx davanti a tutti alla 6 Ore di Daytona, alla 12 Ore di Sebring, alla 1000 km di Brands Hatch e alla 6 Ore di Watkins Glen, il trionfo tutto italiano di Arturo Merzario e Sandro Munari alla Targa Florio e il britannico Brian Redman insieme a Ickx sul gradino più alto del podio all’Österreichring.La crisi e la rinascitaLa crisi della Ferrari in F1 porta all’estromissione temporanea di Mauro Forghieri al termine della stagione 1972. Dopo pochi mesi – però – in seguito al fallimento della monoposto 312B3 del 1973 il tecnico emiliano ritorna al comando del reparto corse e inizia una lunga striscia di vittorie nel Circus.Nel 1975 doppio titolo (Piloti con l’austriaco Niki Lauda e Costruttori), nel 1976 Mondiale Costruttori e doppietta nel 1977 (con Lauda) e nel 1979 (con il sudafricano Jody Scheckter).Gli ultimi Mondiali e l’addio alla FerrariGli anni ’80 di Mauro Forghieri si aprono con lo sviluppo della Ferrari 126CK, una monoposto di F1 dotata di un motore 1.5 V6 turbo da 570 CV. Le evoluzioni di questo modello conquistano due Mondiali Costruttori consecutivi nel 1982 e nel 1983.Nel 1984, per via di alcuni dissidi con la dirigenza Fiat, Forghieri lascia il reparto corse Ferrari e si sposta all’ufficio ricerche per diventare nel 1986 direttore generale di Ferrari Engineering. Il suo progetto più importante è senza dubbio la 408 4RM, un prototipo realizzato in due esemplari dotato di trazione integrale.Nuove avventureNel 1987, dopo quasi di 30 anni di carriera in Ferrari, Mauro Forghieri lascia Maranello e diventa direttore tecnico di Lamborghini Engineering. Per la Casa di Sant’Agata Bolognese progetta un motore 3.5 V12 aspirato da F1 che viene adottato nel 1989 dalla Lola e l’anno successivo anche dalla Lotus.Il 1991 è l’anno in cui la Lamborghini debutta come costruttore in F1 (solo sei GP disputati senza conquistare punti) ma già nel 1992 Mauro viene chiamato dalla Bugatti per ricoprire il ruolo di direttore tecnico.Mauro Forghieri fonda nel 1995 la Oral Engineering, azienda ancora oggi attiva nella progettazione, nell’assemblaggio e nei servizi di collaudo di motori a due e a quattro tempi per i settori racing e produzione.
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Alfa Romeo 156 Sportwagon GTA (2002): emozioni familiari

L’Alfa Romeo 156 Sportwagon GTA – variante station wagon, commercializzata dal 2002 al 2006, della berlina sportiva del Biscione – è un’auto che si acquista con il cuore: solo mettendo da parte la ragione è infatti possibile apprezzare completamente una familiare (non priva di difetti) in grado di offrire prestazioni paragonabili a quelle di una supercar. Oggi analizzeremo solo la versione dotata del cambio manuale (quella che esalta maggiormente le doti di questa vettura): si trova facilmente a meno di 15.000 euro.Alfa Romeo 156 Sportwagon GTA (2002): le caratteristiche principaliL’Alfa Romeo 156 Sportwagon GTA al momento del lancio nel 2002 era una delle station wagon più cattive in commercio ma anche una delle meno versatili a causa del poco spazio a disposizione per i passeggeri posteriori e i bagagli.Incollata all’asfalto (ma meno agile nel misto stretto di quanto ci si potrebbe aspettare nonostante dimensioni esterne contenute: solo 4,43 metri di lunghezza) e caratterizzata da un consumo elevato di olio, presenta finiture abbastanza curate (meglio dentro che fuori). La dotazione di serie ha alcune lacune: niente ESP e sensori di parcheggio e fari allo xeno optional.Alfa Romeo 156 Sportwagon GTA (2002): la tecnicaL’Alfa Romeo 156 Sportwagon GTA – a trazione anteriore – ospita sotto il cofano un motore 3.2 V6 aspirato abbinato ad un cambio manuale a sei marce che regala prestazioni pazzesche: 250 km/h di velocità massima e 6,3 secondi per scattare da 0 a 100 chilometri orari. Controllate prima dell’acquisto che il propulsore – purtroppo solo Euro 3 e con una cilindrata elevata che non aiuta a risparmiare sull’assicurazione – sia stato sottoposto a regolare manutenzione.Chi è abituato alle moderne unità sovralimentate potrebbe però rimanere deluso dall’erogazione (buona ai bassi regimi ma davvero entusiasmante solo sopra i 4.000 giri). Occhio ai consumi alti: 8,1 km/l dichiarati.Alfa Romeo 156 Sportwagon GTA (2002): le quotazioniL’Alfa Romeo 156 Sportwagon GTA ha un futuro come auto d’epoca: oggi si trova facilmente e le sue quotazioni recitano 10.000 euro ma per gli esemplari ben tenuti (specialmente gli ultimi, quelli immatricolati nel 2005) vale la pena salire a quota 15.000.
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Ford Social Home: un temporary space a Milano dedicato a MasterChef

Si chiama Ford Social Home il temporary space creato a Milano dalla Casa statunitense (presso lo Spazio Bou-tek, in via Maurizio Gonzaga 7) per accogliere tutti i fan di MasterChef Italia.In occasione della sesta edizione di MasterChef Italia Ford non si è accontentata del semplice placement (con la EcoSport official transportation car del programma nonché confessionale dei concorrenti eliminati) ma ha aperto la Ford Social Home nel cuore di Milano con l’obiettivo di elevare il coinvolgimento degli ospiti delle “MasterChef night” ed estendere la partecipazione alle “MasterChef night” ad un pubblico più ampio.Ogni giovedì sera, dal 12 gennaio 2017 fino alla fine del programma (il 9 marzo 2017), foodstar, webstar e influencer si incontreranno per seguire le puntate di MasterChef Italia e commentarle live sui social ma non saranno gli unici ad avere accesso alla Ford Social Home visto che tutti i fan di Ford Italia e di MasterChef Italia potranno richiedere un invito registrandosi su www.fordsocialhome.it. Padrone di casa Francesco Facchinetti, che intratterrà gli ospiti della serata e coinvolgerà i concorrenti eliminati nella puntata precedente in esibizioni di show cooking.Quest’anno, oltre alla partecipazione alla “MasterChef night” del giovedì sera dei concorrenti eliminati nella puntata di MasterChef della settimana precedente, ogni venerdì la Ford Social Home ospiterà il Meet&Greet con gli eliminati della puntata andata in onda la sera precedente. Ma non è tutto: Ford Social Home è anche un contenitore media che funge da piattaforma per lanciare una serie di attività dedicate a audience specifiche ed è uno showroom virtuale che fa vivere ai consumatori l’esperienza Ford a 360°.Ford Social Home è l’evoluzione del format Ford Social Restaurant ideato nel 2016 per la quinta edizione di MasterChef Italia e segue altre due iniziative “food” e “social” realizzate dalla Casa dell’Ovale Blu: nel 2014 – ad esempio – la EcoSport è stata la protagonista di Taste On The Road, una web-series in cui Sonia Peronaci – ex Giallo Zafferano – viaggiava attraverso l’Italia alla scoperta delle tradizioni culinarie del nostro Paese a bordo della piccola SUV statunitense.Nel 2015 sempre la EcoSport è stata protagonista del format Cucina ad alta velocità in cui Ciro Priello (The JackaL) tentava di preparare alcune ricette dentro la Sport Utility “yankee” su un circuito off-road.
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