Monthly Archives: Dicembre 2016
BMW e il motorsport: la storia
Il rapporto tra BMW e il motorsport è piuttosto contrastato: se è vero che i modelli sportivi di serie della Casa bavarese hanno regalato emozioni a diverse generazioni di automobilisti è altrettanto vero che il palmarès del brand di Monaco non è ricco quanto quello delle altre rivali “premium” tedesche. Di seguito troverete la storia sportiva del marchio teutonico, capace di conquistare – tra le altre cose – una 24 Ore di Le Mans e un mare di successi nel turismo.BMW e il motorsport: la storiaLa BMW nasce nel 1916 ma per la prima vittoria sportiva importante bisogna aspettare il 1938 quando una 328 guidata dal britannico Abiegeg Fane diventa la prima auto non inglese ad aggiudicarsi il RAC Rally. Due anni più tardi una 328 Berlinetta Touring conquista la Mille Miglia con il tedesco Huschke von Hanstein.Gli anni ’50Risale al 1952 il debutto della BMW in F1 con quattro monoposto private schierate nel GP di Germania: l’unico pilota a tagliare il traguardo – il tedesco orientale Ernst Klodwig – chiude in 12° posizione. Nello stesso anno il teutonico Alexander von Falkenhausen porta a casa il Rallye delle Alpi in Francia con la 328.Nel 1953 altre due monoposto BMW private disputano il GP di Germania di F1 (miglior piazzamento del tedesco orientale Rudolf Krause: 14°) mentre l’anno successivo, sempre durante la corsa tedesca, si vede in pista una Klenk dotata di un motore della Casa bavarese. Nel 1957 il tedesco Leopold von Zedlitz trionfa nel Rally di Germania con una 502.Gli anni ’60Negli anni ’60 le auto BMW cominciano a farsi valere nei campionati turismo: nel 1966 il tedesco Hubert Hahne porta a casa il titolo europeo con la 2000TI e l’austriaco Dieter Quester con la 2002 si aggiudica due titoli continentali consecutivi nel 1968 e nel 1969.Per quanto riguarda la F1 segnaliamo l’apparizione di una Lola di F2 motorizzata BMW nei GP di Germania del 1967 e del 1968.Nasce BMW MotorsportL’1 maggio 1972 nasce BMW Motorsport GmbH, la divisione sportiva della Casa di Monaco (General Manager Jochen Neerpasch, ex pilota ufficiale Porsche ed ex direttore sportivo Ford) e già l’anno seguente arrivano le prime soddisfazioni “ufficiali”: la conquista del campionato europeo turismo da parte dell’olandese Toine Hezemans con la 3.0 CSL e il successo nel Rally d’Austria valido per il Mondiale del tedesco Achim Warmbold al volante della 2002Tii.La 3.0 CSL domina i campionati turismo nella seconda metà degli anni ’70 (cinque titoli continentali consecutivi tra il 1975 e il 1979) e nel 1976 porta a casa persino la 24 Ore di Daytona con un equipaggio composto dallo statunitense Peter Gregg e dai britannici Brian Redman e John Fitzpatrick.I primi anni ’80Gli anni ’80 per BMW si aprono come si erano chiusi i ’70: con un dominio nel campionato europeo turismo. La 320 vince nel 1980, la 635 CSi nel 1981 e nel 1983 e la 528i nel 1982.Motorista in F1Nel 1982 BMW debutta ufficialmente in F1 come fornitore di motori per la Brabham: la prima vittoria arriva già nel primo anno di attività grazie al brasiliano Nelson Piquet primo in Canada. Il pilota sudamericano diventa campione nel mondo nel 1983, anno in cui arriva anche la fornitura di propulsori per la scuderia tedesca ATS.Nel 1984 – anno in cui il tedesco Volker Strycek vince la prima edizione del campionato tedesco turismo DTM con la 635 CSi – i motori BMW di F1 vengono montati anche dalla Arrows mentre l’anno seguente – in seguito all’abbandono della ATS – rimangono solo due i team del Circus dotati di unità “made in Monaco”.Il 1986 è l’anno della conquista del campionato europeo turismo da parte del nostro Roberto Ravaglia con la 635 CSi e del debutto in F1 della Benetton (che decide di esordire con motori BMW).Pista e rally con la M3Il 1987 è un anno importante per BMW Motorsport: rimasta in F1 solo con la Brabham, si riscatta con la mitica M3. La versione sportiva della serie 3 si aggiudica la prima edizione del Mondiale turismo con Ravaglia, il titolo europeo con il tedesco Winfried Vogt, il DTM con il belga Eric van de Poele e – non contenta – si fa valere anche nel Mondiale Rally WRC grazie al francese Bernard Béguin primo al Tour de Corse. Nel 1988 Ravaglia ottiene il titolo europeo turismo mentre l’anno successivo si aggiudica il titolo tedesco.Gli anni ’90 e Le MansGli anni ’90 sono poveri di risultati sportivi per BMW: nel 1993 BMW Motorsport cambia nome in BMW M e lascia il DTM mentre nel 1999 arriva la prima e unica vittoria del brand teutonico alla 24 Ore di Le Mans grazie alla V12 LMR guidata dal francese Yannick Dalmas, dal nostro Pierluigi Martini e dal tedesco Joachim Winkelhock.Gli anni DuemilaGli anni Duemila per BMW si aprono nel 2000 con il ritorno in F1 (sempre come fornitore di motori, ma questa volta per la Williams) e proseguono con la serie 3 dominatrice nel turismo con il britannico Andy Priaulx (campione europeo 2004 con la 320i e tre volte campione del mondo WTCC con la 320si tra il 2005 e il 2007).La BMW SauberNel 2006 BMW tenta l’avventura come costruttore in F1: acquista la scuderia svizzera Sauber, le cambia nome in BMW Sauber e corre per cinque stagioni portando a casa un secondo posto nel Mondiale Costruttori 2007, una quarta piazza iridata tra i Piloti con il polacco Robert Kubica nel 2008, una vittoria (Kubica Canada 2008), una pole position e 17 podi. Nel 2009 BMW abbandona la F1 ma per motivi di regolamento la BMW Sauber continua ad esistere sulla carta nel 2010 (ma con motori Ferrari).Il ritorno nel DTMBMW torna nel DTM nel 2012 dopo 19 anni di assenza e conquista subito il titolo grazie alla M3 e al canadese Bruno Spengler. La M4 guidata dal teutonico Marco Wittmann porta a casa altri due titoli tedeschi nel 2014 e nel 2016.
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Audi A5 e S5 Cabriolet: in Italia da 52.950 e 75.450 euro
Arrivano sul mercato le nuove Audi A5 ed S5 Cabriolet. La Casa dei 4 Anelli ha rilasciato il listino delle due nuove versioni della berlina di Ingolstadt i cui prezzi partono rispettivamente 52.950 e 75.450 euro.Il look esterno si rinnova con nuove linee più tese che le danno un aspetto più dinamico e sportivo che mai. Nuovi anche i proiettori, con quelli anteriori dal design affilato e luci diurne a LED e i posteriori con tecnologia full LED. La nuova griglia single frame è più larga e appiattita e compaiono anche nuove prese d’aria laterali. La versione scoperta riceve invece una nuova capote con il lunotto posteriore appiattito e la terza luce freno integrata nella copertura.L’assetto sportivo specifico della Audi S5 Cariolet ha una taratura più rigida per le molle e gli ammortizzatori mentre il peso, grazie ad una costruzione estremamente leggera si riduce di 40 chilogrammi rispetto alla generazione precedente. Migliorata anche la precisione di guida grazie al nuovo servosterzo elettromeccanico e alle sospensioni a cinque bracci di ultimissima generazione che permettono maggior agilità, comfort, stabilità e controllo.Dal punto di vista meccanico, poi, la trasmissione S tronic a 7 rapporti è disponibile per la prima volta anche per la trazione anteriore, mentre il cambio tiptronic a otto rapporti della S5 Cabriolet è stato migliorato. In Italia la nuova Audi A5 Cabriolet sarà proposta nelle versioni 2.0 TDI 190 CV, 3.0 TDI 218 CV e 2.0 TFSI, tutte abbinate di serie al cambio automatico S tronic a sette marce. La S5 Cabriolet invece essere equipaggiata con il 3.0 TFSI da 354 CV con trazione integrale quattro e cambio automatico Tiptronic a otto marce.
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Audi A5 e S5 Cabriolet: in italia da 52.950 e 75.450 euro
Arrivano sul mercato le nuove Audi A5 ed S5 Cabriolet. La Casa dei 4 Anelli ha rilasciato il listino delle due nuove versioni della berlina di Ingolstadt i cui prezzi partono rispettivamente 52.950 e 75.450 euro.Il look esterno si rinnova con nuove linee più tese che le danno un aspetto più dinamico e sportivo che mai. Nuovi anche i proiettori, con quelli anteriori dal design affilato e luci diurne a LED e i posteriori con tecnologia full LED. La nuova griglia single frame è più larga e appiattita e compaiono anche nuove prese d’aria laterali. La versione scoperta riceve invece una nuova capote con il lunotto posteriore appiattito e la terza luce freno integrata nella copertura.L’assetto sportivo specifico della Audi S5 Cariolet ha una taratura più rigida per le molle e gli ammortizzatori mentre il peso, grazie ad una costruzione estremamente leggera si riduce di 40 chilogrammi rispetto alla generazione precedente. Migliorata anche la precisione di guida grazie al nuovo servosterzo elettromeccanico e alle sospensioni a cinque bracci di ultimissima generazione che permettono maggior agilità, comfort, stabilità e controllo.Dal punto di vista meccanico, poi, la trasmissione S tronic a 7 rapporti è disponibile per la prima volta anche per la trazione anteriore, mentre il cambio tiptronic a otto rapporti della S5 Cabriolet è stato migliorato. In Italia la nuova Audi A5 Cabriolet sarà proposta nelle versioni 2.0 TDI 190 CV, 3.0 TDI 218 CV e 2.0 TFSI, tutte abbinate di serie al cambio automatico S tronic a sette marce. La S5 Cabriolet invece essere equipaggiata con il 3.0 TFSI da 354 CV con trazione integrale quattro e cambio automatico Tiptronic a otto marce.
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Toyota: con l’ICS si riducono incidenti del 40%
In seguito a uno studio effettuato in Giappone, Toyota fa sapere che l’utilizzo dell’Intelligent Clearance Sonar – sistema di frenata automatica in retromarcia – fa diminuire gli incidenti del 40%, limitando i danni del 70% causati da retromarce involontarie e non solo.L’indagine è stata condotta per 18 mesi e ha interessato circa 60.000 automobili (Alphard, Vellfire e Prius), e ha analizzato circa 2.500 incidenti avvenuti in retromarcia. Come funziona l’ICSL’Intelligent Clearance Sonar è dotato di sensori posteriori che oltre ad emettere avvisi sonori alla presenza di ostacoli comunica con la centralina, che a sua volta innesca, quando necessario, una frenata automatica.Insomma, se inavvertitamente durante una manovra di parcheggio (ma non solo) la vettura dovesse avvicinarsi a un palo, un muretto, un pilastro, o un qualsiasi altro ostacolo, il sistema interviene autonomamente laddove il pilota non aziona il freno per scongiurare il contatto.
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Mercedes AMG GT S by G-Power
Molti assoceranno il nome G-Power ad elaborazioni di prodotti BMW, visto che la maggior parte dei tuning del preparatore tedesco riguardano proprio i modelli di Monaco. Ma se si presenta l’occasione di metter mano ad auto di altri marchi G-Power non si tira indietro.È il caso della Mercedes AMG GT alla quale è stato riservato un trattamento speciale per il V8 da 4.0 litri. Grazie al kit elettronico Bi-Tronik installato, il cuore pulsante della AMG GT S by G-Power passa dai 510 CV di potenza originali a 615 CV e 753 Nm di coppia. Iol risultato di questa revisione meccanica, che costa 2.563 euro, è uno sprint da 0 a100 km/h coperto in 3,6 secondi (4 decimi in meno della AMG GT S di serie).Ma il tunng riguarda anche alcuni ritocchi estetici, anche se lievi, come il frontale leggermente modificato e i cerchi in lega Hurricane RR (dal prezzo di 7.645 euro) da 20 e 21 pollici avvolti da pneumatici da 275/30 R20 davanti e da 305/25 R21 dietro.
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Subaru Forester (1997): la station wagon con le ridotte
La prima generazione della Subaru Forester – nata nel 1997 – ha un futuro come auto d’epoca ed è molto difficile da classificare: c’è chi la considera una SUV a baricentro basso ma in realtà è una station wagon a trazione integrale dotata di marce ridotte (montate solo sulle versioni aspirate). Oggi si trovano senza problemi esemplari iperchilometrati a meno di 2.000 euro.Subaru Forester (1997): le caratteristiche principaliLa prima Subaru Forester debutta nei nostri listini nel 1997 e presenta numerosi alti e bassi: offre tanto spazio per la testa dei passeggeri posteriori (ma anche un bagagliaio poco capiente quando si abbatte il divano), finiture interne curatissime (ma con qualche imprecisione negli assemblaggi dei pannelli della carrozzeria) e tanta affidabilità (ma solo sugli esemplari sottoposti a manutenzione regolare: non è facile trovare qualcuno capace di metterci le mani). Il restyling del 2000 porta poche modifiche estetiche.Subaru Forester (1997): la tecnicaLa prima generazione della Subaru Forester viene lanciata nel 1997 in Italia con un solo motore: un 2.0 boxer aspirato a benzina da 122 CV abbinato ad un cambio con marce ridotte. L’anno seguente questo propulsore viene affiancato da un due litri sovralimentato da 170 CV (senza ridotte): un’unità vivace, ricca di coppia e caratterizzata da una spinta eccezionale ai bassi regimi penalizzata da una rumorosità marcata, da consumi elevati e dall’omologazione Euro 2.Nel 1999 il 2.0 aspirato passa a quota 125 CV. Il motore “entry-level” della station wagon giapponese – quello da noi consigliato – è brioso, ricco di cavalli e di coppia e contraddistinto da un sound unico (ma anche particolarmente fastidioso agli alti regimi) però beve molto. In occasione del restyling del 2000 la potenza del due litri turbo sale a quota 175 CV: la variante più cattiva della familiare delle Pleiadi ha una cilindrata contenuta in rapporto alla cavalleria (elevata, così come la coppia), è briosa, spinge bene ai bassi regimi e sa essere divertente nelle curve. Tra le note negative segnaliamo l’omologazione Euro 3, i consumi alti e la rumorosità evidente. Il 2001 è l’anno del debutto della 2.0 da 125 CV a GPL.Subaru Forester (1997): le quotazioniLe prime Subaru Forester – quelle prodotte dal 1997 al 2001 – si trovano senza problemi a meno di 2.000 euro: il difficile è trovare esemplari con pochi chilometri sul groppone. Il nostro consiglio è quello di puntare sulle aspirate dal 1999 in poi, quelle dotate del propulsore da 125 CV.
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Ford, i due veicoli firmati da Valentino Rossi
Valentino Rossi firma, attraverso il brand VR46, due veicoli Ford che saranno disponibili in tiratura limitata. Si tratta di un pick-up Ranger e di un furgone Transit, che saranno realizzati in 920 esemplari così suddivise: 460 unità all’UK e 460 all’Europa. Ford Ranger VR46Entrambi i modelli sono caratterizzati da una colorazione total black (ma sono disponibili anche in grigio magnetico) con loghi VR64 a contrasto. Sul Ranger Double Cab, spinto dal 3.2 TDCi da 200 CV 4×4 abbinato al cambio manuale o automatico, spiccano sospensioni per l’off-road, cerchi da 18’’, rivestimenti in pelle nappa, sistema di navigazione, luci a LED, sensori di parcheggio e telecamera posteriore. Ford Transit VR46Molto accattivante è anche il Transit, spinto da un 2.0 TDCi da 170 CV, che mette in bella mostra cerchi neri da 18’’, sospensioni ribassate, luci a LED, telecamera posteriore con sensori e interni in pelle. Ovviamente, come è giusto aspettarsi da un furgone firmato da un motociclista (e che motociclista!), i sedili posteriori possono anche essere rimossi per far spazio a una moto.
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Ford Mustang, Black Shadow e Blue Edition
La nuova Ford Mustang sarà presto commercializzata in due varianti speciali: la Black Shadow Edition, caratterizzata da cerchi in lega lucidi e rifiniture in colore nero, compreso il suo leggendario logo, e la Blue Edition, che incarna il classico spirito della ‘hero car’ dall’iconica tonalità Grabber Blue, ulteriormente valorizzata dalle stripe centrali di colore nero, a effetto dissolvenza, che percorrono il cofano e il tetto.Sono entrambe disponibili nella versione fastback e con un equipaggiamento ricco che comprende le tecnologie Ford di ultima generazione, tra cui il SYNC 3 (Apple CarPlay e AndroidAuto) e il sistema audio premium ShakerPro con 12 diffusori e un subwoofer da 8’’.Ford Mustang Black Shadow EditionLa Ford Mustang Black Shadow Edition sarà disponibile in Europa nella primavera del 2017 in abbinamento al potente V8 5.0, che grazie ai 421 CV di potenza e ai 530 Nm di coppia accelera da 0 a 100 km/h in soli 4,8’’, equipaggiato con cambio sia manuale a 6 velocità che automatico.Disponibile in 4 varianti di colore, Atlanta White, Miami Yellow, San Francisco Red e Grabber Blue, la Mustang Black Shadow Edition è caratterizzata dallo stilema del classico emblema elaborato in colore nero, da esclusivi cerchi in lega da 19’’ con razze a Y in colore nero lucido, stripe nere ad effetto dissolvenza sul cofano e sulla parte laterale inferiore della carrozzeria, e il badge 5.0 sul passaruota anteriore sempre di colore nero.Il ‘black mood’ della Black Shadow Edition è esaltato anche nell’abitacolo dagli interni in pelle nera con cuciture a vista sul pannello strumenti e inserti delle portiere coordinati. Ford Mustang Blue EditionI colori così detti ‘Grabber’, così definiti per la loro capacità di attirare gli sguardi, sono stati introdotti per la prima volta con i modelli di Mustang Shelby GT350 e GT500, divenendo una tradizione per l’Ovale Blu.Da allora Ford ha reso disponibile la Mustang in più di 20 diversi colori Grabber, tra cui il Grabber Orange, il Grabber Yellow e il Grabber Lime, e gli esemplari declinati in queste tonalità sono storicamente diventati di particolare interesse per i collezionisti.Anche la Mustang Blue Edition sarà disponibile in Europa nella primavera del 2017, spinta dal potente V8 5.0 da 421 CV o dal brillante EcoBoost 2.3 da 317 CV, entrambi equipaggiati sia con cambio manuale a 6 velocità che automatico.Declinata nell’accattivante colore Grabber Blu, è ulteriormente valorizzata dalle stripe centrali di colore nero, a effetto dissolvenza, che percorrono il cofano e il tetto, e dai cerchi in lega multi-razze da 19’’ neri.
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Debutti in F1: i primi GP dei 10 piloti più grandi di sempre
In F1 il buongiorno non si vede dal mattino: analizzando i debutti nel Circus dei 10 piloti più grandi di sempre possiamo infatti notare che solo alcuni campioni sono stati capaci di mostrare le loro qualità già nella prima gara del Mondiale.Di seguito troverete un breve resoconto dei primi GP dei dieci piloti di F1 che sono stati capaci di conquistare almeno tre titoli iridati: da Juan Manuel Fangio a Lewis Hamilton passando per Michael Schumacher.Juan Manuel Fangio (Argentina)Juan Manuel Fangio – cinque volte campione del mondo F1 (1951, 1954-1957) – è già un pilota affermato quando, a 38 anni, prende parte al primo GP iridato di sempre (quello di Gran Bretagna del 1950). Al volante di un’Alfa Romeo si classifica in terza posizione ma è costretto al ritiro per una perdita d’olio.Jack Brabham (Australia)Jack Brabham – tre volte campione del mondo F1 (1959, 1960, 1966) – debutta nel Circus a 29 anni, dopo diversi successi in Oceania, con una Cooper al GP di Gran Bretagna del 1955. Si qualifica in ultima posizione (25°) e si ritira per un problema al motore.Jackie Stewart (Regno Unito)Jackie Stewart – tre volte campione del mondo F1 (1969, 1971, 1973) – dopo alcuni buoni risultati nelle gare locali esordisce nel Circus a 25 anni con una BRM nel GP del Sudafrica del 1965: undicesimo in qualifica e un punto iridato al debutto grazie al sesto posto finale.Niki Lauda (Austria)Niki Lauda – tre volte campione del mondo F1 (1975, 1977, 1984) – dopo essersi fatto notare in F2 debutta nella massima serie a 23 anni con la March nel GP d’Austria del 1971 senza brillare particolarmente: penultimo – 21° – in griglia e gara non terminata a causa di un’uscita di pista.Nelson Piquet (Brasile)Nelson Piquet – tre volte campione del mondo F1 (1981, 1983, 1987) – debutta nel Circus a 25 anni dopo aver dominato in Brasile e nel prestigioso campionato britannico di F3. Esordisce al GP di Germania del 1978 con una Ensign (21° in griglia e ritirato per un problema al motore).Alain Prost (Francia)Alain Prost – quattro volte campione del mondo F1 (1985, 1986, 1989, 1993) – è un “enfant prodige”: dopo aver vinto tutto il possibile nelle categorie minori (campione francese kart, campione francese ed europeo Formula Renault e F3) debutta nel Circus a 24 anni con la McLaren nel GP d’Argentina del 1980 e sorprende tutti con un 12° posto in griglia e il primo punto iridato (6° al traguardo).Ayrton Senna (Brasile)Ayrton Senna – tre volte campione del mondo F1 (1988, 1990, 1991) – dopo aver monopolizzato le categorie minori (campione britannico ed europeo Formula Ford e campione britannico F3) debutta nel Circus a 24 anni nel GP del Brasile del 1984 con la Toleman: 16° in griglia e ritirato per un problema al turbo.Michael Schumacher (Germania)Michael Schumacher – il pilota di F1 più grande di tutti i tempi (sette Mondiali: 1994, 1995, 2000-2004) – non è tra i giovani più talentuosi a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 (un campionato tedesco di F3 e poco altro). Sotto contratto con la Mercedes, esordisce con la Jordan (grazie a 150.000 dollari versati a Eddie Jordan dalla Casa tedesca) nel GP del Belgio del 1991 per sostituire il pilota belga Bertrand Gachot (arrestato in seguito ad una lite con un tassista). Michael colpisce tutti con un incredibile settimo posto in qualifica ma deve ritirarsi al primo giro per un problema al cambio.Sebastian Vettel (Germania)Sebastian Vettel – quattro volte campione del mondo F1 dal 2010 al 2013 – esordisce nel Circus a 19 anni con alle spalle un solo titolo nelle categorie minori (campionato tedesco di Formula BMW). Nel GP degli USA 2007 al volante della BMW Sauber si fa immediatamente notare con un settimo posto in griglia e il primo punto mondiale (8° al traguardo).Lewis Hamilton (Regno Unito)Lewis Hamilton – tre volte campione del mondo F1 (2008, 2014, 2015) – entra da ragazzo nel programma giovani della McLaren centrando diversi successi importanti nelle serie minori (campionato britannico Formula Renault 2.0, campionato europeo F3 e campionato GP2) e debutta nel Circus con la scuderia inglese nel 2007 stupendo il mondo. Nel GP d’Australia conquista il quarto posto in qualifica e sale addirittura sul podio (3°).
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Le dieci auto più convenienti del 2016
Nel 2016 abbiamo visto tante novità auto interessanti: alcune di queste, oltretutto, sono piuttosto convenienti da acquistare e/o da mantenere.Di seguito troverete le dieci auto più convenienti del 2016: dieci proposte lanciate quest’anno con prezzi di partenza inferiori a 24.000 euro. L’elenco comprende piccole, compatte e SUV francesi anche se non mancano vetture di altre nazioni.Citroën C3La terza generazione della Citroën C3 è una piccola perfetta per chi vuole consumare poco: la versione diesel BlueHDi 75 nell’allestimento Live, ad esempio, dichiara percorrenze eccezionali (28,6 km/l).Fiat Tipo 5p.La versione a cinque porte della Fiat Tipo è una compatta conveniente ed economica (ma non low-cost) ricca di sostanza. Lo spazio a bordo (specialmente quello offerto dal bagagliaio) è notevole.Ford Ka+Non fatevi ingannare dal nome. La Ford Ka+ non è una citycar ma una piccola realizzata sullo stesso pianale della Fiesta che ha due punti di forza da non sottovalutare: dimensioni esterne non esagerate (3,93 metri di lunghezza) e un prezzo molto basso (si parte da 9.750 euro). Passiamo ai lati negativi: poco spazio per le spalle e le gambe dei passeggeri posteriori e per le valigie, finiture approssimative e una gamma motori composta solo da due unità a benzina poco potenti, carenti di coppia e di brio ai bassi regimi, rumorose e poco scattanti. Senza dimenticare i consumi migliorabili (20,0 km/l dichiarati).Kia SportageLa quarta generazione della Kia Sportage è una SUV poco agile nelle curve ma molto ben dotata. La versione più sportiva – la 1.6 T-GDI – monta un valido cambio automatico a doppia frizione a sette rapporti mentre il motore turbodiesel “entry-level” – il 1.7 CRDi – offre una risposta eccellente ai bassi regimi.Opel Mokka XLa Opel Mokka X ha un nome diverso ma non è altro che un profondo restyling (interno ed esterno) della Mokka. Tra i punti di forza della SUV teutonica segnaliamo la posizione di guida rialzata che consente di dominare il traffico.Peugeot 3008La seconda generazione della Peugeot 3008 è una SUV dallo stile spigoloso contraddistinta da finiture eccellenti. Tra le auto più convenienti del 2016 è la più costosa: i prezzi partono da 23.150 euro.Renault Mégane SporterLa Renault Mégane Sporter – variante station wagon della compatta francese – è una familiare ingombrante (4,63 metri di lunghezza) che può vantare un bagagliaio gigantesco e una versione sportiva – la GT – da ben 205 CV capace di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 7,4 secondi. Alti e bassi per quanto riguarda l’abitabilità: se è vero che i passeggeri posteriori hanno a disposizione molti centimetri per le gambe è altrettanto vero che non c’è molto spazio nella zona della testa.Seat AtecaLa Seat Ateca – prima SUV della Casa spagnola – è una Sport Utility realizzata sullo stesso pianale MQB usato anche dall’Audi A3. Il motore più vivace presente in gamma – il 2.0 turbodiesel TDI da 190 CV – ha una coppia pazzesca: 400 Nm.Ssangyong XLVLa Ssangyong XLV – variante allungata (+ 24 cm) della Tivoli – è una spaziosa SUV coreana. La gamma motori comprende solo unità 1.6 e si sente l’assenza di un’unità turbo a benzina.Suzuki BalenoLa seconda generazione della Suzuki Baleno non è più una compatta ma una piccola spaziosa e razionale caratterizzata da un assetto riuscito e da motori dalla cilindrata contenuta.
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