Monthly Archives: Novembre 2016
Mercedes classe E All-Terrain: tutto quello che avreste voluto sapere (tranne i prezzi)
La Mercedes classe E All-Terrain, variante “off-road” della classe E S.W., è la risposta di Stoccarda all’Audi A6 allroad. Di seguito troverete tutto quello che avreste voluto sapere (tranne i prezzi, non ancora comunicati ufficialmente, che dovrebbero comunque partire da 60.000 euro) sulla familiare/SUV della Stella.Mercedes classe E All-Terrain: quando arriverà?La Mercedes classe E All-Terrain debutterà nelle concessionarie nella primavera del 2017.Mercedes classe E All-Terrain: quali motori monterà?Al lancio la Mercedes classe E All-Terrain sarà venduta esclusivamente nella versione 220 d: motore 2.0 turbodiesel da 194 CV e 400 Nm abbinato ad un cambio automatico a nove rapporti 9G-TRONIC. Più avanti vedremo anche un sei cilindri a gasolio.Mercedes classe E All-Terrain: in cosa è diversa esteticamente dalla classe E S.W.?Facile distinguere esteticamente la Mercedes classe E All-Terrain dalla classe E S.W.: rivestimenti neri per i passaruota e per i sottoporta (con inserto cromato), mascherina in stile SUV a due lamelle (in argento iridium) con stella centrale integrata, rivestimento galvanizzato color cromo argentato nel look protezione antiincastro e paraurti suddivisi in tre parti, verniciati in tinta con la vettura nella sezione superiore e con la zona inferiore realizzata in materiale sintetico zigrinato.Nell’abitacolo troviamo invece le modanature nel look alluminio e carbonio, i pedali sportivi in acciaio legato con inserti in gomma antisdrucciolo e i tappetini con la scritta All-Terrain.Mercedes classe E All-Terrain: in cosa è diversa tecnicamente dalla classe E S.W.?La Mercedes classe E All-Terrain – disponibile esclusivamente in abbinamento alla trazione integrale 4MATIC – è più alta da terra di 2,9 cm (1,4 dovuti al maggior rapporto altezza/larghezza degli pneumatici e 1,5 alle sospensioni pneumatiche AIR BODY CONTROL che presentano un livello normale di marcia più alto) della classe E S.W.. I tre esclusivi tipi di cerchi in lega (da 19” o 20”) sono montati su pneumatici con fianchi più alti che garantiscono un maggior comfort sui fondi dissestati.La novità tecnica più importante presente a bordo, però, è il programma di marcia All-Terrain (già visto sulla GLE) che prevede una serie di impostazioni utili per la guida in fuoristrada. Selezionando questo programma l’assetto si solleva di 2 cm fino ad una velocità massima di 35 km/h e variano le soglie di intervento dell’ESP, del controllo di imbardata e della regolazione antislittamento ASR. Sul display figurano inoltre alcune informazioni specifiche per la guida “off-road” come l’angolo di sterzata, la posizione della sospensione pneumatica, l’angolo di pendenza e inclinazione, la posizione di acceleratore e freno e una bussola.
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Nissan: l’auto in comproprietà diventa social…
Che le auto elettriche e a guida autonoma saranno le protagoniste della mobilità del futuro ormai dovrebbe essere entrato nell’immaginario collettivo di chi guarda in avanti. Ma c’è anche un altro cantiere aperto nei lavori in corso per la smart city del futuro: l’auto in comproprietà. Si tratta, di fatto, di un concetto avanzato di car sharing – più mirato e personalizzato in base a tipologie di automobilisti – che diverse Case automobilistiche stanno iniziando a proporre o almeno ad annunciare.L’ingrediente ‘Social’In questa cornice pioneristica Nissan ha aggiunto un altro ingrediente a questa ricetta, il mondo digitale, e ha chiamato il suo progetto Intelligent Get & Go Micra. Nello specifico si tratta di un programma annunciato dal Chairman e CEO di Nissan Carlos Ghosn in occasione del Web Summit di Lisbona (Portogallo), che offrirà ai clienti la possibilità di acquistare “parzialmente” una nuova Nissan Micra:“Il futuro ci impone un uso dei veicoli più flessibile, sociale e condiviso. Per questo Nissan sta sperimentando nuove soluzioni per consentire agli automobilisti di godersi tutta la libertà e i vantaggi economici della comproprietà. E l’auto ideale per avviare il programma non poteva che essere la Nuova Micra, che incarna perfettamente il concetto di Mobilità Intelligente Nissan”.Un algoritmo riconosce le esigenze di guidaChe vuol dire? Tutto si basa sui Social Network – che ci piaccia o no, l’ormai nostra ‘vera realtà sociale’ in formato digitale – attraverso cui Nissan confronterà i profili dei clienti per creare vere e proprie community di car-sharing. Parigi è lo scenario scelto per il lancio del programma Nissan Intelligent Get & Go Micra e dopo una prima fase sperimentale si partirà in piena regola con le auto operative entro aprile 2017. Un algoritmo appositamente elaborato setaccerà i profili degli utenti dei social network e, in base alla geolocalizzazione, li raggrupperà sulla base delle stesse esigenze di guida riscontrate.Ancora una volta, chissà, bisognerà rompere i pregiudizi e abbandonarsi all’idea che “il Grande Fratello” Internet ci osserva, sì, ma non sempre per controllarci, a volte anche per aiutarci ad essere più smart…
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Audi A3, arriva il 2.0 TDI da 184 CV
Audi comunica l’arrivo di una nuova motorizzazione sulla gamma A3. Si tratta del 2.0 TDI 135 kW/184 CV, ora disponibile per A3 3 porte, A3 Sportback, A3 Sedan e A3 Cabriolet nella versione con cambio manuale e trazione anteriore.Il nuovo propulsore assicura prestazioni nella versione a 3 porte di 7,3 sec da 0 a 100 km/h e 234 km/h di velocità massima, con consumi pari a 4,0 l/100km e 117 g/km nel ciclo combinato. Audi A3 2017, sempre più innovativaLe caratteristiche principali della nuova Audi A3 riguardano senza dubbio: sistemi di assistenza alla guida, rinnovate motorizzazioni, proiettori e gruppi ottici posteriori ridisegnati e quadro strumenti completamente digitale Audi virtual cockpit.Esteticamente è ancora più sportiva rispetto al passato, ha un look ancora più ricercato e, soprattutto, vanta una tecnologia che la rende sempre più vicina alla guida autonoma: novità nel segmento è rappresentata dall’assistente al traffico, il cui funzionamento è collegato a quello dell’Audi adaptive cruise control (ACC) con funzione Stop&Go.Il sistema (fornibile a richiesta) mantiene la distanza tra la vettura e il veicolo che precede. Se combinato con il cambio S tronic, riavvia automaticamente il motore dopo un breve arresto. In caso di traffico intenso fino a 65 km/h, l’assistente al traffico esegue anche le operazioni di sterzata su strade con segnaletica ben visibile.Al debutto nella famiglia A3 è anche il sistema di assistenza in caso di emergenza (a richiesta) che attiva la frenata fino all’arresto se, nonostante gli avvertimenti, non rileva attività sullo sterzo da parte del conducente.Inoltre, il nuovo assistente al traffico trasversale posteriore avverte il conducente della presenza di traffico per esempio quando si esce lentamente da un parcheggio trasversale. Infine, è caratterizzata dall’Audi virtual cockpit, l’innovativa soluzione di visualizzazione disponibile per la prima volta nel segmento delle compatte premium.
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Mitsubishi ASX restyling e Outlander 2017: tante novità per le SUV giapponesi
Grandi novità per la gamma SUV Mitsubishi: la Casa giapponese ha svelato tutti i dettagli della ASX restyling e della Outlander 2017. Scopriamole insieme.Mitsubishi ASX restylingIn occasione del restyling la Mitsubishi ASX si presenta sul mercato con un frontale rivisto ispirato a quello della sorella maggiore Outlander e con un nuovo sistema di infotainment Smartphone Link Display Audio (touchscreen da 7”) che supporta Android Auto (da 5.0 in poi) e Apple CarPlay (da iPhone 5 in poi).L’importatore italiano Koelliker ha inoltre sviluppato appositamente per il nostro mercato la versione InSport: basata sulla variante Intense, si distingue per la presenza di interni più curati.I prezzi della Mitsubishi ASX restyling partono da 20.190 euro per la 1.6 2WD benzina Inform ma per tutto il 2016, grazie alle promozioni del marchio nipponico, è possibile portarsi a casa la “entry-level” con 16.450 euro e beneficiare di uno sconto di 3.500 euro sul resto della gamma.Mitsubishi Outlander 2017I cambiamenti apportati per il 2017 alla Mitsubishi Outlander sono minimi: consolle centrale “high line” come la PHEV e freno di stazionamento elettrico con Brake Auto Hold (che consente di tenere l’auto frenata con gli stop accesi quando si è fermi in coda e che si disinserisce premendo l’acceleratore) e Emergency Brake (sulle versioni automatiche). La novità più importante, però, riguarda l’introduzione dell’attesissima variante diesel a trazione anteriore (prezzi a partire da 27.900 euro per la versione InSport).Il lussuosissimo pacchetto Diamond Pack (disponibile esclusivamente sulla variante 2.2 diesel AWD Instyle Plus SDA) costa 3.000 euro e offre i sedili in pelle, il sedile del guidatore regolabile elettricamente, il tetto apribile, il portellone posteriore apribile elettricamente, i sensori di parcheggio anteriori e una serie di “chicche” tecnologiche utili per la sicurezza.Qualche esempio? L’AMS (Around Monitor System, consente attraverso telecamere di visualizzare l’auto frontalmente, posteriormente, lateralmente e anche dall’alto), l’UMS (Ultrasonic Misaccelerator System, riduce la probabilità di urto nel caso accidentale di pressione brusca ed improvvisa dell’acceleratore in fase di parcheggio, sia in Drive che in Reverse), il cruise control adattivo, l’RCTA (Rear Cross Traffic Alert, avverte il conducente della presenza di un veicolo che sopraggiunge da dietro), il BSW (Blind Spot Warning, avverte il guidatore attraverso un segnale luminoso negli specchi retrovisori esterni della presenza di veicoli negli angoli ciechi dietro l’auto) e il rilevamento pedoni.La versione ibrida plug-in (ossia ricaricabile attraverso una presa di corrente) della Mitsubishi Outlander – la PHEV – porta nel 2017 nuove funzionalità: interruttore EV per impedire che il sistema PHEV passi in modalità elettrica e per conservare la piena capacità elettrica quando richiesto, il freno di stazionamento elettrico con funzione Auto-Hold, il BSW, l’RCTA, i fari abbaglianti automatici, i fendinebbia anteriori a LED e l’adattatore alimentazione in corrente alternata fino a 1.500W.
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Fiat 500X e 500L Winter Edition
Le 500X e 500L vanno incontro all’inverno con due nuovi allestimenti “Winter Editon”. Già da questa settimana verranno proposti dalle concessionarie Fiat come limited edition.L’idea è quella di un allestimento equipaggiato per la stagione fredda dell’anno, da proporre con un pacchetto di accessori che implica un vantaggio economico per gli acquirenti. 500X Winter EditionFiat 500X Winter Edition offre, ad esempio, pneumatici Mud&Snow, sistema Uconnect NAV 5″ e vernice metallizzata per la carrozzeria. Esteticamente si differenzia per per i paraurti specifici con scudo di protezione e i cerchi in lega 17 pollici in grigio opaco diamantato. L’abbinamento meccanico per la 500X Winter Edition sarà soltanto uno: il 1.3 Multijet II da 95 CV di seconda generazione. Il prezzo di questa limited edition invernale è di 19.950 euro, inferiore quindi al prezzo d’ingresso nel mondo della 500X Off-Road Look.500L Winter EditionAbito invernale anche per la multispazio della famiglia 500, la ‘L’. Basata sulla versione Trekking, con il 1.3 Multijet da 95 CV, la nuova Fiat 500L Winter Edition offre anche lei, di serie, il sistema Uconnect Nav 5″ e la vernice metallizzata (Grigio Moda, Blu Venezia o Verde Toscana), oltre ai vetri privacy e agli interni specifici bicolore. Il look crossover è ulteriormente evidenziato dall’assetto rialzato, dai paraurti specifici con scudo di protezione, dai pneumatici Mud&Snow e dai cerchi in lega da 17″ specifici. La dotazione di serie prevede anche il climatizzatore automatico bizona con filtro antipolline, i fari automatici e sensore pioggia, i fendinebbia con funzione cornering e, naturalmente, il sistema “Traction Plus”. Il prezzo di questa Fiat 500L Winter Edition è di 20.950 euro.
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Lamborghini Huracan by DMC
Dopo un primo tuning arrivato subito dopo il lancio della Lamborghini Huracan, DMC ripropone una nuova interpretazione, non molto dissimile dalla prima, della entry level di Sant’Agata Bolognese.Il lavoro principale di questo tuning si è concentrato tutto sull’estetica della super car del Toro che sfoggia diversi elementi aerodinamici inediti come lo spoiler posteriore e l’alettone di coda regolabile su tre diverse angolazioni. Ad aggiungere carico aerodinamico ci sono, poi, anche un prominente splitter anteriore e un diffusore posteriore dedicato. Tutti questi pezzi extra sono rigorosamente realizzati in fibra di carbonio.La Lamborghini Huracan by DMC poggia su cerchi specifici avvolti da pneumatici Pirelli Pzero mentre per l’abitacolo i clienti possono scegliere tra una pressoché infinita gamma di accessori per la personalizzazione. Sotto pelle troviamo lo stesso kit meccanico del primo tuning di DMC alla Huracan che eleva la potenza del V10 a 630 CV (+20 CV) .
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Chevrolet 210 e Bel Air (1955): le coupé del Cravattino
Le coupé Chevrolet prodotte dal 1955 al 1957 – la 210 e la Bel Air – rappresentano un pezzo di storia dell’automobilismo statunitense. Due modelli facili da trovare ma anche piuttosto costosi.Chevrolet 210 e Bel Air (1955): le caratteristiche principali delle coupé del CravattinoIl 1955 è l’anno della rivoluzione in casa Chevrolet: la seconda generazione delle coupé 210 e Bel Air (simili nei contenuti, la seconda più elegante) porta un design più moderno (impreziosito da una mascherina aggressiva sviluppata in larghezza e ispirata alle Ferrari dell’epoca, dal parabrezza avvolgente e dalla coda più alta che consente di avere un bagagliaio più ampio) ma – soprattutto – il primo motore V8 di sempre realizzato dalla Casa del Cravattino da quando appartiene a General Motors.La lunghezza – inizialmente di 4,97 metri – aumenta nel 1956 (5,02 metri) e nel 1957 (5,08 metri). L’ultimo Model Year è quello più interessante dal punto di vista storico grazie all’estetica più appariscente e all’introduzione della variante ad iniezione.Chevrolet 210 e Bel Air (1955): la tecnica delle coupé del CravattinoLa seconda generazione delle coupé Chevrolet 210 e Bel Air viene lanciata con quattro motori: un 3.9 a sei cilindri in linea da 123 CV (136 automatica) e tre 4.3 V8 (il primo propulsore a otto cilindri a V realizzato dal marchio “yankee” da quando fa parte del gruppo General Motors) da 162, 180 e 195 CV.Nel 1957 la potenza del sei cilindri sale a 140 CV mentre il mitico “small block” 265 (la cilindrata espressa in pollici cubi) è disponibile in tre varianti: 162, 170 e 205 CV.La novità più importante portata dalle coupé Chevrolet 210 e Bel Air nell’ultimo anno di produzione della seconda generazione – il 1957 – riguarda l’arrivo di un 4.6 V8 da 185, 220, 245 e 270 CV (250 e 283 CV per l’innovativa variante ad iniezione) e l’addio alle scene dei 4.3 più potenti (resta solo la configurazione da 162 puledri).Chevrolet 210 e Bel Air (1955): le quotazioni delle coupé del CravattinoLe coupé Chevrolet 210 e Bel Air prodotte dal 1955 al 1957 sono introvabili in Italia mentre sono comunissime negli USA (anche se molte ospitano sotto il cofano motori diversi da quelli originali).Quelle che costano meno – cioè quelle a sei cilindri – si trovano a oltre 35.000 euro mentre bisogna salire a 45.000 euro per le V8 a carburatori. Per le rarissime versioni a iniezione del 1957 (quasi tutte Bel Air) si superano i 70.000 euro.
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Mercedes Classe E: dalla W123 degli anni Ottanta al nuovo modello
In 50 anni di storia Mercedes-Benz, i veicoli a quattro ruote hanno avuto un’evoluzione incredibile. Che abbiamo toccato con mano percorrendo l’Autostrada Panoramica prima, e la A1 Direttissima Variante Valico poi: due percorsi alternativi per raggiungere la stessa meta. Alla guida di una oldtimer speciale, e successivamente della sua erede.La Mercedes Classe E W123 degli anni ’80 e ‘90 A quarant’anni dall’inaugurazione dell’Autostrada del Sole, partendo dall’Autogrill Cantagallo Ovest in prossimità di Casalecchio, abbiamo percorso l’Autostrada Panoramica con la Mercedes 200 E del 1984. Si tratta del modello W124 disegnato da Bruno Sacco (stessa matita della 190 E), presentato nel 1984 e rimasto sul mercato fino al 1997. Fu il primo ad avere la denominazione di Classe E.In quel periodo storico, il segmento E (al quale appartiene la Mercedes Classe E) non era appannaggio unicamente della clientela business. Erano molte, infatti, le famiglie (benestanti) che ne possedevano una. A bordo colpisce il comfort delle sue poltrone, tanto morbide quanto poco contenitive in curva. Il motore da 2.0 litri 4 cilindri da 120 CV dell’esemplare che abbiamo provato non è molto grintoso: il passaggio da 0 a 100 è coperto in 11,4 secondi, che diventano12 per la versione con catalizzatore. In compenso quasi non si avverte il suo rumore, tanto è stata curata l’insonorizzazione.In tema sicurezza, la “vecchia” Mercedes Classe E W124 prevedeva l’ABS, l’airbag lato guida, le cinture di sicurezza con pretensionatore e un tergicristallo monospazzola con meccanismo a pantografo in grado di coprire l’86% della superficie del vetro.La nuova Mercedes Classe E W213Dal lancio della W124 sono passati più di 30 anni. Oggi la Mercedes Classe E W213 è una delle auto più avanzate al mondo in termini di sicurezza. E con il nuovo motore diesel da 1950cc fa un grande passo avanti in termini di prestazioni ed efficienza.Il ritorno lo facciamo percorrendo la A1 Direttissima Variante Valico, la via più veloce ed efficace. Il “salto” tra la 200 E e la nuova E 200 d è enorme. Partiamo con un paragone motoristico dell’equivalente versione a gasolio: la 250 E diesel montava un 2.5 5 cilindri da 90 CV, quindi con potenza specifica di 28 CV/litro. Raggiungeva una velocità massima di 175 km/h e aveva un’autonomia di 840 km con un pieno di 60 litri.Il nuovo modello è equipaggiato con un 1.9 4 cilindri da 194 CV, la potenza specifica è di 100 CV/litro ed è abbinato di serie al nuovo cambio automatico a 9 rapporti 9G-Tronic. La E 220 d raggiunge i 240 km/h di velocità massima, passa da 0 a 100 in 7,3 secondi (circa la metà della sua antenata) e percorre 1.560 km con un pieno, sempre di 60 litri. Passando alla sicurezza, la nuova Mercedes Classe E può essere equipaggiata a richiesta con il Drive Pilot, un dispositivo che le consente, in Nevada, di circolare autonomamente, senza nessuno seduto al posto di guida.Al momento la guida autonoma non è ancora regolata, ma la tecnologia della nuova Classe E è come un angelo custode che sopperisce alle nostre distrazioni: regola automaticamente la propria velocità in funzione del traffico e dei limiti di velocità imposti, assiste il guidatore nelle curve e agisc sui frenu parzialmente o bruscamente (fino all’arresto) in caso di emergenza. La nuova Mercedes Classe E W213 è un’auto con cui si possono macinare centinaia di chilometri ogni giorno senza stress, nel massimo silenzio, con un livello di sicurezza impensabile fino ad ora.Le altre newtimer e oldtimer In questo percorso erano presenti oldtimer che hanno scritto la storia della Stella e i nuovi modelli: il Truck LP 1620 del 1964 e il nuovo Actros, il Van L 319 box wagon del 1965 e il nuovo Sprinter, la 280 SE Coupè del 1968, la 190 E del 1983, la Smart di prima generazione del 1998 e la nuova Smart Brabus da 110 CV.
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Ferrari 488 GTS by Capristo
Capristo, il preparatore di Sundern, presenta un’elaborazione della nuova gran turismo di Maranello, la 488 GTS.La versione open air della Rossa – in listino a 232.594 euro – riceve una serie di modifiche estetiche che la rendono esclusiva e personalizzata, con un look tutto da scoprire e ispirato al lavoro dello stesso tuner di 10 anni fa, dedicato alla precedente 458 Italia.In questo caso la nuova Ferrari 488 GTS by Capristo sfoggia un body kit realizzato con una nuova gamma di elementi in fibra di carbonio – installabili in maniera sicura in modo plug and play – che esaltano le doti aerodinamiche della supercar del Cavallino.Oltre allo spoiler anteriore abbinato al sottoscocca e al lunotto posteriore in cristallo regolabile in tre diverse posizioni Capristo propone un ulteriore splitter frontale, alette laterali, cover dedicate per i gruppi ottici posteriori, specchietti retrovisori specifici e un cofano motore ridisegnato e dotato di airbox.Nessuna novità, invece, per la parte meccanica della Ferrari 488 GTS che rimane inviolata. Sotto pelle pulsa il V8 da 4.o Litri da 670 CV e 760 Nm di coppia massima disponibile a 3.000 giri che le vale uno scatto da 0 a 100 km/h in 3 secondi netti (0-200 in 8,7 secondi) e una velocità massima di 325 km/h.
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Paul Newman: più pilota che attore
Paul Newman è noto soprattutto come attore (suo il premio Oscar 1986 per “Il colore dei soldi”) ma ad un certo punto della sua vita ha scoperto di preferire al cinema il motorsport. Scopriamo insieme la storia automobilistica della stella di Hollywood che seppe brillare anche come pilota e come proprietario di un team.Paul Newman, le auto e le corsePaul Newman – nato il 26 gennaio 1925 a Shaker Heights (USA) – entra per la prima volta in contatto con il mondo delle corse piuttosto tardi: è il 1965, infatti, quando ha modo di provare per la prima volta in pista (sul circuito californiano di Willow Springs) il suo Volkswagen Maggiolino elaborato (motore della Porsche 356, barre antirollio, sospensioni Koni e pneumatici Dunlop).Nel 1967 il suo nome viene usato dalla Ford per sponsorizzare una Holman & Moody Honker II guidata dal pilota statunitense Mario Andretti nella tappa di Bridgehampton del campionato Can-Am.Indianapolis pista infernaleIl 1968 è l’anno in cui Paul Newman inizia a prendere seriamente in considerazione l’idea di diventare pilota: prima delle riprese del film “Indianapolis pista infernale” frequenta dei corsi di guida tenuti dal noto driver “yankee” Bob Bondurant e quattro anni più tardi ottiene la licenza per correre.Le prime gareNewman inizia ufficialmente a correre nel 1973 quando affronta alcune gare dei campionati locali SCCA al volante di una Datsun 510 e l’anno seguente prova a cimentarsi anche nelle più importanti serie Trans-Am e IMSA con una Ford Escort.Nel 1975 Paul Newman lascia la sua prima scuderia – quella del suo mentore Bob Sharp (accusato di prendere troppo sul serio le corse) – e si mette in proprio: crea il team PLN Racing, acquista una Triumph TR6 e con questa vettura ottiene l’anno seguente il primo successo importante (campione statunitense SCCA Classe D).Crescita continuaSempre nel 1976 Paul fonda insieme a Bill Freeman la scuderia Newman Freeman (impegnata nei campionati Can-Am, Formula Indy e IMSA) e l’anno successivo disputa la prima corsa importante della sua carriera.Al volante di una Ferrari 365 GTB/4 insieme ai connazionali Elliot Forbes-Robinson e Milt Minter in un team – chiamato Ramsey Ferrari/Modena – sponsorizzato dall’amico Clint Eastwood, Paul Newman arriva quinto assoluto alla 24 Ore di Daytona.Ritorno alle giapponesiDopo un 1977 privo di successi Newman è seriamente intenzionato ad abbandonare il mondo del motorsport ma viene convinto da Bob Sharp a tornare nel suo team. Con la Datsun 280Z arriva secondo nel campionato nazionale SCCA classe C.Il 1979Il 1979 è l’anno più ricco di soddisfazioni automobilistiche per Paul Newman. L’attore/pilota americano arriva terzo nel campionato nazionale SCCA classe B con la Datsun 280ZX e con la sportiva nipponica debutta nella serie IMSA e vince a Road Atlanta in SCCA.Il momento più alto arriva però con l’ingresso di Paul nel team dello statunitense Dick Barbour: con la Porsche 935 va male alla 24 Ore di Daytona ma alla 24 Ore di Le Mans ottiene (insieme a Barbour e al tedesco Rolf Stommelen) un incredibile secondo posto (primo nella classe IMSA). Newman è soddisfattissimo del risultato ma non correrà più all’estero a causa dell’eccessivo assedio da parte dei giornalisti e dei fan durante tutta la gara di durata francese.Nasce la Newman/HaasPaul Newman lascia il campionato IMSA nel 1981 e l’anno seguente torna a correre in Trans-Am con la Datsun e sale sul gradino più alto del podio a Brainerd con la 280ZXT.Nel 1983 si allea con Carl Haas (nessun legame con la scuderia Haas di F1) e crea il team Newman/Haas, una delle squadre più vincenti nella storia dell’automobilismo a stelle e strisce.Il primo trionfo per la nuova scuderia di Paul Newman arriva già nel 1984 quando Mario Andretti conquista il campionato CART al volante di una Lola motorizzata Cosworth.Le vittorie con la NissanNella seconda metà degli anni ’80 Newman continua a correre come pilota con la Nissan: nel 1985 vince a Road Atlanta (SCCA) con la 300ZXT e bissa il successo nel 1986 (anno in cui arriva il secondo trionfo in carriera in Trans-Am a Lime Rock).Alla fine del decennio Paul Newman, ormai sessantenne, inizia ad ottenere risultati sempre meno convincenti come driver: nel 1987 lascia la IMSA e nel 1989 – scaduto il contratto con Datsun – affronta la Trans-Am con auto Oldsmobile.CART e Indy CarLe più grandi soddisfazioni per Newman nella prima metà degli anni ’90 arrivano dal team Newman/Haas: Michael Andretti conquista nel 1991 il campionato CART con una Lola-Chevrolet mentre due anni più tardi tocca al britannico Nigel Mansell festeggiare il trionfo nella serie Indy Car (erede della CART) con la Lola-Ford.Sono anni in cui Paul Newman corre saltuariamente: nel 1993 affronta alcune gare in Trans-Am con una Ford Mustang e nel 1995 – a ben 70 anni – arriva terzo assoluto (sempre con la sportiva “yankee”) alla 24 Ore di Daytona (primo in classe GTS-1) insieme ai connazionali Mike Brockman, Tom Kendall e Mark Martin. Nel 1997 Newman acquista una concessionaria Volvo Oldsmobile Mazda nel Connecticut.Il terzo millennioAnche gli anni Duemila sono ricchi di soddisfazioni per la scuderia Newman/Haas: il brasiliano Cristiano da Matta vince il campionato CART del 2002 con una Lola-Toyota e dal 2004 al 2007 il francese Sébastien Bourdais porta a casa quattro titoli consecutivi (tre con una Lola-Ford e l’ultimo con una Panoz-Ford) in Champ Car (erede della CART).Il Paul Newman pilota appare nella serie SCCA nel 2002 con una Jaguar XKR, corre in Trans-Am nel 2003 con una Chevrolet Corvette e disputa l’ultima corsa importante nel 2005 quando prende parte alla 24 Ore di Daytona con Bourdais, Brockman e da Matta alla guida di una Crawford DP03 motorizzata Ford (ritiro a causa di un incidente).Nel 2006 Newman doppia il personaggio di Doc Hudson nel film d’animazione “Cars” della Pixar e l’anno seguente – il 29 settembre – affronta l’ultima gara come pilota conquistando una corsa a Lime Rock valida per il campionato SCCA con una Chevrolet Corvette.Paul Newman muore il 26 settembre 2008, dopo una lunga lotta contro il cancro, a Westport (USA).
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