Monthly Archives: Luglio 2014
William Lyons, il fondatore della Jaguar
William Lyons è uno dei personaggi più importanti dell’automobilismo britannico: ha creato la Jaguar e l’ha fatta diventare un marchio amato e rispettato in tutto il mondo. Scopriamo insieme la storia di questo imprenditore, attivo anche con le due ruote.William Lyons: la biografiaWilliam Lyons nasce il 4 settembre 1901 a Blackpool (Regno Unito). Figlio di un immigrato irlandese proprietario di un negozio di strumenti musicali, decide di non seguire le orme del padre e si concentra sugli studi di ingegneria a Manchester. Trova il primo impiego alla Crossley (una Casa automobilistica scomparsa alla fine degli anni Cinquanta) e nel 1919 diventa venditore Sunbeam.La svoltaLa svolta per William arriva a 20 anni in seguito all’incontro con il produttore di sidecar William Walmsley: nel 1922 fondano insieme una nuova società – la Swallow Sidecars – inizialmente rivolta esclusivamente alla produzione di motocarrozzette e, dalla seconda metà del decennio, concentrata anche sulle automobili.William Lyons ottiene una discreta fama nella realizzazione di carrozzerie per Austin Seven, che conquistano numerosi clienti. La Swallow cresce: nel 1928 si trasferisce a Coventry, tre anni più tardi fa debuttare la prima automobile (la scoperta a quattro posti SS 1) e nel 1933 cambia nome in SS Cars.L’espansioneNel 1934 Lyons si ritrova da solo a gestire l’azienda dopo l’addio di Walmsley: amplia la gamma e nel 1935 lancia i modelli Jaguar. Dopo la Seconda Guerra Mondiale questa sigla viene utilizzata come marchio al posto di SS, un nome che evoca l’unità paramilitare nazista.L’epopea JaguarNel 1948 la Casa creata da William Lyons diventa nota in tutto il mondo con il lancio della sportiva XK120, una spider in grado di raggiungere le 120 miglia orarie (193 km/h), e del motore XK a sei cilindri in linea, un’unità che verrà montata da numerose vetture del marchio inglese fino al 1992.Negli anni Cinquanta e Sessanta Lyons gestisce ogni dettaglio dell’azienda, si circonda di un team di validi ingegneri e ha l’ultima parola su ogni decisione presa all’interno della società. Nel 1955 perde il suo unico figlio maschio – John Michael – in un incidente stradale e nel 1966, conscio di non poter cedere la società ad un erede, fonde la Jaguar con la BMC per creare la British Motor Holdings, successivamente assorbita nella British Leyland.William Lyons abbandona il ruolo di direttore generale nel 1967 e si ritira in pensione nel 1972. Scompare l’8 febbraio 1985 a Leamington Spa (Regno Unito).
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Porsche, la storia della Casa di Zuffenhausen
Poche Case automobilistiche sanno emozionare come la Porsche: in oltre 80 anni di carriera le supercar del marchio di Zuffenhausen hanno conquistato milioni di clienti in tutto il mondo e migliaia di vittorie sportive. Scopriamo insieme la storia di questo brand.Porsche: la storiaLa Porsche nasce ufficialmente nel 1931 quando Ferdinand Porsche si mette in proprio ma bisogna aspettare la fine della Seconda Guerra Mondiale – più precisamente il 1948 – per vedere la prima automobile costruita con questo marchio destinata al pubblico: la 356, una sportiva – disponibile coupé o cabriolet – derivata dalla Volkswagen Maggiolino.Gli anni CinquantaNel 1951, in concomitanza con la morte di Ferdinand, la produzione viene spostata dall’Austria a Stoccarda. Due anni più tardi viene realizzata la 550, una barchetta a motore centrale nota per aver regalato alla Casa tedesca la prima vittoria importante (Targa Florio 1956 con Umberto Maglioli e il teutonico Huschke von Hanstein) e per il fatto di essere stata, nel 1955, l’ultima auto guidata da James Dean, scomparso in un incidente stradale.Il decennio si chiude con il secondo successo alla Targa Florio: nel 1959 salgono sul gradino più alto del podio i due piloti tedeschi Edgar Barth e Wolfgang Seidel.Gli anni SessantaGli anni Sessanta iniziano alla grande: lo svedese Jo Bonnier, il tedesco Hans Herrmann e il britannico Graham Hill conquistano un’altra Targa Florio nel 1960 e due anni più tardi lo statunitense Dan Gurney porta al marchio di Zuffenhausen la prima (e unica) vittoria in F1 (nel GP di Francia).L’anno della svolta per la Porsche è il 1963, quando Ferdinand Alexander Porsche (soprannominato “Butzi”) progetta la 911, un mito su quattro ruote vincente nel motorsport ma anche utilizzabile senza problemi tutti i giorni.Tra il 1963 e il 1969 le vetture del brand teutonico dominano nelle corse: sei Targa Florio (Bonnier e Carlo Maria Abate 1963, il britannico Colin Davis e Antonio Pucci nel 1964, il belga Willy Mairesse e lo svizzero Herbert Müller nel 1966, l’australiano Paul Hawking e il tedesco Rolf Stommelen nel 1967, il britannico Vic Elford e Umberto Maglioli nel 1968 e il duo “made in Germany” composto da Gerhard Mitter e Udo Schütz nel 1969), due Rally di Monte Carlo (Elford nel 1968 e lo svedese Björn Waldegård nel 1969) e una Daytona nel 1968 con Elford, Hermann, Stommelen, il tedesco Jochen Neerpasch e l’elvetico Jo Siffert.Gli anni SettantaNella prima metà degli anni Settanta la Porsche consolida il proprio ruolo di potenza nel motorsport: quattro Daytona (il finlandese Leo Kinnunen, il britannico Brian Redman e il messicano Pedro Rodríguez nel 1970, Rodríguez e il britannico Jackie Oliver nel 1971 e il duo “yankee” composto da Peter Gregg e Hurley Haywood nel 1973 e nel 1975), due 24 Ore di Le Mans (Herrmann e il britannico Richard Attwood nel 1970, l’austriaco Helmut Marko e l’olandese Gijs van Lennep nel 1971), due Targa Florio (Redman e Siffert nel 1970, Müller e van Lennep nel 1973) e un altro Rally di Monte Carlo con Waldegård nel 1970).Per quanto riguarda la produzione di serie si segnalano i debutti della cattivissima 911 Turbo (1975), disponibile solo con carrozzeria coupé e dotata di un motore 3.0 sovralimentato da 260 CV, e della 928 (1977), prima (e per il momento unica) Porsche ad aggiudicarsi – nel 1978 – il prestigioso riconoscimento di Auto dell’Anno.Le vittorie sportive di Porsche continuano anche in questi anni: tre 24 Ore di Le Mans (il belga Jacky Ickx e van Lennep nel 1976, Haywood, Ickx e il tedesco Jürgen Barth nel 1977 e il duo statunitense formato dai fratelli Bill e Don Whittington impreziosito dalla presenza del teutonico Klaus Ludwig nel 1979), tre Daytona (trio “yankee” con Haywood, John Graves e Dave Helmick nel 1977, Gregg, Stommelen e l’olandese Toine Hezemans nel 1978 e un altro trio “born in the USA” composto da Haywood, Ted Field e Danny Ongais nel 1979) e un Rally di Monte Carlo nel 1978 con il francese Jean-Pierre Nicolas.Gli anni OttantaLa prima metà del decennio è carente di novità di prodotto ma sempre ricca di successi: quattro Le Mans (1981 e 1982 con Ickx e il britannico Derek Bell, 1983 con i due piloti “born in the USA” Haywood e Al Holbert e l’australiano Vern Schuppan e 1984 con Ludwig e il transalpino Henri Pescarolo), quattro Daytona (tris tedesco di Stommelen, Reinhold Joest e Volkert Merl nel 1980, Redman con la coppia “yankee” composta da Bob Garretson e Bobby Rahal nel 1981, Stommelen con il duo padre/figlio statunitense John Paul Sr. e Jr. nel 1982 e la vittoria del 1983 con gli americani A.J. Foyt e Preston Henn e i francesi Claude Ballot-Lena e Bob Wollek) e addirittura una Dakar con il transalpino René Metge.Il modello di serie più significativo degli anni Ottanta per la Porsche è la supercar 959 del 1986: una coupé a trazione integrale dotata di un motore 2.8 a doppia sovralimentazione da 450 CV e prodotta in soli 288 esemplari. Questa vettura, la più evoluta del periodo, conquista una Dakar nel 1986 sempre con Metge.In quegli anni continuano le vittorie nel motorsport: quattro Daytona (Foyt, Wollek, il belga Thierry Boutsen e lo statunitense Al Unser nel 1985, Bell, Holbert e lo “yankee” Al Unser Jr. nel 1986, lo stesso trio più l’americano Chip Robinson nel 1987 e un equipaggio composto da Bell, Wollek e dallo statunitense John Andretti nel 1989) e tre Le Mans (1985 con Bell, Paolo Barilla e il tedesco John Winter e un doppio trionfo – nel 1986 e nel 1987 – con Bell, Holbert e il teutonico Hans-Joachim Stuck).Gli anni NovantaCon l’inizio degli anni Novanta la Porsche comincia a concentrarsi maggiormente sulla produzione di serie trascurando le corse: la 911 beneficia di numerosi miglioramenti tecnici e le uniche vittorie rilevanti arrivano nel 1991 (Daytona con Haywood, Pescarolo, Winter, Wollek e il tedesco Frank Jelinski) e nel 1994 (Le Mans con Haywood, Mauro Baldi e il francese Yannick Dalmas).Tra il 1996 e il 1998 arrivano gli ultimi tre successi nella prestigiosa 24 Ore transalpina: lo statunitense Davy Jones, il tedesco Manuel Reuter e l’austriaco Alexander Wurz nel 1996; Michele Alboreto, lo svedese Stefan Johansson e il danese Tom Kristensen nel 1997 e il britannico Allan McNish affiancato dal duo di Francia composto da Laurent Aïello e Stéphane Ortelli nel 1998. Nello stesso periodo viene lanciata la spider Boxster (prima auto della Casa di Zuffenhausen ad avere il raffreddamento a liquido).Il terzo millennioCon il terzo millennio la Porsche diventa una Casa automobilistica sempre più grande in grado di realizzare prodotti adatti a più tipologie di clienti: nel 2002 debutta la Cayenne (prima SUV del marchio) mentre l’anno seguente – in concomitanza con l’ultimo successo a Daytona ottenuto dai tedeschi Jörg Bergmeister e Timo Bernhard e dagli statunitensi Kevin Buckler e Michael Schrom – è la volta della Carrera GT, un concentrato di tecnica dotato di un motore 5.7 V10 da 612 CV.Nel 2009 – anno in cui viene inaugurato il museo della Casa di Stoccarda – tocca alla sportiva a quattro porte Panamera. Tre anni più tardi il marchio viene acquistato interamente dalla Volkswagen, nel 2013 vengono presentate la supercar ibrida 918 (887 CV e consumi dichiarati pari a 30,3 km/l) e la Sport Utility compatta Macan.
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Mercedes CLS 2014: in Italia da 57.367 euro
La berlina coupé di Stoccarda, la Mercedes CLS, si rinnova con il restyling di metà carriera che coinvolge tutta la gamma: berlina e shooting brake (station wagon). In Italia avrà un prezzo di attacco di 57.367 euro.Le novità estetiche riguardano soprattutto una revisione al frontale con il paraurti che sfoggia nuove prese d’aria. Dentro, invece, la nuova Mercedes CLS 2014 è stata dotata di uno schermo da 8 pollici che fa da interfaccia al sistema Command Online (con collegamento ad Internet e numerose apps a disposizione).Debutta inoltre il pacchetto Mercedes Connect Me, che prevede tra le altre cose (attraverso una Sim dedicata) i servizi di chiamata d’emergenza e segnalazione di un sinistro o guasto.Fari Multibeam LEDAltra grande novità introdotta nella gamma riguarda l’arrivo dei modernissimi fari con tecnologia Multibeam LED, il sistema di illuminazione che integra 24 Led controllati separatamente che permettono di creare un fascio luminoso variabile a seconda delle condizioni della strada e del traffico, così da avere sempre la massima visibilità.Dotazione di sicurezzaA mettere in sicurezza totale i passeggeri della Mercedes CLS ci penserà il pacchetto Intelligent Drive completo di Collision Prevention Assist Plus di serie e molti altri sistemi opzionali, tra cui il Distronic Plus con Steering Assist e Stop&Go Pilot, il Cross Traffic Alert, il Pre-Safe Brake, il Lake Keeping Assist, l’Acrive Parking Assist e il sistema per il riconoscimento della segnaletica.Nuovo cambio 9G-TronicLa grande novità meccanica è infine rappresentata dall’introduzione del cambio 9G-Tronic (al debutto sulla nuova Classe E). Questa trasmissione è abbinata alle motorizzazioni Diesel 4 cilindri da 2.1 litri e 170 CV (CLS 220 Bluetec) e 204 CV (CLS 250 Bluetec), al V6 da 3.0 litri da 258 CV (CLS 350 Bluetec) e ai benzina biturbo da 3.0 litri da 333 CV (CLS 400) e da 4.7 litri da 408 CV (CLS 500).Listino prezzi Mercedes CLS 2014
Mercedes-Benz CLS 220 BlueTEC Sport 57.367,80 euro
Mercedes-Benz CLS 220 BlueTEC Premium 63.711,80 euro
Mercedes-Benz CLS 250 BlueTEC Sport 59.807,80 euro
Mercedes-Benz CLS 250 BlueTEC Premium 66.151,80 euro
Mercedes-Benz CLS 250 BlueTEC 4Matic Sport 62.613,80 euro
Mercedes-Benz CLS 250 BlueTEC 4Matic Premium 68.957,80 euro
Mercedes-Benz CLS 350 BlueTEC Sport 65.871,71 euro
Mercedes-Benz CLS 350 BlueTEC Premium 72.215,71 euro
Mercedes-Benz CLS 350 BlueTEC 4Matic Sport 68.677,71 euro
Mercedes-Benz CLS 350 BlueTEC 4Matic Premium 75.021,71 euro
Mercedes-Benz CLS 400 BlueEFFICIENCY Sport 68.540,00 euro
Mercedes-Benz CLS 400 BlueEFFICIENCY Premium 74.884,00 euro
Mercedes-Benz CLS 500 BlueEFFICIENCY Premium 92.150,00 euro
Mercedes-Benz CLS 500 BlueEFFICIENCY 4Matic Premium 94.956,00 euro
Listino prezzi Mercedes CLS SHOOTING BRAKE 2014
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 220 BlueTEC Sport 59.319,80 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 220 BlueTEC Premium 65.663,80 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 250 BlueTEC Sport 61.759,80 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 250 BlueTEC Premium 68.103.80 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 250 BlueTEC 4Matic Sport 64.565,80 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 250 BlueTEC 4Matic Premium 70.909,80 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 350 BlueTEC Sport 67.823,71 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 350 BlueTEC Premium 74.167,71 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 350 BlueTEC 4Matic Sport 70.629,71 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 350 BlueTEC 4Matic Premium 76.973,71 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 400 BlueEFFICIENCY Sport 70.492,56 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 400 BlueEFFICIENCY Premium 76.836.56 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 500 BlueEFFICIENCY Premium 93.492,00 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 500 BlueEFFICIENCY 4Matic Premium 96.298,00 euro
Mercedes CLS: Versioni AMG
Mercedes-Benz CLS 63 AMG 125.431,60 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 63 AMG 126.773,60 euro
Mercedes-Benz CLS 63 AMG 4Matic 129.007,10 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 63 AMG 4Matic 130.959,10 euro
Mercedes-Benz CLS 63 AMG S 4Matic 142.005,30 euro
Mercedes-Benz CLS Shooting Brake 63 AMG S 4Matic 143.957,30 euro