Monthly Archives: Aprile 2016
Audi A4 Allroad quattro: si parte con il 3.0 TDI da 51.900 euro
Dopo il debutto in anteprima mondiale al Salone di Detroit 2016 e l’anteprima europea al Salone di Ginevra, la nuova variante crossover della familiare di segmento D dei Quuattro Anelli, la Audi A4 Allroad, si prepara al debutto commerciale.Arriverà sul mercato a giugno 2016 (la prevendita era iniziata già a marzo) e inizialmente verrà proposta nelle due varianti 3.0 TDI 218 CV S tronic quattro da 51.900 euro e 3.0 TDI 272 CV tiptronic quattro da 53.900 euro. Successivamente entreranno in listino anche le motorizzazioni 2.0 TFSI da 252 CV e 2.0 TDI da 163 o 190 CV (con prezzi ancora da definire).La nuova Audi A4 Allroad viene proposta in due versioni, Business (1.970 euro) e Business Evolution (3.780 euro) o con il pacchetto Evolution (1.810 Euro).Audi A4 Allroad BusinessQuesto allestimento comprende di serie: pacchetto di navigazione, sistema di ausilio al parcheggio posteriore, regolatore di velocità, sensore pioggia/luci, appoggiabraccia anteriore comfort.Audi A4 Allroad Business EvolutionRispetto all’allestimento precedente il Business Evolution aggiunge: proiettori a LED con gruppi ottici posteriori a LED, climatizzatore automatico comfort a 3 zone e pacchetto luci.
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Fiat Panda, l’evoluzione del design
La storia della Fiat Panda, l’auto più amata dagli italiani, si può suddividere in due epoche: la prima – dal 1980 al 2003 – ha visto una citycar quasi spartana dal design essenziale mentre nella seconda, che stiamo vivendo ora, ci troviamo di fronte ad una vettura tuttofare piccola nelle dimensioni ma grande nei contenuti.Di seguito vi racconteremo l’evoluzione del design della “baby” torinese e di come alcuni elementi di stile, nonostante il passare del tempo, siano stati conservati.Fiat Panda prima generazione (1980)La prima generazione della Fiat Panda, presentata nel 1980, è probabilmente l’auto più geniale tra quelle disegnate da Giorgetto Giugiaro. Lo stile spartano degli esterni (niente maniglie ma un incavo in cui infilare la mano e vetri piatti) serve a risparmiare sui costi di produzione mentre l’abitacolo è pieno di soluzioni pratiche: la parte inferiore della plancia è un’enorme “tasca” che funge da ampio vano portaoggetti e abbattendo il divano posteriore (che può anche trasformarsi in amaca) e i sedili anteriori è possibile dormire dentro la vettura.Pressoché invariata nel design fino al 2003, beneficia di due importanti modifiche alla mascherina nel 1982 (cinque listelli diagonali, gli stessi che verranno adottati negli anni seguenti da altri modelli della Casa torinese) e nel 1991. La versione più originale dal punto di vista stilistico è senza dubbio la Italia ’90 del 1990, realizzata in occasione dei Mondiali di calcio e caratterizzata, tra le altre cose, da copriruota a forma di pallone.Fiat Panda seconda generazione (2003)Il motivo per cui la Fiat Panda seconda generazione – nata nel 2003 – è molto diversa dalla prima è semplice: questa citycar, infatti, non avrebbe dovuto chiamarsi Panda ma Gingo (scelta abortita in seguito alle proteste di Renault per l’eccessiva somiglianza con il nome Twingo).Il design firmato Bertone rappresenta una netta discontinuità rispetto al passato e dice ufficialmente addio al concetto di “essenzialità” per dare il benvenuto al comfort: leva del cambio rialzata in modo da essere più vicina alla mano del guidatore e alti fari posteriori che regalano un tocco “premium” in quanto ricordano quelli delle station wagon Volvo. Pratica come sempre, anzi di più: ora, infatti, ci sono le cinque porte.Tra le versioni stilisticamente più interessanti della seconda generazione della Fiat Panda segnaliamo l’aggressiva Cross del 2005 (che strizza l’occhio al mondo delle SUV) e la trendy Alessi, realizzata in collaborazione con il noto marchio piemontese specializzato in oggetti di design.Fiat Panda terza generazione (2011)La terza generazione della Panda (la prima realizzata dal Centro Stile Fiat) riprende le forme della seconda serie ma in modo più moderno e tondeggiante. Il tema principale del design della citycar piemontese è lo squircle: l’unione tra la robustezza del quadrato e la morbidezza del cerchio si trova nell’originale terzo finestrino laterale, nei fari anteriori (posizionati come sulla 500) e sullo schienale dei sedili anteriori (garantendo un’intercapedine tra la schiena e il tessuto di rivestimento e migliorando in questo modo l’aerazione e il comfort).I due più importanti richiami alla prima serie si trovano invece nell’abitacolo: sulla plancia torna infatti un ampio vano portaoggetti simile al “tascone” e sulle plastiche è ripetuto più volte il nome Panda.
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Gruppo PSA: nuovo piano strategico e nuovo Logo
Dopo il “Back to Race”, servito al riassetto dei vari marchi all’interno del Gruppo, PSA presenta un netto cambio di rotta con un nuovo piano strategico ribattezzato “Push to Pass”. Al nuovo nome il Gruppo ha deciso di affiancare anche un nuovo Logo, disegnato dal Peugeot Design Lab.I due obiettivi principali del nuovo piano del Gruppo PSA sono: “diventare un costruttore mondiale di riferimento e leader in efficienza e diventare un fornitore di servizi di mobilità riconosciuto, capace di stabilire un rapporto duraturo con i suoi clienti”.Tra il 2015 e il 2018 (lasso di tempo previsto per la realizzazione del piano “Push to Pass”) PSA prevede una crescita del 10% nel giro di affari che aumenterà fino al 15% entro il 2021. Dalla vendita delle auto, inoltre, PSA intende aumentare l’utile di prodotto dal 4 al 6%, sempre nei prossimi 5 anni.Carlos Tavares – alla guida del Gruppo – ha inoltre specificato che il piano prevede Ventisei modelli di auto (almeno uno all’anno per ogni brand) e otto di veicoli commerciali, tra cui un pick-up, sette auto ibride e quattro elettriche, più la realizzazione di mezzi connessi e a guida autonoma.E visto che non si vive solo vendendo auto, il Gruppo PSA intende rafforzare ed evolvere anche i suoi programmi di leasing, i servizi post vendita e gli stock di auto d’occasione e flotte. Ogni marchio all’interno del Gruppo, manterrà ovviamente la sua indipendenza andandosi, anzi, a caratterizzare e differenziare sempre di più.
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Aston Martin V12 Vantage S: con il restiling 2017 torna il cambio manuale
Aston Martin annuncia la nuova versione Model year 2017 della V12 Vantage S.La novità più importante per la supercar d’Oltremanica sarà il ritorno in listino del cambio manuale, opzione chiaramente dedicata ai “puristi”, come ha affermato il Ceo Andy Palmer.Questa opzione andrà ad affiancare in listino la trasmissione automatica Sportshift, ma in entrambi i casi le prestazioni saranno le stesse: 0-100 in 3,9 secondi e 330 km/h di velocità massima.Il nuovo cambio manuale della Aston Martin V12 Vantage S 2017 avrà la prima in basso a sinistra, soluzione che permette di mantenere i rapporti più utilizzati nel classico schema ad “H”.Il sistema “Amshift” aiuterà poi ad effettuare le scalate effettuando la doppietta automatica così come permetterà di cambiare a gas aperto salendo di rapporto.Altre novità per la gamma 2017Altra novità introdotta, che riguarderà tra l’altro tutta la gamma 2017 di Aston Martin, sarà la dotazione di serie del sistema di infotainment AMj di terza generazione con navigatore satellitare e compatibilità con Apple Carplay.Finiture Black o Grey, cerchi in lega a dieci razze e tinte speciali per la carrozzeria con dettagli a contrasto saranno inoltre gli accessori disponibili con l’inedito pacchetto Pack Sport-Plus (per la V8 Vantage S).
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Mazda CX-3: protagonista dello Street Style per le vie di Milano
Il mondo delle auto e quello del fashion (e del luxury) sono sempre più interconnessi.Le iniziative si rincorrono e i target anche: persone che amano il bello, i dettagli, il carattere espresso attraverso scelte personali che diventano stili di vita.Smartphone, orologi, accessori e anche le auto raccontano che persone siamo, cosa ci piace, quello che pensiamo.Mazda, da questo punto di vista, non si è tirata indietro. Presentando negli ultimi anni prodotti con uno stile visuale forte e un carattere distintivo, che gli hanno permesso di ritagliarsi un ruolo da protagonista nel panorama dell’automotive.Mazda CX-3: alla ricerca dello stileIl 2015, probabilmente sarà ricordato in ambito automobilistico come l’anno dei SUV da città. I crossover più piccoli, derivati dalle compatte di segmento B, sempre più protagonisti dei gusti della gente.Una moda nel quale Mazda sta giocando un ruolo da protagonista con CX-3 che si sta rivelando l’asso nella manica della casa Giapponese in un mercato dove i crossover urbani sono sempre più il punto di riferimento di una clientela molto attenta alle tendenze.Per rafforzare ancora di più questa posizione privilegiata, il piccolo crossover giapponese è diventato co-protagonista di un cortometraggio fashion alla scoperta delle ultime tendenze dello street style.Il video si intitolata “Best Street Style Looks 2016”, e vede il piccolo SUV cittadino perfettamente a suo agio in viaggio attraverso i luoghi di culto della Milano capitale della Moda.Una panoramica sui nuovi trend, dove bellezza e gusto per lo stile si fondono in un mood nuovo per l’ormai imminente stagione primaverile.
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Volkswagen T6 by ABT
Modificare in chiave sportiva un furgone non è una cosa da tutti in giorni. Bisogna però ammettere che la nuova Volkswagen T6, come del resto tutte le generazioni che l’hanno preceduta, ha stile da vendere.Body-kit aerodinamicoEcco perché ABT, il tuner specializzato in veicoli Volkswagen, non si è lasciato scappare l’occasione. Il risultato è un kit composto da diverse appendici aerodinamiche come i paraurti, le minigonne laterali e l’alettone posteriore.Assetto sportivo e motori potenziatiAnche a livello di chassis ABT ha introdotto novità per questa T6 speciale, tra cui una nuova sospensione regolabile con molle più rigide.Dal punto di vista meccanico, infine ABT ha preso come base due motorizzazioni: la versione da 150 CV passa a 180 CV e 400 Nm mentre il motore da 204 CV sale fino a quota 235 CV e 490 Nm di coppia.
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Design Week: la nuova Q2 in anteprima nazionale all’Audi City Lab 2016
Dopo la presenza degli scorsi anni alla Design Week di Milano, la Casa dei Quattro Anelli ritornerà anche quest’anno nel capoluogo lombardo con l’Audi City Lab. Questa volta la location scelta è Torre Velasca, luogo simbolo della città ed espressione iconica dell’architettura e dello skyline milanese. Dall’11 al 17 aprile Audi City Lab si propone come avanguardistico spazio espositivo nel quale sarà protagonista la nuova Audi Q2. Con il suo stile giovane e provocante, sistemi di infotainment e di assistenza alla guida ereditati dalle categorie superiori e una lunghezza di 4,19 m, la piccola della gamma Q coniuga design sportivo, funzionalità e dinamismo.L’hanno definita la “untaggable” poiché sintetizza e fonde in una unica auto le caratteristiche di segmenti diversi, sfugge alle tradizionali classificazioni, e interpreta le esigenze di una società sempre più liquida. Il concetto “untaggable” sarà il leitmotiv dell’Audi City Lab che diventa la sede istituzionale per approfondire temi differenti e per esplorare aspetti ormai difficilmente classificabili e definibili della società come le persone, le città, l’energia e il design.Nel corso della settimana, a Torre Velasca si alterneranno le menti più aperte e multidisciplinari del quotidiano, le #untaggable people. Attraverso i diversi aspetti del loro mondo poliedrico, senza confini e dinamico, racconteranno le esperienze di chi ha fatto di queste qualità la propria professione. Un altro focus sarà sulle #untaggable cities delle quali Milano diventa portavoce ed esempio.Facendo dialogare elementi architettonici innovativi come il Bosco Verticale con quelli iconici come Torre Velasca, si affronteranno temi legati alla sostenibilità urbanistica di una città interdisciplinare, attrattiva e creativa in continua crescita e trasformazione. Sarà poi il momento dell’#untaggable energy. Energia intesa come moto del corpo, propulsione della fisica, ma anche energia scaturita dalla musica e dai movimenti di riappropriazione dello spazio urbano. Un’occasione per capire come l’energia possa creare forme di ‘movimento’ inaspettate.
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Dacia, arrivano le serie speciali Family
L’85% della clientela Dacia è caratterizzata da nuclei familiari.Per questo nel 2016, la Casa del Gruppo Renault, lancia le nuove serie speciali Family. Sono disponibili su tutta la gamma e offrono una dotazione più ricca, con un notevole vantaggio economico per il cliente.Due i livelli di equipaggiamento previsti, Ambiance Family e Laureate Family. Ambiance punta principalmente sul look e prevede nuovi paraurti in tinta con la carrozzeria con fendinebbia integrati, stripping laterali neri su Sandero, Logan MCV e Lodgy e, in esclusiva su Duster, cerchi in lega da 16”.Su tutta la gamma, in opzione, sono disponibili nuovi cerchi in lega dal design esclusivo. Laureate Family fa invece della tecnologia e del comfort i suoi punti di forza.Offre di serie su tutti i modelli della gamma il Media NAV Evolution® e, in esclusiva su Duster e Lodgy, il Radar Parking posteriore. Su entrambe le varianti troviamo la nuova tinta metallizzata dedicata Brown Chili.Ma andiamo a vedere l’offerta Family nel dettaglio. Dacia Sandero FamilyLa Dacia Sandero si arricchisce di fendinebbia e stripping laterali sul livello Ambiance Family, mentre sul livello Laureate Family propone, in più rispetto alla Laureate standard, il Media NAV Evolution®.Il prezzo parte da 8.150 euro ed è riferito al livello di equipaggiamento Ambiance Family con motore 1.2 75cv Euro 6; 100 euro in più rispetto al modello Ambiance standard. Dacia Duster FamilyAnche Dacia Duster prevede paraurti in tinta, fendinebbia e cerchi in lega sulla variante Ambiance Family. Sulla Laureate Family, invece, monta, in più rispetto alla Laureate, il Radar Parking posteriore.12.600 euro il prezzo della Ambiance Family con trazione 4×2 e motore 1.6 115cv S&S Euro 6; 200 euro in più rispetto al modello Ambiance standard.Dacia Lodgy FamilyDacia Lodgy prevede fendinebbia integrati nel paraurti e stripping laterali sul livello Ambiance Family. Sulla variante Laureate Family propone, in più a Laureate standard, il Radar Parking Posteriore.La Ambiance Family con motore 1.6 100 CV S&S euro 6 5 posti costa 11.100 euro; 100 euro in più rispetto al modello Ambiance standard. Dacia Logan MCV FamilyDacia Logan MCV si arricchisce di fendinebbia e stripping laterali sul livello Amciance Family. Sulla variante Laureate Family propone invece, in più rispetto alla Laureate standard, il Media NAV Evolution®.I prezzi partono da 9.400 euro e fanno riferimento alla variante Ambiance Family, equipaggiata con motore 1.2 da 75 CV Euro 6; 100 euro in più rispetto al modello Ambiance standard.Dacia Dokker FamilyDacia Dokker prevede, infine, nella variante Ambiance Family fendinebbia, barre da tetto e paraurti in tinta. La variante Laureate Family aggiunge, in più alla Laureate standard, il Media NAV Evolution®.I prezzi partono da 11.400 euro e fanno riferimento alla variante Ambiance Family con motore 1.6 da 100 CV S&S Euro 6; 200 euro in più rispetto al modello Ambiance standard.Extra Limited EditionIn occasione del lancio delle Serie Speciali Family, Dacia lancia un teaser della saga Extra Limited Edition, presentando un’esemplare unico ed esclusivo, che racchiude in una sola auto i quattro temi delle Extra Limited Editions.Luca Maleonte, giovane artista romano attivo nel campo della StencilArt dal 2001, durante la perfomance live realizzata proprio con sua moglie, ha dato vita ad una vera e propria opera d’arte sulla Sandero Stepway a sua disposizione, esprimendo così tutta la sua creatività e il suo modo di vivere l’auto.
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SS 1 (1931): la prima Jaguar
La SS 1 del 1931 è considerata la prima Jaguar della storia anche se in realtà il marchio del Giaguaro inizia a comparire su un’automobile solo nel 1935. Questo pezzo di storia britannica ha quotazioni che recitano 85.000 euro ma è impossibile trovare esemplari ben tenuti a meno di 100.000 euro.SS 1 (1931): le caratteristiche principaliLa SS 1 è la prima auto costruita dalla Swallow Sidecar, azienda fondata nel 1922 (da cui nascerà la Jaguar) inizialmente specializzata nella realizzazione di moto e nel ricarrozzamento di vetture già esistenti.Il fondatore della società William Lyons, stufo di lavorare su vetture di altre Case, ne progetta una “sua” e chiede alla Standard di costruirgliela e di fornire motori.La SS 1 viene presentata al Salone di Londra del 1931 e conquista subito il pubblico: merito del design sportivo caratterizzato dal baricentro basso e dal cofano lungo ma anche, e soprattutto, del prezzo contenuto (le rivali costavano tre volte tanto).Prodotta fino al 1936 e lunga oltre 4,70 metri, nasce inizialmente come coupé. Nel 1933 – in concomitanza con il lancio della variante cabriolet – arrivano modifiche alle sospensioni e allungamenti al passo (+ 17 cm) e alla carreggiata (+ 5 cm) per accogliere comodamente due passeggeri sui posti posteriori.La gamma della SS 1 si arricchisce nel 1934 – anno in cui William Walmsley (cofondatore della Swallow Sidecar) abbandona l’azienda – con la versione Airline (carrozzeria chiusa e coda vistosa) mentre risale al 1935 la Coupé Drophead (capote incernierata sul bagagliaio che si ripega all’interno di un vano coperto).SS 1 (1931): la tecnicaLa gamma motori al lancio della SS 1 nel 1931 è composta da due propulsori Standard a sei cilindri: un 2.1 da 49 CV e un 2.6 da 63 CV. Nel 1934 si assiste ad un incremento della cilindrata e della potenza: il propulsore “base” (da 54 CV) passa da 2.054 a 2.143 cc mentre il top di gamma diventa un 2.7 da 69 CV.SS 1 (1931): le quotazioniLa SS 1 è un pezzo di storia dell’automobilismo britannico e mondiale ma si trova abbastanza facilmente. Non fidatevi delle quotazioni che recitano 85.000 euro: è impossibile trovare qualcuno disposto a disfarsene a meno di 100.000 euro.
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Standard Vanguard (1948): stile americano, cuore britannico
La Vanguard – nata nel 1948 – è la vettura più amata della Casa britannica Standard, scomparsa ufficialmente nel 1987 e sconosciuta ai più. Questa vettura, prodotta in tre generazioni fino al 1963, era caratterizzata (almeno per le prime due serie) da uno stile ispirato ai modelli statunitensi ma i suoi contenuti erano rigorosamente “british”.Standard Vanguard (1948): le caratteristiche principaliLa Standard Vanguard – svelata nel 1948 – è la prima auto prodotta nel secondo Dopoguerra dalla Casa britannica nonché la prima ad adottare il nuovo logo della società: le ali di un grifone.Il nome del veicolo è un omaggio alla nave da guerra HMS Vanguard, l’ultima nave da battaglia della storia, mentre il design aerodinamico – ispirato alle Plymouth degli anni ’40 – ricorda quello della vettura sovietica GAZ-M20 Pobeda presentata due anni prima.La prima generazione della Standard Vanguard – denominata Phase I – è lunga 4,21 metri ed è disponibile in tre varianti di carrozzeria: berlina a quattro porte, station wagon e pick-up (quest’ultima commercializzata solo in Australia).La seconda serie – meglio nota come Phase II – vede la luce al Salone di Ginevra del 1953 e si distingue dall’antenata per uno stile meno originale, che consente però di ottenere un bagagliaio più ampio e una migliore visibilità posteriore. Alla gamma si aggiunge una station wagon a due porte, disponibile anche nella variante furgone.La Standard Vanguard Phase III del 1955 è completamente diversa esteticamente (linee più europee) e tecnicamente (addio al telaio separato) dalle vetture che l’hanno preceduta. La familiare a due porte (anche in configurazione veicolo commerciale) sparisce dai listini.La tecnicaIl motore principale montato da tutte e tre le generazioni della Standard Vanguard è un 2.1 quattro cilindri a benzina in grado di raggiungere potenze fino a 68 CV. Nel listino degli optional della Phase II è però anche presente un’unità 2.1 diesel (al debutto su un’auto britannica) da 25 CV.Le quotazioniLe quotazioni della Standard Vanguard si aggirano intorno ai 5.000 euro: la Phase I è la più apprezzata ma è anche quella più facile da trovare. Sul mercato italiano è impossibile da rintracciare, meglio rivolgersi oltremanica.
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