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Specchietto dell’auto rotto: a quanto ammonta la multa?

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Gli specchietti retrovisori dell’auto sono quelli che abbiamo esternamente, sui due lati della vettura, che ci consentono di vedere cosa accade dietro (lateralmente) di noi. Sono dotati di un vetro piatto, in grado di trasmettere un’immagine fedele di ciò che appare sul retro della nostra macchina. Che cosa succede se si circola con lo specchietto rotto? Vediamolo insieme.

Le caratteristiche dello specchietto

Circolare con lo specchietto dell’auto rotto chiaramente porta a delle conseguenze, più o meno gravi. Si tratta di uno strumento molto utile per la sicurezza in macchina. Nonostante all’interno ci sia anche lo specchietto centrale, chiaramente quelli laterali sono indispensabili. Si tratta di dispositivi regolabili a seconda dell’altezza e della visibilità del conducente, si possono spostare in base alle proprie esigenze.

Ci sono specchietti dotati di modalità diurna e notturna e altri che addirittura offrono l’oscuramento automatico della riflessione durante le ore più buie. Usano dei fotosensori che servono a misurare il livello di luce che viene riflessa dallo specchio stesso: quando è troppo elevato, lo specchio si regola automaticamente e diminuisce il riflesso, in modo da non infastidire gli altri utenti della strada.

I rischi dello specchietto dell’auto rotto

La cosa importante è che ogni conducente deve poter regolare gli specchietti per adattarli alla propria altezza e visibilità, e deve quindi poter guardare e vedere cosa accade dietro di lui. Si tratta di un’operazione che deve essere eseguita prima di iniziare a guidare (soprattutto si procede in retromarcia). Dando la possibilità di vedere cosa c’è dietro l’auto, gli specchietti aiutano a prevenire gli incidenti.

Se l’auto non ha uno specchietto oppure se lo stesso vetro è rotto, bisogna provvedere immediatamente alla sostituzione. Nel caso degli specchietti laterali il rischio altrimenti è quello di incorrere in una sanzione, per quello centrale invece non è prevista alcuna multa, l’automobilista infatti non corre gravi rischi.

Come regolare lo specchietto

Lo specchietto centrale interno all’auto è dotato di vetro piatto e dà un’immagine fedele di ciò che si trova dietro al conducente, non distorta; è più semplice quindi rendersi conto della velocità e della distanza del traffico che segue.

È necessario, come per gli specchietti laterali, regolare quello centrale in base alla propria altezza e visibilità. Consigliamo di farlo prima di partire, con la macchina ferma, seduti nella normale posizione di guida. Per evitare i segni delle dita sul vetro, che possono disturbare la visuale, suggeriamo di tenere lo specchio ai bordi quando si sistema la sua posizione. Il conducente dovrebbe regolare lo specchietto in modo da potervi vedere tutto il lunotto. Nel caso in cui non sia possibile, deve almeno poter vedere il lato in alto a destra del lunotto.

Specchietti retrovisori: le sanzioni per chi non li ha o viaggia col vetro rotto

Il Codice della Strada, nello specifico l’articolo 72, fissa le regole fondamentali da seguire in ambito di specchietti auto. La norma dice che è vietato circolare senza lo specchietto di sinistra, quello a lato guidatore, invece è possibile viaggiare senza quello di destra, da parte al passeggero anteriore. La presenza dello specchietto laterale sinistro è obbligatoria dal 1° gennaio 1977.

Cosa succede quindi se gli specchietti laterali mancano o sono rotti? Chi circola rischia una multa che va da un minimo di 80 a un massimo di 318 euro. Per questo consigliamo di sostituire lo specchietto rovinato o rotto immediatamente.

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Come si guida un’auto sulla sabbia? Consigli utili

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Guidare sulla sabbia, come anche su terreni ricoperti di fango o altro materiale cedevole, necessita di una buona dose di attenzione e anche di una certa esperienza al volante, per evitare incidenti e pericoli di ogni tipo. Per potersi muovere con tranquillità sulla sabbia è necessario adottare particolari precauzioni, ma anche valutare in maniera molto attenta qual è la consistenza della superficie, la stabilità del fondo. La cosa importante comunque resta sapere che è necessario adottare le giuste misure per muoversi senza rimanere bloccati e immobili. Vediamo quello che bisogna sapere.

La consistenza della sabbia

Non tutta la sabbia è uguale, la consistenza può cambiare e influenzare molto i movimenti del veicolo. I piloti esperti sono in grado di distinguere una distesa sabbiosa da una duna al primo sguardo, al contrario di chi è meno preparato sull’argomento. In genere le superfici più solide e consistenti appaiono alla vista più lucide e con dei granuli maggiormente marcati. Questo infatti suggerisce che saranno in grado di sostenere meglio anche veicoli più pesanti, al contrario della sabbia fine.

In presenza di eventuali dossi, la consistenza della sabbia cambia ed è maggiore. Si tratta di punti in cui il vento soffia maggiormente, ‘pulendo’ la superficie e spingendo a valle i detriti più leggeri, la sabbia più fine e soffice, lasciando quindi pressoché al loro posto le parti più solide e resistenti. Attenzione invece alle conche sabbiose, dove c’è il rischio di rimanere intrappolati nella sabbia soffice: non dimentichiamo che si tratta di terreni in salita, l’inclinazione del terreno si accentua e quindi aumenta il carico sull’assale posteriore e anche il lavoro che devono svolgere gli pneumatici posteriori per spingere l’auto.

Come procedere

Nei tratti con elevati dislivelli è necessario procedere con andatura sostenuta, in modo che il veicolo possa avanzare senza che le ruote facciano troppo sforzo. Su tutti i fondi con scarsa aderenza, e quindi anche sulla sabbia, è necessario evitare brusche accelerate o frenate improvvise. Attenzione anche alla partenza da fermo: consigliamo di ingranare la seconda o terza ridotta, per non far slittare le ruote o la frizione. Durante la guida invece l’ideale è mantenere una velocità costante, evitando cambi di marcia, o sterzate improvvise.

Frenare sulla sabbia: i consigli

Molto dipende dalle condizioni della sabbia, prima di tutto attenzione alle curve: non rallentare troppo e prendetele in modo ampio, le curve strette rischiano altrimenti di rallentare troppo l’auto o, ancora peggio, di bloccarla. Per guidare sulla sabbia è necessario mantenere il motore “sempre in tiro”, quindi usando sempre una marcia lunga e con manovre di arresto e partenza dolci. Come frenare? Senza usare i freni, sarà il peso stesso del veicolo, durante la fase di decelerazione, ad arrestarlo.

Per ripartire invece, come accennato precedentemente, è necessario usare una marcia più lunga, per evitare di scavare delle buche sotto le ruote. In discesa, dove possibile, il consiglio è di fermare il mezzo per fare in modo che sia il peso a dare lo slancio al momento di ripartire, senza rischiare di restare fermi, bloccati nella sabbia.

Attenzione alla pressione delle gomme: il consiglio è di tenerla tendenzialmente bassa, in modo che la superficie di appoggio sul fondo aumenti. Una cattiva pratica è quella di seguire i solchi lasciati dal passaggio di altre auto, è sempre meglio invece evitarli, e procedere su zone attigue. Avvallamenti e dune andrebbero evitati, visto che rallentano il mezzo e aumentano il rischio di rimanere bloccati.

Cosa fare se l’auto tende a fermarsi

Se la vettura, nonostante si cerchi di ripartire con la rincorsa, rischia di bloccarsi, allora il consiglio è di assecondare la fermata, senza insistere. In questo modo si evita di affondare, per provare a rimanere “in superficie”. È necessario poi provare a inserire la retromarcia dolcemente e provare la risalita, prendendo una rincorsa maggiore.

Auto insabbiata: come uscirne

Nel caso in cui l’auto rimanga comunque bloccata, è bene usare pedane e altri mezzi per liberarla.

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In quali Paesi vale la patente italiana?

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È bene ricordare che, anche oggi, nonostante siano state abolite le frontiere e abbiamo assistito all’armonizzazione delle regole nella maggior parte dei Paesi del mondo, chi ha la patente di guida conseguita nel suo Paese d’origine o di residenza non può in ogni caso farla valere ovunque. E della patente italiana che cosa possiamo dire? Vediamo le informazioni inerenti la sua validità all’estero.

Validità della patente italiana in Europa

La prima cosa da sapere è che, se amate viaggiare e spostarvi, ogni volta che andate all’estero dovete verificare la validità della vostra patente di guida, per evitare problemi e sanzioni anche molto pesanti. Per quanto riguarda l’Unione Europea, possiamo dire che purtroppo, nonostante in passato le promesse erano state differenti, dall’entrata in vigore della direttiva sulle patenti 2006/126 ci sono ancora molti diversi modelli di documento (negli Stati membri).

È vero anche, però, che per la circolazione per brevi periodi di tempo, gli Stati membri ritengono valide le patenti degli altri Paesi. Questo significa che, in Europa, è possibile guidare automaticamente con un documento idoneo al veicolo e ovviamente valido.

Dove è valida la patente italiana

La regola per la patente italiana quindi ritiene il documento valido per 10 anni, nei seguenti Paei:

  • Bulgaria;
  • Croazia;
  • Repubblica Ceca;
  • Estonia;
  • Spagna;
  • Finlandia;
  • Ungheria;
  • Irlanda;
  • Lituania;
  • Lettonia;
  • Lussemburgo;
  • Malta;
  • Paesi Bassi;
  • Portogallo;
  • Romania;
  • Slovenia;
  • Svezia:
  • Regno Unito (per ora).

La patente italiana invece è valida 15 anni nei seguenti stati comunitari:

  • Austria;
  • Belgio;
  • Cipro;
  • Germania;
  • Danimarca;
  • Grecia;
  • Francia;
  • Polonia;
  • Slovacchia.

Cosa succede in caso di cambio residenza

Se cambiate residenza da uno Stato dell’Unione Europea a un altro, allora potete usare la vostra patente solo fino alla scadenza, e poi potete decidere se trasformarla con quella del nuovo Paese senza dare nuovamente l’esame. Mantenendo invece il documento di guida vecchio è necessario tornare nello Stato precedente per procedere al rinnovo.

Quello che forse non tutti sanno è che dal mese di gennaio 2013 c’è un modello di patente unico che vale per tutta l’Unione Europea per quanto riguarda l’aspetto. Infatti ovunque troverete la patente uguale alla nostra italiana, una tessera formato carta di credito realizzata con elementi anticontraffazione sofisticati.

Patenti extra-UE: che cosa bisogna sapere a riguardo

Il nostro Paese non ha firmato accordi di reciprocità sulle patenti con tutti gli Stati. Questo significa che per guidare nei Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea, come ad esempio la Russia, l’automobilista deve richiedere una patente internazionale di guida che dovrà affiancare la propria italiana, ovviamente in corso di validità.

I permessi sono due differenti:

  • Ginevra 1949, che vale negli Stati Uniti, in Giappone e in Thailandia per un anno;
  • Vienna 1968, che vale per differenti altri stati nel mondo e ha invece una durata di tre anni, tutti riconosciuti in base allo Stato di destinazione.

Attenzione: in caso di trasferimento è obbligatorio convertire la patente.

Negli Stati Uniti d’America cambia la legislazione in base allo Stato. Per quanto riguarda la patente italiana, nello specifico, possiamo dire che è valida:

  • in California e in Nevada;
  • in Montana, ma solo per 30 giorni;
  • nel Michigan, ma solo per 90 giorni.

Serve altrimenti la patente internazionale, e lo stesso discorso vale in Canada.

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La nuova Suzuki Vitara full hybrid 140 Volt

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La nuova Suzuki Vitara full hybrid presentata da Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia


C’è sempre una prima volta e questa volta tocca a Suzuki Vitara, icona del marchio giapponese in materia di off-road. Fa il suo debutto, infatti, la tecnologia – 100% Suzuki – 140 Volt, ultima evoluzione dell’elettrificazione secondo la Casa di Hamamatzu.

Nuova Suzuki Vitara è ora disponibile con motore 1.500 DualJet “particolarmente attento all’efficienza e al rispetto dell’ambiente” – ha dichiarato Massimo Nalli, Presidente di Suzuki Italia – “senza rinunciare al comfort e alle prestazioni”. Si tratta di un inedito sistema di propulsione ibrida che utilizza la sinergia fra il motore termico 1.500 quattro cilindri da 102 CV e il modulo ibrido costituito da due elementi: una batteria da 140V e un motogeneratore da 24,6 kW.

La batteria – al litio titanato – si trova nel doppio fondo del bagagliaio. Si tratta di una batteria di ultima generazione che garantisce quattro vantaggi significativi rispetto alle tradizionali batterie al litio: ovvero massima efficienza in un range più ampio di temperature, maggiore efficienza in fase di ricarica, maggiore durata e maggior affidabilità.

Il motogeneratore (MGU) collegato tramite il riduttore ad un albero parallelo all’albero primario del cambio, garantisce trazione alla vettura sia in maniera autonoma sia in combinazione con il motore termico. In fase di frenata o rallentamento ha una doppia funzione sia da generatore sia di ricarica della batteria 140V. Il quadro si completa con l’ISG (Intergrated Starter Generator), che svolge le funzioni di motorino di avviamento e alternatore, alimentando anche i sistemi di bordo durante le fermate e nella guida in modalità elettrica.

Suzuki Vitara 140 Volt è abbinata al cambio robotizzato a sei rapporti. “Ha un comportamento simile al cambio a doppia frizione – ha sottolineato il Presidente Nalli – e risulta molto fluido, soprattutto fra i passaggi da una marcia all’altra, con una progressione lineare e risposte pronte”.

Quattro le modalità di guida (auto, sport, snow e lock) a cui si aggiunge EV, ovvero quella elettrica che – con la batteria carica – entra in funzione nelle fasi di partenza e nelle manovre a bassa velocità. Con la batteria completamente carica, in modalità elettrica, è possibile raggiungere gli 80 km/h oppure coprire una distanza fino a 4,5 km.

Suzuki Vitara 140V è disponibile sia a due sia a quattro ruote motrici, in un unico allestimento “Starview” che prende il nome dalla presenta del tetto panoramico apribile in vetro. L’unico optional è la vernice metallizzata. Di serie tutti i più avanzati sistemi di sicurezza e di guida autonoma di livello 2.

Prezzi a partire da 30.400 euro per la versione 2WD ai 32.900 per la 4WD. È previsto una promozione per il lancio della vettura di 2.500 euro in caso permuta o rottamazione.

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Volkswagen Polo, la tecnologia sigla per sigla

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La Volkswagen Polo – arrivata alla sesta generazione – è una delle piccole più longeve in circolazione (la prima serie è nata nel 1975): la “segmento B” tedesca ha conquistato milioni di clienti grazie all’affidabilità e alla concretezza ma non va dimenticata la tecnologia presente a bordo.

Di seguito troverete un glossario per capire meglio cosa significano le sigle che identificano tutti gli accessori tecnologici di uno dei modelli più amati della Casa di Wolfsburg.

Volkswagen Polo: la tecnologia sigla per sigla

ACC

La sigla ACC (acronimo di Adaptive Cruise Control) è usata per identificare il cruise control adattivo.

App-Connect

App-Connect è il sistema di connettività Volkswagen che permette di collegare il proprio smartphone alla vettura attraverso Android AutoApple CarPlay.

ASR

L’ASR è il sistema di controllo della trazione e regola automaticamente lo slittamento di una o più ruote motrici.

City Emergency Brake

Il City Emergency Brake della Volkswagen Polo è la frenata automatica.

Climatronic

Il Climatronic è il climatizzatore automatico bizona della Volkswagen Polo.

Coming Home e Leaving Home

La funzione Coming Home si attiva quando si scende dalla vettura e dopo un certo periodo spegne gli anabbaglianti, le luci integrate nei gusci degli specchietti retrovisori, le luci posteriori e l’illuminazione della targa.

La funzione Leaving Home accende tutte le luci precedentemente citate quando il conducente apre il bloccaggio delle porte con il radiocomando.

DAB

La sigla DAB (Digital Audio Broadcasting System) indica la radio digitale.

DCC

La sigla DCC (acronimo di Dynamic Chassis Control) indica la regolazione adattiva dell’assetto.

Digital Cockpit

Il Volkswagen Digital Cockpit è un cruscotto digitale.

DSG

Il DSG (acronimo di Direct-Shift Gearbox) è il cambio automaticodoppia frizione della Volkswagen Polo.

Dynamic Light Assist

Il Dynamic Light Assist permette di viaggiare con gli abbaglianti sempre inseriti: il fascio luninoso viene rimodulato automaticamente al sopraggiungere dei veicoli provenienti dal senso contrario.

Emergency Call

Emergency Call è il sistema di chiamata d’emergenza.

ESC

La sigla ESC identifica il controllo elettronico di stabilità.

EVO

La sigla EVO è usata per identificare il motore aspirato a benzina della Volkswagen Polo.

Fatigue Detection

Il Fatigue Detection è il sistema di riconoscimento della stanchezza del guidatore.

Front Assist

Il Front Assist è un sistema di controllo perimetrale.

Keyless

Keyless è il sistema di apertura/chiusura e avviamento senza chiave.

Lane Assist

Il Lane Assist avvisa il guidatore in caso di un’uscita o cambio di carreggiata involontario (senza l’utilizzo degli indicatori di direzione).

Multi Collision Brake

Il sistema di frenata anti collisione multipla Multi Collision Brake ferma completamente il veicolo dopo un incidente per evitare danni ulteriori.

Park Pilot

Il Park Pilot identifica i sensori di parcheggio anteriori e posteriori della Volkswagen Polo.

Rear View

Rear View è la videocamera per retromarcia.

TGI

La sigla TGI è usata per identificare il motore turbometano della Volkswagen Polo.

Travel Assist

Il Travel Assist è un sistema di assistenza alla guida in grado di accelerare autonomamente, di mantenere la vettura all’interno della corsia e la distanza dai veicolo che precedono e di cambiare corsia (se la strada è libera) quando si inserisce l’indicatore di direzione.

TSI

La sigla TSI (acronimo di Turbocharger Stratified Injection) viene usata su tutti i motori turbo benzina della Volkswagen Polo.

We Connect

We Connect è il pacchetto di servizi online della Volkswagen Polo.

XDS

Il differenziale elettronico a bloccaggio trasversale XDS impedisce il pattinamento della ruota interna alla curva migliorando la trazione e riducendo la tendenza al sottosterzo.

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Le dieci auto più sicure secondo Euro NCAP

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Il modo migliore per scoprire quali sono le auto più sicure in commercio è rivolgersi a Euro NCAP, l’ente europeo che dal 1997 valuta la sicurezza delle vetture attraverso crash test.

Di seguito troverete le dieci auto più sicure secondo Euro NCAP, dieci modelli che non si sono accontentati di portare a casa le ambite cinque stelle ma che sono stati anche capaci di ottenere voti alti in tutte e quattro le “materie” (protezione adultiprotezione bambiniprotezione pedoni e ciclisti e dotazione di sicurezza).

La classifica delle dieci auto più sicure secondo Euro NCAP (basata sulla media tra i quattro voti ottenuti nelle singole categorie) è composta principalmente da vetture tedesche e da berline medie, anche se non mancano veicoli di altre nazioni e di altre categorie. Scopriamoli insieme.

Le dieci auto più sicure secondo Euro NCAP: la classifica

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1° Volvo XC60 (2017) – 89%

La Volvo XC60  – l’auto più sicura testata da Euro NCAP insieme alla Subaru Outback – ha ottenuto il massimo punteggio nell’urto laterale contro la barriera e il palo. Il tutto impreziosito da un sistema di frenata automatica eccellente. Gli unici “nei” sono arrivati nella protezione del torace del passeggero posteriore in caso di urto frontale “pieno” contro la barriera e nella salvaguardia della testa del pedone in caso di urto con alcune zone del cofano

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1° Subaru Outback (2021) – 89%

La Subaru Outback – l’auto più sicura testata da Euro NCAP insieme alla Volvo XC60 – è stata promossa in tutti i test (eccetto che nel funzionamento del sistema di riconoscimento del pedone in retromarcia) e può vantare una ricchissima dotazione di sistemi di assistenza alla guida. Le uniche criticità sono state riscontrate nella protezione del torace del conducente in caso di urto frontale e del bambino seduto posteriormente in caso di crash laterale.

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3° Mercedes classe A (2018) – 88,5%

La Mercedes classe A si è comportata bene nella protezione dei bambini, degli adulti e degli utenti vulnerabili e ha mostrato qualche criticità solo nell’assistenza del mantenimento della corsia e nell’assenza del sistema di monitoraggo degli angoli ciechi.

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4° Mercedes CLA (2019) – 88,25%

La Mercedes CLA ha ottenuto punteggi alti nella protezione dei bambini a bordo e degli utenti vulnerabili (pedoni e ciclisti) mostrando qualche pecca solo nel sistema di mantenimento di corsia.

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5° BMW Z4 (2019) – 87,75%

La BMW Z4 ha brillato nella protezione degli utenti vulnerabili e dei passeggeri e nei sistemi di sicurezza attiva (come ad esempio il cofano attivo in caso di investimento pedone) mentre si è registrata qualche défaillance nel riconoscimento del pedone e nel mantenimento di corsia.

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6° Tesla Model 3 (2019) – 87,5%

La Tesla Model 3 ha mostrato qualche lacuna solo nella protezione del torace del conducente nell’urto laterale contro il palo.

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7° Volkswagen Arteon (2017) – 87%

La Volkswagen Arteon ha ottenuto risultati ottimi specialmente nella protezione dei pedoni e nella dotazione di sicurezza.

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7° Polestar 2 (2021) – 87%

La Polestar 2 ha ottenuto un punteggio eccellente nella protezione dei pedoni grazie al cofano motore attivo.

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9° BMW serie 3 (2019) – 86,75%

La BMW serie 3 se l’è cavata benissimo nelle prove di urto laterale contro la barriera e nella frenata automatica a velocità urbana e ha mostrato qualche criticità nella valutazione del sistema di mantenimento della corsia, nella protezione del pedone nell’urto contro il parabrezza e in alcune aree del bacino.

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10° Subaru Forester (2019) – 86,5%

La Subaru Forester ha ottenuto voti molto alti nella protezione dei bambini a bordo e nelle prove di urto laterale mentre non ha convinto del tutto nel test del ciclista e nella protezione del torace del passeggero posteriore nello scontro frontale pieno.

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Esteban Ocon, intervista al pilota Alpine F1

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L’Esteban Ocon intervistato prima del GP d’Italia 2021 a Monza è molto diverso da quello incontrato online prima di Imola: quello dello scorso aprile era un pilota motivato reduce da molte sfortune mentre ieri abbiamo chiacchierato (insieme a giornalisti di altre testate in una videochat) con un driver che ha avuto modo di dimostrare in pista il proprio valore regalando alla Alpine la prima vittoria di sempre in F1 (in Ungheria lo scorso 1 agosto).

Esteban Ocon: la biografia del pilota Alpine F1

Esteban Ocon – nato il 17 settembre 1996 a Évreux (Francia) – ha debuttato in F1 nel 2016 con la Manor dopo aver mostrato ottime cose nelle categorie minori (campione Formula Renault 2.0 Alps 2012 e campione GP3 2013) e dopo due stagioni con la Force India e un 2019 lontano dal Circus è tornato in Formula 1 nel 2020 con la Renault e quest’anno sta affrontando il Mondiale 2021 a volante della Alpine. Il suo palmarès nella massima serie comprende una vittoria e due podi.

Cosa ti aspetti dalla gara di domenica?

In passato a Monza ho fatto delle belle gare: due sesti posti, un terzo posto in qualifica sul bagnato nel 2017. Spero di fare un buon weekend. Punto alla Q3 e a finire a punti.

Sei stanco dopo tre GP in tre settimane?

È difficile per tutti fare tre Gran Premi consecutivi però non posso dire di essere stanco perché ci sono tanti piloti che vorrebbero essere qui al mio posto. È duro per i meccanici, per chi monta le hospitality, per chi si occupa di organizzare tutto nel paddock.

Nel 2022 rivedremo Albon in F1 dopo un anno di stop e anche tu hai vissuto un’esperienza simile: quanto è difficile per un pilota una situazione di questo tipo?

È la cosa peggiore che può succedere in carriera: non sapevo quando e se sarei potuto ritornare. Sono molto contento per Alex: è un bravo ragazzo e ha fatto una bella carriera finora. Gli auguro il meglio.

Chi pensi che vincerà il Mondiale 2021? Hamilton o Verstappen?

Sarà una bella lotta fino all’ultima gara, penso. La Mercedes è favorita a Monza ma se la Red Bull dovesse fare bene anche qui Max potrebbe vincere il titolo.

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Riparte la stagione del Volvo Studio di Milano. Tra arte, musica, stile e belle automobili

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Sostenibilità, coscienza ecologica, arte, musica pure un po’ di moda. A settembre è ricominciata l’attività di una delle strutture più particolari ideate da una Casa automobilistica, il Volvo Studio di Milano. Luogo piacevole dalle parti di piazza Gae Aulenti, così speciale che quasi ci i dimentica che l’azienda svedese produce pure automobili. Mentre in realtà lo Studio è nato proprio perché Volvo è Casa particolare, impegnata fortemente in una mobilità serena e sempre più green. Dice infatti Chiara Angeli, Head of commercial operations di Volvo Cars Italia e responsabile delle attività al Volvo Studio: “Il Volvo Studio non fa che ribadire la propria missione, che è quella di diffondere i valori della Cultura in senso lato oltre che del marchio Volvo. Puntiamo su due elementi chiave della nostra azione, vale a dire l’attenzione ai giovani e la valorizzazione del pensiero creativo. Arte e Musica sono due ambiti nei quali da tempo il Volvo Studio Milano si è specializzato”.

Il primo appuntamento, nell’ambito della rassegna Autunno Boreale è giovedì 7 ottobre con Kimmo Pohjonen, icona della musica finlandese che ha rivoluzionato il modo di suonare la fisarmonica e ha composto musiche per film, danza e teatro. Poi il 4 novembre andrà invece in scena il norvegese Jens Christian Bugge Wesseltoft, che ha fatto del connubio jazz-elettronica la sua bandiera ed il suo cavallo di battaglia.

Infine, a chiudere la rassegna, giovedì 18 novembre sarà Bobo Stenson, considerato uno dei più grandi pianisti jazz viventi. La sua carriera vanta numerose collaborazioni come quelle con Sonny Rollins e Don Cherry.

Invece, con Avant-Young 2021, rassegna articolata in su quattro appuntamenti ed è dedicata all’estro creativo di giovani artisti provenienti da altrettante accademie d’arte storiche italiane: Venezia, Bologna, Firenze, Milano. Il tema che Volvo ha assegnato e sul quale gli artisti attiveranno la loro creatività è quello della Sicurezza, valore cardine del brand. Per ciascuna accademia, tre studenti selezionati sono invitati a presentare o realizzare ex-novo una loro opera al Volvo Studio Milano. Dopo una giornata di preview e premiazione, le opere degli artisti restano esposte al Volvo Studio Milano per due giorni. Le giornate espositive previste sono quattro: dopo quella di giovedì 9 settembre con l’Accademia di Belle Arti di Venezia, giovedì 16 settembre sarà il turno dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, mentre giovedì 11 novembre verranno presentati gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Infine, giovedì 25 novembre la rassegna si concluderà con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera. In ultima analisi, la rassegna Avant-Young 2021 | #safety risponde a una linea guida assoluta dell’azione di Volvo, che è quella della centralità della Persona e della valorizzazione delle sue eccellenze. Infine, dedicati alla sostenibilità, due altri appuntamenti che si terranno il 21 e il 22 settembre prossimi. Martedì 21 settembre avverrà la proiezione del video dedicato a 4EST Suite, composizione ispirata alla tempesta Vaia. Per chi non se lo ricorda, alla fine del 2018 una terribile tempesta denominata Vaia colpì le Dolomiti, distruggendo milioni di alberi, patrimonio naturale e culturale del territorio. Per sottolineare il proprio impegno a favore dell’Ambiente e ricordare questo tragico avvenimento, Volvo Car Italia ha tratto l’idea per una Art Commission, che ha rivolto ai giovani musicisti di collettivo_21, ensemble musicale formatosi a Piacenza. Il risultato è l’opera originale 4EST Suite, realizzata dal giovane compositore Alessandro Baldessari.

Mercoledì 22 settembre torna protagonista la moda sostenibile di Gilberto Calzolari. Lo scorso 3 marzo, in occasione del reveal mondiale della nuova Volvo C40 (finalmente un’automobile!) il giovane stilista italiano noto per il proprio impegno green era stato protagonista di un dibattito sul tema Aethics meet Aesthetics, a sottolineare come uno stile rispettoso dell’ambiente ed espressione di valori etici possa generare contenuti estetici elevati. Risponde proprio a questo assunto la Capsule Collection che Gilberto Calzolari presenterà nell’appuntamento di settembre, una collezione esclusivamente realizzata con tessuti e filati ad alta sostenibilità.

Ultime ma non ultime, in chiusura del mese di settembre, il Volvo Studio ospiterà Giovedì 23 e 30 Settembre i due appuntamenti della terza edizione di Jam The future – Music for a New Planet, il contest per jazz band emergenti, dedicato ai nuovi talenti del panorama musicale nel quale gli artisti in gara presentano composizioni dedicate alle evoluzioni del mondo e alle importanti trasformazioni in atto. Al termine delle due serate, i voti del pubblico e la giuria composta da personalità del mondo della musica nominerà la band vincitrice, che parteciperà all’edizione 2021 di JAZZMI.

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Guidare di notte: i consigli utili per farlo in sicurezza

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Guidare la macchina al buio può essere molto difficile per alcuni automobilisti. Di notte, in condizioni di scarsa visibilità, su strade poco o per niente illuminate, la guida può diventare davvero un problema, soprattutto se i fari anabbaglianti non sono perfettamente efficienti a causa di una manutenzione carente, se si viaggia a velocità troppo elevata e anche se l’illuminazione dell’abitacolo è eccessiva e può disturbare.

Purtroppo il 60% degli incidenti stradali è causato, oltre che da stato di ebbrezza e poca abilità e distrazioni alla guida, anche da una scarsa efficienza visiva del guidatore, che può presentare problemi di miopia, presbiopia e astigmatismo, che comportano a sua volta delle carenze nella vista e quindi un calo delle condizioni di sicurezza necessarie per guidare, soprattutto di notte.

Guidare di notte: i consigli prima di mettersi al volante

Per una guida notturna efficace, efficiente e sicura è fondamentale innanzitutto che l’auto sia sempre in regola con la manutenzione ordinaria. Tutti i suoi dispositivi infatti devono essere in buona salute, per un buon funzionamento del mezzo e per un’ottima visibilità anche di notte, quindi:

  • mantieni i vetri della macchina sempre puliti;
  • fai in modo che i tergicristalli funzionino sempre alla perfezione;
  • controlla che le luci siano regolate perfettamente, non solo gli anabbaglianti, ma anche i fendinebbia e gli abbaglianti.

Viaggiare durante le ore notturne con i vetri sporchi può causare riflessi e aloni molto fastidiosi e compromettere le capacità di guida del conducente del veicolo. Bisognerebbe infatti avere una visione sempre nitida, per poter avere la situazione sotto controllo e vedere con prontezza tutto quello che accade intorno a voi, quando ci si trova al volante.

Per quanto riguarda le luci invece regolate sempre il fascio luminoso, per non abbagliare o comunque infastidire gli altri utenti della strada; non dimenticare di verificare che le luci funzionino sempre alla perfezione, è fondamentale.

Velocità di percorrenza e riferimenti durante la notte

Altro argomento fondamentale per la sicurezza su strada durante la notte è quello legato alla velocità di percorrenza. Se la strada è buia, la visibilità è scarsa, è sempre bene moderare la velocità di guida per evitare pericoli. Rispettate sempre il Codice della Strada e cercate di non esagerare, per avere sempre il tempo e lo spazio di arrestare il mezzo in caso di bisogno. Attenzione anche a mantenere sempre la giusta distanza di sicurezza dal veicolo che vi precede.

È importante anche riuscire a tenere dei riferimenti visivi esterni, per essere sicuri di rimanere sempre al centro della corsia, senza invadere le altre. Purtroppo infatti, al buio e in condizioni di scarsa visibilità o su strade poco illuminate, c’è questo rischio e il nostro consiglio è quello di tenere sempre un occhio sulla linea destra che delimita la carreggiata dalla banchina.

Se invece vi trovate in prossimità di curve o incroci, avvisate gli altri utenti usando gli abbaglianti, ma solo per periodi intermittenti e brevi. Un appunto anche sull’illuminazione da tenere all’interno dell’abitacolo dell’auto. Sarebbe bene tenere una luce soffusa dentro, per poter vedere meglio cosa succede all’esterno, nel buio della notte. Sulle auto moderne c’è il comando di riduzione automatica della luminosità di cruscotto, plancia e sistema infotainment, che regola l’intensità della luce anche in base alla luminosità esterna, soprattutto nel buio delle ore notturne.

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Quanto costa il car wrapping e a chi conviene?

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Torniamo a parlare di car wrapping, una tecnica molto utilizzata che abbiamo già spiegato, e per la quale oggi approfondiamo alcune tematiche ben precise per chi è intenzionato a saperne di più. Si tratta di un particolare intervento che viene fatto all’auto soprattutto per cambiarne il colore senza doverla riverniciare o per rivestire la macchina con una pellicola di protezione per la carrozzeria.

Come si effettua il car wrapping?

Come abbiamo anticipato, questa tecnica consente di cambiare colore all’auto, senza spendere una cifra esagerata dal carrozziere. Il rivestimento della carrozzeria con questa particolare pellicola adesiva viene effettuato per diverse ragioni in realtà:

  • per cambiare il colore;
  • per proteggere l’auto con la pellicola, ma senza variarne il colore;
  • per applicare delle decalcomanie.

In commercio c’è un’infinità di pellicole differenti, che cambiano in base al colore e all’effetto che si vogliono realizzare. Tinte e fantasie tra cui scegliere sono tante, bisogna rispettare solo ciò che dice il Codice della Strada per garantire la sicurezza durante la circolazione.

Il car wrapping è comunque un’operazione che permette di creare un prodotto nuovo e esclusivo, unico e su misura per il cliente. Tanti si chiedono come prima cosa qual è il prezzo di questa tipologia di interventi. Non è facile in realtà dare una risposta, il costo infatti dipende dalla tipologia di auto o altro veicolo e anche dalla pellicola che viene scelta.

Quanto costa il car wrapping?

Il costo può andare da 1.000 a 3.000 euro circa, per un lavoro professionale eseguito ad hoc sull’intero veicolo, che diventa una vera e propria opera d’arte. Il prezzo base di 1.000 euro consente di cambiare l’aspetto della macchina, escludendo gli specchietti laterali, le soglie, i paraurti, le maniglie delle portiere. Chiaramente l’effetto finale non ha lo stesso impatto e anche la qualità dei materiali usati e del lavoro effettuato, per questo prezzo, non potrà essere di massimo livello.

Il lavoro base prevede il taglio e la ripiegatura della pellicola sui bordi della carrozzeria. La vettura avrà un aspetto completamente rinnovato al primo sguardo, ma ovviamente avvicinandosi sarà possibile notare dei difetti. Anche la resistenza e la durata della pellicola per wrapping potrebbero essere limitate.

Se invece si decide di spendere una cifra più corposa, e quindi tra i 2.000 e i 3.000 euro, allora è possibile contare su un intervento di car wrapping di alto livello, in cui l’attenzione al dettaglio è un obbligo. Possiamo dire comunque che, a partire da 1.500 euro, con eventuali 200-300 euro di extra possibili al massimo, è possibile fare un ottimo lavoro (quindi con poco meno di 2.000 euro).

Il prezzo ovviamente comprende il costo dei materiali necessari per la lavorazione, la manodopera e la preparazione delle superfici. In genere, inoltre, prima della consegna il professionista si occupa del collaudo della qualità e della pulizia finale. Il nostro consiglio è quello di chiedere pareri e trovare un installatore certificato e autorizzato nelle vicinanze della propria residenza.

Costi di follow-up: che cosa sono?

Ci sono da calcolare anche dei costi aggiuntivi da sostenere per un’auto, una volta effettuato il lavoro di car wrapping. Ad esempio, è importante sapere che anche la pellicola richiede attenzione, come la vernice della macchina. È fondamentale occuparsi della pulizia regolare del veicolo, per non far incrostare lo sporco e non opacizzare o rovinare le pellicole. Sarebbe meglio evitare l’autolavaggio con spazzole, lavando la macchina a mano, evitando anche le lance ad alta pressione o comunque facendo particolare attenzione. Le pellicole opache richiedono più cura rispetto a quelle lucide, visto che le polveri sottili si depositano più facilmente.

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