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Mondiale F1 2021 – GP Russia a Soči: gli orari TV su Sky e TV8

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Credits: Theo Wargo/Getty Images

Il GP di Russia a Soči – quindicesima tappa del Mondiale F1 2021 – sarà trasmesso in diretta su Sky e in differita su TV8 (di seguito troverete gli orari TV).

In quello che è sostanzialmente un feudo Mercedes (la Stella qui è imbattuta) Lewis Hamilton punterà a soffiare a Max Verstappen il primato iridato, approfittando anche della penalizzazione (tre posti in griglia) che dovrà scontare l’attuale leader del campionato del mondo in seguito all’incidente di Monza. Segnaliamo anche il ritorno in pista di Kimi Räikkönen al volante dell’Alfa Romeo dopo due corse saltate a causa del Covid-19.

F1 2021 – GP Russia: cosa aspettarsi

Il circuito di Soči – sede del GP di Russia, quindicesima prova del Mondiale F1 2021 – è un tracciato caratterizzato da lunghi rettilinei e da curvoni veloci (ma anche da un’ultima parte molto guidata). Le Mercedes hanno vinto sette edizioni su sette di questa gara ma la pioggia prevista per l’intero weekend potrebbe scombussolare molte cose. Partire dalla pole position non è importante: solo nel 2014 e nel 2016 il trionfatore è scattato davanti a tutti.

Di seguito troverete il calendario del GP di Russia, gli orari TV su SkyTV8 e il nostro pronostico.

 

F1 Grand Prix of Italy

Credits: Lars Baron/Getty Images

The 2021 Met Gala Celebrating In America: A Lexicon Of Fashion – Arrivals

Credits: Theo Wargo/Getty Images

F1 Grand Prix of Italy

Credits: Peter Fox/Getty Images

F1 Grand Prix of Italy

Credits: Bryn Lennon/Getty Images

F1 Grand Prix of Italy

Credits: Dan Istitene – Formula 1/Formula 1 via Getty Images

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F1 2021 – Soči, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Venerdì 24 settembre 2021
10:30-11:30 Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1)
14:00-15:00 Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1)
Sabato 25 settembre 2021
11:00-12:00 Prove libere 3 (diretta su Sky Sport F1)
14:00-15:00 Qualifiche (diretta su Sky Sport F1, differita alle 18.30 su TV8)
Domenica 26 settembre 2021
14:00 Gara (diretta su Sky Sport F1, differita alle 18:00 su TV8)

F1 – I numeri del GP di Russia
LUNGHEZZA CIRCUITO 5.848 m
GIRI 53
RECORD IN PROVA Lewis Hamilton (Mercedes F1 W11) – 1’31″304 – 2020
RECORD IN GARA Lewis Hamilton (Mercedes F1 W10) – 1’35”761 – 2019
RECORD DISTANZA Lewis Hamilton (Mercedes F1 W09) – 1h27’25”181 – 2018

F1 – Il pronostico del GP di Russia 2021

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1° Lewis Hamilton (Mercedes)

Lewis Hamilton vuole approfittare di una pista favorevole e della penalizzazione di Verstappen per riprendersi la vetta del Mondiale F1 2021 e secondo noi ci riuscirà.

I suoi precedenti nel GP di Russia? Quattro vittorie, due pole position e sei podi totali su sette partecipazioni.

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2° Valtteri Bottas (Mercedes)

Valtteri Bottas è reduce da due piazzamenti consecutivi in “top 3” e ha buone possibilità di prolungare questa striscia positiva.

Il pilota finlandese può vantare a Soči due vittorie, cinque podi e una pole position. Senza dimenticare che in griglia è sempre partito dalle prime due file.

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3° Max Verstappen (Red Bull)

Max Verstappen dovrà sudare parecchio per conservare la vetta del Mondiale F1 2021 e non solo per via della penalizzazione di tre posti in griglia rimediata dopo l’incidente con Hamilton a Monza.

Il driver olandese, infatti, non ama molto il GP di Russia e ha brillato a Soči solo lo scorso anno: secondo al via e al traguardo.

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Da tenere d’occhio: Daniel Ricciardo (McLaren)

Daniel Ricciardo, ringalluzzito dal trionfo di Monza, proverà a disputare un buon Gran Premio anche a Soči.

Il pilota australiano non è mai partito dalle prime due file nel GP di Russia e ha ottenuto come miglior piazzamento su questo tracciato un quinto posto lo scorso anno.

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La squadra da seguire: Mercedes

Una sconfitta della Mercedes in Russia sarebbe inaccettabile: la Stella è imbattuta a Soči e su questa pista ha portato oltretutto a casa cinque pole position.

Non c’è occasione migliore per tornare sul gradino più alto del podio e mettere fine a un digiuno lungo ormai oltre due mesi.

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Dopo quanto tempo si induriscono gli pneumatici?

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Gli pneumatici dell’auto non hanno una vera e propria data di scadenza, ma chiaramente la gomma subisce deterioramento e invecchiamento. In genere si dice che la durata massima possa essere compresa tra i 5 e i 6 anni al massimo, dopo i quali le gomme devono essere sostituite.

Una cosa importante da sapere è la data di produzione degli pneumatici, è fondamentale anche conservare le gomme nel miglior modo possibile. Ci sono tante indicazioni e informazioni da sapere, vediamo quando le gomme iniziano a indurirsi e come è possibile capire quando sono vecchie.

Quali sono i segnali di uno pneumatico vecchio?

Per riconoscere una gomma troppo vecchia e usurata è utile sapere quali sono le caratteristiche che ha invece uno pneumatico in buone condizioni:

  • ammortizza gli urti;
  • ha una buona convergenza;
  • è flessibile.

Se le gomme della tua auto non rispettano più questi requisiti, allora significa che stanno iniziando a invecchiare, e quindi è necessario iniziare a pensare alla sostituzione. Non bisogna ignorare questi fattori:

  • pneumatici vulcanizzati, e quindi induriti;
  • ruote che perdono la rotondità e che iniziano ad avere poca presa sul bagnato;
  • possibile formazione di crepe sui fianchi delle gomme;
  • suoni e vibrazioni insoliti al volante;
  • battistrada distorto.

Per capire se le tue gomme sono invecchiate, basta controllare per bene tutte le parti dello pneumatico e vedere in che condizioni si trovano i fianchi, le spalle, il battistrada. Se durante la guida avverti invece instabilità, allora fai fare un controllo dal gommista, è sempre molto importante.

Scadenza gomme auto: che cosa sapere

Gli esperti di Assogomma sottolineano che non esiste una vera e propria scadenza per gli pneumatici auto, “è opportuno precisare che a livello normativo non esistono prescrizioni o limitazioni di impiego direttamente riferite e/o collegabili alla sua data di fabbricazione”.

La raccomandazione è quella di fare il controllo una volta all’anno e procedere alla sostituzione degli pneumatici quando hanno raggiunto i 5 o 6 anni di età. La normativa prevede un limite di usura di 10 anni di utilizzo, ma il consiglio è quello di cambiare le gomme ogni qualvolta si raggiunga una percorrenza compresa tra i 20.000 e i 40.000 chilometri.

Gli pneumatici dell’auto si usurano a causa di differenti fattori, primo su tutti lo stile di guida del conducente. Sono chiaramente da considerare anche i chilometri percorsi e lo stato delle strade su cui si viaggia abitualmente, più sono dissestate, più la qualità, la durata e la salute delle gomme ne risentono.

Anche i fattori ambientali causano un deterioramento più o meno profondo delle gomme, il freddo e il caldo eccessivo, la neve e la pioggia, possono diminuire la durata degli pneumatici stessi.

È possibile rallentare l’invecchiamento delle gomme auto?

Un trucchetto c’è, cercare di conservarle nel miglior modo possibile, tenendole quindi in un ambiente fresco e ventilato, privo di umidità, nella stagione in cui non si usano. Meglio proteggerli inoltre da fonti dirette di calore e di luce e dagli sbalzi eccessivi di temperatura.

In ogni caso, per non sbagliare, fatti aiutare da un gommista. Attenzione: se non vuoi rischiare di viaggiare con gomme auto che possono compromettere la tua sicurezza, provvedi ai cambi regolari e falle controllare da un professionista di fiducia, che possa informarti sullo stato di usura degli pneumatici.

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Come si fa a scegliere tra moto e scooter?

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Sembra una scelta semplice, ma forse non lo è per tutti. C’è infatti chi ama la motocicletta, le vacanze on the road, oppure i bolidi ultra potenti e veloci, che ricordano le migliori due ruote da pista. Chi invece ama le gite con lo scooter, da solo o con un passeggero a bordo, ma in luoghi più vicini e tranquilli, o ancora, chi ha bisogno o ha voglia di avere un mezzo alternativo all’auto, soprattutto durante le stagioni primaverile e estiva, per recarsi al lavoro o a scuola ogni giorno.

A seconda delle esigenze e dei gusti delle persone, la scelta va a finire su una moto o su uno scooter. I centauri puri e più duri hanno assolutamente voglia di montare sulla sella di una vera e propria moto, e non vogliono essere certamente paragonati a coloro che scelgono lo scooter, in genere per una questione di comodità. Anzi, per il pilota di motocicletta, pensare di guidare uno scooter è quasi un insulto, un’offesa. Si tratta comunque di due pensieri diversi, di due filosofie di vita ben distinte tra loro.

In ogni caso, non tutti gli amanti delle due ruote in realtà hanno le idee così chiare. Per questo motivo è lecito chiedersi cosa sia meglio scegliere tra moto e scooter e quale soluzione quindi si adatti meglio alle proprie esigenze. E allora vediamo di capire quali sono i criteri e i paramenti da tenere in considerazione per fare una scelta ben ponderata.

Come scegliere tra moto e scooter: l’utilizzo del mezzo

Una delle prime cose che ci si deve chiedere è quale utilizzo si deve fare della nuova due ruote che entrerà nel proprio garage, svuotandoci anche un po’ le tasche. Se non si ha una passione sfrenata per le motociclette e si prevede di guidare soprattutto in città, allora sarebbe meglio comprare uno scooter, senza alcun dubbio.

Infatti, anche a seconda dell’utilizzo e delle esigenze, con questa tipologia di due ruote è più facile andare a scegliere un modello anche di cilindrata più bassa. Si tratta di mezzi che non hanno bisogno di una patente specifica per essere guidati, e che sono accomunati anche dal grande vantaggio di avere dei prezzi più accessibili rispetto a una moto, oltre che di essere più maneggevoli e facili da guidare anche nel traffico in città e dai meno esperti. E non è tutto, risulta più semplice anche trovare parcheggio e provvedere alla manutenzione ordinaria. Se poi parliamo di motorini 50 cc, allora bisogna considerare anche lo svantaggio di non poter percorrere alcune tipologie di strade (tra cui le autostrade) e di non poter sempre portare con sé un passeggero.

Se invece vogliamo mettere a confronto le motociclette con gli scooteroni, con cilindrate più alte, allora il discorso è differente. Si tratta infatti di veicoli a due ruote che comunque hanno la possibilità di viaggiare su tutte le strade, autostrada compresa, e che possono trasportare sempre un passeggero. Il pilota può quindi decidere di organizzare anche un breve viaggio con il suo scooterone. È chiaro però che il pensiero di un vero centauro rimane lo stesso, se si vuole viaggiare per il piacere di una vacanza on the road, bisogna assolutamente scegliere una vera e propria moto. E anche in questo caso, quale bisogna scegliere? Questo dipende dal proprio stile di vita e di guida e dal gusto personale.

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Che cosa si può fare in caso di targa clonata?

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Abbiamo parlato in altre occasioni di truffe legate al mondo auto, ma ancora non avevamo approfondito l’argomento delle targhe clonate, che purtroppo è un fenomeno ancora oggi diffuso. Ad alcuni automobilisti capita di ricevere a casa delle multe prese in luoghi mai visitati e di chiedersi come sia possibile. Ebbene sì, una ragione potrebbe proprio essere la circolazione di una vettura con lo stesso identico numero di targa (clonato).

Targa clonata: come si verifica questa particolare truffa

Si tratta di una frode messa a punto da malviventi, che oggi è in aumento, forse anche perché il suo funzionamento è molto semplice. Come avviene? Sembra davvero elementare, eppure bastano del nastro isolante nero e del bianchetto per modificare lettere e numeri delle targhe.

È così che i truffatori si sentono ‘liberi’ di infrangere il Codice della Strada, senza correre il rischio di vedersi arrivare la multa a casa (che purtroppo però viene recapitata allo sfortunato automobilista a cui, a sua insaputa, è stata clonata la targa). Attenzione: una precisazione va fatta, non allarmatevi immediatamente se vi vedete comminare una multa presa ipoteticamente in un luogo dove non siete mai stati o comunque in una circostanza impossibile. Potrebbe succedere anche che vi sia stato un errore di compilazione del numero di targa da parte dell’agente di Polizia. Iniziate a preoccuparvi se le multe cominciano a ‘piovere’ in quantità. In ogni caso, fate denuncia del fatto.

Targhe clonate e multe: a che cosa fare attenzione

Per evitare questi spiacevoli episodi, prendere l’abitudine di controllare sempre il giorno, l’orario e il luogo in cui avete preso la multa che vi arriva a casa. Se non conoscete assolutamente la zona in cui è stata commessa l’infrazione e addirittura si trova molto lontano da casa vostra, o ancora, se ricordate di non avere usato l’auto in quel giorno e/o orario specifico, allora tutelatevi e denunciate quanto accaduto.

Potete fare denuncia presso la Procura della Repubblica competente e anche semplicemente riferendo il fatto ai Carabinieri, nella caserma più vicina. Le Forze dell’Ordine sono tenute ad aprire una denuncia contro ignoti. È fondamentale chiaramente dimostrare che nel momento in cui avete preso la multa, la vostra macchina si trovava in un luogo differente.

Se siete fortunati, l’auto che possiede la vostra stessa targa (quindi clonata) avrà un colore differente e quindi sarà molto semplice dimostrare di essere stati truffati. Se addirittura modello e colore della macchina risultano identici (ma, come immaginerete, è molto raro) allora la questione diventa più complicata.

Ricorso per multa con targa clonata

Ci sono tre modalità differenti di ricorso:

  • al Giudice di Pace del territorio in cui è stata commessa l’infrazione. Deve essere fatto entro 30 giorni dalla notifica della multa e dietro versamento di 43 euro di tassa allo Stato;
  • gratuitamente invece al Prefetto, entro 60 giorni dalla notifica della multa;
  • amministrativo in autotutela, da inviare con raccomandata o PEC all’Ufficio dell’organo accertatore.

Se la multa presa comporta anche la decurtazione dei punti dalla patente, allora bisogna compilare e inviare all’Ufficio accertatore il modulo con i dati del conducente e la copia della denuncia e del ricorso. Purtroppo quando i malviventi decidono addirittura di andare a modificare la loro targa, il motivo è da ricercare nella volontà dei truffatori di commettere dei crimini anche gravi (come rapine) senza essere scoperti. Quindi prendere una multa per semaforo rosso o eccesso di velocità, in questi casi, è davvero il minore dei mali.

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Come si può personalizzare l’abitacolo dell’auto, senza che sia pericoloso?

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Trasformare gli interni della propria auto per personalizzarli a seconda dei propri gusti è un’operazione che non comporta necessariamente interventi vistosi o di cattivo gusto, come alcuni pensano, anzi. Ci sono anche elementi molto eleganti e raffinati da aggiungere oppure tecnologie di ultima generazione, su auto che non le possiedono di serie, perché più datate. Vediamo i consigli utili per personalizzare l’auto in maniera ‘divertente’ e non troppo costosa.

Personalizzazione abitacolo auto: i tappetini

I tappetini sono uno dei componenti dell’abitacolo che si rovina maggiormente a causa dell’utilizzo, del tempo e delle sostanze che vi entrano in contatto. Si usurano a tal punto che diventa necessario andare a sostituirli, e per questo motivo il conducente si può sbizzarrire nella scelta, seguendo i suoi gusti personali. Infatti è possibile comprare dei tappetini standard, classici e uguali agli originali, oppure più colorati e personalizzati.

Il coprivolante e la tappezzeria personalizzato

Nel caso in cui, come i tappetini, anche il volante si usuri, allora l’alternativa è scegliere un coprivolante, in commercio ce ne sono in tessuto e in pelle, in colori più chiari ed eleganti o neri.

Ci sono anche degli accessori realizzati in materiali sintetici, più sportivi, altri ancora di importanti firme, per accontentare i gusti, le esigenze e il budget di ognuno.

La tappezzeria dei sedili è un altro degli elementi che si rovina col tempo e l’utilizzo, sia in pelle che in stoffa. È possibile quindi usare delle foderine, nei negozi specializzati ci sono modelli più sbarazzi ed altri eleganti, di colori differenti, per accontentare tutti.

Come personalizzare gli interni dell’auto: le luci ambiente

L’illuminazione interna dell’auto è uno degli elementi che attira maggiormente e che riesce a rendere più o meno piacevole e suggestivo l’abitacolo. Per questo motivo i produttori di auto, soprattutto negli ultimi anni, sono molto concentrati su questo aspetto. Si preferisce dotare veicoli di luci interne che illuminano senza eccessi, in modo che siano funzionali, ma che non disturbino la visibilità e la concentrazione del conducente, mentre è al volante.

Per personalizzare l’abitacolo, in commercio è possibile trovare delle strisce Led, applicabili in maniera molto semplice da chiunque, in genere posizionate sotto i sedili, che si possono collegare direttamente all’impianto elettrico dell’auto. Il nostro consiglio spassionato è comunque quello di non esagerare con i Led colorati, anche perché la guida nelle ore notturne ne risentirebbe parecchio dal punto di vista della sicurezza.

Il sistema di infotainment e audio personale per l’auto

Prima dei nuovi sistemi tecnologici in auto, che consentono di ascoltare la musica e mille altre funzionalità, fino ad alcuni anni fa, c’era solo ed esclusivamente l’autoradio. Chiaramente non era facile e comoda da usare come i dispositivi di ultima generazione a cui ormai siamo abituati, ma era comunque un accessorio irrinunciabile. Oggi le cassette sono sparite del tutto, pian piano anche i CD non saranno più utilizzabili e infatti la musica si ascolta in Dab o in streaming. Se la macchina non dispone di un device tecnologico adeguato a questi sistemi, allora è necessario acquistarlo.

C’è chi modifica addirittura l’intero impianto audio, in questo caso sempre meglio far realizzare gli upgrade con strumenti e tecniche professionali, da parte di personale specializzato, che utilizza materiali di qualità per rendere il suono più pulito e potente.

Accessori auto personalizzati: la pedaliera sportiva

Gli amanti delle vetture sportive e delle personalizzazioni racing spesso aggiungono dei dettagli all’interno dell’auto, come i cuscini passacintura, le cuffie del cambio e altri accessori, tra cui anche la pedaliera (gli appassionati scelgono spesso di dotare la propria vettura di una pedaliera sportiva in alluminio sagomata).

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Renault Arkana E-Tech 145, la nostra prova su strada

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IconWheels per Renault

La nostra prova su strada di Renault Arkana E-Tech 145


Sapete cosa dicono di Arkana? Che è una vettura “SUVversiva”. E sapete perché? Perché abbina una carrozzeria, come quella delle suv – coupé, generalmente riservata ai marchi premium, a un’auto di un costruttore generalista come Renault. Ma non solo: cuore pulsante di questa vettura è un sistema ibrido che deriva addirittura dalla Formula1. Insomma: ha tutte le carte in regola per conquistare posizioni all’interno del segmento C. Un segmento in forte espansione.

La versione E-TECH 145, protagonista della nostra prova – e da poco disponibile per il mercato italiano – si contraddistingue per l’innovativo sistema full-hybrid. Il motore termico (il 1.600 4 cilindri benzina aspirato da 91 CV) è abbinato a due motori elettrici, alimentati da una batteria da 230 V, per una potenza complessiva di 145 CV. Il cambio è l’innovativo Multi-Mode, con innesto a denti, privo di frizione.

Secondo il ciclo di omologazione WLTP, questa motorizzazione, particolarmente parca nei consumi e attenta alle emissioni di CO2, consente di circolare in città fino all’80% del tempo in modalità elettrica, con un risparmio di circa il 40% rispetto alle motorizzazioni benzina “normali”, con un consumo stimato di 4,8 litri per 100 Km.

Nuovo Renault Arkana non passa certo inosservato: ha uno stile distintivo e una gran bella personalità, e riprende alcuni tratti stilistici tipici della Casa francese. Ha un’altezza libera dal suolo di 200 mm, cintura della scocca atletica, possente e ben rialzata, spalle ben definite e una vista laterale molto azzeccata, caratterizzata da passaruota ben marcati e dal tetto spiovente, tipico delle coupé. Sulla parte frontale spicca uno dei tratti distintivi di Renault dato dalla firma luminosa delle luci LED a forma di boomerang.

Arkana è disponibile in sette tinte carrozzeria, con due tipi di cerchi da 18”. Due gli allestimenti: Intens e R.S. Line, come l’esemplare in prova di Icon Wheels, firmato dal reparto Renault Sport, per soddisfare pure i clienti più esigenti.

Si viaggia comodi, questo è indubbio: a cominciare dal posto guida che è davvero super confortevole. Silenzioso, soprattutto in partenza, Arkana ha uno sterzo molto preciso e diretto, in perfetta sinergia con l’assetto non particolarmente rigido che rendono questo suv coupé molto agile, nonostante le dimensioni, anche nelle curve più strette.

E poi, è “best in class” alla voce sicurezza: per il suv coupé il massimo dei voti – 5 stelle – nei severi crash test dell’EURONCAP. Dispone, di serie, di 8 airbag, fra cui quelli a tendina e di tutti i principali ADAS di ultima generazione come l’Adaptive Cruise Control e sistema di rilevamento attivo dei veicoli in arrivo.

Già nelle concessionarie, a partire da 31.850 Euro. Oltre alla full-hybrid E-TECH 145, Renault Arkana è disponibile nella versione benzina 1.3 TCe declinata in due differenti livelli di potenza: da 140 e 160 CV.

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La storia del logo Renault

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Il logo Renault – la losanga – non è tra gli stemmi più affascinanti del mondo automotive ma ha una storia che merita di essere raccontata. Scopriamo insieme l’evoluzione della brand identity della Casa francese fondata nel lontano 1899.

La storia del logo Renault

La storia della Renault inizia a Parigi la sera della vigilia di Natale del 1898. Louis Renault arriva nel 19° arrondissement della capitale francese alla guida della prima auto da lui creata (la “voiturette Type A“, la prima vettura di sempre equipaggiata con una trasmissione a presa diretta) e per dimostrare la validità del suo progetto si inerpica lungo Rue Lepic, in vetta alla collina di Montmartre, e raccoglie i primi 12 ordini.

Il 25 febbraio 1899 viene fondata la società Renault-Fréres e compaiono i primi stemmi: il nome “Renault-Fréres” sui predellini e le iniziali LR (Louis Renault) sul mozzo delle ruote.

Il primo logotipo

Il primo logotipo Renault arriva nel 1900 ed è un medaglione in puro stile Art Nouveau ornato da nastri con due lettere R stilizzate che compongono a loro volta una L e una M (LouisMarcel, i fratelli Renault). Marcel scompare nel 1903 e nel 1906 – per rafforzare il simbolismo industriale – il medaglione viene rimpiazzato da un ingranaggio al cui interno è inciso il frontale della Renault vincitrice del GP di Francia di quell’anno con il pilota austro-ungarico Ferenc Szisz.

Nel 1909, dopo la morte di Fernand RenaultLouis resta da solo alla guida dell’azienda e la ribattezza Societé des Automobiles Renault.

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La Prima Guerra Mondiale e il carro armato

Il logo più curioso della storia Renault nasce nel 1919 e adotta la sagoma di un carro armato (per ricordare il contributo decisivo del mezzo FT17, creato proprio dall’azienda francese, nella Prima Guerra Mondiale). Lo stemma non viene usato sulle auto ma in tutti i documenti di quel periodo. Tre anni più tardi la Casa transalpina cambia nome: Societé Anonyme des Usines Renault.

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Arriva la losanga

Il 1923 è l’anno in cui arriva un nuovo logo sulle auto Renault: una griglia rotonda posizionata frontalmente con il nome Renault inscritto al centro che ha anche il compito di nascondere il clacson (come previsto dalle leggi dell’epoca). Già l’anno successivo, per adattarsi alle linee dei cofani motore a forma di diedro, lo stemma rotondo inizia ad adottare degli angoli e sulla berlina alto di gamma 40 CV Type NM appare la famosa losanga.

Nel 1925 la losanga viene ufficialmente adottata dalle Renault  sportive e lussuose (che nel 1929 guadagnano il suffisso Stella e un secondo logo nella parte superiore del cofano, una stella filante a cinque punte). Sei anni più tardi la stella filante rimpiazza la losanga sulle Renault StellaGrand Sport e ci rimane fino alla Seconda Guerra Mondiale. Nel frattempo appare uno slogan celebre: “Renault, l’Automobile de France“.

Dopo la guerra

Il 16 gennaio 1945 la Renault viene nazionalizzata e diventa Régie Nationale des Usines Renault. Lo slogan cambia in “Plus que jamais, Renault, l’Automobile de France” (più che mai, Renault, l’automobile di Francia). L’anno successivo lo stemma diventa per la prima volta a colori (giallo su fondo nero) e presenta la dicitura “Régie Nationale“.

Gli esperimenti degli anni ’50

Gli anni ’50 vedono una serie di esperimenti da parte di Renault sul tema “logo“: nel 1951 compare una cartina della Francia etichettata RNUR, sulla Frégate c’è un tre alberi con le vele spiegate mentre sulla Dauphine del 1956 troviamo uno stemma “Renault – Régie Nationale” con una corona con sopra tre delfini. Le sperimentazioni finiscono nel 1959: anno in cui la losanga diventa l’unico logo Renault.

I loghi spostati

Con l’arrivo della Renault 4 nel 1961 la losanga diventa più stretta (Pointe de Diamant, punta di diamante), il nome Renault è inciso in lettere più sottili e sparisce la dicitura “Régie Nationale“.

Sulla Renault 8 del 1962 lo stemma viene installato sul lato destro della calandra in posizione asimmetrica (una soluzione che verrà adottata anche in altre occasioni) mentre sulla 16 del 1965 la losanga viene usata anche come decorazione laterale sui parafanghi posteriori.

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Il logo Vasarely

Nel 1972 i vertici Renault decidono di dare più forza alla losanga semplificandola al massimo, allargandola e facendo sparire il nome della Casa transalpina. Il nuovo logo viene usato sulla 15, sulla 177 e sulle prime 5 ma viene rapidamente modificato dall’artista franco-ungherese Victor Vasarely (che realizza un logo dotato di striature parallele) in quanto troppo simile a uno stemma già registrato da un componentista.

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Gli anni ’90

Il 1992 è l’anno in cui il “logo Vasarely” viene modificato da Jacques Paumier (JPG Design): il nuovo stemma suggerisce la qualità e la robustezza del prodotto Renault e la nuova identità di marca è accompagnata da un’inedita tipografia disegnata da Wolff Olins. Il nome Renault riappare sotto la losanga in tutta la documentazione e sulle auto lo stemma si piazza stabilmente al centro della calandra.

Nel 1995 Renault entra in Borsa e nel 1999 nasce l’alleanza Renault-Nissan con l’acquisizione di DaciaNissan. Risale al 2000, invece, l’acquisto di Samsung Motors, diventata poi RSM.

Il quadrato giallo

Nel 2004 la losanga viene posta in un quadrato giallo per farne spiccare il rilievo e il materiale e la nuova tipografia delle lettere del nome Renault ideata da Eric de Berranger ed è disposta a destra del blocco di marca. Tre anni più tardi il nome Renault entra nella cornice gialla collocandosi sotto la losanga, lo slogan internazionale diventa “Renault – Drive the change” mentre quello francese “Changeons de vie, changeons l’automobile“.

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Il XXI secolo

Nel 2012 arriva un nuovo design più sensuale in casa Renault: la losanga, più grande e in posizione verticale, occupa sulla calandra uno spazio preponderante e fondamentale, contribuendo a rendere i modelli immediatamente identificabili come Renault. Il logo subisce alcuni adattamenti in funzione delle gamme: sui veicoli elettrici, ad esempio, è azzurrato.

Il nuovo universo di marca introdotto nel 2015 riguarda tutti i documenti prodotti dall’azienda e le pubblicità, accompagnate da una nuova firma sonora. Logo rinnovato con un emblema dai contorni più arrotondati e calorosi, una nuova tipografia più leggera e un nuovo slogan: “Renault – Passion for life“.

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Renaulution

Il nuovo logo Renault viene svelato nel 2021 in occasione del lancio della concept 5 Prototype: uno stemma essenziale, senza firma né topogramma, progettato per vivere in movimento. Una firma stilistica resa al tempo stesso più semplice e più iconica: due losanghe che si incastrano con un effetto ottico che crea complementarietà.

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Come si riducono drasticamente i consumi di un motore diesel?

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I consumi dell’auto si possono ridurre drasticamente tenendo dei comportamenti responsabili alla guida e seguendo alcuni consigli che possono essere molto utili sia in caso di motorizzazioni diesel che di altre tipologie di alimentazione. Vediamo tutto quello che bisogna sapere.

I consigli utili per ridurre i consumi dell’auto diesel

Un elenco dei migliori accorgimenti per diminuire quelli che sono i consumi del motore della vostra auto:

  • lo stile di guida è molto importante, in base al comportamento che si tiene al volante infatti i consumi aumentano o diminuiscono. Possiamo dire che la prima cosa a cui stare attenti è la modalità con cui si accelera, è meglio farlo sempre in maniera dolce e progressiva, evitando di premere il pedale fino in fondo quando non è assolutamente necessario;
  • lo stesso vale per la cambiata, il consiglio degli esperti per risparmiare carburante è quello di evitare di cambiare a un numero di giri alto; basta non superare i 2.500 giri per i motori a benzina e i 2.000 per quelli diesel, prima di cambiare marcia. È sconsigliato anche fare il contrario, e quindi mettere subito in terza o quarta appena si parte, è vero che si abbassano i giri del motore ma serve anche uno sforzo costante sull’acceleratore per non fermare la vettura. Dare più gas di quanto è necessario fa sempre consumare;
  • altri comportamenti molto responsabili alla guida che, oltre a ridurre i consumi, diminuiscono anche quelle che sono le emissioni inquinanti nell’atmosfera, sono: spegnere la macchina quando ci si trova fermi in coda, al semaforo, al passaggio a livello, oppure utilizzare il sistema di Start & Stop (se la vettura ne è dotata chiaramente), che consente infatti di risparmiare molto carburante (fino al 10%, che non è male);
  • tra le strategie da mettere in pratica per diminuire i consumi dell’auto, in grado di rendere lo stile di guida più risparmioso e fluido, c’è anche quella di tenere sempre sotto controllo la pressione delle gomme. Anche la condizione degli pneumatici infatti può influenzare molto i consumi della vettura, deve quindi essere sempre allineata con il valore indicato nel libretto di uso e manutenzione. Lo pneumatico gonfiato al meglio può aumentare l’efficienza fino a un 2%;
  • altro consiglio riguarda i viaggi in autostrada, quando fa caldo, soprattutto durante l’estate, la tendenza è quella di tenere i finestrini aperti per prendere aria, quando non si vuole usare il condizionatore (che oltretutto aumenta i consumi dell’auto); forse non lo sapete, ma anche tenere i finestrini sempre aperti aumenta di molto i consumi di carburante durante il viaggio;
  • cosa fare invece quando ci si trova in prossimità di un incrocio? Il consiglio è quello di avvicinarsi con la macchina in folle, arrivando fino alla linea dello stop lentamente, con il motore al minimo;
  • se guidate una vettura moderna, allora è molto probabile che sia dotata di un sistema frenante che permette di fermare l’auto in maniera sicura, anche se utilizzare il freno motore. Questo consente di risparmiare molto il carburante consumato dalla vettura;
  • ridurre il peso dell’auto aiuta a diminuire i consumi di carburante. Viaggiare per andare in vacanza ovviamente significa anche portare con sé i bagagli, ma il consiglio è quello di non esagerare e cercare di scegliere lo stretto indispensabile. Eliminate inoltre eventuali oggetti che avete nel bagagliaio durante in quotidiano, tutto quello che non occorre in auto. Il carico pesante infatti aumenta i consumi della macchina;
  • per consumare meno benzina, è bene che l’auto possa lavorare sempre al massimo livello di efficienza. Per questo motivo è fondamentale effettuare i controlli periodici, i tagliandi auto e la manutenzione generica. In questo modo il motore funziona sempre alla perfezione ed è possibile evitare consumi inutili.

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Come si affronta una frenata d’emergenza in moto?

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Quando si viaggia in moto, una delle manovre più pericolose, che qualsiasi pilota vorrebbe evitare, è senza dubbio la frenata di emergenza. Eppure purtroppo capita di doverla effettuare, a causa del comportamento distratto del pilota stesso, della velocità di percorrenza eccessiva su strade sconosciute o ancora per colpa di altri utenti della strada sbadati o inesperti. È fondamentale quindi imparare a gestire la frenata d’emergenza in maniera ottimale, per evitare incidenti e rischi inutili. Vediamo cosa bisogna sapere quindi sull’argomento, alcuni consigli utili.

Come affrontare la frenata d’emergenza con la moto

Tutti coloro che utilizzano una moto, ma anche un scooter, sanno bene che, sebbene si cerchi di evitare, molto spesso accade di dover frenare improvvisamente a bordo della propria due ruote, e non è mai piacevole. I rischi sono tanti, ma purtroppo capita di dover effettuare questa manovra d’emergenza in differenti casi, per evitare incidenti o problemi. Degli esempi:

  • l’auto che si ha davanti decide di svolta a sinistra all’ultimo momento, senza preavviso;
  • un pedone si ‘lancia’ in strada, attraversando senza nemmeno guardare.

Sono solo due delle infinite situazioni simili che si possono verificare, e cosa fare per evitare incidenti anche molto gravi? Frenare bruscamente. Ma la frenata d’emergenza deve essere affrontata nel modo migliore, per riuscire a controllare la propria moto, senza rischiare di cadere al suolo, facendosi male.

Come frenare quando ci si trova in queste situazioni:

  • prima di tutto premere la leva del freno anteriore progressivamente, arrivando alla pressione massima. In questo modo il peso va all’anteriore, comprime sospensione e gomma, che espande la superficie a contatto con la strada, e così acquista più aderenza;
  • evitare assolutamente di frenare bruscamente, si rischia infatti di non sfruttare totalmente l’aderenza dello pneumatico anteriore;
  • sarebbe meglio usare tutti e due i freni, aiutandosi anche con il posteriore, in modo che anche la gomma dietro possa mantenere il contatto con l’asfalto e offrire un po’ di trazione, per rallentare prima;
  • attenzione però a non contare solo sul freno posteriore;
  • controllate la situazione attorno a voi: se frenate al massimo e in maniera perfetta, ma avete un’auto vicinissima dietro, è praticamente inutile. Non è facile, ma bisognerebbe creare attorno a sé una ‘zona sicura’, per rimanere ‘isolati’ in qualsiasi situazione, senza essere d’intralcio. Questo permette di avere sempre lo spazio per una eventuale frenata d’emergenza.

Fate attenzione anche a questi dettagli, che possono essere molto utili per una guida sicura in moto:

  • se davanti a voi c’è un veicolo che oscura la visuale, allora spostatevi, non stategli dietro, gestite voi la situazione per evitare pericoli;
  • controllate sempre le condizioni del traffico attorno alla vostra moto;
  • guardate più avanti possibile, in modo da verificare se ci sono dei potenziali rischi sulla strada, prima di ritrovarli troppo vicini a voi, quando ormai sono un problema;
  • una cosa molto importante da fare, quando si ha meno esperienza, è prendere confidenza con la propria moto e provare a frenare fino al massimo in un parcheggio vuoto;
  • altra cosa fondamentale è conoscere a fondo la propria moto, quindi sapere quanto velocemente può frenare, cosa succede se la ruota posteriore si alza da terra, quando si può usare il freno dietro prima che blocchi e molto altro.

Attenzione a non avere mai paura di frenare per evitare situazioni di pericolo, tenete presente tutto quello che avete letto finora, ma quando è necessario cercate di fermare prima possibile la vostra moto. È possibile che la ruota posteriore si sollevi, ma è fondamentale ridurre la velocità dell’impatto.

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Come si guida davvero bene in montagna?

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L’estate sta finendo, e c’è chi parte per i suoi ultimissimi giorni di ferie oppure chi inizia a raggiungere la sua casa in montagna ogni week end, per passare un paio di giornate di svago prima di rientrare al lavoro il lunedì mattina. Una cosa è certa, soprattutto durante l’inverno o ad altitudini elevate, è bene sapere come guidare in montagna per evitare pericoli e come prepararsi a eventuali imprevisti comuni.

Lo stile di guida più sicuro per la montagna

Per guidare in sicurezza sulle strade di montagna, è bene tenere presente tutte le condizioni in cui è possibile trovare l’asfalto. Quindi potrebbero esserci delle lastre di ghiaccio o la neve se fa molto freddo, ma anche fango e acqua, tutti elementi che possono chiaramente rendere la guida più difficoltosa. La prima regola è guidare con prudenza, quindi mantenendo la giusta distanza di sicurezza dai veicoli che ci precedono, andare piano, evitare manovre brusche.

Sulle strade in salita, soprattutto in condizioni di neve e ghiaccio, bisognerebbe cercare sempre di mantenere una marcia bassa (ancor più se l’auto è carica e pesante). Questo consente al conducente di non dover rallentare o scalare improvvisamente, facendo slittare le ruote e rendendo molto difficile il proseguimento della marcia.

Lo stesso vale per la discesa, qui bisogna fare attenzione anche a non usare in maniera impulsiva e nervosa i freni, anche se istintivamente spesso si fa. Questo può provocare una perdita di aderenza e il rischio di testa coda. Se necessario, è bene guidare con le catene da neve, altrimenti diventa impossibile (in base alle condizioni della strada) per esempio viaggiare su una strada in pendenza e ghiacciata.

Gli accessori giusti per la guida in montagna

La guida in montagna comporta spesso un utilizzo più frequente dell’impianto di riscaldamento dell’aria, per disappannare i vetri, e dell’illuminazione, quando si percorrono determinati tratti di strada completamente bui. Questi sono elementi che, insieme alle basse temperature atmosferiche, potrebbero far scaricare la batteria dell’auto più facilmente.

Prima della partenza quindi sarebbe bene ricaricarla o addirittura cambiarla se è vecchia o se ha già dato alcuni segnali di malfunzionamento. Attenzione: portate sempre con voi i cavi di emergenza, per collegare l’auto nel caso in cui sia in panne per batteria scarica.

Per guidare in montagna, soprattutto durante la stagione più fredda, è bene montare pneumatici invernali o gomme quattro stagioni, che devono comunque essere in ottimo stato, oppure avere le catene da neve a bordo.

Come guidare in montagna e affrontare le soste durante le ore notturne

L’auto, e in particolare il motore, sono sottoposti a condizioni di guida più dure quando ci si reca in montagna, soprattutto se fa molto freddo. Infatti sia il liquido refrigerante che il carburante e il liquido lavavetri potrebbero congelare. Come risolvere questa situazione:

  • nel serbatoio si può aggiungere un additivo anticongelante apposito per il carburante ghiacciato;
  • esiste un liquido lavavetri specifico per l’inverno;
  • per il refrigerante, se diluito con acqua e vecchio, nascono dei problemi durante eventuali soste notturne all’aperto.

Attenzione anche all’olio motore, chi va spesso in montagna con la sua auto usa degli oli di gradazione SAE più bassa, per chi invece va in montagna occasionalmente, il nostro consiglio è controllare il livello e farlo scaldare guidando in maniera tranquilla.

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