Category Archives: Auto Classiche
Musée de l’Aventure Peugeot: il museo del Leone a Sochaux
Il Musée de l’Aventure Peugeot di Sochaux – museo dedicato alla storia della Casa francese – è un luogo imperdibile per gli appassionati di motori. Un “paese dei balocchi” composto da 120 veicoli, 50 bici e moto e 500 oggetti di uso comune come macinini da caffè, radio e macchine da cucire.Fondato nel 1988, dal 2000 può vantare una sezione dedicata alle auto della Casa transalpina prodotte negli anni ’50, ’60 e ’70 e un’altra rivolta alle biciclette e alle moto. Dal 2010 è inoltre possibile ammirare le vetture degli anni ’80 e ’90, i mezzi da lavoro e le auto da corsa.Musée de l’Aventure Peugeot: le auto più interessanti del museo del LeoneNel Musée de l’Aventure Peugeot di Sochaux è possibile ammirare diverse auto interessanti: la prima vettura con motore a scoppio realizzata da Peugeot Frères (la Vis-à-Vis del 1891), la 205 Turbo 16 capace di conquistare quattro Mondiali rally WRC (due Piloti con i finlandesi Timo Salonen e Juha Kankkunen e due Costruttori) nel biennio 1985-1986 e i tre prototipi (la 905 nel 1992 e nel 1993 e la 908 nel 2009) vincitori della 24 Ore di Le Mans.Musée de l’Aventure Peugeot: non solo autoNon solo auto: il Musée de l’Aventure Peugeot di Sochaux offre anche la possibilità di ammirare tutti gli altri prodotti realizzati dall’azienda transalpina – attiva nella produzione di automobili dal 1889 ma nata nel lontano 1810 – in oltre 200 anni di attività.Qualche esempio? Crinoline per le gonne delle signore dell’Ottocento, utensili in metallo, macinacaffè, biciclette e moto. Tra le “chicche” più rilevanti presenti nel museo di Sochaux segnaliamo la prima bici dell’azienda transalpina (la Grand Bi del 1882) e quella che ha vinto – con il francese Bernard Thévenet nel 1977 – l’ultimo dei dieci Tour de France portati a casa dalle due ruote del Leone.Musée de l’Aventure Peugeot: la brasserieAll’interno del Musée de l’Aventure Peugeot è possibile anche… mangiare. La brasserie del museo di Sochaux è aperta dalle 12 alle 14:30 e consente di rifocillarsi in mezzo alle vetture esposte.Musée de l’Aventure Peugeot: le date e gli orari di aperturaIl Musée de l’Aventure Peugeot di Sochaux è aperto tutti i giorni (tranne l’1 gennaio e il 25 dicembre) dalle 10 alle 18. Il 24 e il 31 dicembre il museo chiude alle 16.Musée de l’Aventure Peugeot: i prezzi dei bigliettiIl biglietto del Musée de l’Aventure Peugeot di Sochaux costa 9 euro. 5 euro per i ragazzi da 7 a 18 anni, gratuito per i bambini da 0 a 6 anni.
Fonte
Villa d’Este 2017: la guida, il programma e gli orari del Concorso d’Eleganza
Anche nel 2017 il Concorso d’Eleganza Villa d’Este di Cernobbio sarà l’evento più esclusivo d’Italia rivolto alle auto d’epoca.Dal 26 al 28 maggio i mezzi storici più affascinanti di sempre si ritroveranno sul lago di Como per essere giudicati da una giuria guidata dal presidente Lorenzo Ramaciotti (ex responsabile dello stile del gruppo FCA). Otto le categorie: “Demoni della velocità” (I pionieri dell’endurance nell’Età dell’Oro), “Viaggiare con Stile” (Il Giro del Mondo in 40 anni), “Arrivederci Jazz, Benvenuta Radio” (A tutta velocità negli Anni Trenta), “Più veloci, silenziose, raffinate” (Eroine nell’Era dei Jet), “Il Grand Tour continua” (I Successivi 40 anni), “Veloci e stravaganti” (I “giocattoli” dei Latin Lover), “Supergioiello” (“Giocattolini” per bambini cresciuti) e “Scolpite dalla velocità” (Le competizioni attraverso i decenni).Di seguito troverete la guida completa di questo evento e tutte le informazioni necessarie (come ad esempio gli orari e i prezzi dei biglietti) per seguirlo dal vivo. Per maggiori dettagli: concorsodeleganzavilladeste.com.Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2017: il programmaVenerdì 26 maggio 2017, Villa ErbaOrario d’apertura: 10:00-17:00Ogni due anni la casa d’aste RM Sotheby’s è ospite a Cernobbio: il sabato sera saranno messe all’asta circa 70 vetture d’epoca. Prima dell’asta le vetture saranno esposte nei giardini di Villa Erba dalle 10:00 di venerdì mattina (ingresso libero). Sarà possibile assistere dal vivo all’asta del sabato sera o seguirla su YouTube o sul sito di RM Sotheby’s.Sabato 27 maggio 2017, Villa ErbaOrario d’apertura: 10:00-16:00Nella settima edizione del Concorso d’Eleganza Villa d’Este rivolto alle motociclette i mezzi sfileranno di fronte alla tribuna nella giornata di sabato.Le 70 vetture che saranno messe all’asta da RM Sotheby’s potranno essere visionate tutto il giorno prima dell’evento serale.Tra le altre iniziative segnaliamo la Mostra Speciale nel Padiglione Centrale di Villa Erba dedicata alla storia delle coupé BMW “lusso e sportività” (mostra aperta anche domenica) e la Motorcycle Street Run (in programma dalle 14:00 alle 15:00) che condurrà le moto da Villa Erba a Villa d’Este passando attraverso Cernobbio.Domenica 28 maggio 2017, Villa ErbaOrario d’apertura: 09:30-17:3009:30-14:30Referendum Pubblico per il “Trofeo BMW Group Italia”, il “Trofeo BMW Group Ragazzi” per le vetture d’epoca e il “Concorso d’Eleganza Design Award” per Concept Car e Prototipi.11:00-12:00Concorso di Motociclette.14:30-17:30Cerimonia di premiazione per i vincitori di ciascuna classe delle vetture d’epoca e Concept Car. La cerimonia sarà seguita dalla parata di tutte le vetture d’epoca che hanno preso parte al Concorso d’Eleganza.Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2017: i prezzi dei bigliettiSabato 27 maggio 2017
Box Office: 10 euro, 8 euro ridotto (diritti di prevendita esclusi)Prevendita online: 6 euro, 4 euro ridotto (diritti di prevendita esclusi)Domenica 28 maggio 2017
Box office: 16 euro, 12 euro ridotto (diritti di prevendita esclusi)Prevendita online: 12 euro, 8 euro ridotto (diritti di prevendita esclusi)
Fonte
Mario Andretti: Piedone l’americano
Mario Andretti, nato in Italia ma cittadino statunitense, è stato uno dei piloti più completi degli anni ’60 e ’70. Ha conquistato la 500 Miglia di Indianapolis e il Mondiale F1 (ma non solo…) ed è l’unico driver della storia – insieme a Dan Gurney – ad essere salito sul gradino più alto del podio nel Circus, nel Mondiale Sportprototipi, in Formula Indy e nella NASCAR. Scopriamo insieme la storia di “Piedone”…Mario Andretti: la storiaMario Andretti nasce il 28 febbraio 1940 a Montona (attualmente in Croazia, all’epoca in Italia). Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, in seguito al passaggio dell’Istria alla Jugoslavia, il piccolo Mario è costretto ad abbandonare la sua terra e con la sua famiglia trova una nuova casa in un campo profughi a Lucca.Appassionato di motori fin da ragazzo, si trasferisce nel 1955 negli USA (più precisamente a Nazareth, in Pennsylvania) e con il fratello gemello Aldo inizia a frequentare il circuito locale e a correre all’insaputa dei genitori.Americano veroMario Andretti inizia a farsi notare nell’ambiente del motorsport nei primi anni ’60, un periodo nel quale diventa padre (nel 1962 nasce il figlio Michael, che nel 1991 conquisterà il prestigioso campionato Formula CART) e ottiene la cittadinanza statunitense (nel 1964).I primi successiAndretti conquista a sorpresa nel 1965 il campionato nazionale USAC davanti a A.J. Foyt e debutta nel Mondiale Sportprototipi al volante di una Ferrari 275 P alla 500 km di Bridgehampton.L’anno seguente Mario Andretti è di nuovo campione USAC mentre nel 1967 conquista la prima (e unica) vittoria nella serie NASCAR con il trionfo nella Daytona 500 con una Ford. Senza dimenticare il primo storico trionfo nell’endurance: la 12 Ore di Sebring in coppia con il neozelandese Bruce McLaren al volante di una Ford GT40.Il debutto in F1Mario debutta in F1 con la Lotus nel GP degli USA e stupisce il mondo ottenendo la pole position al debutto. In gara è costretto invece al ritiro per un problema alla frizione mentre il compagno di scuderia – il britannico Graham Hill – chiude in seconda posizione.La 500 Miglia di IndianapolisNel 1969 Mario Andretti si aggiudica la mitica 500 Miglia di Indianapolis con una Brawner Hawk motorizzata Ford, il terzo titolo nazionale USAC e la prestigiosa corsa in salita Pikes Peak. Nel Circus corre altri tre GP con la Lotus: tre ritiri e risultati peggiori di quelli ottenuti da Hill e dall’austriaco Jochen Rindt.Il primo podio in F1Andretti vince la seconda 12 Ore di Sebring in carriera nel 1970 con una Ferrari 512S insieme ai nostri Ignazio Giunti e Nino Vaccarella. In F1 con la March taglia per la prima volta il traguardo portando a casa in Spagna il primo podio in carriera (3°).Gli anni in FerrariMario Andretti viene chiamato dalla Ferrari per correre il Mondiale F1 1971: dopo un debutto eccezionale (prima vittoria in carriera in Sudafrica) disputa una stagione poco brillante se paragonata a quella dei due compagni di scuderia (il belga Jacky Ickx e lo svizzero Clay Regazzoni).“Piedone” delude anche nel 1972 ma si riscatta nell’endurance: insieme a Ickx e al volante della 312 PB porta a casa la 6 Ore di Daytona, la 12 Ore di Sebring, la 1000 km di Brands Hatch e la 6 Ore di Watkins Glen.Un pilota duttileDopo un “anno sabbatico” lontano dalle gare europee Mario Andretti sale sul gradino più alto del podio alla 1000 km di Monza insieme al nostro Arturo Merzario con l’Alfa Romeo T33/TT/12 e dimostra di essere un pilota adatto a qualsiasi superficie aggiudicandosi il campionato dirt track (piste ovali in terra battuta) USAC National Silver Crown. In F1 corre le ultime due gare stagionali con il team Parnelli.F1 a tempo pienoMario inizia a correre a tempo pieno in F1 solo nel 1975: con la Parnelli sfiora il podio in un occasione ma l’anno seguente il suo team è in crisi.Mario Andretti affronta la prima gara del Mondiale 1976 con la Lotus in Brasile, disputa i GP del Sudafrica e degli USA Ovest con la Parnelli e prosegue il campionato con la scuderia britannica risultando più veloce del compagno svedese Gunnar Nilsson. Tornato sul podio dopo cinque anni grazie al terzo posto in Olanda, sale sul gradino più alto nell’ultima corsa della stagione, il mitico GP del Giappone disputato al Fuji sotto il diluvio che assegna il titolo a James Hunt dopo un lungo duello con Niki Lauda (raccontato nel film “Rush”).Nel 1977 Andretti disputa un’altra grande stagione con la Lotus: ancora una volta più veloce di Nilsson, ottiene quattro vittorie (USA Ovest, Spagna, Francia e Italia).Il Mondiale 1978Andretti diventa nel 1978 l’ultimo pilota statunitense a conquistare il Mondiale F1 e a vincere un Gran Premio. Più rapido del compagno svedese Ronnie Peterson (che perde la vita a Monza nel terzultimo GP stagionale) e – nelle ultime due corse – del sostituto (il francese Jean-Pierre Jarier), vince sei gare: Argentina, Belgio, Spagna, Francia, Gran Bretagna e Olanda.Calo di prestazioniMario Andretti, dopo aver conquistato il titolo iridato, inizia a non essere più veloce come un tempo. Nel 1979 è più lento del compagno argentino Carlos Reutemann (un solo podio: 3° in Spagna) e l’anno seguente fa peggio del nostro Elio de Angelis e riesce a brillare solo nel confronto con il britannico Nigel Mansell nei tre Gran Premi disputati con la stessa monoposto.Il passaggio all’Alfa Romeo nel 1981 non cambia la situazione (più lento del nostro Bruno Giacomelli) e nel 1982 corre il GP degli USA Ovest con la Williams risultando meno rapido del finlandese Keke Rosberg.Mario Andretti viene chiamato dalla Ferrari per correre le ultime due gare del Mondiale F1 1982: non riesce ad essere veloce quanto il coéquipier francese Patrick Tambay ma a Monza stupisce tutti con la pole e il terzo posto (ultimo podio in carriera nel Circus).Gli ultimi anniAndretti conquista nel 1984 il campionato Formula CART con una Lola del team Newman/Haas e dopo una decina d’anni a buoni livelli decide nel 1994 di ritirarsi dal mondo delle corse.Prima dell’addio definitivo, però, porta a casa un 2° posto alla 24 Ore di Le Mans del 1995 al volante di una Courage guidata insieme ai transalpini Éric Hélary e Bob Wollek. L’ultima gara in carriera di “Piedone” è la 24 Ore di Le Mans del 2000: 15° con una Panoz in un equipaggio composto anche dall’australiano David Brabham e dal danese Jan Magnussen.
Fonte
Mille Miglia 2017: il programma, il percorso e le tappe
La Mille Miglia 2017 – 35° rievocazione storica della mitica corsa Brescia-Roma-Brescia (nata esattamente 90 anni fa) in programma dal 18 al 21 maggio – è l’evento più importante d’Italia dedicato alle auto d’epoca. 440 vetture costruite tra il 1927 e il 1957 provenienti da 41 Paesi di 5 continenti attraverseranno sette regioni italiane più San Marino.Tra le novità più importanti segnaliamo le “prove spettacolo” in alcune piazze storiche (Verona, Castelfranco Veneto, Ferrara, Pistoia, Busseto e Canneto sull’Oglio) e l’aumento del numero di prove cronometrate (ora 112 più 18 rilevanti in 7 prove a media imposta). Senza dimenticare le piste dei Tornado del 6° Stormo dell’Aeroporto Militare di Ghedi usate come location per le ultime prove cronometrate.Di seguito troverete una guida completa alla Mille Miglia 2017: il programma con gli orari, il percorso e le tappe della “Freccia Rossa” e i VIP presenti.Mille Miglia 2017: il programmaMartedì 16 maggio 2017
11:00 Conferenza stampa di Brescia presso Palazzo della Loggia – Salone Vanvitelliano
12:00-20:00 Verifiche sportive e tecniche, consegna dei numeri di gara e dei road-book
18:00 Santa Messa in Duomo Vecchio. Benedizione delle vetture d’epoca.19:30-21:00 Gara di regolarità 2° Trofeo Roberto GaburriMercoledì 17 maggio 2017
9:00-20:00 Verifiche sportive e tecniche, consegna dei numeri di gara e road-book
14:00 Apertura del “Villaggio” in Piazza della Vittoria15:00-20:00 Punzonatura delle vetture in Piazza della VittoriaGiovedì 18 maggio 2017
7:30-08:30 Ultime verifiche sportive e tecniche, consegna dei numeri di gara e dei road-book
09:00-10:30 Verifiche sportive e tecniche per vetture in lista di attesa, consegna dei numeri di gara e road-book
8:00-12:00 Apertura del “Villaggio” in Piazza della Vittoria
8:30-11:30 Punzonatura delle vetture in Piazza della Vittoria
dalle 12:00 Pranzo di Partenza presso il Museo “Mille Miglia”
14:30 INIZIO 1° TAPPA: BRESCIA-PADOVA. PARTENZA DELLA PRIMA VETTURA DA VIALE VENEZIA
17:00 Partenza ultima vettura da Viale Venezia
21:30 PADOVA, FINE TAPPA: ARRIVO DELLA PRIMA VETTURA PER CONTROLLO ORARIO E PASSERELLA IN PIAZZA PRATO DELLA VALLEdalle 21:30 Padova. Cena e pernottamentoVenerdì 19 maggio 2017
6:30 INIZIO 2° TAPPA: PADOVA-ROMA. PARTENZA DELLA PRIMA VETTURA
dalle 12:30 Pausa pranzo a San Marino
21:30 ROMA, FINE TAPPA: ARRIVO DELLA PRIMA VETTURA PER CONTROLLO ORARIO
21:40 Arrivo previsto della prima vettura in centro città e passerelladalle 22:00 Cena e pernottamentoSabato 20 maggio 2017
7:00 INIZIO 3° TAPPA: ROMA-PARMA. PARTENZA DELLA PRIMA VETTURA
dalle 13:10 Pausa pranzo a Monteriggioni
21:15 PARMA, FINE TAPPA: ARRIVO DELLA PRIMA VETTURA PER CONTROLLO ORARIO IN STRADA GARIBALDI
21:20 Arrivo previsto della prima vettura in centro città e passerella in Piazza Duomo
dalle 21:45 Parma. Cena e pernottamentodalle 21:00 Brescia: “Mille Miglia – The Night”Domenica 21 maggio 2017
7:30 INIZIO 4° TAPPA: PARMA-BRESCIA. PARTENZA DELLA PRIMA VETTURA
dalle 12:15 Pranzo a Rovato
DALLE 14:30 ARRIVO E SFILATA DELLE VETTURE IN VIALE VENEZIA A BRESCIA
dalle 14:40 Parcheggio delle auto nel centro di Brescia 18:30 Cerimonia di premiazione in Piazza della Loggia. Fine evento e pernottamento a BresciaMille Miglia 2017: le tappePrima tappa
Brescia-Montecchio MaggioreMontecchio Maggiore-PadovaSeconda tappa
Padova-Ferrara
Ferrara-San Marino
San Marino-Gubbio
Gubbio-TerniTerni-RomaTerza tappa
Roma-Radicofani
Radicofani-Monteriggioni
Monteriggioni-Montecatini Terme
Montecatini Terme-Pavullo nel FrignanoPavullo nel Frignano-ParmaQuarta tappa
Parma-Mantova
Mantova-RovatoRovato-BresciaMille Miglia 2017: i VIP in gara88 Arturo Merzario (ITA) – Jean-Pierre Jarier (FRA) – Alfa Romeo 6C 2300 Mille Miglia – 1938235 Luca Pascolini (ITA) – Joe Bastianich (USA) – Healey 2400 Silverstone E-Type – 1950317 Jochen Mass (GER) – Artur Bechtel (GER) – Mercedes 300 SL Coupé W 198 – 1955345 Toto Wolff (GER) – Aldo Costa (ITA) – Mercedes 300 SL W 194 Prototype – 1952359 Adrian Sutil (GER) – n.d. – Mercedes 300 SL Coupé W 198 – 1955
Fonte
“Wow, Gilles!”: una mostra su Villeneuve a Milano
Si chiama “Wow, Gilles!” la mostra dedicata a Gilles Villeneuve in programma a Milano (presso lo Spazio Oberdan in viale Vittorio Veneto 2) fino al 16 luglio 2017.Un’esposizione che racconta la storia del pilota canadese di F1, amatissimo dai tifosi Ferrari, attraverso 170 foto di Ercole Colombo. I visitatori possono anche ammirare immagini provenienti dal Museo Villeneuve di Berthierville (Canada), oggetti legati al mito del driver nordamericano e il motore della monoposto 126CK del 1981 con cui Gilles vinse gli ultimi due GP della sua carriera (Monte Carlo e Spagna).La mostra “Wow, Gilles!” presso lo Spazio Oberdan a Milano si conclude con una sala dedicata al figlio Jacques, capace di conquistare il Mondiale F1, la 500 Miglia di Indianapolis e il campionato Indy Car in soli tre anni (dal 1995 al 1997). Per maggiori informazioni sull’esposizione: www.wowgilles.com.“Wow, Gilles!”: gli orari della mostra su Villeneuve a MilanoLunedì chiuso, dal martedì al venerdì dalle 11:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00, sabato e domenica dalle 11:00 alle 20:00.“Wow, Gilles!”: i prezzi della mostra su Villeneuve a Milano11 euro intero, 9 euro ridotto.
Fonte
Jeep Grand Cherokee (2005): le V8 normali
Le versioni V8 “normali” della terza generazione della Jeep Grand Cherokee del 2005 sono le più adatte a chi vuole vivere una vera esperienza “yankee” al volante di una grande SUV statunitense.Le varianti otto cilindri a benzina non sportive (analizzeremo la cattivissima SRT-8 in un altro momento) della 4×4 americana hanno quotazioni che recitano 5.500 euro ma sono introvabili. Meglio rivolgersi all’estero visto che da noi la maggior parte dei clienti ha preferito puntare sulle meno assetate diesel.Jeep Grand Cherokee (2005): le caratteristiche principali delle versioni V8 “normali”La terza generazione della Jeep Grand Cherokee – lanciata nel 2005 – è una delle SUV più valide in fuoristrada. Nonostante le dimensioni esterne non esagerate (4,75 metri di lunghezza), offre tanto spazio per i bagagli e per la testa dei passeggeri posteriori (pochi, invece, i centimetri a disposizione delle spalle) e una posizione di seduta altissima che consente di dominare la strada.Due le note stonate: le finiture esterne poco curate (assemblaggi imprecisi dei pannelli della carrozzeria) e la dotazione di serie da integrare (gli airbag per la testa, i fari allo xeno e le sospensioni autoregolabili non erano neanche optional mentre il navigatore si pagava a parte).Jeep Grand Cherokee (2005): la tecnica delle versioni V8 “normali”I due motori V8 a benzina presenti in listino al lancio della terza generazione della Jeep Grand Cherokee nel 2005 sono un 4.7 e un 5.7 HEMI. Cilindrate poco adatte a chi vuole risparmiare sull’assicurazione RC Auto.Il 4.7 da 231 CV è un’unità dal sound garbato, ricca di coppia (410 Nm) e particolarmente pronta ai bassi regimi penalizzata da consumi alti (6,7 km/l dichiarati). Con questo propulsore la SUV statunitense si rivela poco divertente da guidare.Meglio puntare, a nostro avviso, sul più gratificante 5.7 HEMI della Jeep Grand Cherokee: ricco di coppia (500 Nm) ed elastico come il 4.7, può vantare una cavalleria nettamente superiore (326 CV). I consumi? Poco più alti: 6,5 km/l dichiarati.Jeep Grand Cherokee (2005): le quotazioni delle versioni V8 “normali”Le Jeep Grand Cherokee 4.7 e 5.7 V8 del 2005 sono introvabili in Italia (la maggioranza dei clienti ha preferito le più sfruttabili versioni diesel).Non fatevi ingannare dalle quotazioni che recitano 5.500 euro: per le 4.7 bisogna sborsare almeno 8.000 euro mentre per le HEMI 5.7 (più interessanti dal punto di vista storico) il nostro suggerimento è di non scendere sotto quota 10.000.
Fonte
Icon: il libro ufficiale sul Land Rover Defender (e Series)
Si chiama Icon il libro ufficiale dedicato alla storia del Land Rover Defender (e Series). Un volume rivolto agli appassionati della mitica 4×4 britannica disponibile da luglio (prezzo di 50 sterline, circa 60 euro) e acquistabile online, presso alcuni selezionati showroom e negli Experience Centre.Il libro Icon dedicato alla Land Rover Defender e alla Series – 10 capitoli e oltre 200 pagine – racchiude l’essenza di una delle fuoristrada più famose del mondo. Un mezzo nato nel 1948 e capace di arrivare fino al 2016 con poche modifiche.Il volume contiene immagini inedite, interviste esclusive e recenti opere d’arte commissionate per celebrare l’evoluzione di un mito dell’automobilismo inglese. Senza dimenticare la prefazione scritta da Richard Hammond (presentatore di The Grand Tour, noto per Top Gear e affezionato cliente Land Rover). Per maggiori informazioni qui trovate il link allo shop ufficiale Land Rover su Internet.
Fonte
Splendide trentenni (italiane): le auto Fiat del 1987
Nel 1987 le auto Fiat erano amatissime dagli italiani: la Casa torinese dominava la classifica delle immatricolazioni con una quota di mercato del 43,7% e aveva una gamma composta da sette modelli. Scopriamoli insieme.Fiat 126 BisLa Fiat 126 Bis – ultima evoluzione della citycar torinese nonché unica auto della Casa piemontese a trazione posteriore in commercio trent’anni fa – vede la luce proprio nel 1987 e si distingue dalle versioni precedenti per la presenza del portellone e del bagagliaio posteriore (ottenuto grazie alla nuova disposizione a sogliola del motore posteriore, un 700 bicilindrico da 25 CV).Fiat PandaLa Fiat Panda – disponibile a trazione anteriore o integrale – è offerta nel 1987 con quattro motori: tre a benzina (750 da 34 CV e 1.0 da 45 e 50 CV) e un 1.3 diesel da 37 CV.Fiat UnoLa piccola Fiat Uno – disponibile a tre o a cinque porte – ha nel 1987 una gamma motori composta da sei unità: quattro a benzina (1.0 da 45 CV, 1.1 da 58 CV e 1.3 da 65 e 105 CV) e due diesel (1.3 aspirato da 45 CV e 1.4 turbo da 70 CV).Fiat DunaLa Fiat Duna – disponibile nelle varianti berlina o station wagon (la Weekend) e prodotta in Brasile – vede la luce nel 1987. Derivata dalla Uno CS (design simile a quello della Uno ma meccanica meno raffinata), ha una gamma motori composta da tre unità: due a benzina (1.1 da 58 CV e 1.3 da 67 CV) e un 1.7 diesel da 60 CV.Fiat RitmoLa compatta Fiat Ritmo nel 1987 sta per andare in pensione. Disponibile a tre o a cinque porte, è offerta con sei motori: quattro a benzina (1.1 da 58 CV, 1.3 da 68 CV, 1.6 da 105 CV e 2.0 da 130 CV) e due diesel (1.7 da 60 CV e 1.9 turbo da 80 CV).Fiat RegataLa Fiat Regata – berlina derivata dalla Ritmo disponibile a quattro porte o station wagon (la versatile Weekend, dotata di una pratica ribaltina sul portellone posteriore) – è venduta nel 1987 con cinque motori: due a benzina (1.3 da 65 CV e 1.6 da 101 CV) e tre diesel (1.7 da 60 CV e 1.9 da 65 e 80 CV).Fiat CromaL’ammiraglia a cinque porte Fiat Croma – sviluppata sullo stesso pianale dell’Alfa Romeo 164, della Lancia Thema e della Saab 9000 – nel 1987 ha una gamma motori composta da sei unità: quattro a benzina (1.6 da 83 CV e 2.0 da 90, 120 e 155 CV) e due 2.5 diesel (aspirato da 75 CV e turbo da 101 CV).
Fonte
McLaren M23: la prima iridata
La McLaren M23 non è solo la monoposto di F1 non Mercedes più vincente di sempre (tre Mondiali e 16 GP conquistati) ma anche la prima vettura della scuderia britannica capace di aggiudicarsi il titolo iridato. Scopriamo insieme la storia di questa vettura.McLaren M23: la storiaLa McLaren M23 nasce nel 1973 per rimpiazzare la M19C. Non particolarmente evoluta tecnicamente – il motore è l’indistruttibile 3.0 V8 Ford Cosworth – e meno potente della concorrenza, può però vantare consumi contenuti, una grande affidabilità e un’aerodinamica curatissima.Il debuttoLa monoposto britannica debutta nel GP del Sudafrica – terza tappa del Mondiale F1 1973 – con Denny Hulme: il pilota neozelandese ottiene subito la pole position ma deve accontentarsi di un quinto posto in gara.Per il primo podio (nonché la prima vittoria) della McLaren M23 bisogna attendere il GP di Svezia (sempre grazie a Hulme) mentre il britannico Peter Revson sale sul gradino più alto del podio in Gran Bretagna e in Canada.I primi MondialiLa svolta per la McLaren arriva nel 1974 con l’arrivo del giovane talento brasiliano Emerson Fittipaldi, un pilota veloce ma anche bravo nell’offrire consigli utili ai tecnici per rendere più competitiva la M23.Il Mondiale F1 inizia alla grande: Hulme sale sul gradino più alto del podio in Argentina mentre Fittipaldi trionfa in casa. Il driver sudamericano trionfa anche in Belgio e in Canada e regala alla scuderia britannica i primi due titoli iridati (Piloti e Costruttori) della sua storia.Nel 1975 la McLaren M23 guadagna un nuovo cambio a sei marce e sale sul gradino più alto del podio nella prima gara stagionale con Fittipaldi. Il driver brasiliano vince anche in Gran Bretagna mentre il tedesco Jochen Mass trionfa in Spagna. A fine stagione Fittipaldi lascia la scuderia inglese.Hunt e il 1976Il mitico Mondiale F1 1976 – raccontato nel film “Rush” del 2013 – si apre con l’arrivo in McLaren del britannico James Hunt al posto di Fittipaldi.Al volante della M23 il driver inglese si laurea campione del mondo con sei vittorie: in Spagna, in Francia, in Germania (nella gara del Nürburgring, teatro del terribile incidente di Niki Lauda), in Olanda, in Canada e negli USA Est. A Watkins Glen, tra l’altro, si registra l’ultima vittoria di sempre della longeva monoposto britannica.Gli ultimi anniLa McLaren M23 viene schierata anche nelle prime gare del Mondiale F1 1977 al posto dell’erede M26 (considerata meno affidabile): Hunt arriva secondo in Brasile mentre Mass regala l’ultimo podio e gli ultimi punti a questa vettura chiudendo in seconda posizione il GP di Svezia.Nel 1978 la McLaren M23 viene usata solo da team privati senza ottenere risultati particolarmente rilevanti e corre per l’ultima volta in Italia terminando la corsa in 9° posizione con un giovane pilota brasiliano destinato alla grandezza: Nelson Piquet.
Fonte
Suzuki Baleno Wagon (1996): la prima station della Casa giapponese
La Suzuki Baleno Wagon – svelata nel 1996 e prodotta fino al 1999 (anno in cui vede la luce la variante restyling che non analizzeremo in questo articolo) – è interessante dal punto di vista storico per una sola ragione: questa vettura è infatti la prima station wagon di sempre (nonché l’unica commercializzata fino a questo momento in Europa) realizzata dalla Casa giapponese.Una familiare razionale e non molto originale nel design caratterizzata da un buon rapporto qualità/prezzo che si trova ancora abbastanza facilmente nel nostro Paese. Le quotazioni? Meno di 1.000 euro.Suzuki Baleno Wagon (1996): le caratteristiche principaliLa Suzuki Baleno Wagon viene svelata nel 1996, un anno dopo il lancio delle versioni a tre e a quattro porte della compatta nipponica.Lunga 4,35 metri e dotata di un bagagliaio non particolarmente capiente (350 litri che diventano 1.050 quando si abbattono i sedili posteriori), riesce a conquistare diversi automobilisti grazie all’ottimo rapporto qualità/prezzo. Non altrettanto convincenti lo stile (poco originale) e le prestazioni deludenti.Suzuki Baleno Wagon (1996): la tecnicaL’unico motore adottato dalla Suzuki Baleno Wagon pre-restyling è un 1.6 a benzina da 99 CV e 127 Nm di coppia non particolarmente brioso ma molto affidabile.Suzuki Baleno Wagon (1996): le quotazioniLa Suzuki Baleno Wagon, come abbiamo scritto in precedenza, è interessante dal punto di vista storico solo perché è la prima station wagon realizzata dalla Casa asiatica. Troppo poco per pretendere prezzi più alti di 1.000 euro.
Fonte