Monthly Archives: Ottobre 2014
Ford Kuga: più colorata, efficiente e tecnologica
Ford aggiorna la Kuga – le cui vendite nei primi 9 mesi del 2014 sono cresciute del 33% – introducendo nuovi colori, nuove motorizzazioni Euro 6 e nuove soluzioni tecnologiche.Nuovi motoriLa nuova offerta motori su Ford Kuga include il nuovo TDCi 2.0 da 180 cavalli e 400 Nm di coppia, che offre il 10% di potenza in più (+17 cavalli, +60 Nm di coppia) e il 12% di emissioni di CO2 in meno (-19 g/km), rispetto alla versione precedente.Il nuovo EcoBoost 1.5 da 150 cavalli emette il 7% di CO2 in meno (-11 g/km) rispetto al 1.6 che sostituisce, senza ridurre la potenza disponibile. Ford offrirà anche un TDCi 2.0 da 120 cavalli, che riduce le emissioni di CO2 a soli 122 g/km, il 12% in meno rispetto alla versione precedente.TecnologieSulla Ford Kuga sono ora di serie sia lo Start&Stop che la griglia anteriore a profilo variabile (Active Grille Shutter). A bordo dell’elegante SUV di segmento C dell’Ovale Blu è ora disponibile anche il SYNC con AppLink, che permette al guidatore di controllare le app sul proprio smartphone con la propria voce, mantenendo gli occhi sulla strada e le mani sul volante.ColoriLa gamma dei colori è stata integrata con il Ruby Red, il Magnetic Grey e con il nuovo Tiger Eye Orange. La Kuga Titanium X è dotata inoltre di un body-kit estetico che la rende ancora più affascinante.
Ferrari si separa da FCA ed entra in Borsa (ma non tutta)
La Ferrari si separa da FCA ed entra in Borsa (non tutta, però): lo scorporo tra la Casa di Maranello e il gruppo italoamericano verrà completato nel 2015 attraverso l’offerta pubblica del 10% – a Wall Street e in un altro mercato non ancora comunicato – del capitale del brand emiliano e la distribuzione della rimanente partecipazione di Fiat/Chrysler agli azionisti della società di diritto olandese con domicilio fiscale nel Regno Unito.Questa decisione – recita il comunicato – arriva «nell’ambito di un piano per la realizzazione di una struttura di capitale appropriata a sostenere lo sviluppo di lungo termine del Gruppo». In poche parole grazie alla vendita di una parte del Cavallino il settimo gruppo automobilistico mondiale avrà a disposizione una discreta liquidità che consentirà di incrementare gli investimenti.«Sono felice di questo nuovo passo in avanti nella strategia di sviluppo di FCA. Insieme alla recente quotazione delle azioni di FCA sul NYSE, la separazione di Ferrari preserverà la rinomata tradizione italiana e la posizione unica del business di Ferrari consentendo agli azionisti di FCA di continuare a beneficiare del valore intrinseco di questo business», ha annunciato il presidente di FCA John Elkann.L’amministratore delegato del colosso italoamericano Sergio Marchionne ha invece dichiarato: «Dopo l’acquisizione della quota di minoranza in Chrysler all’inizio di quest’anno, la trasformazione di Fiat e Chrysler in FCA si è completata all’inizio di questo mese con il debutto al New York Stock Exchange. Con l’intento di rafforzare il Piano 2014-2018 e di massimizzare il valore dei nostri business per gli azionisti, è appropriato che noi perseguiamo percorsi separati per FCA e Ferrari». Marchionne ha aggiunto «Il Consiglio di Amministrazione sostiene la convinzione del management che quest’operazione rappresenti per FCA la scelta migliore per supportare il successo del Gruppo nel lungo termine e nel contempo rafforzare significativamente la struttura del capitale di FCA».
Renault Twingo 1.0: come va la citycar francese
Motore posteriore, trazione posteriore e cinque porte: cosa è rimasto della vecchia Renault Twingo? Praticamente niente. La terza generazione della citycar francese – “cugina” della seconda serie della Smart forfour (realizzata sulla stessa base e dotata dello stesso propulsore) – si presenta sul mercato in una veste completamente rinnovata con un design che ricorda quello della Fiat 500.Nella nostra prova su strada abbiamo avuto modo di testare la versione 1.0 nel ricco allestimento Energy Openair. Scopriamo insieme se le tante (troppe?) modifiche apportate alla “baby” transalpina hanno portato più vantaggi o svantaggi.
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Citroën, dieci francobolli per celebrare la storia del Double Chevron
Le poste francesi (La Poste) celebrano i 95 anni della Citroën con una serie di dieci francobolli commemorativi raccolti in un libro realizzato appositamente per l’evento.Il volume racconta l’evoluzione del Double Chevron attraverso le immagini dei suoi modelli più rappresentativi – Type A, 2CV, Méhari, XM, C3, Traction Avant, DS, CX, Xsara e C4 Cactus – e sarà in vendita da domani ad un prezzo di 19,90 euro. Un oggetto imperdibile per gli amanti delle automobili e della filatelia.
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Henry Royce, l’anima della Rolls-Royce
Senza Henry Royce la Rolls-Royce, semplicemente, non esisterebbe: questo ingegnere britannico è stato l’anima della Casa da lui cofondata insieme a Charles Rolls (che si occupava più del lato economico dell’azienda) ed è stato il più grande costruttore automobilistico della sua epoca. Scopriamo insieme la sua storia.Henry Royce, la storiaHenry Royce nasce il 27 marzo 1863 ad Alwalton (Regno Unito). Ultimo di cinque figli di una famiglia di mugnai, si ritrova orfano a soli nove anni e inizia subito a lavorare per portare soldi a casa occupandosi di vendere giornali e consegnare telegrammi.A soli 15 anni trova un posto come apprendista nella compagnia ferroviaria Great Northern Railway grazie all’aiuto economico di uno zio ma dopo tre anni finiscono i fondi e Henry – dopo un breve periodo in una fabbrica di utensili a Leeds – si sposta a Londra e viene assunto da una società elettrica. Nel 1882 viene trasferito all’ufficio di Liverpool di questa azienda e si occupa dell’illuminazione delle strade e dei teatri.Mettersi in proprioHenry Royce si mette in proprio nel 1884 quando fonda a Manchester, insieme all’amico Ernest Claremont, un’impresa specializzata nella produzione di apparecchi elettrici.L’attività procede bene ma Royce inizia ad appassionarsi alla meccanica e alle automobili: dopo aver acquistato alcuni veicoli francesi (che non lo soddisfano completamente) decide nel 1904 di produrne uno in completa autonomia.La prima auto costruita da Henry Royce, dotata di un motore bicilindrico, viene prodotta in tre esemplari. Uno di questi viene venduto al proprietario di una concessionaria, Henry Edmunds, che organizza un incontro tra Royce e l’imprenditore Charles Rolls. Quest’uomo si offre di acquistare (e di rivendere in seguito) tutte le vetture prodotte da Royce e decide di ribattezzarle Rolls-Royce.La Rolls-RoyceLa prima Rolls-Royce – la 10 hp (dotata di un motore 1.8 bicilindrico) – viene presentata ai Salone di Parigi del 1904. Per i sei anni successivi le vetture del marchio britannico (costruite da Henry e vendute da Charles) conquistano numerosi automobilisti grazie all’elevata affidabilità e all’eleganza.Nel 1910 – in seguito alla morte di Rolls in un incidente aereo – Henry Royce si ritrova a gestire l’azienda in completa autonomia, lavora come un pazzo e compromette in questo modo la sua salute già precaria. Ha tempo di vedere la sua società acquistare nel 1931 la Bentley ma perde la vita due anni dopo – più precisamente il 22 aprile 1933 – a West Wittering (Regno Unito).
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Mercedes FirstHand Classic: auto storiche garantite
La rivoluzione nel mondo delle auto d’epoca arriva grazie a Mercedes: la Casa della Stella ha infatti creato un programma di “usato garantito” – denominato FirstHand Classic (sarà presentato domani a Padova in occasione di Auto e Moto d’Epoca 2014) – che copre le storiche.Due sono i requisiti che una vettura della Stella deve soddisfare per essere considerata una FirstHand Classic: avere compiuto almeno vent’anni e aver ricevuto la certificazione del Mercedes-Benz Classic Milano, nuova struttura che si occuperà esclusivamente di curare le youngtimer e le oldtimer del marchio di Stoccarda.Le vetture Mercedes FirstHand Classic saranno riconoscibili grazie ad un’esclusiva placca sul radiatore e beneficeranno delle stesse garanzie dei veicoli usati: soccorso stradale 24 ore su 24 su tutto il territorio europeo e mezzo sostitutivo.
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Auto e Moto d’Epoca 2014: guida completa all’evento di Padova
Domani a Padova aprirà Auto e Moto d’Epoca 2014, la più importante manifestazione in Italia dedicata alle storiche. Dal 23 al 26 ottobre la città veneta ospiterà la 31° edizione di questo evento, che vedrà la partecipazione di 4.000 modelli e 2.000 espositori.Negli undici padiglioni di PadovaFiere gli appassionati potranno ammirare i modelli che hanno fatto la storia delle quattro ruote, acquistare oggettistica vintage, seguire l’attività di 59 Club e – soprattutto – visitare gli stand ufficiali di ben 12 Case automobilistiche.I marchi presenti ad Auto e Moto d’Epoca 2014 a Padova sono Abarth, Alfa Romeo (che festeggerà i 60 anni della Giulietta), Aston Martin, Audi Sport Club (30 anni dalla vittoria del Mondiale Rally della Quattro), BMW (vecchio e nuovo esposti insieme), Maserati (Centenario), Mercedes (120 anni di motorsport), Peugeot (30 anni della 205), Porsche (40 anni della 911 Turbo), Toyota (20 anni della RAV4), Volkswagen (40 anni della Golf) e Volvo (20 anni del Registro Italiano Volvo d’Epoca).Da non sottovalutare, inoltre, la presenza in veste ufficiale dei due musei Ferrari di Maranello e Modena: negli stand del Cavallino si potrà provare il simulatore, vedere da vicino la monoposto di F1 156/85 guidata da Michele Alboreto nella stagione 1985 e visitare una sezione dedicata ai prototipi camuffati del marchio emiliano.Auto e Moto d’Epoca Padova 2014: il programma, gli orari e i prezziGiovedì 23 ottobre 2014 (09:00-18:00)Preapertura 37 euroVenerdi 24 ottobre 2014 – Sabato 25 ottobre 2014 – Domenica 26 ottobre 2014 (09:00-19:00)
Biglietto intero 20 euro
Biglietto ridotto (ragazzi dai 13 ai 17 anni, persone con invalidità inferiore all’80%) 16 euro
Abbonamento due giorni (venerdì e sabato o sabato e domenica) 36 euro
Abbonamento tre giorni 51 euroBiglietto omaggio per bambini fino a 12 anni e persone con invalidità superiore all’80% con accompagnatoreAuto e Moto d’Epoca Padova 2014: come arrivareIn auto
Autostrada Bologna-Padova (A13): uscire a Padova Sud e seguire le indicazioni per la fieraAutostrada Venezia-Milano (A4): uscire a Padova Ovest o a Padova Est e seguire le indicazioni per la fieraIn trenoLa fiera è a soli 2 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria di Padova.
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Bollo auto storiche: cosa cambierà con la legge di stabilità
La legge di stabillità 2015 colpirà probabilmente anche le auto storiche: nel testo, che dovrà passare il vaglio di Camera e Senato prima di essere approvato, è previsto un provvedimento che fa sparire le agevolazioni per le vetture con un’età compresa tra 20 e 29 anni.In poche parole quando (e se) la legge entrerà in vigore saranno considerati d’epoca solo i veicoli con almeno 30 anni di anzianità e solo loro potranno beneficiare dei vantaggi che oggi sono previsti anche per le “ventenni”: esenzione dal bollo (o pagamento di una cifra forfettaria di 25,82 euro in caso di mezzo circolante) e possibilità di stipulare polizze assicurative agevolate.Con questo provvedimento presente nella legge di stabilità 2015 il Governo intende porre un freno ai “finti collezionisti”, a quegli automobilisti che circolano con veri e propri catorci realizzati a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 privi di interesse storico solo per risparmiare sulla tassa automobilistica e sull’RC Auto.In questo modo, però, si penalizzano anche i veri collezionisti. Quelli, cioè, che hanno conservato con amore mezzi di valore realizzati nel secolo scorso che attendevano con ansia lo scoccare dei 20 anni per poter finalmente pagare un bollo meno salato e stipulare un’assicurazione più vantaggiosa. Quanti di questi avranno la forza di aspettare i 30 anni di anzianità del modello? E quante altre nostre vetture – oltre a quelle già “emigrate” con l’arrivo del superbollo – prenderanno la via dell’estero?La soluzione migliore, a nostro avviso, potrebbe essere quella di mantenere l’esenzione dal bollo per le “ventenni” presenti nell’elenco di ACI Storico: la lista, pubblicata lo scorso anno dall’Automobile Club d’Italia, va migliorata ma già ora permette di distinguere i modelli interessanti dal punto di vista storico da quelli privi di valore.
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Henry J (1950): la "low-cost" americana
L’auto giusta nel posto (e nel momento) sbagliato: la Henry J nacque nel 1950 per attirare chi non poteva permettersi un veicolo nuovo ma la sua filosofia “low-cost” non ebbe molta fortuna in un Paese (gli USA) in pieno boom economico. Oggi le sue quotazioni recitano 10.000 euro e non è difficile trovare esemplari ben tenuti negli States.Henry J (1950): le caratteristiche principaliLa Henry J – marchio e modello creato dal colosso automotive Kaiser-Frazer e chiamato così per omaggiare l’amministratore delegato Henry J. Kaiser – inizia ad essere progettata alla fine degli anni Quaranta. Dotata di cinque posti, può mantenere una velocità di crociera di 80 km/h.Per risparmiare sui costi di produzione (e per ottenere un prezzo al pubblico inferiore a 1.300 dollari, poco meno di 10.000 euro al cambio attuale tenendo conto dell’inflazione) la dotazione di serie è ridotta all’osso e viene realizzata una sola variante di carrozzeria: berlina a due porte. Non è previsto nessuno sportello per accedere al bagagliaio, raggiungibile solo abbattendo i sedili posteriori.La Henry J fatica a conquistare i clienti: le rivali firmate General Motors, Ford e Chrysler (le “Big Three”) costano poco di più ma sono più spaziose e meglio rifinite e oltretutto l’incremento del reddito medio della popolazione statunitense crea una nuova categoria di automobilisti che non cercano più il modello che costa meno ma quello con i contenuti più interessanti.La Kaiser cerca di correre ai ripari ma senza successo: nel 1951 inserisce nel listino degli optional lo sportello per accedere al bagagliaio e l’anno seguente lancia sul mercato un modello leggermente rinnovato nel look e reso più elegante (tra le novità segnaliamo la ruota di scorta esterna).Il 1952 è anche l’anno in cui la Kaiser sigla un accordo con la nota catena di centri commerciali Sears per vendere all’interno dei negozi la Allstate, una Henry J rimarchiata e più curata. La partnership termina già nel 1953 in seguito agli scarsi risultati di vendita. L’avventura della “low-cost” “yankee” termina nel 1954, quando l’abbassamento dei prezzi di listino non basta ad arginare il crollo delle immatricolazioni.La tecnicaLa gamma motori della Henry J – lunga 4,43 metri (4,52 dal 1953) e dotata di propulsore anteriore e trazione posteriore – è composta da due unità a benzina realizzate dalla Willys-Overland (azienda entrata a far parte del gruppo Kaiser-Frazer nel 1953): un 2.2 da 69 CV (derivato da quello della mitica Jeep CJ-3A) e un 2.6 a sei cilindri da 81 CV.Le quotazioniFacile trovare negli USA un esemplare ben tenuto, impossibile pagarlo 10.000 euro come recitano le quotazioni ufficiali. Con questa cifra si possono portare a casa modelli “sani” meccanicamente ma con qualche problema di carrozzeria mentre per le vetture impeccabili bisogna mettere in conto una spesa di circa 15.000 euro.
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La carriera da pilota di Ivan Capelli, commentatore TV Rai della F1
Gli appassionati più giovani di F1 conoscono Ivan Capelli solo per il suo ruolo di commentatore TV per la Rai (riproposto al cinema quando nel 2006 ha doppiato il cartone “Cars”) e solo chi ha seguito il Circus tra gli anni ’80 e ’90 ricorda le doti velocistiche di quel ragazzo, ora diventato presidente dell’AC Milano. Scopriamo insieme la storia dell’ex pilota lombardo, uno degli ultimi driver del nostro Paese ad aver avuto l’onore di correre nel Mondiale con la Ferrari.Ivan Capelli, la storiaIvan Capelli nasce il 24 maggio 1963 a Milano e a 15 anni abbandona il calcio per concentrarsi sull’automobilismo e più precisamente sui kart. Conquista il titolo nazionale cadetti Classe 100 nel 1978, nel 1981 passa alle monoposto e due anni più tardi inizia a farsi conoscere nell’ambiente diventando campione italiano di F3. Le sue qualità emergono anche nel 1984 quando conquista, al debutto, il titolo europeo in questa categoria.L’esordio in F1Ivan è considerato uno degli astri nascenti dell’automobilismo sportivo mondiale e nel 1985 – anno in cui gareggia in F3000 – gli viene offerta la possibilità di correre con la Tyrrell due GP di F1 per rimpiazzare Stefan Bellof, scomparso l’1 settembre durante la 1.000 km di Spa-Francorchamps. Debutta sul circuito britannico di Brands Hatch, dove si ritira per un incidente, ma si riscatta nell’ultima prova stagionale in Australia: termina incredibilmente al quarto posto surclassando il più esperto compagno, l’inglese Martin Brundle.Il 1986Il 1986 è un anno ricco di alti e bassi per Ivan Capelli: diventa campione europeo di F3000 davanti a driver del calibro di Emanuele Pirro e Pierluigi Martini ma in F1 deve accontentarsi di correre in due occasioni (Italia e Portogallo) con la poco competitiva AGS (due ritiri).La MarchLa svolta per Ivan arriva nel 1987, anno in cui disputa la sua prima intera stagione iridata nel Circus: al volante della March porta a casa come miglior risultato un interessante sesto posto a Monte Carlo. Nel 1988, la sua migliore stagione di sempre, surclassa il proprio coéquipier – il brasiliano Mauricio Gugelmin – e termina al 7° posto assoluto nel Mondiale grazie a due podi: un secondo posto in Portogallo e una terza piazza in Belgio.Il 1989 non è altrettanto fortunato: nessun punto portato a casa (a differenza di Gugelmin) e solo due arrivi al traguardo a causa della scarsa affidabilità della monoposto.La Leyton HouseNel 1990 la March cambia nome in Leyton House (prima solo sponsor e da quell’anno proprietaria del team) e la stella di Ivan Capelli torna a brillare: in Francia arriva addirittura un secondo posto. L’anno successivo, nonostante una vettura poco brillante, si fa comunque notare riuscendo ad arrivare sesto in Ungheria.La FerrariIvan Capelli realizza il sogno della vita quando viene chiamato dalla Ferrari come secondo pilota per la stagione 1992. L’annata si rivela tutt’altro che formidabile per il pilota lombardo: la monoposto è lenta e lui, nel tentativo di essere più veloce del compagno transalpino Jean Alesi, commette troppi incidenti. Viene licenziato con due gare di anticipo.La JordanL’ultima stagione di Capelli in F1, al volante della Jordan, è disastrosa: dopo essersi ritirato in Sudafrica non riesce neanche a qualificarsi al GP del Brasile (a differenza del più rapido coéquipier, il brasiliano Rubens Barrichello).Dopo la F1Dopo il Circus Ivan Capelli prosegue la propria carriera di pilota in altre categorie minori (Superturismo tedesco, FIA GT e Trofeo Maserati), nel 1998 diventa commentatore TV per la Rai (ruolo che ricopre ancora oggi) mentre dal 2014 è presidente dell’Automobile Club Milano.
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