Monthly Archives: Dicembre 2015
Ford EcoSport Titanium S
Ford annuncia la nuova EcoSport in versione Titanium S. Si tratta della versione più elegante e dinamica del SUV dell’Ovale Blu, caratterizzata dalla raffinata combinazione di elementi di design a contrasto, come il tetto e i retrovisori scuri e gli eleganti cerchi in lega da 17” in nero lucido. Ford EcoSport Titanium SE non finisce qui. Perché all’esterno, il look elegante della Ford EcoSport Titanium S si completa con i cristalli posteriori oscurati, standard, mentre all’interno trovano posto, anche questi di serie, il sistema di connettività e comandi vocali Ford SYNC with AppLink e l’impianto audio premium Sony Navigation System dotato di 8 diffusori, navigatore, schermo da 5” e di radio digitale DAB.La dotazione di serie si completa con l’assistenza alla partenza in salita (Hill Start Assist). La nuova EcoSport Titanium S è disponibile solo nella configurazione senza la ruota di scorta posteriore montata sul portellone.L’assetto è più rigido, per un feeling con l’asfalto ancora più diretto, e la una configurazione delle sospensioni è votata alla massima aderenza. Motore da 140 CV 3 cilindri 1.0 La nuova Ford EcoSport Titanium S è, inoltre, l’unica serie sulla quale è disponibile anche la versione da 140 cavalli del pluripremiato motore a benzina EcoBoost 3 cilindri 1.0, con emissioni CO2 di 125 g/km e consumi di 5,4 l/100km.Questa motorizzazione esprime il livello di potenza più elevato mai raggiunto da un’unità di questa cilindrata per un’auto di produzione. L’EcoBoost 3 cilindri 1.0 da 140 CV è affiancato, nella gamma di motori interamente euro 6, dall’EcoBoost 1.0 da 125 cv (125 g/km di CO2 e 5,4 l/100km) e dal diesel TDCi 1.5 da 95 cavalli (115 g/km di CO2 e 4,4 l/100km).La nuova Ford EcoSport Titanium S è immediatamente ordinabile, con un listino che parte da 22.000 euro.
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Infiniti Q50 2016, ecco il nuovo 3.0 V6 twin-turbo
A partire dal 2016 la nuova versione di Infiniti Q50 (e non solo) sarà equipaggiata con il nuovo motore 3.0 V6 twin-turbo, definito dalla Casa il V6 più avanzato, compatto e leggero mai prodotto. Nuovo 3.0 V6 twin-turboIl nuovissimo motore 3.0.litri V6 twin-turbo è stato sviluppato per offrire il miglior rapporto di potenza e coppia per un propulsore delle sue dimensioni unitamente a un consumo di carburante ridotto.La versione ad alto rendimento eroga 405 CV, o 400hp (298kW) a 6400 rpm e 475Nm (350lb-ft) di coppia massima a 1600-5200 rpm; mentre la versione con 304 CV o 300hp (224kW) (a 6400 rpm) produce 400Nm (295lb-ft) di coppia a 1600-5200 rpm. Motore più avanzato, compatto e leggero mai prodottoIl nuovo propulsore è il 19% (0.7 di un litro) più piccolo in capacità rispetto ai precedenti motori Infiniti V6 ed è costruito grazie alla capacità di Infiniti di dedicarsi a nuove soluzioni ingegneristiche e tecnologiche.Il minor peso del motore contribuisce ad una maggiore efficienza meccanica, con una minore inerzia dai suoi componenti in alluminio leggero, e questa migliorata efficienza incrementa la guidabilità e le prestazioni generali del motore V6.
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Fiat Tipo eletta “Autobest 2016”
Una giuria internazionale formata da 26 giornalisti specializzati (in rappresentanza di altrettanti Paesi europei) ha assegnato il titolo “Autobest 2016” alla nuova Fiat Tipo valutando parametri come design, comfort, economicità d’esercizio, guidabilità, prezzo, rete assistenziale, distribuzione dei ricambi, versatilità e controvalore. Fiat Tipo vince il premio “Autobest 2016”La nuova berlina italiana si è dunque piazzata al primo posto precedendo le altre quattro finaliste: la nuova Opel Astra, la nuova Hyundai Tucson, la Honda CRV e la Mazda CX-3.Secondo la giuria la Fiat Tipo è un prodotto eccezionale, con tutti gli ingredienti necessari per soddisfare il cliente medio europeo: design, motorizzazioni, qualità percepita, comfort, versatilità e ottimo rapporto qualità/prezzo. Commercializzata da questo mese in Italia con grande successo – basti pensare che il primo “Porte Aperte” dedicato ha fatto registrare oltre 1.000 contratti – la Fiat Tipo sarà lanciata negli altri Paesi entro la prossima primavera raggiungendo così un totale di 40 mercati nell’area EMEA.In Italia, in questa prima fase di lancio, la versione Opening Edition 1.4 da 95 CV è proposta al prezzo promozionale straordinario di 12.500 €, mentre la Opening Edition diesel 1.6 da 120 CV a 16.500 euro.
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Jaguar F-Sleigh: una slitta di ghiaccio per Babbo Natale…
Natale si avvicina, in pochi giorni Babbo Natale inizierà a distribuire i suoi regali ai bambini di tutto il mondo… Jaguar, però, quest’anno ha deciso di invertire i ruoli e fare un regalo molto speciale al buon vecchio Babbo Natale, una slitta tutta nuova: la F-Sleigh.Un’idea divertente quella della Casa inglese che, dopo aver disegnato il prototipo di questo “mezzo di trasporto” molto speciale, ha incaricato a degli esperti la costruzione del modello in ghiaccio…La scultura è stata presentata a Londra durante un evento di presentazione della nuova collezione accessori (merchandising e abbigliamento) Jaguar per l’anno 2016.La Jaguar F-Sleight è stata ovviamente la protagonista della serata con il suo design ispirato alla Jaguar F-Type Project 7. Insieme a lei sono stati presentati esclusivi prodotti dei partner Jaguar come Art Fragrance, Barbour, Bremont, Globetrotter, Menrad, Oliver Sweeney, Landy Books e 2×2 Ltd.
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smartFORstore: l’ecommerce non sarà più lo stesso
(Informazione pubblicitaria)smart, l’auto che ha cambiato la mobilità urbana, entra nel mondo dell’e-commerce con smartforstore.it.Non un comune shopping online: acquistare smart sul web è un’esperienza costruita “su di te” da vivere in diretta e ricca di eventi personalizzati.Abbiamo commissionato all’Istituto Piepoli un’indagine di mercato sulla considerazione che gli italiani hanno dell’e-commerce, sulle loro abitudini legate allo shopping online e sul grado di apertura verso l’acquisto di un’auto sulla rete.Dall’analisi dei dati abbiamo individuato cinque buoni motivi per scegliere di acquistare online: h24, 365 giorni l’anno / in tutta comodità da ogni device / consegna personalizzata / esperienza esclusiva / assistenza completa e personalizzata.Su questi cinque pilastri abbiamo creato un’esperienza di acquisto unica ed esclusiva, con lo stile innovativo che da sempre contraddistingue smart.Su smartFORstore si possono acquistare vetture esclusive e/o anteprime per il web e per far vivere ad ogni utente l’esperienza smartFORstore con i suoi tempi, il virtual showroom sarà aperto h24, 365 giorni l’anno.L’utente può collegarsi da ogni device e scoprire smart da ogni angolatura: selezionando fino a tre telecamere. Ma non solo.L’utente può comunicare con la live chat per avere tutte le informazioni che più gli interessano e, evento mai visto prima, può prenotare una live experience in diretta con il Personal Shopper: può chiedergli di montare il seggiolino di sicurezza, di mostrargli le funzionalità della plancia, di testare la capacità di carico, insomma, può scoprire smart proprio come se fossi lì.Senza doversi muovere da casa.Anche l’esperienza d’acquisto è semplice e flessibile: l’utente può acquistare subito o con tre soluzioni di finanziamento, può scegliere il dealer più comodo per il ritiro o, addirittura, scegliere la consegna dell’auto a domicilio.Tutto il processo di vendita avviene on line, via mail o nell’area privata dedicata, in tutta comodità con flussi snelli e sicuri.L’esperienza smart non termina dopo l’acquisto: prosegue con una serie di appuntamenti e regali personalizzati.L’utente riceve foto e messaggi dalla sua smart, dalla catena di montaggio al suo arrivo in città. In corrispondenza dei momenti salienti della fase d’acquisto e di consegna, vengono inviati gadget esclusivi: pezzi unici personalizzati sull’esperienza dell’utente. Per continuare a sorprendere l’utente premiandolo per aver scelto smartforstore .Da oggi, l’e-commerce non sarà più lo stesso.
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Tre Dodge ispirate a Star Wars in giro per Los Angeles
Fiat-Chrysler è intenzionata a conquistare i seguaci della saga Star Wars. Dopo la Fiat 500 dedicata alla serie cinematografica di fantascienza, arriva una serie speciale, targata Dodge, ispirata al settimo episodio: “Il risveglio della Forza”. I modelli in questione sono tre: una Dodge Challenger SRT Hellcat, una Dodge Charger SRT Hellcat che con il V8 da 716 CV è la muscle car più potente della storia e una Dodge Viper ACR 2015. Le prime due sfoggiano una livrea ispirata ai soldati del Primo Ordine (come la piccola Fiat 500) mentre la supercar Viper è ispirata al nuovo cattivo della saga, Kylo Ren. Queste tre Dodge ispirate a Star Wars stanno circolando per le strade di Los Anglees (California) dallo scorso fine settimana facendosi fotografare insieme ai fan di Star Wars e di Dodge, naturalmente.
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ACM (1988): passaporto italiano, DNA romeno
La ACM, prodotta dal 1988 al 1993, non è altro che una ARO 10 (SUV romena caratterizzata da prezzi contenuti ma anche da una particolare allergia all’affidabilità) rimarchiata, rifinita meglio e assemblata in Abruzzo.ACM (1988): le caratteristiche principaliLa ACM vede la luce nel 1988 quando l’importatore ufficiale italiano della Casa romena ARO decide di costruire nel nostro Paese uno stabilimento per assemblare una versione della 10 più curata nella tecnica e nell’estetica. La location prescelta per la fabbrica si trova in Abruzzo e più precisamente ad Atessa (dove ora vengono prodotte le moto Honda).Lunga meno di quattro metri e dotata di tre porte, è disponibile in tre varianti di carrozzeria: Berlina, Convertibile e Hard-Top. Spaziosa per i passeggeri posteriori (anche se accedere al divano non è semplice) e con un bagagliaio piuttosto ampio, punta sul prezzo basso per sedurre gli appassionati di 4×4 (veicoli parecchio di moda nella seconda metà degli anni ’80) del Bel Paese ma non riesce a scalfire la supremazia delle più affidabili piccole fuoristrada giapponesi.La ACM presenta numerosi difetti: una plancia poco ergonomica, una posizione di seduta troppo bassa, una ridotta altezza da terra che pregiudica le prestazioni in off-road, una leva del cambio tutt’altro che maneggevole e uno sterzo pesantissimo sulle versioni prive di servocomando.Tra le note positive segnaliamo invece le sospensioni morbide che garantiscono un buon comfort su asfalto, le marce ridotte e la trazione integrale (posteriore + anteriore inseribile). Frequenti le rotture della trasmissione e dei semiassi (componenti piuttosto fragili).ACM (1988): la tecnicaIl punto di forza della ACM, venduta dal 1988 al 1993, si trova sotto il cofano: la SUV abruzzese viene lanciata con due motori 1.6 Volkswagen – un benzina da 75 CV e un diesel da 53 CV – affiancati nel 1989 da un turbodiesel, sempre 1.6, da 69 CV.Propulsori eccellenti, più elastici che grintosi, penalizzati esclusivamente dai consumi eccessivi e dalla rumorosità marcata agli alti regimi.ACM (1988): le quotazioniLa ACM – troppo poco robusta per poter competere con le 4×4 rivali – non è interessante come auto d’epoca: i pochi esemplari rimasti sono fragili e complicati da riparare. Le quotazioni molto basse – circa 1.000 euro – non invogliano ad investire su una SUV che non ha lasciato molti bei ricordi ai suoi possessori.
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John Egan, l’uomo che salvò la Jaguar
Senza John Egan la Jaguar non esisterebbe più: negli anni ’80 questo manager ha risollevato la Casa britannica facendola tornare agli antichi splendori. Scopriamo insieme la sua storia.John Egan, la biografiaJohn Egan nasce il 7 novembre 1939 a Coventry (Regno Unito): dopo aver studiato Ingegneria del Petrolio all’Imperial College di Londra comincia a lavorare in Medio Oriente per la Shell.Successivamente si trasferisce alla AC Delco (azienda statunitense di componentistica auto) e poi nel colosso motoristico britannico British Leyland: qui si occupa della creazione, nel 1974, della sezione Unipart rivolta alla componentistica. Due anni più tardi passa nella società americana di mezzi agricoli Massey Ferguson.L’era JaguarJohn Egan viene nuovamente chiamato dalla British Leyland nel 1980 e nominato amministratore delegato della Jaguar, all’epoca il marchio più in crisi del Gruppo. La situazione è piuttosto critica: conti in rosso, operai in sciopero e lo storico stabilimento di Castle Bromwich sull’orlo della chiusura.Nel giro di pochi anni – soprattutto grazie ad una sapiente gestione dei fornitori – Egan migliora le cose al punto che nel 1984 – anno in cui il pilota britannico Tom Walkinshaw diventa campione europeo turismo al volante di una XJS – la Casa inglese viene scorporata da British Leyland, privatizzata e quotata in Borsa.Nel 1986 debutta la XJ XJ40 e John Egan viene nominato baronetto, due anni più tardi Jaguar torna a conquistare la 24 Ore di Le Mans con una XJR-12 guidata dai britannici Johnny Dumfries e Andy Wallace e dall’olandese Jan Lammers. Un’auto inglese torna al successo nella mitica corsa endurance francese dopo un digiuno di 13 anni.Dopo la JaguarNel 1989 la Jaguar viene venduta alla Ford: Egan, contrario, lascia la società e diventa amministratore delegato della HAA (Heathrow Airport Holdings, l’azienda che gestisce il primo aeroposto d’Europa per traffico passeggeri). Tre anni più tardi viene chiamato a gestire l’ufficio del turismo di Londra e nel 1999 lascia la HAA.John Egan diventa presidente della Confederation of British Industry (l’equivalente britannico della nostra Confindustria) nel 2002, carica che abbandona nel 2004 per diventare amministratore delegato della Severn Trent (specializzata in forniture idriche). Dal 2007 è rettore dell’Università di Coventry.
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Mercedes 190 SL: sì alla Mille Miglia
La Mercedes 190 SL potrà partecipare d’ora in poi alla Mille Miglia: dopo parecchie ricerche condotte presso gli archivi di Mercedes-Benz Classic la Casa della Stella ha scoperto che la spider tedesca corse la Brescia-Roma-Brescia nel 1956 e potrà quindi prendere parte alle rievocazioni storiche (aperte esclusivamente a veicoli che hanno gareggiato in questa mitica prova tra il 1927 e il 1957).«Siamo lieti di avere un’altra Mercedes-Benz alla Mille Miglia. Ciò significa che un numero ancora maggiore di appassionati del Marchio avranno occasione di partecipare all’evento», ha dichiarato Michael Bock, Responsabile di Mercedes-Benz Classic e del Customer Centre. «Negli ultimi anni la 190 SL ha visto aumentare fortemente le sue quotazioni come vettura da collezione, ed è diventata ricercata tanto quanto altre vetture della storia di Mercedes-Benz».
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Volkswagen Maggiolino, l’evoluzione del design
La Volkswagen Maggiolino non è una vettura come tutte le altre: la prima generazione è ancora oggi l’auto più venduta di sempre e il suo mito è stato portato avanti dalla seconda serie del 2011 (senza dimenticare l’intermezzo chiamato New Beetle del 1997).Di seguito vi racconteremo l’evoluzione del design della compatta tedesca e di come molte linee create negli anni ’30 siano ancora presenti oggi.Volkswagen Maggiolino prima generazione (1938)Il progetto della prima generazione della Volkswagen Maggiolino inizia nel 1934 quando Adolf Hitler contatta Ferdinand Porsche per commissionargli il progetto di un’auto dal prezzo accessibile in grado di trasportare cinque persone (o tre soldati e un mitragliatore).Il modello di serie – svelato nel 1938 – ha un design molto aerodinamico per l’epoca (“ispirato” alla cecoslovacca Tatra V570 del 1931): la scelta di adottare il motore posteriore consente di avere maggiore libertà di manovra sul frontale e di renderlo più corto.La prima modifica importante di design apportata alla prima generazione della Volkswagen Maggiolino arriva nel 1953 quando l’originale lunotto posteriore in due parti viene rimpiazzato da un vetro in pezzo unico.Cinque anni più tardi i vertici della Casa di Wolfsburg chiedono ad uno stilista d’eccezione – Sergio Pininfarina – consigli su come migliorare l’auto: il designer torinese risponde «È perfetta così, perché volete cambiarla?» e suggerisce solo di allargare il lunotto per incrementare la visibilità.Le superfici vetrate della prima generazione della Volkswagen Maggiolino vengono aumentate ulteriormente nel 1964 mentre tre anni dopo – con l’introduzione di fari anteriori quasi verticali e di paraurti più grandi – l’aerodinamica peggiora.La Maggiolone del 1970 ha un frontale più voluminoso e, di conseguenza, un bagagliaio più ampio. Nel 1972 è la volta della 1303, del volante a quattro razze, del parabrezza più grande e del cruscotto in plastica.Il 1973 è l’anno in cui la prima generazione della Volkswagen Maggiolino si presenta con i fari posteriori più grandi e il parabrezza bombato. Due anni dopo gli indicatori di direzione anteriori vengono spostati sul paraurti.Volkswagen New Beetle (1997)La Volkswagen New Beetle è una reinterpretazione in chiave futuristica della Maggiolino che deriva dalla Concept One mostrata al Salone di Detroit del 1994. Il prototipo piace talmente tanto che la dirigenza del brand tedesco decide di realizzare una versione di serie sfruttando il pianale e i motori della Golf.La compatta teutonica smette di essere l’auto del popolo (ruolo ricoperto proprio dalla Golf) e si trasforma in una vettura modaiola che conserva alcuni elementi stilistici del vecchio Käfer. Due su tutti: i parafanghi sporgenti e, all’interno, il vaso portafiori.Nel 2003 – in concomitanza con il lancio della Volkswagen New Beetle Cabriolet – arrivano le frecce integrate negli specchietti retrovisori mentre il restyling del 2005 porta leggeri cambiamenti ai paraurti e ai gruppi ottici.Volkswagen Maggiolino seconda generazione (2011)La seconda generazione della Volkswagen Maggiolino – disegnata dal nostro Walter de Silva e da Marc Lichte – conserva le proporzioni della storica prima serie, specialmente nella zona posteriore.Rispetto alla New Beetle ha un design più sportivo: merito della riduzione dell’altezza, dell’allungamento del cofano, del parabrezza più arretrato e più verticale e della linea del tetto più piatta e più larga come sulla concept Ragster mostrata al Salone di Detroit 2005.Molti sono gli elementi stilistici della seconda generazione della Volkswagen Maggiolino ispirati al modello originale: fuori spiccano i parafanghi sporgenti, i sottoporta e i proiettori di forma circolare.Dentro troviamo invece il cassetto portaoggetti “a filo” con la plancia situato di fronte al passeggero anteriore e nascosto da uno sportello che si apre verso l’alto tramite una leva argentata, gli strumenti supplementari (optional) posti sopra l’autoradio e il navigatore (indicatore della temperatura dell’olio, cronometro e indicatore della pressione di sovralimentazione), i braccioli sui pannelli porta verniciati in tinta con la carrozzeria e le maniglie sui montanti centrali che facilitano l’uscita dai posti posteriori.Sulla Volkswagen Maggiolino Cabrio seconda generazione – caratterizzata dalla cornice del parabrezza avanzata che non intralcia il guidatore – troviamo invece un omaggio alla New Beetle Cabrio: il roll-bar estraibile composto da due elementi integrati dietro il divano posteriore che fuoriescono quando si supera una determinata accelerazione trasversale o inclinazione.
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