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Immatricolazioni auto gennaio 2016: tutti i dati e le classifiche

Anche a gennaio 2016 le immatricolazioni auto sono andate bene: nel primo mese di quest’anno si è registrato un + 17,44% nelle vendite (da 132.111 a 155.157 vetture targate) rispetto allo stesso periodo del 2015. A brillare sono state soprattutto le Case francesi: Citroën (+ 32,91%), Renault (+ 22,70%) e Peugeot (+ 22,36%).Di seguito troverete tutti i dati sulle immatricolazioni auto di gennaio 2016 in Italia: le classifiche dei 10 modelli più venduti, delle Case più amate e delle 5 vetture più acquistate in base all’alimentazione, al segmento e alla carrozzeria.Immatricolazioni auto gennaio 2016: i 10 modelli più venduti in Italia
1 Fiat Panda   13.362
2 Lancia Ypsilon  5.558
3 Fiat 500    5.037
4 Fiat 500X   4.425
5 Renault Clio   4.404
6 Volkswagen Golf 4.305
7 Fiat 500L    4.214
8 Volkswagen Polo 3.949
9 Ford Fiesta   3.88610 Toyota Yaris   3.231Immatricolazioni auto gennaio 2016: la classifica delle Case più amate in Italia
1 Fiat     32.571 (+ 19,66%)
2 Volkswagen  11.869 (+ 20,18%)
3 Ford     11.111 (+ 17,44%)
4 Renault    9.828 (+ 22,70%)
5 Opel     8.178 (+12,17%)
6 Peugeot    8.094 (+ 22,36%)
7 Toyota    6.209 (- 0,11%)
8 Audi     5.742 (+ 15,37%)
9 Citroën    5.610 (+ 32,91%)
10 Lancia/Chrysler 5.560 (+ 10,34%)
11 Nissan    5.110 (+ 3,07%)
12 Mercedes   5.064 (+ 22,44%)
13 BMW     4.504 (+ 15,28%)
14 Kia     4.467 (+ 28,29%)
15 Dacia     4.447 (- 0,09%)
16 Hyundai    4.313 (+ 11,59%)
17 Jeep/Dodge   3.779 (+ 47,56%)
18 Alfa Romeo   2.761 (+ 11,69%)
19 Smart     2.389 (+ 8,49%)
20 Land Rover   2.177 (+ 21,76%)
21 Suzuki    1.718 (+ 57,90%)
22 Mini     1.529 (+ 15,66%)
23 Skoda    1.470 (+ 10,61%)
24 Seat     1.314 (- 1,79%)
25 Volvo     1.199 (+ 10,81%)
26 Mazda    1.028 (+ 124,95%)
27 Honda    671 (+ 92,82%)
28 Mitsubishi   412 (+ 10,46%)
29 Porsche    393 (- 30,20%)
30 DS      380 (- 30,02%)
31 Subaru    288 (+ 27,43%)
32 Jaguar    250 (+ 557,89%)
33 Ssangyong   224 (+ 133,33%)
34 Lexus     175 (- 8,85%)
35 Maserati    130 (+ 2,36%)
36 Infiniti     42 (0,00%)
37 DR     39 (+ 2,63%)
38 Mahindra    34 (+ 21,43%)
39 Ferrari    31 (+ 3,33%)
40 Altre     30 (+ 42,86%)
41 Chevrolet   8 (- 86,89%)
42 Great Wall   6 (+ 20,00%)43 Lamborghini   3 (+ 50,00%)Immatricolazioni auto gennaio 2016: top 5 per alimentazioneImmatricolazioni auto gennaio 2016: i 5 modelli diesel più venduti in Italia
1 Fiat 500X   4.144
2 Renault Clio   3.372
3 Fiat 500L    3.362
4 Jeep Renegade  3.0325 Volkswagen Golf 2.662Immatricolazioni auto gennaio 2016: i 5 modelli a benzina più venduti in Italia
1 Fiat Panda   9.195
2 Fiat 500    3.938
3 Lancia Ypsilon  3.420
4 Volkswagen Polo 1.9945 Fiat Punto   1.967Immatricolazioni auto gennaio 2016: i 5 modelli a GPL più venduti in Italia
1 Ford Fiesta   1.050
2 Opel Corsa   969
3 Lancia Ypsilon  952
4 Fiat Panda   7075 Fiat Punto   605Immatricolazioni auto gennaio 2016: i 5 modelli a metano più venduti in Italia
1 Fiat Panda   1.286
2 Volkswagen Golf 977
3 Fiat Punto   539
4 Volkswagen up!  3375 Lancia Ypsilon  242Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 ibride più vendute in Italia
1 Toyota Yaris  1.643
2 Toyota Auris   814
3 Toyota RAV4  465
4 Lexus NX   835 Lexus RX   40Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 elettriche più vendute in Italia
1 Citroën C-Zero   54
2 Nissan Leaf    24
3 Tesla Model S   12
4 Mercedes classe B  105 Peugeot iOn    6Immatricolazioni auto gennaio 2016: top 5 per segmentoImmatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 “segmento A” più vendute in Italia
1 Fiat Panda   13.367
2 Fiat 500    4.596
3 Smart fortwo   1.460
4 Volkswagen up!  1.1595 Opel Karl    1.112Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 “segmento B” più vendute in Italia
1 Lancia Ypsilon  5.558
2 Fiat 500X   4.425
3 Renault Clio   4.404
4 Fiat 500L    4.2195 Volkswagen Polo 3.949Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 “segmento C” più vendute in Italia
1 Volkswagen Golf  4.305
2 Jeep Renegade   3.217
3 Nissan Qashqai   2.483
4 Alfa Romeo Giulietta 2.4135 Hyundai Tucson  1.954Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 “segmento D” più vendute in Italia
1 Audi Q3         1.330
2 Land Rover Range Rover Evoque 1.109
3 Ford Kuga        1.016
4 Volkswagen Passat     8835 Toyota RAV4       857Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 “segmento E” più vendute in Italia
1 Audi A6         475
2 Land Rover Range Rover Sport  384
3 BMW serie 5       254
4 Jeep Grand Cherokee     2365 Mercedes GLE Coupé     183Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 “segmento F” più vendute in Italia
1 Maserati Ghibli  113
2 Porsche 911    93
3 Mercedes classe S  54
4 BMW serie 7   375 Jaguar F-Type   30Immatricolazioni auto gennaio 2016: top 5 per carrozzeriaImmatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 berline più vendute in Italia
1 Fiat Panda   13.367
2 Lancia Ypsilon  5.558
3 Fiat 500    4.563
4 Volkswagen Polo 3.9495 Ford Fiesta   3.886Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 crossover più vendute in Italia
1 Fiat 500X   4.028
2 Renault Captur  2.403
3 Nissan Qashqai  2.331
4 Dacia Duster  1.9505 Jeep Renegade  1.820Immatricolazioni auto gennaio 2016: i 5 fuoristrada più venduti in Italia
1 Jeep Renegade      1.397
2 Land Rover Range Rover Evoque 1.109
3 Audi Q3         781
4 Land Rover Discovery Sport   7355 Mercedes GLC       647Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 station wagon più vendute in Italia
1 Peugeot 308   1.301
2 Volkswagen Passat 801
3 Ford Focus     746
4 Renault Clio    7065 Skoda Octavia   704Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 piccole monovolume più vendute in Italia
1 Fiat 500L    4.219
2 Citroën C3 Picasso 888
3 Ford B-Max    747
4 Opel Meriva    6955 Hyundai ix20   543Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 monovolume compatte più vendute in Italia
1 Ford C-Max    1.486
2 BMW serie 2   704
3 Mercedes classe B  694
4 Citroën C4 Picasso 6745 Volkswagen Touran 477Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 multispazio più vendute in Italia
1 Fiat Qubo    607
2 Fiat Doblò    221
3 Dacia Dokker   162
4 Volkswagen Caddy 1345 Peugeot Partner  122Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 coupé più vendute in Italia
1 Alfa Romeo MiTo  340
2 Audi A5     124
3 BMW serie 4   99
4 Porsche 911    615 Mercedes classe C  58Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 cabrio e spider più vendute in Italia
1 Volkswagen Maggiolino  63
2 Mazda MX-5      48
3 Smart fortwo      42
3 BMW serie 2     425 BMW serie 4     35Immatricolazioni auto gennaio 2016: le 5 grandi monovolume più vendute in Italia
1 Renault Espace    221
2 Ford S-Max      216
3 Ford Galaxy      94
4 Mercedes classe V    685 Volkswagen Sharan   58
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Venduto il primo esemplare della NSX, Acura

La prima Honda NSX uscita di fabbrica, o meglio Acura NSX (la gemella nordamericana), è stata venduta all’asta alla cifra di ben 1,2 mln di dollari, poco più di 1.100.000 euro, un prezzo circa dieci volte superiore a quello con cui saranno vendute le altre NSX della serie.I proventi della vendita andranno in beneficienza ad una fondazione per i bambini malati di tumori celebrali.Il fortunato acquirente della NSX numero 001 è Rick Hendrick, proprietario del team Nascar Hendrick Motorsports.In Nordamerica i primi ordini della Acura NSX saranno accettati a partire dal 23 febbraio 2016.A spingere la nuova supercar giapponese ci pensa un powertrain ibrido che combina tre motori elettrici con un propulsore V6 TwinTurbo abbinati alla trasmissione automatica DCT a nove rapporti.La potenza complessiva della Honda/Acura NSX è di 573 CV.
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Addio Land Rover Defender, anzi, Arrivederci!

Venerdì scorso nella fabbrica di Solihull Land Rover ha chiuso uno dei capitoli più grandi della sua storia producendo l’ultimo Defender. Il momento annunciato è arrivato: dopo 68 anni di onoratissimo servizio il fuoristrada da lavoro inglese se ne va in pensione, meritata.Una notizia che lascia un po’ di malinconia nel cuore dei puristi dell’off-road o di chi, come me, lo tiene stretto nei ricordi di un bambino, mille avventure vissute in quell’inarrestabile mezzo di famiglia, la scaletta per arrampicarsi sul tetto, la ruota di scorta sul cofano anteriore, le dure lamiere dell’abitacolo…Dal 1948 sono state prodotte in totale più di due milioni di unità. Un mito, insomma o meglio un’icona che, insieme alla Jeep Wrangler rappresenta lo spirito fuoristradistico più puro sul mercato.Dal ’48 ad oggi…Uno spirito che si è evoluto, si, in questi anni, ma non troppo rimanendo fedele all’idea originale. Il primo Land Rover Defender fu presentato al Salone dell’Auto di Amsterdam nel 1948 e costava 450 sterline, a distanza di oltre mezzo secolo l’ultimo dei Defender è stato venduto all’asta per 400.000 sterline… Ritornando alle origini, Defender nasce come mezzo agricolo, così come lo concepirono Spencer e Maurice Wilks, i due fratelli che contribuirono alla crescita di Rover Company.Erano gli anni del dopoguerra e il Defender era il mezzo ideale per rimboccarsi le maniche nell’agricoltura e nell’industria, un veicolo da lavoro puro e crudo. Bisognerà attendere il 1958 per vedere la seconda generazione del Land Rover Defender, l’evoluzione che metteva le basi per il fuoristrada del futuro.Il motore diesel fu una grande novità per il secondo Defender della storia e fu impiegato fino alla metà degli Anni ’80. Nel 1966 erano già mezzo milione i Land Rover Defender venduti e il 1971 fu l’anno record per la sua produzione con 56.000 unità. La terza generazione arrivò negli Anni ’70, mentre il nome “Defender” fu introdotto per la prima volta a partire dal 1990, quando nella gamma completa vennero introdotte le sorelle Range Rover e Discovery.Lunga vita al Defender! Grazie al programma HeritageMa il nome “Defender” non finirà nel dimenticatoio, Land Rover ha ben presente il valore di questo modello per il marchio, per questo, oltre a celebrare la produzione dell’ultimo modello con un evento speciale nella fabbrica di Solihull, è stato annunciato il recupero di alcuni modelli della prima serie (che andranno in vendita) in un programma speciale Heritage.In un ‘area specifica organizzata nello stabilimento di Solihull, dodici esperti restaureranno i primissimi Defender ridando vita all’iconico fuoristrada britannico, quella originale. Non ci rimane, quindi, che salutarla: “Arrivederci, anzi no, addio Defender”! 
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Ford C-Max: guida all’acquisto

La seconda generazione della Ford C-Max – nata nel 2010 e sottoposta ad un restyling nel 2015 – è la monovolume straniera più amata dagli italiani. Disponibile in due varianti (“normale” a cinque posti e 7 – l’unica del suo segmento dotata delle pratiche porte posteriori scorrevoli – con tre file di sedili), punta tutto sulla praticità.Qualche esempio? I sedili posteriori sono removibili e il pacchetto Titanium Tech Pack (1.000 euro, non disponibile sull’allestimento “base” Plus) comprende – tra le altre cose – il sistema Hands-free liftgate, che consente di aprire e chiudere il bagagliaio con un semplice movimento del piede sotto il paraurti posteriore.In questa guida all’acquisto dedicata alla Ford C-Max vi mostreremo nel dettaglio tutte le versioni presenti in listino: prezzi, motori, accessori, prestazioni, pregi, difetti e chi più ne ha più ne metta.Ford C-Max: guida all’acquistoLa Ford C-Max è una monovolume spaziosa ma non troppo ingombrante: la versione a cinque posti è lunga solo 4,38 metri e quella a sette posti si accontenta di 4,52 metri.Le finiture sono però poco curate (i materiali della plancia e gli assemblaggi interni ed esterni presentano qualche imperfezione) e il tetto discendente toglie qualche centimetro di spazio per la testa di chi si accomoda dietro.Gli allestimenti della Ford C-MaxGli allestimenti della Ford C-Max sono tre: Plus, Titanium e Titanium X.La versione d’accesso Plus, conveniente ma non molto dotata, offre i cerchi in acciaio da 16”, il climatizzatore manuale, la consolle centrale con 2 portabicchieri e la presa 12V, i paraurti, le maniglie esterne e la calotta dei retrovisori in tinta, il poggiatesta posteriore centrale, i retrovisori elettrici in tinta con indicatore di direzione, la seconda chiave con telecomando, il sedile del conducente con supporto lombare e regolazione manuale dell’altezza e della profondità, i sedili posteriori abbattibili 60/40, le sospensioni posteriori multilink con Control Blade, i tappetini anteriori in velluto e il volante e il pomello del cambio in pelle.Senza dimenticare l’ABS, l’Active Grille Shutter (chiusura automatica griglia del radiatore, non disponibile sulle versioni a GPL e su quelle automatiche), gli airbag frontali, laterali e a tendina anteriori e posteriori, gli alzacristalli elettrici anteriori, gli attacchi Isofix, l’autoradio CD/MP3 con schermo 3,5”, 6 altoparlanti e comandi radio al volante, la chiusura centralizzata con comando a distanza, il computer di bordo, i controlli di stabilità e trazione, l’Easy Fuel (sistema di rifornimento senza tappo), l’EBA (assistenza alla frenata d’emergenza), l’Ecomode (modalità di guida eco-sostenibile), l’EPAS (servosterzo elettrico progressivo), l’Hill Start Assist (assistenza alla partenza in salita), il kit riparazione pneumatici, la MyKey (chiave personalizzabile), il piantone dello sterzo collassabile, lo Start&Stop (non sul GPL) e il TPMS (monitoraggio pressione pneumatici).La Ford C-Max Titanium – versione da noi consigliata – conserva un prezzo molto interessante (1.750 euro più della Plus a parità di motore) ma può vantare una dotazione decisamente più ricca: alzacristalli elettrici posteriori (di serie anche sulla Plus a sette posti), cerchi in lega da 16”, climatizzatore automatico bizona, consolle centrale Premium Upgrade con bracciolo scorrevole, 2 portabicchieri coperti, presa 12V e porta CD, cruise control con limitatore di velocità, luci ambiente LED, luci diurne LED anteriori, pulsante di accensione Power Start, retrovisori elettrici in tinta riscaldati con indicatore di direzione, sedili anteriori sportivi, tappetini posteriori in velluto e Titaniumness (soglie battitacco cromate e inserti cromati interni ed esterni).La versione più lussuosa Titanium X (non disponibile per la variante a sette posti) – caratterizzata (come sempre quando si parla di auto Ford) da un prezzo non troppo elevato – prevede un sovrapprezzo di 2.250 euro rispetto alla Titanium a parità di propulsore. La dotazione di serie di questo allestimento comprende i cerchi in lega da 17”, i fari bixeno, il sedile del guidatore regolabile elettricamente, i sedili anteriori riscaldabili, i sedili con rivestimento in pelle parziale, il SYNC 2 con touchscreen 8” e il Visibility Pack (fari automatici, sensore pioggia, specchietto retrovisore interno fotocromatico).Ford C-Max: tutti i modelli in listinoDi seguito troverete tutte le caratteristiche delle versioni della Ford C-Max. La gamma motori della monovolume statunitense è composta da otto unità: tre EcoBoost a benzina (1.0 da 100 e 125 CV e 1.5 da 150 CV), un 1.6 a GPL da 120 CV e quattro turbodiesel TDCi (1.5 da 95 e 120 CV e 2.0 da 150 e 170 CV).Ford C-Max 1.0 EcoBoost 100 CV (20.000 euro)La Ford C-Max 1.0 Ecoboost 100 CV (disponibile esclusivamente a cinque posti nell’allestimento “base” Plus) non è molto scattante (“0-100” in 12,6 secondi) per via del peso elevato. In compenso il propulsore sovralimentato a tre cilindri dell’Ovale Blu è molto elastico e offre una buona spinta già sotto i 2.000 giri.Ford C-Max 1.0 EcoBoost 125 CV (da 22.750 euro)La Ford C-Max 1.0 EcoBoost 125 CV (prezzi fino a 25.000 euro) è secondo noi la versione da acquistare (specialmente in configurazione a sette posti, ancora più versatile). Divertente nelle curve (il pianale, eccellente, è lo stesso della Focus), monta un propulsore dalla cilindrata contenuta (che consente di risparmiare sull’assicurazione RC Auto) ricco di cavalli, poco assetato (19,6 km/l dichiarati per la versione a cinque posti) e con una buona risposta anche gli alti regimi che fa passare la voglia di optare per un’alternativa a gasolio. Le note negative riguardano la carenza di brio (12,3 secondi sullo “0-100” per la 7) e di coppia (170 Nm non sono molti).Ford C-Max 1.5 EcoBoost (26.000 euro)La Ford C-Max 1.5 EcoBoost – disponibile esclusivamente in configurazione a cinque posti e nell’allestimento Titanium X – beve parecchio (16,4 km/l dichiarati) e potrebbe essere più elastica ai bassi regimi.Ford C-Max 1.6 GPL (da 21.000 euro)La Ford C-Max 1.6 GPL (prezzi fino a 22.750 euro) non è disponibile a sette posti. Il motore aspirato ha una cilindrata elevata, è povero di coppia (159 Nm) ed è fiacco ai bassi regimi ma in compenso consuma poco (12,7 km/l). Buona la capacità reale del serbatoio: 38 litri.Ford C-Max 1.5 TDCi 95 CV (da 22.000 euro)La Ford C-Max 1.5 TDCi 95 CV (prezzi fino a 23.750 euro) non è disponibile a sette posti ed è una variante adatta a chi vuole risparmiare il più possibile dal benzinaio.Ford C-Max 1.5 TDCi 120 CV (da 23.000 euro)La Ford C-Max 1.5 TDCi 120 CV (prezzi fino a 28.750 euro) è, a nostro avviso, la versione più adatta a chi non può rinunciare ad un motore a gasolio. È gradevole da guidare come le altre versioni e ospita sotto il cofano un propulsore turbodiesel ricco di cavalli e di coppia (270 Nm) molto pronto sotto i 2.000 giri.Ford C-Max 2.0 TDCi 150 CV (da 25.750 euro)La Ford C-Max 2.0 TDCi 150 CV (prezzi fino a 29.750 euro) punta tutto sulle prestazioni (“0-100” in 9,5 per la variante a cinque posti, 370 Nm di coppia, tanti CV) e sulla silenziosità di marcia. Il propulsore, però, ha una cilindrata elevata (buone notizie per la vostra assicurazione), beve parecchio (20,0 km/l dichiarati per la sette posti automatica) e ha un’erogazione poco convincente (si sveglia tardi, oltre i 2.000 giri, e si addormenta presto).Ford C-Max 2.0 TDCi 170 CV (30.750 euro)La Ford C-Max 2.0 TDCi 170 CV, disponibile solo a cinque posti, automatica e nell’allestimento Titanium X, conserva gli stessi pregi e difetti della variante da 150 CV. Tanta potenza, tanta coppia (400 Nm), grande comfort acustico e consumo elevato (20,8 km/l dichiarati) per via della massa notevole.Ford C-Max: gli optionalLa dotazione di serie della Ford C-Max Plus andrebbe a nostro avviso arricchita con tre optional fondamentali: il City Pack (500 euro, sensori di parcheggio posteriori, retrovisori ripiegabili elettricamente e alzacristalli elettrici posteriori), il Plus Pack (500 euro, cerchi design da 16”, consolle centrale Premium con bracciolo con presa 12V e porta CD, fendinebbia e tappetini in velluto posteriori) e la vernice metallizzata (700 euro).La tinta metallizzata andrebbe acquistata anche sulla Titanium –  insieme ai sensori di parcheggio posteriori (250 euro) e  al SYNC 2 con Touch Navigation (1.000 euro) – e sulla Titanium X. Su quest’ultimo allestimento ci vorrebbero i sensori, la tinta metallizzata e il SYNC 2 con Premium Sony Touch Navigation.
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Mazda2 SKYACTIV-D 1.5 Diesel Eco Race,

Il segmento B è uno dei più importanti (e remunerativi) per le Case automobilistiche, è un dato di fatto. Con la Mazda2, la casa di Hiroshima sembra aver trovato la ricetta giusta per poter competere con le must del segmento, anche di quello premium.Appuntamento al kartodromo di Rozzano (MI) per una gara a chi consuma meno carburante, questo è il programma. La parola chiave è SKYACTIV-D: tecnologia (e filosofia) di Mazda nella costruzione di motori, telai e trasmissioni. La Casa è l’unica, di fatto, che non cede alla “moda” del downsizing, ma trova soluzioni alternative quali la compressione bassissima dei motori diesel (e alta per quelli a benzina) al fine ridurre consumi ed emissioni.MOTORE 1.5 SKYACTIV-DDurante l’evento abbiamo provato il nuovo motore 1.5 Diesel da 105 CV che va ad affiancarsi al 1.5 benzina aspirato da 75, 90 e 115 CV di potenza. Il propulsore, interamente costruito da Mazda, vanta soluzioni tecnologiche all’avanguardia per l’abbattimento delle emissioni, come un rapporto di compressione di 14,8:1 reso possibile dal largo impiego di materiali leggeri, pistoni ridisegnati e camere di combustione migliorate. Il 1.5, inoltre,  utilizza una turbina a geometria variabile di piccole dimensioni e una serie di accorgimenti che, nell’insieme, permettono di ridurre notevolmente le emissioni di NOX. La potenza del 1.5 SKYACTIV-D è di 105 Cv a 4.000 g/min, mentre la coppia è di 220 Nm in una fascia compresa tra i 1.400-3.200 g/min.La nostra competizione al kartodromo non ci ha permesso di analizzare a fondo il propulsore (durante la gara non acceleravamo nemmeno), quindi rimanderemo il nostro giudizio alla prova su strada. Quel che è certo è che consuma poco. Durante la nostra prova, qualcuno è riuscito ad ottenere un consumo medio di 3,1 l/100 km, mentre la Casa dichiara un consumo di 3,4 l/100 km 89 g/km CO2 nel ciclo combinato.Questo risultato è reso possibile anche dal peso ridotto dell’auto, che supera di poco 1000 kg. Un vantaggio anche in termini di prestazioni: la piccola di Casa Mazda scatta da 0 a 100 km/h in 10,1 secondi e raggiunge la velocità massima di 178 km/h.Dotazione da segmento superioreLa Mazda2 si riconferma come una delle compatte del segmento B con la dotazione tecnologica più ricca. Nella lista troviamo: Head-Up Display, sistema di monitoraggio dell’angolo cieco, sistema di frenata automatica d’emergenza, fari abbaglianti automatici, il sistema di monitoraggio delle le linee che delimitano la corsia e il supporto per la retromarcia nei parcheggi che vi avvisa delle auto in arrivo.
L’abitacolo è uno dei punti forti di questa compatta. Assemblaggi e materiali sono di ottimo livello, da segmento premium, anche se abbiamo riscontrato qualche piccola pecca nelle cuciture della pelle dei sedili. A parte questo neo, la Mazda2 vanta degli interni molto ben curati e sicuramente molto vicini allo gusto stilistico di noi europei. Niente razionalità “japp”, ma una plancia ben rifinita con tanto di tachimetro centrale con un pizzico di sportività, tablet in stile Mercedes Classe A e, con il pacchetto opzionale leather (600 euro), pelle morbida a volontà.Spazio a bordo buono, ma non ottimo; il bagagliaio infatti ha una capienza di 280 Litri, non uno dei migliori del segmento, ma c’è chi fa peggio.Prezzo e allestimentoIl prezzo di listino della Mazda2 1.5 SKYACTIV-D da 105 CV è di 17.300 euro con allestimento EVOLVE, e di 19.950 euro con allestimento EXCEED. Quasi 20.000 euro non sono pochi, ma il prezzo è giustificato da un’equipaggiamento da prima della classe. L’allestimento EXCEED include una lista davvero lunga di optional, tra cui i fendinebbia anteriori, cerchi in lega da 15”, i vetri posteriori oscurati, il display centrale da 7” con navigatore satellitare integrato, due prese USB e lettore CD/Mp3. Sempre di serie anche i fari anteriori Full Led, climatizzatore automatico, i sensori luce/pioggia e di parcheggio posteriori.
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Rudolf Caracciola, il più grande pilota d’anteguerra

Rudolf Caracciola è stato uno dei più grandi – se non addirittura il più grande – piloti d’anteguerra. È stato l’unico driver a vincere più di una volta (3) il campionato europeo d’automobilismo ed è stato il primo non italiano a conquistare la Mille Miglia. Scopriamo insieme la storia di questo mito del motorsport.Rudolf Caracciola: la storiaRudolf Caracciola – tedesco con lontane origini napoletane – nasce il 30 gennaio 1901 a Remagen (Germania). Appassionato di auto, entra nel mondo del lavoro all’inizio degli anni ’20 come apprendista presso la Fafnir, Casa automobilistica di Aquisgrana scomparsa nel 1926.Il debutto nel motorsportRudolf debutta nel mondo delle corse nel 1922 con un quarto posto di classe all’AVUS e con una vittoria sul circuito Opelbahn di Rüsselsheim ma è costretto a lasciare Aquisgrana e a trasferirsi a Dresda per lavorare come concessionario Fafnir dopo aver colpito con un pugno un ufficiale delle forze d’occupazione belghe.Le prime vittorieNel 1923 Rudolf Caracciola inizia a lavorare come venditore per la Daimler, nel 1924 incontra Charlotte (la donna che diventerà sua moglie) e fino al 1925 continua a portare a casa numerosi successi in corse minori al volante di auto Mercedes.Il mago della pioggiaLa svolta nella carriera di pilota di Caracciola arriva nel 1926 con la conquista della prima edizione del GP di Germania sul circuito dell’AVUS. Riceve il soprannome di “mago della pioggia” per le sue doti di guida sul bagnato e con i soldi ricevuti per la vittoria apre una concessionaria della Casa della Stella a Berlino e si sposa con Charlotte.Il primo trionfo a livello internazionale di Rudolf Caracciola risale al 19 giugno 1927 con il successo all’Eifelrennen sul circuito del Nürburgring. L’anno seguente, sulla stessa pista, vince il GP di Germania insieme al connazionale Christian Werner.Le corse in salita e non soloNel 1930 Caracciola si ritrova costretto a chiudere la propria concessionaria Mercedes di Berlino per ragioni economiche ma si riscatta nelle gare conquistando il GP d’Irlanda e il primo campionato europeo della montagna di sempre (nella categoria sportive).L’anno seguente – pur senza il supporto ufficiale della Casa della Stella (ritiratasi dal motorsport ma non completamente) – Rudolf Caracciola porta a casa il secondo titolo continentale della montagna e tre successi importanti in meno di due mesi (Eifelrennen, GP di Germania e AVUS). Il trionfo più rilevante arriva però alla Mille Miglia: con una SSK diventa il primo pilota straniero a conquistare la prestigiosa Brescia-Roma-Brescia.La parentesi Alfa RomeoIn seguito al ritiro definitivo dal motorsport della Mercedes Rudolf trova un sedile all’Alfa Romeo: un anno che lo vede fischiato dagli italiani in quanto tedesco e deriso dai suoi connazionali per il fatto di guidare una vettura non teutonica. Con il Biscione si aggiudica il campionato europeo della montagna nella categoria auto da corsa, vince la sua prima gara valida per il campionato europeo di automobilismo (il GP di Germania al Nürburgring) e sale sul gradino più alto del podio all’Eifelrennen, a Lviv e a Monza.Il primo incidenteNel 1933 Rudolf Caracciola si ritrova senza un contratto in seguito all’abbandono delle corse da parte dell’Alfa Romeo. Insieme all’amico e collega monegasco Louis Chiron fonda una scuderia per correre con le vetture del Biscione ma durante le prove del GP di Monaco è vittima di un pauroso incidente. Nel frattempo l’ascesa al potere del Partito Nazista porta ad un ritorno nel motorsport delle due principali Case tedesche: Mercedes e Auto Union.La tragedia e il ritornoRudolf nel 1934 è ancora convalescente e a febbraio perde la moglie Charlotte, scomparsa per un attacco cardiaco mentre stava sciando. Inizialmente intenzionato a ritirarsi dalla vita pubblica, torna nel mondo delle corse dopo essere stato convinto dall’amico Chiron.Il Rudolf Caracciola che torna in Mercedes è un pilota veloce ma menomato. La sua gara migliore della stagione è in Italia: cede l’auto a Luigi Fagioli per un dolore alla gamba (più corta di 5 cm rispetto all’altra) mentre si trova in seconda posizione e il nostro connazionale riesce a tagliare il traguardo davanti a tutti.I titoli europeiCaracciola diventa per la prima volta campione europeo di automobilismo nel 1935 grazie alle tre vittorie (Belgio, Svizzera e Spagna) sulle cinque in calendario. Nello stesso anno arrivano anche altri successi minori (Tripoli, Eifelrennen e Francia).Nel 1936 la Mercedes  – con cui Rudolf Caracciola riesce a trionfare a Monaco sotto la pioggia e a Tunisi – è talmente inferiore alle Auto Union che la Casa della Stella ritira il team a metà stagione per concentrarsi sul 1937.Il 1937 è un anno importante per Rudolf: si sposa per la seconda volta (con Alice Hoffman-Trobeck) e porta a casa il secondo titolo continentale trionfando in Germania, in Svizzera e in Italia (tra le gare minori segnaliamo il Masaryk GP in Cecoslovacchia) con la possente Mercedes W125, dotata di un mostruoso motore 5.6 a otto cilindri sovralimentato da 650 CV.Gli ultimi successiRudolf Caracciola diventa campione europeo per la terza e ultima volta in carriera nel 1938 grazie al successo nel GP di Svizzera (sotto la pioggia) e ad altri tre podi. Da non sottovalutare, inoltre, il gradino più alto del podio conquistato alla Coppa Acerbo a Pescara. L’ultimo trionfo importante risale invece al 1939 in un GP di Germania bagnato.La Seconda Guerra MondialeLa Seconda Guerra Mondiale cancella le competizioni automobilistiche in Europa a causa della carenza di benzina. Rudolf si stabilisce nella sua casa di Lugano insieme ad Alice e trascorre la maggior parte del conflitto a cercare di entrare in possesso – per salvarle – delle due Mercedes W165 usate nel GP di Tripoli del 1939. Le vetture arrivano nel Paese elvetico nel 1945 ma vengono confiscate dal governo svizzero in quanto proprietà tedesche.Dopo la guerraNel 1946 Rudolf Caracciola viene inviato a partecipare alla 500 Miglia di Indianapolis ma durante una sessione di test è vittima di un incidente e resta in coma per qualche giorno.Bisogna aspettare il 1952 per vederlo tornare a correre chiamato dalla Mercedes per disputare alcune gare al volante di vetture sport. In Svizzera, però, è vittima di un altro tremendo incidente con la 300 SL nel quale rimedia la frattura della gamba destra.Gli ultimi anniDopo aver lasciato definitivamente il mondo delle corse Rudolf Caracciola inizia a lavorare per la Mercedes come venditore per le truppe NATO presenti in Europa. Scompare a Kassel (Germania) il 28 settembre 1959 dopo una malattia al fegato.
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