Monthly Archives: Dicembre 2016

McLaren festeggia con una 570S le 10.0000 vetture prodotte

È una 570S con carrozzeria in Ceramic Grey, colore che fa parte della selezione di McLaren Special Operations “Defined”, la 10.000esima vettura sfornata da McLaren Automotive nel Production Centre di Woking. L’auto è uscita dalla catena di produzione a distanza di soli 5 anni da quando uscì la prima vettura prodotta, la 12CNel momento in cui la vettura lasciava il “Production Centre”, Mike Flewitt, Chief Executive Office di McLaren, ha commentato: “La produzione della 10.000 a McLaren è una tappa molto importante per la giovane storia della società. Il fatto che ci siano voluti 42 mesi per costruire la 5.000 a vettura e ce ne siano voluti solo 22 per costruire le altre 5.000 lo si deve all’introduzione della gamma della Sports Series ed è perciò giusto che la 10.000 a sia una McLaren 570S”.McLaren sta per raggiungere un suo obiettivo, quello di raddoppiare le vendite rispetto al 2015, passando da 1654 vetture vendute l’anno scorso a oltre 3,000 vetture in questo 2016 delle quali oltre il 90% saranno esportate. Questo aumento del volume è grazie, in larga parte, alla spinta data dalla produzione con il secondo turno ed il successo dei modelli della Sports Series.
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The Grand Tour in Italia con Amazon Prime Video

Sbarca in Italia Amazon Prime Video, la nuova piattaforma del colosso di Jeff Bezos che punta a sfidare Netflix e simili.Tra i contenuti che offre – visibili online, su smartphone o tablet – spicca The Grand Tour, il nuovo show che vede protagonisti Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May, personaggi che gli appassionati di motori conosceranno molto bene. Come funziona e quanto costa Amazon Prime VideoAmazon Prime Video offre per i suoi utenti molti film – dove spicca tutta la saga Fast & Furious –, serie tv e cartoon per i più piccoli (per ora l’assortimento non è paragonabile a quello di Netflix, per intenderci).Per visualizzare questi contenuti bisogna iscriversi alla piattaforma. È possibile provarlo gratuitamente per 30 giorni per poi decidere se mantenere attivo l’abbonamento pagando 19,99 euro per tutto l’anno. Tutti i contenuti sono offerti in molte lingue e con sottotitoli. È gratis per gli abbonati Amazon PrimeTutti coloro che hanno già attivo un abbonamento Amazon Prime (quello che consente di ricevere i prodotti Amazon attraverso “spedizioni lampo”) non dovranno sostenere alcun costo: per loro Amazon Prime Video è completamente gratuito. 
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Saab 9-3 Viggen (1999): dalla Svezia con furore

La Saab 9-3 Viggen – variante sportiva della prima generazione della berlina svedese – è un’auto molto rara: in Italia è stata infatti commercializzata tra il 1999 e il 2000 in soli 37 esemplari. Le quotazioni sono molto basse (2.000 euro): il problema è trovare qualcuno disposto a disfarsene.Saab 9-3 Viggen (1999): le caratteristiche principaliLa Saab 9-3 Viggen – disponibile nel nostro Paese solo a tre porte – è una berlina scandinava a trazione anteriore (occhio al sottosterzo marcato nelle curve prese ad alta velocità) sportiva e versatile: il pratico portellone garantisce un accesso agevole all’ampio bagagliaio (494 litri che diventano 1.314 quando si abbattono i sedili posteriori) e il pianale GM condiviso con la Opel Calibra, con le prime due serie della Opel Vectra e con la prima Saab 9-5 offre un comportamento stradale convincente.Stiamo parlando, insomma, di una “segmento D” fuori dagli schemi molto piacevole da guidare: merito di un cambio maneggevole, di freni potenti e – soprattutto – di un motore che spinge forte a qualsiasi regime. L’unica nota negativa riguarda la visibilità, penalizzata dalla forma particolare della coda.Saab 9-3 Viggen (1999): la tecnicaLa Saab 9-3 Viggen del 1999 ospita sotto il cofano un motore 2.3 sovralimentato a benzina da 230 CV e 350 Nm di coppia. Un propulsore reattivo (la coppia massima viene sviluppata a 1.900 giri!) capace di offrire prestazioni davvero brillanti: 250 km/h di velocità massima e 6,8 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari. Il tutto con consumi non esagerati: 10,4 km/l dichiarati.Saab 9-3 Viggen (1999): le quotazioniNonostante sia una berlina introvabile le quotazioni della Saab 9-3 Viggen del 1999 sono molto basse: 2.000 euro. Il motivo? È un modello di nicchia apprezzato solo da pochi appassionati. Senza dimenticare che non è ancora d’epoca.
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Audi RS5 by Fostla

Il preparatore tedesco Fostla propone un interessante tuning per la top di gamma A5 di Casa Audi, la RS5. Si tratta di un tuning soprattutto estetico realizzato con un rullo in vinile in rosso opaco-lucido cromato con sfumature in nero che rende la coupé dei Quatto Anelli unica ed esclusiva. La colorazione scura dei fari, poi, mette ulteriormente in evidenza la livrea mentre i cerchi neri lucidi con bordatura rossa calzano a pennello nell’immagine complessiva di questa Audi RS5 firmata Fostla. Anche sotto il punto di vista meccanico alcune modifiche aumentano la potenza della coupé di Ingolstadt come il chip tuning che elimina il limitatore di velocità e il nuovo impianto di scarico con valvola a farfalla. Il risultato è un incremento di potenza per il V8 4.2 FSI che passa dai 450 CV originali a 488 CV.  
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Fast & Furious 8, il trailer in italiano

C’è grande attesa tra gli appassionati di motori per il nuovo episodio della ormai celebre saga Fast&Furious. Il prossimo 13 aprile infatti arriverà nelle sale dei cinema l’ottava edizione, che vedrà tra i protagonisti anche Charlize Theron nei panni della cattiva fuorilegge. Dal trailer ufficiale, diffuso l’11 dicembre, si nota l’ambientazione del film a Cuba, a New York e non solo. Secondo le indiscrezioni non sarà l’ultimo episodio della serie, a quanto pare a chiudere i conti ci penserà Fast&Furious 10. Vedremo…Intanto gustatevi il trailer. 
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Ferrari J50, una special edition su base 488

Ferrari J50 è una serie speciale prodotta in soli dieci esemplari, realizzata per celebrare i 50 anni del marchio del Cavallino in Giappone. Due posti con motore da 690 CVSi tratta di una due posti con motore posteriore-centrale, estremamente personalizzabile: può essere cucita su misura di ciascuno dei suoi dieci clienti.Disegnata dal Centro Stile di Maranello, nasce sulla base della 488 Spider ed è alimentata da una nuova versione del V8 da 3.9 litri in grado di erogare una potenza di 690 CV (contro i 670 della versione standard): il motore che ha vinto l’International Engine of the Year Award nel 2016, per intenderci.Design inedito e futuristicoLa volontà di creare una roadster ribassata che interpretasse al meglio i valori di leggerezza e agilità ha portato alla creazione di una vettura dal design completamente nuovo, che preannuncia il linguaggio delle forme che probabilmente in futuro sarà “parlato” in Casa Ferrari.Senza però trascurare il passato: la linea scura di demarcazione ricorda, infatti, lo stile delle GTO, F40 e F50. Il paraurti anteriore ha una forma completamente nuova e integra proiettori a LED.Ci sono prese d’aria in fibra di carbonio e uno spoiler posteriore dall’aspetto molto discreto ed elegante. Il V8 è messo in bella mostra, coperto da una cover trasparente.Completano il quadro i cerchi forgiati da 20’’, i due scarichi dal design ricercato, e l’hard top in fibra di carbonio. 
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Emerson Fittipaldi: il più grande pilota degli anni ’70

Emerson Fittipaldi è stato il pilota più grande degli anni ’70: nella prima metà del decennio ha portato a casa due Mondiali F1 e ha “sprecato” gli anni successivi cercando di far vincere la scuderia fondata dal fratello maggiore Wilson. Scopriamo insieme la storia del driver brasiliano, capace di trionfare anche negli States (due 500 Miglia di Indianapolis e un campionato CART).Emerson Fittipaldi: la storiaEmerson Fittipaldi nasce il 12 dicembre 1946 a San Paolo (Brasile). Figlio di uno dei più famosi giornalisti locali specializzati in motorsport, inizia a gareggiare a 14 anni con le moto e a 16 con gli aliscafi ma passa ai più sicuri kart dopo un brutto incidente.Le prime esperienzeNel 1965 debutta con le auto di serie nelle gare brasiliane al volante di una Renault Dauphine e di una Willys Interlagos e ottiene il primo podio (3° alla Mil Milhas in coppia con il connazionale Jan Balder) l’anno successivo con una DKW Malzoni.Emerson Fittipaldi inizia a farsi conoscere nel 1967 quando si aggiudica il campionato nazionale di Formula Vê e conquista la 6 Ore di Interlagos insieme al fratello maggiore Wilson con una Volkswagen Karmann Ghia. L’anno seguente i due portano a casa la 12 Ore di Porto Alegre con un prototipo Volkswagen.Il trasferimento in EuropaFittipaldi si trasferisce in Europa nel 1969, corre in Formula Ford e si aggiudica il prestigioso campionato britannico di F3. Nel 1970 diventa campione brasiliano Formula Ford 1600, chiude in terza posizione il campionato europeo di F2 dietro allo svizzero Clay Regazzoni e al britannico Derek Bell e debutta in F1.Il debutto in F1Emerson Fittipaldi debutta in F1 come terzo pilota Lotus nel 1970 nel GP di Gran Bretagna. Porta a casa i primi punti già nella seconda gara (quarto in Germania) e risulta complessivamente più lento del compagno austriaco Jochen Rindt (ma più rapido del britannico John Miles).La morte di Rindt e l’addio alle corse di Miles (scosso dall’incidente del coéquipier) portano Fittipaldi a diventare prima guida della scuderia britannica: Emerson non delude andando a vincere il GP degli USA e risultando più rapido del compagno svedese Reine Wisell. La situazione si ripete nel 1971 con due terzi posti (in Gran Bretagna va meglio del sudafricano Dave Charlton) e una seconda piazza in Austria.Il primo MondialeNel 1972 Emerson Fittipaldi diventa il più giovane campione del mondo della storia della F1 (record che verrà battuto solo nel 2005 da Fernando Alonso) con quattro vittorie (Spagna, Belgio, Austria e Italia) e con piazzamenti migliori di quelli del compagno australiano David Walker. Nelle ultime due gare (con il titolo già vinto), però, si rilassa e fa peggio di Wisell. L’anno seguente ottiene tre successi (Argentina, Brasile e Spagna), va meglio del nuovo compagno di scuderia svedese Ronnie Peterson e termina il Mondiale in seconda posizione.La McLaren e il secondo MondialeFittipaldi passa nel 1974 alla McLaren e conquista il secondo Mondiale F1 in carriera grazie a tre vittorie (Brasile, Belgio e Canada). Risulta sempre più veloce del compagno neozelandese Denny Hulme e dei tre “terzi piloti” del team inglese: i britannici Mike Hailwood e David Hobbs e il tedesco Jochen Mass. L’anno successivo termina il campionato in seconda posizione (meglio di Mass) con due successi (Argentina e Gran Bretagna).La CopersucarEmerson Fittipaldi prende una decisione clamorosa nel 1976: dopo quattro stagioni condite da due Mondiali e due secondi posti il pilota più forte del momento decide di lasciare la McLaren per correre con la Copersucar, scuderia fondata l’anno prima dal fratello maggiore Wilson. Fa meglio del connazionale Ingo Hoffmann e porta a casa tre punti grazie a tre sesti posti rimediati in tre GP (USA Ovest, Monte Carlo e Gran Bretagna).La situazione migliora nel 1977 (sempre più veloce di Hoffmann, porta a casa tre quarti posti in Argentina, Brasile e Olanda) e l’anno successivo regala alla Copersucar il primo e unico podio grazie ad un incredibile secondo posto in Brasile. Nel 1979 fa meglio del connazionale Alex Ribeiro ma va una sola volta a punti con un sesto posto in Argentina.Addio alla F1Nel 1980 la Copersucar cambia nome in Fittipaldi ed Emerson non è più brillante come un tempo: più lento del finlandese Keke Rosberg, ottiene l’ultimo podio in carriera (3° USA Ovest) e al termine della stagione appende il casco al chiodo e si limita a gestire la scuderia fino al 1982.Ritorno in pistaFittipaldi torna in pista nel 1984 nel campionato CART, porta a casa la prima vittoria nel 1985 (Michigan) e nel 1989 si laurea addirittura campione con una Penske Chevrolet del team Patrick grazie a cinque vittorie (500 Miglia di Indianapolis, Detroit, Portland, Cleveland e Nazareth).Nel 1993 Emerson Fittipaldi ottiene il secondo successo a Indianapolis con una Penske Chevrolet e due anni più tardi abbandona la serie.Il terzo millennioEmerson Fittipaldi rientra nel mondo del motorsport nel 2005 quando si occupa della gestione della squadra brasiliana nel campionato A1 GP ma non ha nessuna intenzione di abbandonare il ruolo di pilota. Torna in pista nel GP Masters, affronta il campionato brasiliano GT3 del 2008 con una Porsche 911 e nel 2014 corre la 6 Ore di San Paolo – valida per il Mondiale Endurance WEC – al volante di una Ferrari 458 Italia GT2.
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BMW M2 by Hamann

A pochi mesi dal suo arrivo sul mercato la entry level delle M di Casa BMW, la compatta BMW M2 per chi non la conoscesse, è già diventata una specie di Santo Graal per gli smanettoni del tuning.Molti hanno già messo mano alla piccola coupé bavarese arrabbiata e il preparatore tedesco Hamann non ha voluto essere da meno.Body kit aerodinamicoEsteticamente la BMW M2 by Hamann sfoggia un paraurti anteriore ritoccato, nuove minigonne laterali più pronunciate, un nuovo diffusore posteriore e un inedito alettone dalle linee molto elaborate. Completano il quadro estetico i nuovi cerchi dal design personalizzato.Iniezione di potenza per il 6 cilindri in lineaSotto il cofano il sei cilindri in linea da 3.0 litri guadagna ben 50 CV, portando la potenza complessiva dai 370 CV originali a 420 CV (molto vicina alla sorella maggiore M4, da 431 CV).Anche la coppia riceve un notevole incremento di 65 Nm con un valore complessivo di 530 Nm (550 Nm per la M4).Come ha ottenuto Hamann questo incremento di potenza? Con una riprogrammazione dell’elettronica e con un nuovo impianto di scarico, semplice.  
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Nissan Juke stabilisce un nuovo inedito record

Nissan Juke si è recentemente resa protagonista di un nuovo record mondiale. La crossover giapponese, guidata dallo stuntman Paul Swift, ha eseguito la manovra “J-turn” nonostante i vetri completamente oscurati, eguagliando l’attuale record stabilito però con visuale libera: il pilota, per intenderci, aveva come unico riferimento la tecnologia Around View Monitor (AVM).Paul Swift ha eseguito un giro di 180° – partendo in retromarcia per poi sterzare e girarsi frontalmente – in uno spazio superiore alla lunghezza complessiva del veicolo di soli 18 cm, usando soltanto le quattro telecamere esterne di Juke per individuare la propria posizione.Non fatelo a casaDopo questa prova da record, Paul Swift ha dichiarato: “Sconsiglio ai conducenti di provare a parcheggiare con il sistema AVM eseguendo un J-turn, come ho fatto io, ma questa è senz’altro un’ottima dimostrazione di come la tecnologia AVM possa davvero aiutare i clienti Nissan nella guida quotidiana. All’inizio è stato strano guardare la panoramica a 360° sullo schermo della plancia, senza poter guardare attraverso i vetri della vettura, ma mi sono abituato in fretta. Le telecamere del sistema AVM mi hanno mostrato una visuale chiara della carreggiata, perciò ero certo che sarei rimasto all’interno delle righe”.La tecnologia a bordo di JukeIl sistema AVM di Nissan offre al conducente una veduta aerea a 360° sia dell’auto sia dello spazio circostante. Le quattro immagini, unite digitalmente, vengono visualizzate sullo schermo NissanConnect nella plancia, rendendo le manovre di parcheggio più semplici e sicure.La tecnologia Nissan AVM comprende, inoltre, il Sistema di rilevamento oggetti in movimento, che avverte il conducente se qualcosa, ad esempio un pedone o un animale, si trova vicino alla vettura. Questo fornisce al guidatore una maggiore consapevolezza in fase di manovra, a vantaggio della sicurezza.La tecnologia AVM è parte integrante della visione di “Intelligent Mobility Nissan” per un futuro più sicuro e sostenibile. Inoltre è uno degli elementi fondanti dell’approccio di Nissan a ProPilot, la tecnologia di guida autonoma sviluppata dalla casa automobilistica. La prima vettura Nissan europea dotata di ProPilot verrà svelata nel 2017.Nissan Juke non è nuovo a imprese di questo genere: il crossover compatto ha già stabilito un record percorrendo un miglio su due ruote nel minor tempo di sempre. Chissà quale altra impresa ci riserverà il futuro…
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Dodge, la storia della Casa statunitense

La Dodge non è solo una delle Case statunitensi più sexy in circolazione (ha inventato la Charger, la Challenger, il Ram e la Viper, per dire) ma anche un marchio con oltre un secolo di storia che ha portato diverse innovazioni nell’automobilismo a stelle e strisce. Scopriamo insieme la storia di questo brand.Dodge, la storiaLa storia della Dodge inizia nel 1914 quando due fratelli (John Francis e Horace Elgin Dodge) provenienti dal Michigan, dopo aver realizzato biciclette alla fine dell’800, fornito componenti meccanici alle Case automobilistiche “yankee” all’inizio del XX secolo e costruito vetture per conto della Ford, decidono di mettersi in proprio e diventano, dopo solo un anno di attività, i terzi produttori statunitensi.La Prima Guerra Mondiale e l’influenza spagnolaNel 1916 la Casa “yankee” si occupa di forniture militari per l’esercito statunitense impegnato nella Prima Guerra Mondiale, quattro anni più tardi la Dodge diventa la seconda Casa più acquistata negli USA ma la morte di entrambi i fratelli per via dell’influenza spagnola cambia tutto.Dai banchieri alla ChryslerNel 1925 un consorzio di banchieri di New York acquista la Dodge dalle vedove di John Francis e Horace Elgin per 146 milioni di dollari e la rivende nel 1928 (anno in cui debutta un motore a sei cilindri) alla Chrysler.Gli anni ’30 e ’40Per rispondere alla crisi del 1929 la Casa americana punta su innovazioni tecnologiche focalizzate sul miglioramento del comfort e nel 1930 inizia la produzione di un motore a otto cilindri. Un’unità che sparisce dalla circolazione nel 1934, anno in cui arrivano le sospensioni anteriori a ruote indipendenti e modelli caratterizzati da un design seducente.Nel 1942 la produzione di auto Dodge viene interrotta per passare alle forniture belliche per l’esercito statunitense impegnato nella Seconda Guerra Mondiale e riprende quattro anni più tardi.Gli anni ’50 e ’60Il 1952 è l’anno in cui debutta il primo motore V8 della storia della Casa statunitense. L’anno seguente arrivano invece i primi modelli disegnati da Virgil Exner e la prima vittoria NASCAR grazie a Lee Petty.Nella seconda metà degli anni ’50 iniziano a diffondersi le pinne posteriori mentre gli anni ’60 per Dodge significano soprattutto “caccia alle prestazioni”: nel 1966 debutta la mitica Charger ma è la seconda generazione del 1968 a conquistare definitivamente il pubblico.La crisi e la rinascitaGli anni ’70 si aprono con la conquista del primo campionato Costruttori NASCAR e con il debutto della Challenger (la risposta Dodge alla Chevrolet Camaro e alla Ford Mustang) ma la crisi petrolifera del 1973 incide negativamente sulle finanze del marchio “yankee”, in ritardo rispetto alla concorrenza nel proporre modelli più efficienti.La prima svolta “verde” arriva solo nel 1978 con la Dodge Omni, variante rimarchiata della Simca-Chrysler Horizon (Auto dell’Anno 1979 in Europa) nonché prima auto a trazione anteriore e con motore montato in posizione trasversale disponibile in Nord America. La Casa “yankee” si risolleva quando Lee Iacocca viene nominato presidente e amministratore delegato Chrysler: si circonda di numerosi collaboratori di fiducia provenienti dalla sua precedente esperienza in Ford, licenzia numerosi operai, vende Chrysler Europe a Peugeot e ottiene prestiti grazie alle garanzie del Congresso.L’anno seguente Iacocca diventa presidente del consiglio di amministrazione e risolleva il gruppo Chrysler con una serie di progetti bocciati qualche anno prima dalla Casa dell’Ovale Blu come il pianale K a trazione anteriore introdotto nel 1981.Ram e CaravanGli anni ’80 per Dodge sono contraddistinti da modelli meno assetati di carburante ma anche dal lancio di due vetture destinate ad entrare nel mito: il pick-up Ram del 1981 (che diventerà talmente famoso da diventare un marchio a parte nel 2010) e la Caravan del 1984 (affiancata quattro anni più tardi dalla variante a passo lungo Grand Caravan), una delle prime monovolume di sempre.La Viper e non soloIl modello più iconico della Dodge – la Viper – vede la luce nel 1992: una spider dal design aggressivo e originale (anticipato da una concept nel 1989) caratterizzata da un possente motore 8.0 V10 da 400 CV derivato dalle unità usate dai mezzi commerciali Chrysler e opportunamente modificato da Lamborghini (brand acquistato da Chrysler nel 1987).Nel 1996 è la volta della variante coupé GTS con 450 CV mentre nel 1998 (anno in cui, in seguito alla fusione tra Chrysler e Mercedes, Dodge entra nel gruppo DaimlerChrysler) la Durango porta il motore V8 e sette posti a sedere nel segmento delle SUV medie.La crisi del XXI secoloIl XXI secolo per la Dodge si apre ufficialmente nel 2004 con il lancio della seconda generazione della Viper. Due anni più tardi la Casa “yankee” tenta lo sbarco in grande stile in Europa – senza successo – con la compatta Caliber e nello stesso periodo riporta nei listini americani dopo 19 anni di assenza la Charger (trasformata in un’aggressiva berlinona a quattro porte).Nel 2007 (anno di lancio della SUV compatta Nitro, “cugina” della Jeep Cherokee) termina l’avventura DaimlerChrysler e Dodge, insieme a tutti i brand del gruppo Chrysler, viene ceduta al fondo Cerberus e si ritrova in bancarotta nel 2008 – anno del ritorno della Challenger e del debutto della berlina Avenger – dopo la crisi economica.L’era FiatLa svolta per la Dodge arriva nel 2009 quando Fiat rileva il 20% di Chrysler a costo zero impegnandosi a risanarla. Nello stesso anno nasce la Journey, una grande SUV che in occasione del restyling del 2011 viene venduta come Fiat Freemont.Nel 2010 Dodge lascia i listini italiani e l’anno seguente Fiat acquisisce la maggioranza di Chrysler. La Dart del 2012 (realizzata sullo stesso pianale della Jeep Cherokee e sulla piattaforma allungata dell’Alfa Romeo Giulietta) è il primo modello realizzato in collaborazione con il colosso torinese ma non conquista il pubblico americano. Nel 2014 tutto il gruppo Chrysler passa sotto Fiat: nasce FCA.
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