Monthly Archives: Maggio 2014

Miss Tuning 2014

Il Tuning World Bodensee è l’appuntamento annuale imperdibile per gli entusiasti delle auto elaborate, ma non solo.Durante la kermesse tedesca, infatti, si celebra anche l’annuale concorso di Miss Tuning.E quest’anno la reginetta eletta è stata la berlinese Veronika Klimovits, scelta dalla giuria tra 12, bellissime, finaliste che hanno sfilato in bikini, in vestito da sera e con minigonne impercettibili…Tra la giuria di “esperti” c’erano, tra gli altri, la regina del tuning, Katharina Kuhlmann e il fotografo Max Seam.E la vincitrice, Veronika Klimovits, ora andrà incontro ad un anno molto sexy… dovrà infatti posare per il prossimo calendario Miss Tuning 2015 i cui scatti verranno eseguiti negli spettacolari paesaggi del Kenia.E a proposito di motori… sempre per la Miss di quest’anno verrà messa a disposizione, per un intero anno, una Skoda Rapid.

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Skoda Superb Wagon 2.0 TDI 140 CV, la prova su strada

Se esistesse una classifica delle auto più sottovalutate in commercio la Skoda Superb Wagon si troverebbe sicuramente sul podio. La grande station ceca – realizzata sullo stesso pianale (allungato) della Volkswagen Passat – è ricca di pregi e praticamente priva di difetti: le manca solo un marchio più blasonato sul cofano.In occasione della nostra prova su strada abbiamo avuto modo di testare la versione 2.0 TDI 140 CV Executive: costa poco più di 30.000 euro e offre tanto spazio e un mare di comfort a chi, per lavoro o per piacere, si ritrova a dover percorrere molti chilometri al volante della propria vettura.FunzionalitàImpossibile dare un voto più basso di “dieci e lode” in questa materia alla Skoda Superb Wagon: poche auto sanno offrire così tanto spazio alle gambe dei passeggeri posteriori e il bagagliaio (633 litri che diventano 1.865 in configurazione a due posti) “inghiotte” senza problemi qualsiasi valigia.Le finiture sono oltretutto estremamente curate: le plastiche morbide sono presenti anche nella parte inferiore della plancia e gli assemblaggi interni ed esterni non lasciano spazio a critiche.ComfortLa Skoda Superb Wagon è una di quelle auto fatte apposta per i macinatori di chilometri. Le sospensioni dalla taratura soft assorbono anche le sconnessioni più pronunciate e l’abitacolo è ottimamente insonorizzato.i sedili anteriori regolabili elettricamente consentono al guidatore e al passseggero di trovare in poco tempo la giusta posizione e il climatizzatore automatico bizona (penalizzato esclusivamente dai comandi situati troppo in basso) prevede anche le bocchette posteriori.Piacere di guidaLa Superb Wagon predilige la comodità al divertimento: le prestazioni dell’ammiraglia familiare Skoda sono nella media del segmento (211 km/h di velocità massima e 10,1 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari) e il cambio manuale a sei marce si abbina bene ad una guida rilassata.Molto validi lo sterzo (molto sensibile) e il motore 2.0 turbodiesel TDI da 140 CV e 320 Nm di coppia: un’unità briosa già sotto i 2.000 giri e – come tutte i propulsori a gasolio del Gruppo Volkswagen – molto dotata alla voce “allungo”.SicurezzaFreni potenti, tenuta di strada rassicurante e un’ottima visibilità nonostante le dimensioni esterne considerevoli: sulla Skoda Superb Wagon si viaggia protetti.A bordo, poi, c’è tutto quello che serve; airbag frontali, laterali, a tendina e per le ginocchia, assistente alle partenze in salita, attacchi Isofix per il sedile del passeggero anteriore e per il divano posteriore, ESP e controllo di trazione.EconomiaIl prezzo di 31.700 euro della Skoda Superb Wagon 2.0 TDI 140 CV Executive è molto basso, soprattutto alla luce di una dotazione di serie ricchissima che comprende, oltre a quanto precedentemente citato, l’autoradio con Bluetooth, i cerchi in lega da 17”, il cruise control, i fendinebbia, il navigatore satellitare, i sensori di parcheggio posteriori, gli specchietti retrovisori ripiegabili elettricamente e la vernice metallizzata.Molto interessanti anche i consumi: 21,7 km/l dichiarati, mai sotto i 15 guidando in maniera del tutto naturale. Solo di due anni (a chilometraggio illimitato, il minimo di legge) la garanzia.

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Jaguar XF: fascino invariato, niente rinunce ma spese ridotte

Berlina travestita da coupé o coupé travestita da berlina? Ai posteri l’ardua sentenza. Basta che sia Jaguar. L’edizione 2014 della vettura britannica arriva sul mercato con la versione “low profile” del noto 2,2 turbodiesel. L’ingresso in gamma parte, quindi, da quota 163 CV di potenza. Una scelta tesa ad allargare la fetta di pubblico della Casa del Giaguaro, consapevole che oggi anche il lusso deve fare inevitabilmente i conti con la crisi.La matematica sentenzia una sottrazione di 37 cavalli, ma senza impoverire la meccanica: si tratta soltanto di una rimappatura elettronica. E le prestazioni? Rispetto alla versione più potente, il passaggio da 0 a 100 km/h rilevato è ben diverso: la nuova variante ferma il cronometro a 10,2 secondi contro gli 8,7 della XF da 200 CV. In ripresa le differenze sono minori: con 163 CV a disposizione si passa da 90 a 130 km/h in 7,6 secondi, mentre alla “sorella” maggiore ne bastano 6,7.Ma la XF depotenziata si “vendica” nei consumi, con una percorrenza media rilevata di 15,9 km/l contro i 14,7 della versione da 200 CV. Non poco… Anche chi compra i marchi premium, di questi tempi è attento alla spesa alla pompa. Vediamo, dunque, nel dettaglio come se la cava questa XF.Città: comfort ok, ma occhio alle dimensioniIl metro di misura fuga ogni dubbio: quasi cinque metri di lunghezza. Uno standard se fossimo a Dubai, una complicazione a Milano, Roma e in tutti centri urbani ad alto tasso di motorizzazione e strisce blu. La Jaguar XF non è, dunque, la migliore amica dei parcheggi, tanto meno del traffico più caotico. Tutta una questione di dimensioni.Tali da non facilitarle il compito nella giungla urbana. Lo sterzo, dal canto suo, non è incline alla guida cittadina, con un comando relativamente duro. Chi, invece, non risente di questa condizione – e pare sempre pronto a scattare – è il 2,2 litri turbodiesel. Nonostante sia stato depotenziato, conserva comunque 400 Nm di coppia motrice. Un dato più che sufficiente a muovere con disinvoltura l’imponente massa della XF, dotata dell’ottimo cambio automatico a otto rapporti di casa ZF.Giù il gas e il gioco è fatto, sempre con la giusta disinvoltura. Quanto all’assorbimento delle asperità stradali, questa Jaguar non teme confronti: dal pavé all’asfalto, la due volumi e mezzo di Sua Maestà si classifica, infatti, tra le prime della classe.Fuori città: la prova bilancia si fa sentireSe prima erano le misure a penalizzare la Jaguar XF all’interno dei centri abitati, ora, liberati dalla giungla urbana, è la massa il nuovo tallone d’Achille. La linea slanciata e il suo voler essere intrinsecamente coupé alimentano velleità sportive. Ma quando in gioco ci sono oltre 1.700 kg di peso, bisogna ridimensionare le proprie aspettative. Anche perché sotto il cofano c’è la versione morigerata del 2,2 litri.In realtà, l’auto non è ferma, anzi. È vero, non è rabbiosa come le 3.0 turbodiesel V6, ma sa divertire. L’unico punto debole è lo sterzo, poco preciso e non adatto ad assecondare la volontà di chi siede al volante. I cavalli non saranno moltissimi, ma il motore c’è e si sente. Tanto che, a freddo, è pure troppo rumoroso, almeno secondo gli standard Jaguar.Detto ciò, l’assetto rimane tendenzialmente morbido, ma senza inficiare la dinamica di guida. Che si conferma stabile e sicura e che non crea mai apprensione, neppure quando si forza la mano su strada.Autostrada: pronta a dare il massimoInevitabile che questo sia il suo habitat naturale. Più macini chilometri e più ne macineresti. La Jaguar XF e l’autostrada sono un connubio vincente. Un’interazione macchina-strada quasi perfetta, in cui emerge l’attenzione dei tecnici britannici verso l’assetto e la taratura dei suoi componenti. Una scelta, questa, che privilegia la comodità e l’efficienza, rendendo rapidi e piacevoli i trasferimenti autostradali.Roba da tedeschi, insomma. Anche sulle curve più veloci affrontate in appoggio, la XF viaggia come se si trovasse sui binari e si rivela, così, comoda come un’ammiraglia. Per la verità va detto che, più la velocità sale, più la rumorosità legata al rotolamento dei pneumatici e a fruscii aerodinamici si leva, ma tutto rimane entro i limiti di guardia.A 130 km/h, in ottava marcia, il motore della Jaguar sfiora i 1.800 giri/minuto: una garanzia di risparmio se si prevedono lunghe trasferte. E il serbatoio ha una capacità di quasi 70 litri…Vita a bordo: tanto lusso (come impone il lignaggio)L’aggiornamento del model year 2014 non ha comportato modifiche significative nell’abitacolo. Che si conferma, come sempre, un sapiente mix di retrò e moderno, rappresentativo del presente e del futuro marchiato Jaguar. La scelta dei materiali e il livello delle finiture sono in linea con il rango della vettura (e della Casa).Il legno non manca, ma non ostenta opulenza: la sua presenza, piuttosto, scalda semplicemente l’atmosfera a bordo. Il sistema d’infotainment, dal look minimalista, è forse la sezione più datata della vettura e sulla quale bisognava intervenire. Tuttavia, grazie al touchscreen e alla presenza di pochi tasti, è semplice da utilizzare. Chi siede al volante deve fare i conti con l’imponente tunnel centrale: un impiccio nelle curve a destra, quando il gomito ci va inevitabilmente a cozzare. E se le forme dicono coupé, in realtà la XF è una vera berlina: l’unico appunto riguarda i passeggeri posteriori.Quelli più alti, infatti, sono in difficoltà nel posizionare la testa. Per il resto, siamo a bordo di una vettura lunga quasi cinque metri e con 500 litri di volume disponibile nel bagagliaio. Lo spazio, quindi, non manca.Prezzo e costi: entry level, ma di lussoUna Jaguar non per tutti, ma neppure per pochi eletti: i 40.850 euro della nuova XF 2.2D da 163 CV in allestimento Limited Edition sono certamente una cifra importante, ma più bassa rispetto a quella necessaria per acquistare modelli anche di segmenti inferiori. Il prezzo sale a quota 44.710 euro se si opta per la variante ECO.La dotazione di serie dell’esemplare che abbiamo provato comprende, oltre al climatizzatore automatico, gli inserti in radica di noce, l’impianto lavafari, i sedili con rivestimento in pelle e il sistema do comunicazione con navigatore e Bluetooth. Com’è noto, però, i conti si fanno alla fine, quando si è deciso di spendere tempo e denaro nella scelta degli optional: una lista lunga e completa, in grado di far lievitare l’esborso.Da segnalare, a 5.560 euro, il British Pack, che include, tra gli altri, accessori utili e comodi quali i sensori di parcheggio anteriori e posteriori con retrocamera e il sistema d’avviamento keyless start and go.Sicurezza: mancano le dotazioni attiveFino a quando si argomenta in maniera generica, la Jaguar XF segue il passo della concorrenza. I sistemi che regolano la stabilità e la trazione, così come gli airbag, sono in numero tale da permettere sogni tranquilli. È nel particolare che la XF perde un po’ di coerenza. Nel senso che le rivali si fregiano di una serie di dispositivi che oggi la XF non può vantare.La frenata assistita è dalla sua, ma molti dei sistemi che i marchi tedeschi hanno introdotto non sono compresi nella dotazione Jaguar (neppure come optional). Una pecca, a cui la Casa del Giaguaro dovrà porre rimedio. In ogni caso, sulla XF non si viaggia solo spediti, ma anche al sicuro.Perché, anche guidata al limite, l’auto non si scompone in maniera repentina. Non solo: i 38,7 metri necessari per arrestare la vettura da 100 km/h non saranno forse un primato, ma sono comunque una garanzia. Infine, l’ESP è tarato molto bene e si rivela un vero aiuto.

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Opel Insignia: c’è il trucco ma non l’inganno

Ad una prima, distratta occhiata sembrerebbe il solito restyling di mezza età, per rintuzzare interessi (e vendite). Un po’ come quando hai già oltrepassato la parte più bella della vita ma, al contempo, non vuoi rassegnarti ai tangibili segnali delle primavere che passano. In realtà, oltre al mini-lifting frontale, l’Insignia porta in dote una certa quantità di cambiamenti significativi, di quelli che riescono a fare la differenza.A cominciare dall’impatto sul portafogli, perché sotto il cofano batte un 4 cilindri turbodiesel da 140 CV e – udite udite –solo 99 g/km di CO2. Per non parlare del consumo: se i dati dichiarati veleggiano sui 27 km/litro (irraggiungibili), è pur vero che i 18 ottenuti in media, con piede leggero, sono un gran bel risultato. Specialmente perché non sacrificano più di tanto le prestazioni: se in Normal l’Insignia si muove in scioltezza, selezionando la modalità Sport del FlexRide (optional a 860 euro, per variare le tarature di assetto e sterzo regolabili) c’è di che divertirsi. La spinta è, inoltre, sempre piena e corposa dai 1.700 ai 4.000 giri indicati, mentre la sonorità non disturba più di tanto i passeggeri. Insomma, ci si può togliere qualche soddisfazione tra le curve, dove emergono uno sterzo (servoassistito idraulicamente) preciso e progressivo e sospensioni attente, capaci di sostenere bene i “pruriti” del piede destro. Con un retrotreno in grado di non complicare troppo le cose quando si deve affrontare una manovra d’emergenza. Ma il terreno d’elezione, la carta più pesante che la Insignia può giocare arriva nei lunghi viaggi: mano al tastino Tour (che addolcisce le sospensioni) e via, coccolati da sedili che abbracciano la schiena – la pelle, però, si paga (da 1.010 euro) – e da un’insonorizzazione piuttosto curata, che lascia filtrare fino ai timpani solo qualche fruscio dalla zona del parabrezza. Per il resto, i lombi riceveranno gentili carezze, che si faranno più ferme in corrispondenza delle traversine autostradali. O sul pavé cittadino, anche a causa della gommatura ribassata.A proposito: nel traffico frizione e cambio non sono dei più morbidi ma, in compenso, il sistema stop&start si è rivelato sempre puntuale. Le code in tangenziale, inoltre, sono perfette per godersi le migliorie tecnologiche nell’abitacolo: davanti a chi guida c’è ora un generoso schermo a colori, mentre, connettendo lo smarthpone all’IntelliLink, si può ascoltare musica, telefonare, navigare sul web e gestire le App… La qualità dei materiali fa registrare significativi passi avanti, anche se qualche piccolo risparmio rispetto alla migliore concorrenza è rimasto.Ok i sistemi di sicurezza: tra riconoscimento dei segnali stradali (un po’ ansiogeno, per la verità), fari bixeno adattivi, abbaglianti automatici, allarme pericolo di tamponamento con frenata automatica e cruise control con funzione stop&go c’è da perderci la testa. E qualche euro, necessario per aggiungere gli airbag laterali posteriori (305 euro), inspiegabilmente relegati tra gli accessori. Il tutto ad un prezzo non da discount (31.000 euro), ma più appetitoso, per esempio, rispetto a quello di una Passat.

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Ford Mustang: per la prima volta in Europa

La nuova Ford Mustang 2015 sbarca in Europa (per la prima volta in vendita attraverso la rete ufficiale), e lo fa in concomitanza con uno degli eventi sportivi più importanti del vecchio continente: la finale di Champions League.In questa occasione, infatti, si apriranno gli ordini per le prime 500 pony car destinate ai nostri mercati e che saranno caratterizzate da uno speciale allestimento di lancio (disponibile per tutte le versioni, coupé o cabrio).Durante il match tra Real Madrid e Atletico Madrid (24 maggio) si potrà effettuare l’ordine direttamente dal sito web Ford. 500 esemplari di lancio in edizione limitataPer queste prime 500 Ford Mustang, la versione fastback sarà diposnibile unicamente con la livrea “Race Red” mentre la Convertible avrà l’unica colorazione "Magnetic Sivler".In Europa la american car dell’Ovale Blu verrà commercializzata con due motorizzazioni, l’entry level EcoBoost da 2,3 litri, 309 CV e 407 Nm di coppia o con il poderoso top di gamma V8 da 5,0 litri della potenza di 426 CV e 529 Nm di Coppia.L’edizione speciale, limitata, della Ford Mustang 2015 europea avrà tra gli accessori in dotazione, di serie, cerchi in lega da 19 pollici, sedili in pelle riscaldabili (e ventilati) e sistema di infotainment di ultima generazione Sync2. 


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BMW M5 “30 Jahre”: serie limitata per i 30 anni della gamma

La nuova BMW M5 “30 Jahre” (30-year anniversary), con il suo propulsore da 600 CV è il modello più potente mai realizzato dalla divisione BMW M GmbH.Come si può facilmente intuire questa edizione limitata, molto speciale, della berlina “arrabbiata” bavarese celebra il 30esimo compleanno della gamma (arrivata alla sua quinta generazione).Sarà prodotta in soltanto 300 unità destinate ai mercati di tutto il mondo. A distinguerla da tutte le altre BMW M5 sarà un estetica esclusiva e una meccanica potenziata oltre ogni limite.Tutte le nuove BMW M5 “30 Jahre” sfoggeranno una carrozzeria nella tinta dedicata ‘Individual Frozen Dark Silver’ con dettagli scuri, al posto delle tradizionali cromature. Le novità estetiche esteriori sono completate da cerchi in lega a 20 pollici avvolti da pneumatici ad alte prestazioni da 265/35 R20 all’anteriore e da 295/30 R20 al posteriore.Diversi elementi tecnici che vengono offerti di serie con questaM5 “30 Jahre”  sono gli stessi offerti come optional sulla BMW M5 come, il Competition Package che comprende sospensioni ribassate di 10 mm, barre stabilizzatrici maggiorate e un sistema di controllo della stabilità con una messa a punto specifica.Ma per questa edizione speciale celebrativa BMW ha voluto spingersi oltre esasperando il rendimento del V8 biturbo da 4,4 litri.Grazie ad una riprogrammazione della centralina elettronica e all’aumento della pressione dei turbo, la BMW M5 “30 Jahre” arriva ad erogare 600 CV con una coppia motrice massima di 700 Nm. Questo equivale a 40 CV e 20 Nm in più rispetto al modello di serie (+25 CV rispetto alla versione con Competition Package).Più potente, quindi, delle rivali Audi RS7 Sportback e Mercedes E63 AMG, la BMW M5 “30 Jahre” è in grado di raggiungere i 100 km/h da ferma in appena 3,9 secondi (4,3 per la M5 “normale”) e percorre il chilometro, sempre da ferma, in 21,5 secondi.La velocità massima rimane limitata a 250 km/h, ma per i più insaziabili, con il pack “M Driver” si arriva fino a 305 km/h.  


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Mercedes SLS AMG "Black Series" by McChip

La supercar della Stella, Mercedes SLS AMG, già era passata per le officine del tuner tedesco McChip da dove era uscita nell’elaborazione “MC700”. La granturismo ad "ali di gabbiano", nella versione Black Series, ritorna ora a “farsi bella” da McChip che ha pensato bene, questa volta, di vitaminizzare a dovere la versione speciale  e di fornirle un kit aerodinamico alleggerito.Si tratta di una serie di modifiche che il preparatore di Mechernich propone a chi vuole dar ancora più grinta alla Mercedes Sls Amg "Black Series".Il kit di elaborazione si chiama “Phase 1” e  prevede una rimappatura della centralina grazie alla quale la potenza del V8 aspirato da 6,2 litri, nascosto nel lungo cofano anteriore, sale a quota 654 CV e 650 Nm di coppia massima (rispetto ai 622 CV e 634 Nm originali). Il risultato, non stravolgente, migliora comunque lo spunto in accelerazione e ripresa. Con questo upgrade scatta da 0 a 100 km/h in 3,5 secondi (un decimo di secondo in meno) e raggiunge la velocità massima di 315 km/h (invariata).Il rapporto peso/potenza migliora (2,45 kg/CV) grazie all’impiego dell’impianto frenante in carboceramica, di cerchi in lega leggeri, di rivestimenti interni più essenziali oltre a diversi elementi della carrozzeria realizzati in carbonio.

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Alfa Romeo, Fiat e Jeep: tutte le novità fino al 2018

Il tanto atteso 6 maggio è arrivato e il primo piano industriale del neonato Gruppo globale Fiat Chrysler Automobiles (settimo gruppo automobilistico al mondo) è stato svelato. L’Amministratore delegato Sergio Marchionne ha aperto i lavori ad Auburn Hills di pirma mattina (12.30 italiane).Per lui, ha detto, si tratta di un momento atteso da tempo, al quale si è arrivati dopo un lungo lavoro di integrazione non solo di due modelli industriali se non di due culture, quella nordamericana e quella italiana. Poi ha lasciato la parola ai responsabili dei singoli brand.Vediamo ciò che vedremo da qui al 2018 per i marchi Alfa Romeo, Fiat e Jeep.Alfa Romeo: si riparte. 5 miliardi di investimenti per il BiscioneIniziamo dal brand sul quale c’erano più attese, e sul quale, di fatto, si punterà di più.Il rilancio della marca è pronto e, come sapevamo, cavalcherà l’onda del successo di mercato delle vetture Premium. Alfa Romeo dovrà diventare uno dei concorrenti principali delle tedesche. Per questo prenderà la strada delo scorporamento, confermata dal "lavoro indipendente" di 200 tecnici, che diventeranno 600 già dal prossimo anno.Tanto per cominciare saranno dedicati alla “rinascita” ben 5 miliardi di investimenti. Entro il 2018 saranno lanciati ben 8 nuovi modelli targati Alfa Romeo, di cui il primo arriverà già il prossimo anno. L’obiettivo ambizioso è raggiungere quota 400.000 auto, da qui a 4 anni.È stato ribadito che le nuove Alfa Romeo saranno dei prodotti integralmente Made in Italy (produzione, quindi, tutta italiana).Sempre entro il 2018 sarà pronta una nuova famiglia di propulsori, benzina e Diesel, con potenze comprese tra i 150 e i 500 CV.In totale Alfa Romeo prevede di ampliare (o meglio rinnovare) la gamma con due nuove compatte, due medie, una “full size” (la possibile erede dell’Alfa 159) e due Utility Vehicle, SUV e crossover.Fiat: obiettivo mantenere le 700.000 unità attualiPer quanto riguarda l’ex lingotto il piano industriale prevede un’aggressione ai mercati emergenti – come il Brasile – sui quali punterà con modelli a basso costo come “Uno, Palio e Siena” e su pick-up.Detto questo si passa all’Europa, dove l’obiettivo è il mantenimento dell’attuale volume di 700.000 unità.Punto primo, confermata la 500X (collocata nel segmento C), che arriverà già a fine anno e che sarà prodotta presso gli stabilimenti di Melfi.Punto secondo, in programma per il 2015, arriverà la top di gamma “speciale”. Accenno che subito fa pensare alla attesissima Fiat Spider (lsviluppata insieme a Mazda).Nel 2016 sul mercato EMEA (Europa compresa) debutteranno una nuova segmento B, una compatta e una station wagon.E, infine, per il 2017 e il 2018 sono in programma rispettivamente, l’arrivo della prima CUV di Casa Fiat e della nuova generazione della Fiat Panda.Jeep: si punta molto su un segmento in crescitaLe novità sostanziali del marchio Jeep riguarderanno l’arrivo di un SUV medio di segmento C (che rimpiazzerà, dal 2016, le Patriot e Compass) ed una grande segmento E che si piazzerà al di sopra della Grand Cherokee, la Jeep Grand Wagoneer (fuoristrada più lussuoso mai prodotto dal brand nordamericano). Oltre, naturalmente, alla nuova piccola Renegade.In generale anche su Jeep il Gruppo FCA punterà molto. La previsione, è stato detto, è che questo segmento crescerà a livello globale di ben 3 milioni di unità nei prossimi cinque anni.Per rispondere a questa vertiginosa crescita della domanda, Jeep prevede di incrementare la produzione europea e sudamericana con 200.000 unità in più, 500.000 in Asia.In USA il target è invece quello di 1 milione di unità. Si passerà così dalle attuali 732.000 unità (a livello globale) a 1,9 milioni nel 2018.


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Fiat Chrysler Automobiles: il giorno della verità. Si svela il piano industriale

Per l’industria automobilistica, prima di tutto italiana e poi anche globale, quella di oggi è una data “biblica”. Come fece nel 2009, Sergio Marchionne porrà un’altra pietra miliare (la seconda) sul cammino del Gruppo Fiat Chrysler Automobiles, svelando l’attesissimo piano industriale del rilancio.Cinque anni fa l’Ad del lingotto illustrava la sua visione per il futuro indicando, in lontananza, la fusione con Chrysler, avvenuta per intero quest’anno con l’acquisizione totale, e che allora iniziava la sua concretizzazione con il salvataggio dal fallimento attraverso un primo acquisto del 35% della società nordamericana.Oggi, alle 12.30 ora italiana (8.30 del mattino a Detroit) i riflettori di tutto il mondo saranno di nuovo puntati sul quartier generale di Chrysler, presso Auburn Hills, nel secondo edificio più grande degli Stati Uniti dopo il Pentagono.I lavori inizieranno con la presentazione degli obiettivi industriali quinquennali dei diversi brand del Gruppo e con i risultati del primo trimestre 2014. Poi si passerà ai punti caldi.La scorporazione di Alfa RomeoQuello più “bollente” riguarderà il rilancio del marchio Alfa Romeo per il quale, come anticipato da Automotive News, è stata quasi sicuramente pensata una scorporazione da Fiat per diventare un brand autonomo. Come Ferrari e Maserati per intenderci. L’obiettivo del Biscione è diventare la spina nel fianco delle premium tedesche.Oltre alla nuova Jeep Renegade, già svelata al Salone di Ginevra 2014, allo stabilimento di Melfi sarà destinata la produzione di 5 nuove Alfa Romeo, di cui sicuramente quattro (la Giulia berlina e station wagon, un’ammiraglia e un Suv) saranno basate su una nuova architettura tuttora in fase di studio a Modena. La prima di queste dovrebbe arrivare già nel 2015.Rimane ancora l’interrogativo per gli stabilimenti di Cassino (dove oggi si produce la Giulietta) e Mirafiori. L’obiettivo del Biscione sarà comunque di 500.000 vetture l’anno entro il 2016. In prospettiva questo dovrebbe bastare a risollevare il marchio italiano attualmente in crisi, con le vendite ai minimi storici (74.000 unità nel 2013).Obiettivo 6 milioni di auto l’annoRispetto, più in generale, agli obiettivi del gruppo, Sergio Marchionne aveva già accennato recentemente ad un target, previsto per il 2018, di sei milioni di unità prodotte all’anno. Un passo avanti epocale considerati gli attuali volumi produttivi a 4,2 milioni di auto l’anno.A proposito di Renegade, poi, per Jeep è previsto un ambiziosissimo raddoppio delle vendite globali che rappresenterebbe un’ulteriore accelerata per il brand che già lo scorso anno aveva raggiunto lo storico record di 731.000 unità vendute. L’espansione di Jeep riguarderà soprattutto lo sbarco della produzione in Cina grazie ad un prezioso accordo di collaborazione con Gac (Guangzhou Automobile Company).


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Le promozioni auto di maggio 2014

Le promozioni auto di maggio 2014 sono meno numerose di quelle dei mesi passati: “colpa” degli incentivi – in vigore da domani – che hanno portato le Case ad essere più caute nelle offerte.Non mancano tuttavia proposte davvero interessanti: quelle più “succose” riguardano soprattutto modelli statunitensi e giapponesi appartenenti al segmento delle SUV ma ci sono anche altre vetture “scontate” di altre nazioni ed altre categorie. Scopriamo insieme quelle più convenienti.Abarth 500 CGrazie ai 2.000 euro di sconto il “cinquino” pepato in chiave “open air” si porta a casa con 18.100 euro (lo stesso prezzo di quella chiusa) invece di 20.100 euro. Con la formula Abarth 50+GO è possibile scaglionare in due parti la cifra da sborsare: un anticipo di 8.876,35 euro e – dopo due anni – una rata residua di 9.223,65 euro.Chevrolet Spark7.800 euro: è sufficiente questa cifra per acquistare la versione base della citycar “yankee” – la 1.0 LS – che ufficialmente costerebbe 9.952 euro.  Ford KaFino a fine mese – solo per vetture in stock e a fronte di immatricolazione o permuta di qualsiasi vettura – la variante “entry-level” (1.2) della citycar statunitense costa 7.950 euro anziché 10.000. L’offerta è abbinabile ad un finanziamento (TAN 2,95%, TAEG 6,17%) che prevede anticipo zero, 24 rate mensili da 190,57 euro e una quota finale pari a 4.387,50 euro (totale da rimborsare: 9.033,18 euro).Jeep CompassBastano 23.900 euro (invece di 30.400) per entrare in possesso della variante d’accesso alla gamma turbodiesel: la 2.2 CRD North 2WD. L’offerta è valida esclusivamente per le vetture disponibili in concessionaria.Mahindra XUV5003.000 euro di incentivi per la W8 AWD (che passa così da 27.392 a 24.392 euro), 2.500 per la W8 FWD (da 24.990 a 22.490 euro), 1.500 euro per la W6 AWD (da 23.270 a 21.770 euro) e 500 euro per la W6 FWD (da 19.976 a 19.476 euro).Nissan JukeIn attesa del lancio sul mercato del restyling è possibile fare grandi affari con la piccola SUV giapponese.  Sono infatti sufficienti 15.950 euro, salvo esaurimento dello stock, per acquistare questa vettura. Con che alimentazione? Qualsiasi. Si può scegliere tra la 1.6 Visia (che di listino costerebbe 16.950 euro, la 1.6 GPL Eco Visia (18.650 euro) e la 1.5 dCi Visia (18.050 euro).Opel AstraDifficile trovare, soprattutto in questo periodo di incentivi, sconti così importanti. Il listino della versione d’accesso alla gamma a GPL della compatta tedesca – la 1.4 GPL Tech – recita 22.800 euro ma presso i concessionari aderenti è previsto un prezzo promozionale di soli 15.900 euro.Skoda Octavia WagonGrazie ai 2.350 euro di sconto la versione “entry-level” della familiare ceca – la 1.2 TSI Active – costa 17.500 euro anziché 19.850 euro. Il finanziamento abbinato (TAN 2,99%, TAEG 5,51%) prevede un anticipo di 4.681 euro, e 72 rate da 190 euro.Suzuki S-CrossIn caso di rottamazione la 1.6 Easy – versione meno cara della SUV nipponica – si acquista con 15.900 euro invece di 19.600. Sconti anche per la 1.6 turbodiesel DDiS Easy: 17.400 euro anziché 22.200 euro.Toyota AygoSe volete acquistare gli ultimi esemplari in stock della prima generazione della citycar giapponese prima dell’arrivo di quella nuova dovete fare presto. Fino a fine mese bastano 8.350 euro – invece di 10.350 euro – per portarsi a casa la variante d’accesso 1.0 3p. Edition. Il finanziamento (TAN 0%, TAEG 5,46%) prevede un anticipo di 3.060 euro, 23 rate da 100 euro e una quota finale di 3.340 euro.


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