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Moto e scooter elettrici: il bollo è gratuito?
In Italia esistono diverse categorie di utenti della strada e di veicoli che possono usufruire dell’esenzione del bollo o di una riduzione di questa tassa. Le agevolazioni non sono le stesse per tutti i conducenti e per tutti i tipi di veicoli, visto che le disposizioni, in genere, variano da regione a regione, essendo il bollo una tassa regionale. Ci sono comunque alcune esenzioni che valgono per ogni parte del nostro Paese. Ecco la situazione del bollo in Italia per moto e scooter elettrici.
Bollo moto e scooter elettrici: esenzioni per persone disabili
Sono tante le categorie di persone che possono usufruire dell’esenzione del bollo in ogni regione d’Italia. Tra queste, la principale è quella che riguarda le persone con disabilità dichiarata grave ai sensi della legge 104/92 per ridotte o impedite capacità motorie o con disabilità psichica o mentale, o invalidi pluriamputati.
In questo caso l’esenzione del bollo è riconosciuta alla persona disabile o al soggetto al quale il disabile risulta fisicamente a carico e riguarda le motocarrozzette a tre ruote e i motoveicoli a tre ruote per trasporto promiscuo o per trasporti specifici, con cilindrata fino a 2000 cc se benzina o ibridi, fino a 2800 cc se diesel o ibridi, e di potenza non superiore a 150 kW dotati di motore elettrico. Della lista non fanno parte i quadricicli leggeri, le famose “minicar”, i motoveicoli a due ruote e i sidecar.
Esenzione bollo per motoveicoli di interesse storico
Tra le categorie di veicoli che si avvalgono dell’esenzione del bollo ci sono quelli di interesse storico iscritti negli appositi registri, ovvero ASI, FMI, Storico FIAT, Lancia e Alfa Romeo e i veicoli e i motoveicoli immatricolati da più di trenta anni non adibiti a uso professionale.
I veicoli e i motoveicoli con anzianità di immatricolazione che è compresa tra i 20 e i 29 anni e sono in possesso del certificato di rilevanza storica, invece, godono di una riduzione del 50% del bollo.
Il bollo per i motoveicoli dei Corpi armati
Su base nazionale, godono dell’esenzione del bollo anche tutti i motoveicoli che sono in dotazione fissa ai Corpi armati civili e militari dello Stato e della Protezione civile: in pratica si tratta di tutti quei veicoli riconoscibili in quanto provvisti di targhe speciali che indicano il corpo armato a cui appartengono.
Altre esenzioni di bollo per veicoli a due ruote
Godono dell’esenzione del bollo, inoltre, anche i motoveicoli esclusivamente destinati al servizio di estinzione incendi e di protezione civile per conto dello Stato italiano, delle Regioni, delle Province, dei Comuni e delle associazioni di carattere umanitario.
Esenzione del bollo per i motoveicoli elettrici
La situazione è leggermente diversa spostando l’attenzione verso i veicoli elettrici. Fermo restando che tutto può cambiare in base alla regione di appartenenza, di norma gli autoveicoli, i motocicli e i ciclomotori a due, tre o quattro ruote, azionati con motore elettrico, godono dell’esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche per 5 anni a decorrere dalla data di prima immatricolazione.
Una volta passato il termine dei cinque anni, per le auto elettriche e le moto elettriche si deve corrispondere una tassa pari a un quarto dell’importo previsto per i corrispondenti veicoli a benzina, mentre per i motocicli e i ciclomotori la tassa automobilistica deve essere corrisposta per intero.
Bisogna ricordare che il bollo è una tassa gestita dalle Regioni e dalle Province Autonome, fatta eccezione per il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna, dove la tassa è gestita direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
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Rc Auto, che cos’è la polizza collettiva e a chi serve?
Da diverso tempo, ormai, si stanno moltiplicando sempre di più le proposte di polizza collettiva per le automobili. Si tratta di un’opzione in più al momento della scelta dell’assicurazione che consente al contraente di stipulare un convenzione vantaggiosa con le altre compagnie, spuntando un premio ridotto insieme ad altre persone. Il concetto che sta alla base della polizza collettiva è l’unione e punta sula volontà di risparmiare da parte degli automobilisti. Scopriamo nel dettaglio come funziona la polizza collettiva, a chi serve e come si stipula.
Rc auto, come funziona la polizza collettiva
La polizza collettiva auto funziona grosso modo come i gruppi di acquisto solidale e si basa principalmente sull’unione di più persone che si mettono insieme con l’obiettivo di risparmiare sulle spese. Un automobilista, unendosi ad altri proprietari di vetture, può stipulare una convenzione Rc auto a prezzo scontato.
Il numero di compagnie assicurative che propongono questo tipo di polizza sta aumentando a dismisura, per rispondere alla grande domanda sul mercato da parte degli automobilisti. Spesso sono le stesse compagnie a proporre la formula della polizza collettiva.
Come aderire alla polizza collettiva
Di norma le associazioni dei consumatori stringono accordi con le polizze assicurative e cercano automobilisti che possano essere interessati ad aderire alla polizza collettiva. L’adesione è libera e il proprietario della vettura che intende assicurare con questa formula, contatta uno dei tanti gruppi esistenti, di solito quello più vicino alla propria abitazione, rintracciabile con una semplice ricerca sul web.
Bisogna comunque tenere presente che l’accettazione di un nuovo utente non è automatica: l’automobilista deve rispondere a determinati requisiti che possono variare in base alla compagnia assicurativa e all’auto da assicurare. Per come è stata concepita la polizza collettiva, più alto è il numero dei partecipanti e maggiore è il costo individuale della Rc che copre i danni causati a terzi dalla circolazione del veicolo in aree pubbliche e private.
Le clausole della polizza collettiva auto
Le compagnie assicurative, generalmente, riservano la possibilità di stipulare la polizza collettiva alle automobili già assicurate e che non sono mai state coinvolte in frodi: una prassi che serve a tutelarsi e a ridurre la soglia di rischio. Ogni compagnia può anche fissare un limite di percorrenza annuale che nella maggior parte dei casi è di 20.000 chilometri: anche dietro questa condizione c’è la volontà di limitare il più possibile le probabilità di un sinistro.
Spesso la società assicurativa può richiedere l’installazione di una scatola nera a bordo della vettura: serve per tracciare il comportamento del guidatore al volante e costituisce uno strumento per facilitare la ricostruzione della dinamica degli incidenti, assegnare le responsabilità dei sinistri e ridurre di conseguenza il rischio di truffe assicurative.
Come sottoscrivere la polizza collettiva
Appena fissati i requisiti per la sottoscrizione della polizza collettiva auto, l’automobilista interessato può chiedere il preventivo: una volta sicuro di voler aderire alla formula, non resta altro che pagare e non serve comunicare il cambio alla precedente compagnia assicurativa.
Da non trascurare il fatto che diverse compagnie non rendono disponibili la polizza collettiva ai neopatentati, ovvero sia a chi ha conseguito la licenza di guida da meno di tre anni, e spesso nemmeno ai giovanissimi, nello specifico a utenti della strada che non hanno compiuto i 26 anni di età.
Prima di assicurare la propria vettura con una polizza assicurativa, proprio come succede per tutte ogni altri tipo di polizza, è sempre bene assicurarsi che la compagnia sia in grado di risarcire i danni a tutti gli assicurati in caso di sinistro e controllare i costi di installazione nel caso in cui sia necessaria la scatola nera a bordo della vettura.
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Quali sono le multe per chi non si ferma allo stop?
Il Codice della Strada prevede delle sanzioni molto pesanti per gli automobilisti che non si fermano al segnale di stop; si tratta infatti di un comportamento che può essere molto pericoloso. Le multe previste per questa tipologia di trasgressori sono ovviamente aspre, la legge infatti vuole tutelare la sicurezza su strada e l’incolumità di tutti gli utenti, sia il guidatore poco prudente che gli altri automobilisti che incontra sul suo percorso. Vediamo quanto previsto dal Codice della Strada in materia.
La multa per chi non rispetta lo stop: a quanto ammonta
La sanzione pecuniaria per chi commette questa violazione del Codice della Strada non è fissa ma cambia a seconda della fascia oraria in cui si commette l’infrazione di non rispettare il segnale di stop, molto pericolosa. Oltra al pagamento della multa, tra l’altro, il conducente rischia anche la decurtazione dei punti dalla patente.
Perché la legge è così severa? Semplicemente perché oltrepassare lo stop senza arrestare il veicolo è un comportamento che può provocare incidenti anche molto gravi (purtroppo ‘la storia insegna’), che potrebbero causare dei danni pesanti sia al conducente imprudente che agli altri utenti della strada.
All’art. 145 del Codice della Strada si parla di questa violazione e delle sanzioni per coloro che non rispettano appunto il segnale di stop. Chi, alla guida del suo veicolo, non si ferma al segnale di arresto indicato dalla segnaletica stradale rischia una multa molto cara, che va da un minimo di 163 euro fino a un massimo di 651 euro, se la suddetta infrazione è commessa in un orario compreso tra le 7 del mattino e le 22. Chi invece commette la stessa violazione del Codice ma in un’altra fascia orari, quella che va dalle 22:01 alle 06:59, allora rischia una sanzione ancora più cara. L’importo infatti aumenta e va da un minimo di 217,33 euro fino a un massimo di 868 euro.
E non è tutto, non ci sono solo sanzioni pecuniarie, ma si prevede anche una sanzione accessoria. Chi non rispetta il segnale di stop infatti non deve solo pagare la multa, ma rischia anche la decurtazione di 6 punti dalla patente. Per chi commette la stessa infrazione più di una volta nel corso di due anni consecutivi rischia la sospensione della patente per un periodo minimo di un mese e massimo di 3 mesi.
Incidente provocato dal conducente che non rispetta lo stop: cosa succede
Nel caso in cui un automobilista non rispetta lo stop, violando il Codice della Strada, e oltretutto provoca un incidente, allora è ovviamente lui l’unico responsabile per il sinistro stradale, e quindi l’unico a cui tocca il pagamento dei danni provocati.
Il concorso di colpa in questi casi non esiste, visto che il danno viene provocato solo ed esclusivamente dal conducente che non rispetta il Codice della Strada, non arrestando il veicolo al segnale di stop. È stata la Corte d’Appello di Roma a stabilirlo nella sentenza del 27 gennaio 2012, ribadendo l’obbligo di arrestarsi allo stop e la colpa esclusiva per eventuali incidenti, di chi non rispetta il segnale.
Attenzione: lo stop non è, come purtroppo molti automobilisti credono, un segnale che obbligare a dare precedenza; una volta arrivati alla linea di arresto è necessario fermarsi sempre, e non solo rallentare. Questo non serve solo per evitare le multe ma anche per scongiurare pericolosi sinistri.
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Arkana, il lato SUVversivo di Renault
Arriva sulle strade Arkana, una nuova Suv coupé (di segmento C) pronta, come fanno sapere da Renault, ad aprire un nuovo capitolo della storia della marca.
Si tratta di un modello “emblematico” e “suvversivo” – il gioco di parole è dei francesi – una vettura che dovrebbe portare Renault, per la prima volta, a inserirsi in un segmento inedito per il brand guidato da Luca De Meo, occupato, solitamente, dai marchi “premium” e che vale, in Europa, circa il 40% di questo mercato.
Una Suv dal profilo sportivo: l’altezza dal suolo è di 199 mm, la cintura della scocca è rialzata e conferisce alla vettura una certa personalità e dinamismo, ulteriormente valorizzati dalla linea spiovente del tetto, tipica delle coupé più che dei fuoristrada.
Anche l’abitacolo ha un look sportiveggiante, in particolare sull’allestimento R.S. Line del nostro esemplare in prova. Qualche numero per capirci: 211 mm di spazio per le ginocchia nella zona dei sedili posteriori, fanno di Renault Arkana “best in class” della sua categoria. Dodici i vani portaoggetti e quattro prese USB, alle quali si aggiunge la ricarica a induzione per smartphone. Per rendere ancora più leggibili tutte le informazioni a bordo, Arkana dispone di un cluster a colori da 10” associato a un display in posizione centrale da 9,3”, con possibilità di usufruire di Apple Car Play e Android Auto.
CARATTERISTICHE, DOTAZIONI E PREZZO DI RENAULT ARKANA
Sotto il cofano della nostra versione c’è il motore 1.3 TCe turbo benzina 4 cilindri E-TECH Hybrid da 145 CV: silenzioso quanto basta, fluido e ben in sinergia con il cambio automatico a doppia frizione EDC. Si tratta della versione Full Hybrid, alla quale va aggiunta una seconda motorizzazione “Micro Hybrid”, declinata in due differenti livelli di potenza: 140 e 160 CV.
Completano l’offerta i principali ADAS di ultima generazione, riuniti sotto il nome di “Easy Drive”, fra i quali, Highway and traffic Jam Companion, cruiser control adattivo, commutatore automatico degli abbaglianti, frenata d’emergenza automatica in grado di riconoscere ciclisti e pedoni, sensore di angolo morto, riconoscimento della segnaletica, alert di superamento della linea di carreggiata e assistenza al mantenimento nella corsia. Tutte queste tecnologie hanno consentito a Renault Arkana di conquistare 5 stelle nei crash test EuroNCAP.
La Suv coupé è disponibile, sul mercato italiano, in due allestimenti: E-TENSE e R.S.Line, a partire da 30.350 euro.
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Mondiale F1 2021 – I team
Il Mondiale F1 2021 vedrà al via – come lo scorso anno – dieci scuderie. Tra le novità più rilevanti segnaliamo il debutto della Alpine (rebranding del team Renault), il ritorno nel Circus dell’Aston Martin (nuovo nome della Racing Point) dopo 61 anni di assenza e il passaggio della McLaren dai motori Renault a quelli Mercedes.
In questo elenco vi mostreremo tutti i dettagli dei dieci team del Mondiale F1 2021: piloti, motori e palmarès. Scopriamoli insieme.
Le scuderie del Mondiale F1 2021
Alfa Romeo (Svizzera)
MOTORE: Ferrari
PILOTI: 7 Kimi Räikkönen (Finlandia), 99 Antonio Giovinazzi (Italia)
PALMARÈS: 2 Mondiali F1 Piloti (1950, 1951), 6° nel Mondiale F1 Costruttori (1983), 10 vittorie, 12 pole position, 14 giri veloci, 26 podi, 4 doppiette
AlphaTauri (Italia)
MOTORE: Honda
PILOTI: 10 Pierre Gasly (Francia), 22 Yuki Tsunoda (Giappone)
PALMARÈS: 10° nel Mondiale F1 Piloti (2020), 7° nel Mondiale F1 Costruttori (2020), 1 vittoria, 1 podio
Alpine (Francia)
MOTORE: Renault
PILOTI: 14 Fernando Alonso (Spagna), 31 Esteban Ocon (Francia)
Debuttante in F1
Aston Martin (Regno Unito)
MOTORE: Mercedes
PILOTI: 5 Sebastian Vettel (Germania), 18 Lance Stroll (Canada)
PALMARÈS: 5 GP disputati
Ferrari (Italia)
MOTORE: Ferrari
PILOTI: 16 Charles Leclerc (Principato di Monaco), 55 Carlos Sainz Jr. (Spagna)
PALMARÈS: 15 Mondiali F1 Piloti (1952, 1953, 1956, 1958, 1961, 1964, 1975, 1977, 1979, 2000-2004, 2007), 16 Mondiali F1 Costruttori (1961, 1964, 1975-1977, 1982, 1983, 1999-2004, 2007, 2008), 238 vittorie, 228 pole position, 254 giri veloci, 773 podi, 84 doppiette
Haas (USA)
MOTORE: Ferrari
PILOTI: 9 Nikita Mazepin (Russia), 47 Mick Schumacher (Germania)
PALMARÈS: 9° nel Mondiale F1 Piloti (2018), 5° nel Mondiale F1 Costruttori (2018), 2 giri veloci
McLaren (Regno Unito)
MOTORE: Mercedes
PILOTI: 3 Daniel Ricciardo (Australia), 4 Lando Norris (Regno Unito)
PALMARÈS: 12 Mondiali F1 Piloti (1974, 1976, 1984-1986, 1988-1991, 1998, 1999, 2008), 8 Mondiali F1 Costruttori (1974, 1984, 1985, 1988-1991, 1998), 182 vittorie, 155 pole position, 158 giri veloci, 488 podi, 47 doppiette
Mercedes (Germania)
MOTORE: Mercedes
PILOTI: 44 Lewis Hamilton (Regno Unito), 77 Valtteri Bottas (Finlandia)
PALMARÈS: 9 Mondiali F1 Piloti (1954, 1955, 2014-2020), 7 Mondiali F1 Costruttori (2014-2020), 115 vittorie, 126 pole position, 84 giri veloci, 236 podi, 58 doppiette
Red Bull (Austria)
MOTORE: Honda
PILOTI: 11 Sergio Pérez (Messico), 33 Max Verstappen (Paesi Bassi)
PALMARÈS: 4 Mondiali F1 Piloti (2010-2013), 4 Mondiali F1 Costruttori (2010-2013), 64 vittorie, 63 pole position, 68 giri veloci, 183 podi, 17 doppiette
Williams (Regno Unito)
MOTORE: Mercedes
PILOTI: 6 Nicholas Latifi (Canada), 63 George Russell (Regno Unito)
PALMARÈS: 7 Mondiali F1 Piloti (1980, 1982, 1987, 1992, 1993, 1996, 1997), 9 Mondiali F1 Costruttori (1980, 1981, 1986, 1987, 1992-1994, 1996, 1997), 114 vittorie, 128 pole position, 133 giri veloci, 312 podi, 33 doppiette
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Quanto costa l’assicurazione Rc Moto? Cosa bisogna sapere
Quando si ha la moto o si vuole prendere una moto, una delle cose più importanti che si vuole sapere è quanto si spende per l’assicurazione. Quanto può incidere quindi il costo dell’Rc Auto sulle spese di un cittadino o di una famiglia media in Italia.
Sta per iniziare la stagione estiva e il tema ‘moto’ diventa caldo, i viaggi sulle sue ruote (per quanto possibile, viste le restrizioni del momento legate alla pandemia di Coronavirus in corso) sono tra i più gettonati ovviamente da chi ama le vacanze on the road e dagli appassionati di motociclismo. Ma quanto costa assicurare una motocicletta in Italia. Cerchiamo di chiarirlo dopo aver letto i dati degli osservatori sulle assicurazioni.
Assicurazione moto in Italia: i costi
Iniziamo col dire che è obbligatorio assicurare qualsiasi moto in Italia, a partire dai motocicli da 50 cc di cilindrata. Per moto e motocicli di cilindrata non inferiore ai 100 cc, a livello annuale i premi negli ultimi anni sono cresciuti, ma considerando invece l’orizzonte semestrale si è verificata una riduzione notevole.
La Valle d’Aosta oggi è una delle regioni in cui assicurare una moto costa meno, non male anche i costi assicurativi per quanto riguarda i centauri umbri e quelli piemontesi. È basso anche il prezzo dell’assicurazione della moto in Trentino Alto Adige, il premio medio è di circa 304,62 euro, in Piemonte è di circa 312,37 euro e in Friuli Venezia Giulia di 314,58 euro.
Ci sono invece delle regioni in cui i premi Rc Moto sono più alti rispetto alla media nazionale, e intendiamo il Lazio e altre che si trovano tutte al sud. In particolare parliamo della Basilicata, in cui il premio medio è di 537,10 euro e della Sicilia, con 643,12 euro. Ancora peggio la situazione in Puglia e in Calabria, regioni in cui i costi medi salgono oltre gli 800 euro.
La Campania è la regione dove i costi per assicurare una motocicletta sono i più elevati e in media si spendono circa 1.200 euro.
Da cosa dipende il costo dell’assicurazione della moto?
Nel merito della valorizzazione dell’assicurazione RC Moto ci sono differenti variabili:
- la Regione di appartenenza;
- la Provincia;
- a volte anche la città;
- la classe di merito del motociclista;
- il fatto che sia neopatentato o meno.
Il costo di un’assicurazione RC Moto in Italia è mediamente di 522,26 euro.
Rc Moto: come risparmiare
È possibile cercare di risparmiare sui costi della polizza Rc Moto confrontando le varie offerte proposte dalle assicurazioni online, che in genere sono più economiche rispetto alle agenzie assicurative classiche. Un consiglio? Controllare sempre bene i limiti di franchigia che vengono attuati. Capita infatti che dietro a delle polizze molto vantaggiose, ci siano delle franchigie poco convenienti, che consentono di risparmiare qualche euro subito, pagando un prezzo mensile più basso, ma che, in caso di danno provocato a terzi, la quota che non viene rimborsata dalla compagnia assicurativa e quindi resta a carico dell’assicurato è molto alta e il risparmio viene meno. Per questo è fondamentale valutare bene le soglie di franchigia.
Riassumendo, le regioni dove l’Rc Moto costa di più sono Campania, Puglia, Calabria; quelle in cui costa meno sono Trentino Alto Adige, Veneto, Piemonte e Umbria.
Le città più care sono Napoli, Bari, Palermo e Roma.
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Auto a metano: l’elenco completo
Le auto a metano sono molto richieste in Italia: merito del basso prezzo alla pompa del gas naturale e dell’ampia disponibilità di distributori (specialmente al Nord e al Centro).
Di seguito troverete l’elenco completo di tutte le auto a metano in commercio. Non abbiamo preso in considerazione i pick-up in quanto veicoli commerciali e quindi immatricolabili esclusivamente come autocarro.
Auto a metano: l’elenco completo
Audi
- A3 Sportback 1.5 g-tron 131 CV da 31.900 euro
- A4 Avant 2.0 g-tron 170 CV da 44.900 euro
- A5 Sportback 2.0 g-tron 170 CV da 49.700 euro
Fiat
- Panda 0.9 TwinAir Turbo Natural Power 80 CV da 17.050 euro
- Panda Cross 0.9 TwinAir Turbo Natural Power 80 CV 19.450 euro
Lancia
- Ypsilon 0.9 TwinAir Metano Ecochic 71 CV da 18.300 euro
Seat
- Ibiza 1.0 TGI 90 CV da 18.650 euro
- Leon 1.5 TGI 130 CV da 27.300 euro
- Arona 1.0 TGI 90 CV da 19.900 euro
Skoda
- Scala 1.0 G-Tec 90 CV da 22.730 euro
- Octavia 1.5 G-TEC 131 CV da 29.350 euro
- Octavia Wagon 1.5 G-TEC 131 CV da 30.400 euro
- Kamiq 1.0 G-Tec 90 CV da 23.240 euro
Volkswagen
- up! 1.0 eco 68 CV da 17.000 euro
- Polo 1.0 TGI 90 CV da 19.200 euro
- Golf 1.5 TGI 131 CV da 32.500 euro
- Golf Variant 1.5 TGI 131 CV da 33.450 euro
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Cortina 2021: Audi protagonista dei Mondiali di sci
Audi sarà protagonista dei Mondiali di sci Cortina 2021 con una flotta di 20 auto elettrificate a disposizione della municipalità per garantirne gli spostamenti: oltre alle varianti ibride plug-in di A6, A7 e Q5 saranno presenti nella località di montagna veneta le grandi SUV elettriche e-tron e e-tron Sportback.
Non è la prima volta che le strade della Casa tedesca e quelle di Cortina d’Ampezzo si incontrano: Audi ha anche riqualificato la superficie di Fiames (a 4 km dal centro di Cortina) trasformando l’area in una pista prova dedicata alle attività di driving experience per i modelli dei quattro anelli ad alta elettrificazione.
L’unica area experience permanente in Italia sull’arco alpino comprende una pista su neve/ghiaccio con uno sviluppo che varia da 1 a 1,7 km a seconda delle condizioni di neve e delle temperature esterne e due parkour, uno naturale e l’altro artificiale.
Durante i Mondiali di sci Cortina 2021 l’area di Fiames ospiterà l’Audi e-tron charging station: un hub di ricarica per vetture a zero emissioni che consente l’alimentazione simultanea di otto auto elettriche.
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Multe auto, come e quanto possono aumentare se non pagate in tempo
Prendere una multa è già spiacevole, se poi non si paga entro la scadenza, la questione diventa ancora più antipatica. In questo caso infatti arriva la cartella esattoriale direttamente a casa, con il costo della multa lievitato di parecchio. A volte può anche raddoppiare, si punisce infatti chi non rispetta la data stabilita, oltre al fatto che ha violato le disposizioni di Legge. È possibile però verificare che il calcolo delle sanzioni e degli interessi sia corretto.
Multa non pagata: cosa succede?
Chiaramente ogni multa deve essere pagata, il suo importo cresce in base al tempo che passa dal giorno della notifica:
- nei primi 5 giorni si può pagare l’importo totale, “scontato” del 30% (il bollettino stesso indica la cifra da pagare);
- dal 6° giorno successivo alla notifica fino al 60° invece si paga la multa in misura ridotta, ma senza sconto, un secondo bollettino allegato al verbale indica la cifra;
- dal 61° giorno in poi, bisogna pagare la multa in misura piena. L’importo da versare è pari alla metà del massimo edittale (il massimo è il quadruplo del minimo edittale). Non sempre si è in grado di fare questo calcolo, per questo è meglio chiedere direttamente al Comando di Polizia che ha elevato il verbale qual è la cifra esatta da versare.
Attenzione: se si paga un importo inferiore, il rischio è quello di ricevere una cartella esattoriale per il residuo.
Facciamo un esempio pratico per capire: se l’utente prende una multa che, secondo quanto prescritto dal Codice della Strada, va da un minimo di 40 a un massimo di 150 euro, allora nei primi 60 giorni dovrà pagare 40 euro (eventualmente con sconto del 30% se paga nei primi 5), dopo 60 giorni invece dovrà pagare la metà di 150 euro, ovvero 75 euro (quindi quasi il doppio rispetto ai 40 euro iniziali).
Multa non pagata: interessi e sanzioni
Oltre alla variazione del prezzo della multa in base ai giorni di “ritardo” nel pagamento, ci sono anche gli interessi da calcolare. Non è prevista invece alcuna sanzione. Iniziamo col dire che il tasso di interesse è alto, del 10%, e oltretutto scatta ogni 6 mesi e non una volta all’anno, come di consueto. Due volte all’anno quindi il prezzo della multa viene maggiorato del 10%.
Questo significa solo una cosa: se non si paga in tempo, la multa diventa abbastanza costosa, ed è facile comprenderne il motivo. Se un automobilista non versa l’importo previsto dalla sanzione, allora l’ente titolare del credito, che generalmente è il Comune, forma il ruolo e lo invia all’Agente per la riscossione esattoriale entro due anni. L’Esattore poi manda la cartella esattoriale, che deve essere notificata al contribuente non oltre cinque anni, ovvero entro quello che definiamo come il termine di prescrizione.
Le pubbliche amministrazioni però non svolgono questo iter in maniera così rapida e diligente, quindi l’automobilista vedrà la notifica della cartella solo in prossimità della scadenza della prescrizione (quasi al compimento dei cinque anni dal ricevimento del verbale). E così il tasso di interesse del 10%, in quel momento, è già scattato per ben dieci volte, facendo lievitare l’importo della multa in maniera eccezionale.
Attenzione: dopo 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale, il debitore che non paga può subire il pignoramento e il fermo amministrativo del veicolo. Si può tornare alla guida solo con una richiesta di rateazione della cartella.
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Ford e Google insieme per l’auto connessa
Ford e Google hanno siglato un accordo per reinventare l’auto connessa: una partnership della durata di sei anni – a partire dal 2023 – che porterà tutte le auto del colosso statunitense (comprese le Lincoln) a utilizzare il sistema Android con app e servizi integrati dell’azienda di Mountain View.
Ma non è tutto: Ford ha indicato Google Cloud come fornitore preferito di servizi cloud per la gestione di dati, intelligenza artificiale e machine learning e le due società stanno creando un nuovo gruppo di lavoro dedicato – chiamato Team Upshift – che creerà esperienze personalizzate per i consumatori promuovendo nuove opportunità basate sull’analisi dei dati.
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