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Multe per infrazione del Codice della Strada: quali sono

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Le multe che si prendono per infrazioni al Codice della Strada sono di differenti tipologie, ovviamente tutto dipende da quanto è grave l’infrazione che compie l’automobilista alla guida del suo veicolo. Solitamente la punizione per Legge corrisponde al pagamento di una somma di denaro e in genere sono previsti un minimo e un massimo dell’importo dovuto; entro 60 giorni dalla notifica del verbale l’automobilista è obbligato a pagare l’importo minimo.

Esistono anche delle sanzioni accessorie, nel caso in cui alla sanzione amministrativa per una determinata multa è prevista anche l’aggiunta di un’altra punizione che può riguardare la confisca dell’auto, oppure il ritiro della carta di circolazione, o ancora la sospensione, revoca o perdita temporanea della patente.

Ci sono invece casi più gravi che per Legge sono considerati reati e si tratta in particolare dei seguenti:

  • omissione di soccorso in caso di incidente;
  • guida sotto effetto di alcol o sostanze stupefacenti;
  • rifiuto di sottoporsi all’alcol test.

In questi casi la persona non viene solo multata, ma deve subire un processo e quindi un giudizio da parte del tribunale. Il giudice deve stabilire la somma che deve essere pagata e la durata di un eventuale arresto (che spesso viene convertito in una multa).

Il verbale per violazione del Codice della Strada

Gli agenti di Polizia rilasciano il verbale, nei casi più comuni di violazione del Codice della Strada. Si tratta di un documento che certifica la violazione che è stata commessa e in cui si riportano:

  • generalità del proprietario dell’auto;
  • giorno, ora e località;
  • targa;
  • norma del Codice della Strada che è stata violata;
  • esposizione dei fatti;
  • somma di denaro da pagare;
  • punti eventualmente sottratti dalla patente;
  • ufficio presso cui pagare la multa.

Entro quanto tempo bisogna pagare una multa?

Le multe possono essere pagate entro 5 giorni, in questo caso si usufruisce di uno sconto del 30%, solo se però non si tratta di una violazione che comporta anche la decurtazione dei punti della patente. Sul verbale solitamente viene riportata la somma da pagare, con e senza sconto. Se si paga la multa dopo 60 giorni non si può versare l’importo ridotto e inoltre scattano anche le sanzioni per ritardo, le more.

Dove si pagano le multe?

Le multe si possono pagare presso le ricevitorie Lottomatica e Sisal. Se sono stati gli organi della polizia municipale a rilevare il verbale, allora il pagamento può essere effettuato presso l’ufficio comunale della propria città. Le multe si possono pagare anche online, dal sito della propria banca, dal portale delle Poste Italiane o Lottomatica.

Multe per violazione del Codice della Strada, come fare ricorso

Quando un automobilista prende una multa perché infrange una delle norme del Codice della Strada, ha la possibilità di contestarla, nel caso in cui la ritenga ingiusta oppure pensi che l’importo da versare sia troppo elevato. Al guidatore è consentito presentare ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace, nel primo caso entro il termine massimo di 60 giorni, nel secondo caso di 30 dall’avvenuta contestazione.

La possibilità di fare ricorso è attiva in questi casi:

  • il verbale è illeggibile oppure risulta incompleto o inesatto;
  • è presente un vizio di forma;
  • manca la segnaletica dell’autovelox oppure gli apparecchi non sono omologati;
  • arriva una doppia multa per la stessa infrazione commessa;
  • non è avvenuta la notifica entro 90 giorni o 150 giorni se si risiede all’estero;
  • la notifica arriva al vecchio proprietario, nonostante il passaggio di proprietà.

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Il dizionario delle batterie auto

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Poche cose sono importanti in un’auto come le batterie ma non è facile comprendere tutta la terminologia legata a questo settore.

Per far conoscere meglio questo mondo al grande pubblico l’azienda tedesca Varta ha realizzato un dizionario con la spiegazione di tutti i termini in parole semplici. Scopriamolo insieme.

Il dizionario delle batterie auto

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AGM

Absorbent Glass Mat: strato di microfibra di vetro utilizzato per assorbire l’acido solforico nelle batterie al piombo.

Accettazione di carica

La quantità di corrente in ampere-ora che una batteria con un determinato livello di carica riesce ad accettare a una temperatura e una tensione di carica specifiche in un tempo definito.

Amperaggio di avviamento a freddo

Numero di ampere che una batteria piombo-acido può erogare a – 17,8° C per 30 secondi, mantenendo una tensione di almeno 1,2 volt per cella.

Ampere (A)

L’unità di misura del flusso di elettroni, o corrente, attraverso un circuito.

Ampere-ora (Ah)

Unità di misura della capacità di immagazzinamento di energia di una batteria, ottenuta moltiplicando la corrente in ampere per il tempo di scarica in ore.

Capacità

La capacità di una batteria a piena carica di erogare una specifica quantità di elettricità (Ah) a un determinato amperaggio (A) in un lasso di tempo definito (h).

Cella

L’elemento di base che produce corrente elettrochimica in una batteria, costituito da piastre positive, elettrolito, separatori e scatola. Una batteria piombo-acido da 12 volt è composta da 6 celle.

Ciclo

In una batteria una scarica più una ricarica equivalgono a un ciclo.

Circuito

Il percorso seguito da un flusso di elettroni. Il circuito chiuso è un percorso completo mentre il circuito aperto è un percorso interrotto che non consente il passaggio di corrente.

Coperchio

Il coperchio della scatola della batteria.

Corrente

La velocità del flusso di elettricità, cioè il movimento degli elettroni lungo un conduttore. L’unità di misura della corrente è l’ampere (A).

Corrosione

La reazione chimica distruttiva tra un elettrolito liquido e un materiale reattivo.

Cortocircuito

Un collegamento a bassa resistenza – in genere non voluto – in un cavo o un dispositivo elettrico, che consente il passaggio di corrente dai valori molto elevati. In una batteria il cortocircuito di una cella può durare abbastanza a lungo da scaricare la cella e rendere la batteria inutilizzabile.

Elettrolito

In una batteria piombo-acido, l’elettrolito è acido solforico diluito con acqua. Un conduttore che fornisce acqua e solfato per la reazione elettrochimica.

Livello di carica/condizioni della batteria

La quantità di energia elettrica immagazzinata in una batteria in un determinato momento, espressa come percentuale dell’energia contenuta nella batteria a piena carica.

Massa attiva

Nelle piastre positive la massa attiva è costituita da biossido di piombo, nelle piastre negative da piombo metallico spugnooso. Quando si crea un circuito elettrico, durante la carica e la scarica questi materiali reagiscono con l’acido solforico.

Massa/terra

Il potenziale di riferimento di un circuito. Per le automobili si parla di “collegamento/messa a massa/terra” quando si collega il cavo batteria alla carrozzeria del veicolo per utilizzare quest’ultima come percorso per chiudere il circuito, invece di usare un cavetto diretto da un componente. Oggi in oltre il 99% delle applicazioni nel settore automobilistico è il polo negativo della batteria a fungere da massa.

Ohm

Unità di misura della resistenza elettrica o impedenza in un circuito elettrico.

Piastra-Negativa

Un elemento di metallo fuso contenente massa attiva (piombo spugnoso).

Piastra-Positiva

Un elemento di metallo fuso contenente massa attiva (biossido di piombo).

Polo

Collegamento elettrico dalla batteria al circuito esterno. Ogni polo è collegato alla prima barretta (positiva) o all’ultima (negativa) delle celle collegate in serie di una batteria.

Riserva di capacità (RC)

Il numero di minuti per cui una batteria nuova, completamente carica, può erogare 25 ampere a 26,7°C e mantenere una tensione ai poli uguale o superiore a 1,75 volt per cella. Questo valore indica per quanto tempo la batteria può continuare ad alimentare gli accessori essenziali se l’alternatore o il generatore del veicolo smettono di funzionare.

Scarica profonda

Stato in cui una cella viene scaricata completamente prelevando una corrente bassa e la tensione scende sotto la tensione finale di scarica.

Scatola

Il contenitore in polipropilene o ebanite che racchiude le piastre e l’elettrolito.

Separatore

Elemento divisorio che si interpone tra le piastre positive e quelle negative di una cella e che consente il passaggio di corrente attraverso di essa.

Stratificazione dell’acido

Quando si carica una cella piombo-acido, nelle piastre si produce acido ad alta densità. Questo acido pesante, in virtù della forza di gravità, scende nella parte inferiore della cella, mentre l’acido di minore densità sale verso l’alto. La stratificazione dell’acido può causare perdita di capacità e/o guasti alla batteria.

Tensione di scarica finale

Indica il livello di voltaggio ammissibile più basso di una batteria o una cella. Al di sotto di questo voltaggio (scarica profonda) la cella elettrochimica si può compromettere o (tramite inversione del polo) distruggere nel caso di vari tipi di batterie.

Volt

Unità di misura del potenziale elettrico.

VRLA

Valve Regulated Lead Acid: batteria sigillata a manutenzione zero.

Watt

Unità di misura della potenza elettrica, cioè il lavoro compiuto nell’unità di tempo dalle cariche elettriche durante lo spostamento tra due punti di un conduttore a diverso potenziale. La potenza elettrica è data dal prodotto della tensione per l’intensità di corrente: Watt = Ampere x Volt.

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Car detailing, cos’è e quali sono le fasi da seguire nel dettaglio

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Non tutti conoscono quel che si racchiude dentro il termine car detailing: si tratta di tutti gli aspetti che riguardano la pulizia, la lucidatura e la manutenzione di un’auto. Interventi che servono a ripristinare l’aspetto originario di una macchina o mantenerlo tale per più tempo possibile, proteggendolo dalla normale usura.

Il car detailing è personalizzabile, quindi ognuno di noi lo può interpretare a modo suo, pur esistendo delle procedure di lavorazione specifiche e dei prodotti e attrezzi da usare. L’obiettivo di un esperto di car detailing, più o meno esigente, è migliorare le performance dei veicoli, ottimizzarne i tempi di risposta o i risultati e mantenere l’auto sempre come nuova nella parte estetica. Solo i professionisti del settore sanno indicare quale strada intraprendere per occuparsi di car detailing in maniera seria. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Quali sono le differenti fasi del car detailing?

Per occuparsi di car detailing in maniera corretta, ci sono delle fasi da tener presente e seguire alla lettera. È bene occuparsi della cura della propria auto con i prodotti giusti e usando le attrezzature adeguate per mantenere la vettura in perfette condizioni. Vediamo quali sono le fasi da seguire assolutamente:

  • la prima è il lavaggio dell’auto, che serve per eliminare tutti i residui di sporco che provengono dalla strada, la polvere, gli insetti. Chiaramente si fa riferimento sia alla pulizia degli interni che a quella degli esterni della vettura. Generalmente si usano guanti o panni appositi, è bene scegliere lo strumento che si preferisce, e prodotti neutri, per non andare ad aggredire le parti più delicate dell’auto. Il lavaggio non deve essere fatto in maniera sbrigativa, bisogna prendersi il giusto tempo, per non rischiare di graffiare la vernice o di lasciare degli antiestetici aloni sulle superfici;
  • la seconda fase è la decontaminazione, che elimina tutto quello che un semplice trattamento di pulizia non è in grado di rimuovere. Dopo questa fase, la carrozzeria deve essere liscia al tatto, bisogna eliminare ogni possibile traccia di resina, catrame, ferro, ossidazione o colla;
  • arriviamo alla terza fase, quella della lucidatura, la parte più articolata del car detailing. Oltre ad usare le migliori tecnologie in commercio, infatti, per ottenere dei buoni risultati sull’auto, serve un’ottima lucidatura. È necessario proseguire in modo lineare, andando ad eliminare piccoli graffi, ossidazioni e opacità, donando un aspetto luminoso e brillante alla carrozzeria dell’auto. vi sono differenti tipologie di lucidatura possibili: la prima è quella a mano, la più economica, che permette di stendere il prodotto con un applicatore. Si può usare altrimenti la lucidatrice rotorbitale, utile per i privati, o quella rotativa, che usano invece i professionisti, in grado di ottenere risultati ottimali in poco tempo, ma anche di rovinare la macchina, se non si è capaci di usarla in maniera corretta;
  • la quarta fase è quella della protezione, che serve per mantenere i risultati ottenuti nelle fasi precedenti. In questo modo l’auto risulta meno sensibile a qualsiasi agente atmosferico, alla polvere e agli anni che passano. Oggi esistono addirittura delle protezioni totali, capaci di prevenire anche l’effetto corrosivo dell’acqua, i graffi e l’azione dello sporco, tutto dipende dall’impegno che si vuole dedicare al car detailing, in termini economici e di tempo;
  • l’ultima fase è ovviamente quella del mantenimento, che serve per conservare più a lungo possibile tutti gli effetti dei vari trattamenti eseguiti. È importante ad esempio usare dei detergenti equilibrati e neutri, degli accessori delicati, detailer lubrificati e panni non pericolosi per qualsiasi tipologia di superficie.

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Dieci auto che meriterebbero una versione sportiva

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Le auto sportive non piacciono più come un tempo: ai clienti (che preferiscono le SUV) e alle Case (le vetture più potenti alzano la media delle emissioni di CO2).

In questa guida all’acquisto abbiamo analizzato dieci auto che meriterebbero una versione sportiva: 10 vetture molto amate a cui manca una variante “pepata”. Scopriamole insieme.

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Citroën C3 Racing

Sappiamo che Citroën ha abbandonato il WRC ma stiamo pur sempre parlando del marchio che ha vinto più rally iridati.

Perché quindi non creare una versione della C3 realizzata da Citroën Racing? Magari spinta dal 1.6 turbo benzina già visto sulla DS3 Racing e attualmente presente (seppur in versione depotenziata) sulla C5 Aircross.

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Fiat Panda 135 HP

Una variante pimpante della Fiat Panda manca a molti: l’erede della mitica 100 HP potrebbe chiamarsi 135 HP e montare il 1.4 turbo benzina T-Jet della Abarth 595 depotenziato a 135 CV come sulla prima 500 moderna dello Scorpione.

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Ford EcoSport Raptor

La Ford EcoSport sta per andare in pensione ma potrebbe chiudere la carriera con una versione Raptor grintosa (perché non mettere ad esempio il motore 1.0 EcoBoost turbo tre cilindri mild hybrid benzina della Puma?) ed efficace in off-road (look da fuoristrada e la trazione integrale, comparsa per breve tempo – nel biennio 2018/2019 – nella gamma della piccola SUV statunitense).

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Jeep Compass SRT

Nella gamma Jeep Compass manca una versione più sportiva della S: si potrebbe ad esempio lanciare una variante con un look ancora più aggressivo, con l’assetto ribassato e con il motore 1.3 turbo benzina T4 da 180 CV già visto sulla “cugina” Renegade.

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Lancia Ypsilon S MomoDesign

Tra il 2013 e il 2015 l’allestimento S MomoDesign ha portato un look più maschile alla Lancia Ypsilon. Si potrebbe riproporre questa formula aggiungendo un motore più vivace come ad esempio il 1.4 turbo benzina T-Jet da 120 CV della Fiat Tipo.

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Peugeot 108 GT Line

La Peugeot 108 GT Line è già stata presente in listino tra il 2017 e il 2019. Noi riproporremmo questa variante ma con un motore più potente come il 1.2 turbo tre cilindri benzina PureTech da 102 CV della 2008. Tanti cavalli e peso contenuto: l’ideale per divertirsi…

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Renault Zoe RS

La Renault Zoe RS – una variante sportiva della piccola elettrica francese realizzata in collaborazione con Renault Sport – è quello che manca a una Casa che sta puntando molto sulle vetture a emissioni zero.

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Toyota RAV4 GR Sport

Realizzare una Toyota RAV4 GR Sport senza cambiare motore ma semplicemente regalando un look più aggressivo alla SUV media giapponese significherebbe riproporre quanto già fatto sulla Corolla.

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Volkswagen e-up! GTI

Divertimento e rispetto per l’ambiente: tutto in una sola auto. La Volkswagen e-up! GTI – variante più grintosa della citycar elettrica tedesca caratterizzata da un look identico a quello della up! GTI a benzina – potrebbe conquistare giovani automobilisti attenti all’ecologia.

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Volvo XC60 R

Volvo non produrrà mai una versione sportiva alimentata esclusivamente a benzina della XC60 visto che andrebbe contro le ultime politiche ecologiche della Casa svedese. Ma quanto ci piacerebbe una variante “cattiva” della SUV media scandinava spinta dal motore 2.0 a doppia sovralimentazione (turbo + compressore volumetrico) da 318 CV utilizzato come unità termica dalla Polestar Engineered.

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Pompa del carburante, come funziona e come controllarla

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Una delle componenti più importanti del motore della vostra auto è la pompa del carburante, che di fatto è quell’elemento che permette l’alimentazione corretta della vettura. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e come funziona e quando è arrivato il momento di cambiarla.

Come funziona la pompa del carburante di un’auto?

È importante sapere come funziona questo elemento così importante per la vostra auto, anche se non siete dei grandi intenditori di motori e di meccanica; in questo modo potete almeno capire come risolvere dei piccoli problemi che si possono verificare.

Partiamo dalle basi, la pompa del carburante si può dividere in due parti distinte:

  • una sezione idraulica, che rappresenta in effetti la vera e propria pompa, con valvole di aspirazione e per lo scarico;
  • una parte pneumatica.

Tra le due sezioni viene posizionata una membrana elastica che funziona da elemento pompante e separa appunto le due sezioni di cui si compone la pompa del carburante. Questa membrana oscilla in modo che varia il volume del corpo della pompa e, grazie a questi movimenti, è possibile far defluire il carburante che dal serbatoio viene spinto fino al carburatore dell’auto.

Solitamente la posizione in cui si trova la pompa è all’interno del serbatoio oppure al di sopra di esso, ma in alcune vetture può essere anche incorporata rispetto al serbatoio stesso, trovandosi quindi a fianco della ruota destra posteriore. Alzando i sedili posteriori e svitando le viti di fissaggio si può trovare il serbatoio.

Quali comportamenti provocano problemi o la rottura della pompa del carburante?

Viaggiare spesso con l’auto in riserva è il comportamento sbagliato che più di tutti può andare a provocare danni alla pompa del carburante e addirittura causarne la rottura. In questo caso infatti cosa succede? La pompa si surriscalda parecchio, rovinandosi, andando a distruggere il filtro e quindi creando un danno che sicuramente, per essere sistemato, richiede una spesa non di certo indifferente da sborsare al meccanico. È bene anche non utilizzare mai carburante di scarsa qualità, perché a lungo andare potrebbe portare alla rottura della pompa stessa.

Come facciamo a capire che la pompa del carburante si è rotta?

La pompa del carburante che non funziona a dovere comunica il danneggiamento con alcuni segnali, a cui è bene prestare immediatamente attenzione. Il primo è un forte odore di benzina all’interno dell’abitacolo, che indica la rottura di questo importante elemento. Anche nel caso in cui l’auto faccia fatica a mantenere la velocità o addirittura proceda a strappi, con decelerazioni progressive, il problema potrebbe essere la pompa del carburante. Altro sintomo da interpretare è la difficoltà di avviare l’auto.

Quando è necessario sostituire la pompa del carburante?

La pompa del carburante si deve sostituire in tutti i casi più gravi di malfunzionamento. Potete capire se è necessario cambiare la pompa facendo una piccola prova autonomamente o facendovi aiutare da qualcuno. Basta scollegare il tubo che porta la benzina al carburatore e andare a inserire l’estremità aperta in un contenitore. Potete quindi sedervi alla guida dell’auto e dare un colpo sul pedale dell’acceleratore, la benzina dovrebbe uscire e andare nel recipiente, se questo non succede allora vuol dire che la pompa non funziona e quindi deve essere assolutamente sostituita. Non si tratta di un’operazione complessa, ma è sempre bene far cambiare la pompa ad un meccanico professionista.

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Gonfiare le gomme dell’auto: come farlo correttamente

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Il gonfiaggio degli pneumatici dell’auto si può fare anche tranquillamente da soli, in maniera rapida e senza alcuna difficoltà. Vediamo come procedere per gonfiare in maniera esatta le gomme, senza rischiare che rimangano poco gonfie o che addirittura scoppino o comunque compromettano la sicurezza durante la circolazione in auto.

Gomme auto: impara a misurare la pressione

La prima cosa da fare è imparare a misurare la pressione degli pneumatici, per farlo serve un manometro, che puoi comprare in un negozio di autoricambi, dal ferramenta o anche presso le officine dei gommisti. Quelli portatili sono di piccole dimensioni e poco costosi, da circa 10 euro a 30 euro al massimo, in base alla struttura e alle caratteristiche. Per misurare la pressione delle gomme, trova la sporgenza in plastica lungo il bordo dello pneumatico e svitala, premendovi sopra la parte aperta del manometro.

Lascia che lo strumento rilevi la pressione dell’aria e estrailo, leggendo quindi il valore riportato. In questo modo potrai sapere quanta aria devi aggiungere, considerando che la pressione deve essere compresa tra 2.1 e 2.4 atmosfere per l’auto. Ricorda che, ovviamente, usando l’auto, gli pneumatici perdono atmosfere, quindi controlla almeno ogni due o tre mesi il gonfiaggio, per non rischiare pericolose esplosioni. Sul manuale della tua vettura o sull’adesivo che si trova nel lato interno della portiera del conducente, trovi la pressione esatta a cui devono essere gonfiate le gomme.

Gonfiare le gomme auto: cosa fare

Per poter gonfiare le gomme devi togliere i tappini alle valvole e trovare una pompa. Puoi usarne una manuale oppure un compressore automatico, che ovviamente è più costoso, ma anche più veloce. Se non hai una pompa, comprala o fattela prestare, in alternativa recati presso una stazione di servizio, dove potrai trovare un erogatore a gettoni.

Prima di iniziare a gonfiarle, assicurati che le gomme non siano calde; se ti trovi ad una stazione di servizio, procedi subito dopo aver fatto benzina. Dopo aver comprato del carburante infatti il servizio potrebbe essere gratuito.

Come procedere con il gonfiaggio delle gomme auto

Innanzitutto collega la pompa, se ti trovi alla stazione di rifornimento, allunga il tubo allo pneumatico più vicino e premi la punta nella valvola. Se le gomme sono molto sgonfie, ci vorranno alcuni minuti prima di poterle vedere gonfie al punto giusto, altrimenti, per un semplice “rabbocco”, potrebbero bastare anche solo una ventina di secondi. Durante la procedura regola la pressione, quando pensi di aver gonfiato abbastanza, estrai il tubo e misura la pressione con il manometro, se hai raggiunto il valore corretto, allora vuol dire che hai finito, altrimenti inserisci nuovamente la pompa e procedi.

Nel caso in cui invece hai superato la pressione consigliata dal manuale dell’auto, devi espellere l’eccesso. Come si fa? Premi la punta centrale della valvola della gomma con un’unghia o un piccolo strumento, fino a che senti il sibilo dell’aria compressa che fuoriesce dalla gomma troppo gonfia. È importante che gli pneumatici siano sempre gonfiati alla giusta pressione, secondo alcuni studi infatti, le gomme dell’auto sgonfie anche solo di pochi centesimi di atmosfere comportano un aumento del carburante e una maggiore usura.

Ricorda di riemettere il tappino ad ogni valvola una volta che hai gonfiato ogni pneumatico, riduce il rischio di perdite. La valvola infatti non rilascia aria, a meno che la sua punta centrale venga schiacciata.

 

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Rc Auto, garanzia Kasko: in che cosa consiste e che cosa copre

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In Italia è obbligatoria la Rc Auto su ogni veicolo a motore, che copre parzialmente o integralmente i danni causati ad altre persone o cose nell’uso del mezzo stesso. Esistono anche delle garanzie accessorie che intervengono quando a provocare il danno è il proprietario stesso dell’auto e non un terzo. La Kasko è sicuramente una delle più note, che rimborsa il contraente in ogni caso, a prescindere dalla sua responsabilità. Vediamo di cosa si tratta.

Rc Auto, che cos’è la Kasko?

La Kasko consente un rimborso che non dipende dalla natura del danno subito ed è una formula consigliata in particolar modo a chi passa molto tempo alla guida dell’auto, principalmente per lavoro; in questi casi infatti il rischio di incorrere in un incidente è maggiore. Se il sinistro avviene a causa di una manovra improvvisa o di una distrazione e qualsiasi altro fattore che non rientra nella copertura della Rc Auto, l’unica salvezza è appunto la Kasko. Una garanzia che permette di avere una maggiore copertura e quindi il diritto di ottenere sempre l’indennizzo assicurativo. Chiaramente comporta una maggiorazione del premio annuo dell’assicurazione, come qualsiasi altra garanzia accessoria alla Rc Auto.

A chi si rivolge la Kasko della Rc Auto?

La Kasko è una garanzia molto indicata a chi passa tanto tempo al volante, chi viaggia parecchio ad esempio per lavoro, oppure si consiglia spesso a chi compra l’auto nuova, di elevato valore, e ai neopatentati. È una garanzia in più per chi ha meno esperienza in auto, per chi vuole ripararsi da eventuali danni di elevato valore o per chi, essendo ogni giorno alla guida, corre ovviamente un rischio maggiore. Le tipologie di Kasko proposte solitamente dalle compagnie assicurative ai clienti sono tre differenti:

  • Kasko a valore intero, senza alcun limite relativo alla copertura;
  • Kasko a primo rischio assoluto, è previsto un massimale fisso, a prescindere dal valore dell’auto;
  • Kasko a primo rischio relativo, si calcola la copertura massima in base al valore del veicolo.

Rc Auto, cosa copre la Kasko?

La Kasko non copre solo i danni causati da terzi al nostro veicolo, ma anche quelli che provochiamo noi stessi alla nostra auto. La copertura prevista può essere totale o parziale. Si chiama Kasko la garanzia che copre totalmente i danni, anche se il sinistro non coinvolge altre auto, a parte il guidatore assicurato. La mini-Kasko invece, chiamata anche polizza collisione, diminuisce la possibilità di risarcimento dei danni causati dal conducente quando provoca un sinistro con altre auto, non prevede quindi la copertura dei danni causati in un sinistro in solitaria. Ci sono anche delle esclusioni a cui è necessario prestare attenzione nel momento in cui si sottoscrive la polizza.

È necessario sapere infatti che non è garantita la copertura nel caso in cui il conducente stia guidando con patente scaduta o ritirata, sotto effetto di sostanze stupefacenti o in stato di ebbrezza. Oltretutto non si ottiene l’indennizzo se la causa dell’incidente è attribuibile a oggetti o animali trasportati, oppure per danni dolosi o causati da atti vandalici o eventi atmosferici, infatti per questi casi ci sono altre garanzie accessorie. La Kasko è quindi una garanzia ulteriore che può essere molto utile ad alcuni soggetti assicurati, è necessario valutare se il prezzo vale la necessità di attivarla.

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Patente italiana negli USA o patente internazionale, cosa bisogna sapere

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Se hai intenzione di fare un viaggio in America, allora è bene che tu conosca e rispetti le loro regole, anche per quanto riguarda la guida delle auto. Ci sono alcuni dubbi oggi inerenti alla patente di guida internazionale, se è obbligatoria o se basta avere la patente italiana per guidare negli Stati Uniti. Vediamo alcuni consigli utili e informazioni per chiarire la questione.

Patente italiana negli USA, è valida?

Per guidare negli Stati Uniti e per noleggiare un’auto è sufficiente avere la patente italiana in corso di validità. Se si ha una patente internazionale conforme alla Convenzione di Ginevra del 1949, allora il consiglio è quello di abbinarla alla patente normale, in modo che gli eventuali controlli della Polizia possano essere più semplici e rapidi. Con la licenza di guida italiana si può guidare in tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea, ma anche in altri extra-europei e europei fuori dall’Unione.

Patente internazionale negli USA: validità

Esistono due modelli differenti di patente internazionale, negli Stati Uniti d’America serve quella conforme alla Convenzione di Ginevra del 1949, che ha una validità di un solo anno, trascorso il quale va rifatta nuovamente, non può essere infatti rinnovata e devono essere sostenuti nuovamente tutti i costi. Per poter guidare negli USA comunque non serve necessariamente la patente internazionale, ma per ogni eventuale controllo ricordatevi di portare sempre con voi il passaporto.

In ogni caso, la patente internazionale conforme alla Convenzione di Ginevra del 1949 è valida in tutti gli Stati Uniti d’America, senza alcuna distinzione. Non è però indispensabile, ripetiamo infatti che può bastare la patente di guida italiana, valida in qualsiasi situazione, quindi sia per la guida del proprio mezzo che per il noleggio auto. La patente internazionale potrebbe servire solo ed esclusivamente in caso di un soggiorno prolungato, non legato ad una situazione turistica.

Patente internazionale per gli Stati Uniti: come fare la richiesta

Ci sono due vie differenti per poter richiedere la patente internazionale per gli Stati Uniti:

  • presso gli Uffici della Motorizzazione Civile, recandovisi autonomamente;
  • usando i servizi ACI, che richiedono però dei costi aggiuntivi.

Nel primo caso la procedura è la seguente:

  • innanzitutto serve l’apposito modello TT746 che si trova negli uffici stessi;
  • occorrono poi la ricevuta del versamento pari a 10,20 euro da effettuare sul c/c 9001 da bollettino, la ricevuta del versamento pari a 16,00 euro sul c/c 4028, entrambi i bollettini si trovano in posta o alla Motorizzazione, una marca da bollo da 16,00 euro, 2 fototessere di cui una autenticata, la fotocopia fronte e retro della patente di guida italiana in corso di validità.

Usando i servizi ACI invece:

  • innanzitutto è necessario sapere che si paga un sovrapprezzo per la gestione della pratica che facilita i tempi, il costo totale è di circa 76,00 euro;
  • vengono richiesti 2 fototessere di cui una autenticata, la patente di guida italiana valida, la Carta d’Identità valida e il Codice Fiscale.

Il consiglio è di fare la richiesta, in una qualsiasi delle due procedura alternative, almeno due mesi prima del bisogno. Nonostante i tempi di consegna del documento si siano accorciati negli ultimi anni, è sempre bene non arrivare all’ultimo momento e rischiare poi di non ricevere la propria patente di guida internazionale prima di partire per gli Stati Uniti. Ricordiamo che la patente italiana, nel caso in cui ci si rechi negli USA per turismo, è sufficiente.

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BMW serie 5 restyling: foto e dati

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Tempo di restyling per la BMW serie 5: a quattro anni dal lancio la settima generazione dell’ammiraglia bavarese ha beneficiato di numerose modifiche (più tecniche che estetiche).

Di seguito troverete le foto e i dati della rinnovata “segmento E” tedesca a trazione posteriore o integrale, disponibile nelle varianti berlina e station wagon Touring. Il debutto sul mercato è previsto per luglio 2020.

BMW serie 5 restyling: cosa cambia nel design

I principali cambiamenti di design apportati dagli stilisti BMW alla settima evoluzione della serie 5 in occasione del restyling sono concentrati soprattutto nel frontale con la griglia più larga e alta e i fari anteriori più sottili. Tra gli optional troviamo l’impianto full LED con funzione in curva adattiva, abbaglianti BMW Selective Beam con tecnologia a matrice e assistente abbaglianti o il sistema BMW Laserlight.

La zona posteriore è più simile alla versione pre-lifting: terminali di scarico trapezoidali su tutta la gamma e luci dei freni integrate nei gruppi ottici.

Negli interni della BMW serie 5 restyling spiccano invece il volante ridisegnato, i nuovi comandi sulla consolle centrale, il climatizzatore automatico con più funzionalità e – tra gli optional – i sedili multifunzione M o con rivestimento perforato Sensatec e inedite modanature.

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BMW serie 5 restyling: i motori

La tecnologia mild hybrid 48V BMW sbarca ufficialmente su tutti i motori a quattro e sei cilindri della serie 5 restyling.

Per quanto riguarda le versioni ibride plug-in segnaliamo invece il debutto della 530e Touring a quattro cilindri e l’arrivo – a novembre 2020 – della nuova variante 545e a sei cilindri in linea (propulsore 3.0 turbo benzina abbinato a un’unità elettrica, 394 CV di potenza totale e un’autonomia di 54-57 km a emissioni zero).

La gamma motori della BMW serie 5 restyling è composta da nove unità sovralimentate:

  • un 4.4 V8 biturbo benzina da 530 CV (M550i)
  • un 2.0 turbo mild hybrid benzina da 184 CV (520i)
  • un 2.0 turbo mild hybrid benzina da 252 CV (530i)
  • un 3.0 a sei cilindri turbo mild hybrid benzina da 333 CV (540i)
  • un 2.0 mild hybrid turbodiesel da 190 CV (520d)
  • un 3.0 a sei cilindri in linea mild hybrid turbodiesel da 286 CV (530d)
  • un 3.0 a sei cilindri in linea mild hybrid turbodiesel da 340 CV (540d)
  • un 2.0 turbo ibrido plug-in benzina da 292 CV (530e)
  • un 3.0 a sei cilindri in linea turbo ibrido plug-in benzina da 394 CV (545e)

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BMW serie 5 restyling: arriva Android Auto (e non solo)

La BMW serie 5 restyling avrà (finalmente) Android Auto oltre a Apple CarPlay: è questa la novità più importante relativa all’infotainment dell’ammiraglia teutonica.

Da non sottovalutare, inoltre, l’aggiornamento remoto del software, il Control Display centrale standard da 10,25” e optional da 12,3” e il nuovo sistema operativo BMW 7 che permette i servizi del BMW Intelligent Personal Assistant.

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BMW serie 5 restyling: piacere di guida

I clienti della BMW serie 5 restyling possono incrementare il piacere di guida attingendo al ricco listino degli optional: sospensioni sportive M, sospensioni adattive M o sospensioni adattive M Professional con stabilizzazione attiva del rollio.

Senza dimenticare lo sterzo attivo integrale perfezionato ora in grado di ruotare le ruote posteriori anche a velocità inferiori a 3 km/h e la possibilità di avere le pinze freno rosse in alternativa a quelle blu dei freni M Sport.

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BMW serie 5 restyling: gli ADAS

Il Lane Departure Warning incluso con il Driving Assistant (optional) prevede anche il sistema di rientro in corsia tramite l’assistenza dello sterzo mentre lo Steering & Lane Control Assistant del nuovo pacchetto Driving Assistant Professional offrono anche la navigazione attiva (che utilizza i dati del GPS per individuare in anticipo quando sarà richiesto un cambio di corsia).

Tra gli altri dispositivi di assistenza alla guida acquistabili sulla BMW serie 5 restyling troviamo l’assistente di corsia di emergenza che guida automaticamente la vettura fino al bordo ideale della corsia negli ingorghi stradali e il Parking Assistant impreziosito con l’assistente alla retromarcia (che prende il controllo dello sterzo mentre esegue la manovra per distanze fino a 50 metri). Il Drive Recorder consente invece di girare e archiviare video dell’area in cui si trova il veicolo.

BMW serie 5 M Sport Edition

Oltre alla consueta versione M Sport la BMW serie 5 restyling sarà disponibile anche nell’edizione limitata (solo 1.000 esemplari in tutto il mondo) M Sport Edition: pacchetto M Sport, ruote Air Performance specifiche e finitura in vernice metallizzata Donington Grey.

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Bollino blu auto e moto: che cos’è e a cosa serve

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Il bollino blu in Italia è uno degli obblighi da rispettare da tutti coloro che possiedono un veicolo. Si tratta di una certificazione che dimostra che è stato effettuato il controllo dei gas di scarico dell’auto, introdotto nel 2012 per poter verificare quale impatto hanno sull’inquinamento i mezzi che circolano sulle nostre strade.

Che cos’è il bollino blu per auto e moto

Il bollino blu obbligatorio in Italia conferma che il veicolo ha superato il controllo periodico sui gas di scarico. Dal 2012 questa verifica su tutti i mezzi circolanti deve essere effettuata in concomitanza con la revisione auto e quindi ogni due anni per tutti i veicoli che hanno più di 4 anni e dopo 4 anni invece per le auto e le moto appena acquistate, poi anche per loro ogni due anni, esattamente la stessa disciplina della revisione.

Con questa tipologia di controllo, il meccanico analizza le emissioni di monossido di carbonio per le auto a benzina, il grado di opacità per il diesel e il fattore lambda per i mezzi catalizzati. Il bollino blu viene rilasciato solo ed esclusivamente se i valori non superano quelli stabiliti per legge.

Bollino blu per auto e moto: dove si fa e quanto costa?

Come abbiamo detto, i controlli ai gas di scarico vengono effettuati in concomitanza con la revisione, il rilascio del bollino blu poi avviene tramite l’officina stessa autorizzata, l’ACI o la Motorizzazione Civile.

Il prezzo complessivo di revisione auto e moto e bollino blu varia a seconda del luogo in cui si decidono di fare i controlli al proprio veicolo. La disciplina potrebbe variare in base alla Regione di residenza, per questo motivo si raccomanda di chiedere sempre alle officine autorizzate.

Solitamente, in media, per chi sceglie di fare la revisione e il bollino blu presso un’officina autorizzata, il prezzo è di 64,80 euro, presso le officine ACI invece 65,25 euro, più 25 euro da aggiungere se non siete soci; se scegliete la Motorizzazione Civile allora il costo è di 45 euro, anche se ci sono tempi di attesa molto lunghi e dei moduli da compilare e consegnare prima.

La sanzione prevista per chi non effettua la revisione e non ha il bollino blu va dai 159,00 a 639,00 euro, con sospensione della circolazione fino alla conferma dell’esito positivo della verifica dei gas di scarico. Nel caso di controllo in autostrada, si rischia anche il fermo amministrativo del veicolo. Se mancano revisioni anche di più anni precedenti, la sanzione viene raddoppiata.

Oggi non è più obbligatorio esporre il bollino blu sul parabrezza del veicolo, ma è necessario avere con sé il certificato in grado di dimostrare che sia stato effettuato il controllo dei gas di scarico durante la revisione. In ogni caso, è sempre meglio consultare il regolamento della Regione di residenza in materia, per non sbagliare e rischiare multe.

Bollino blu: quali categorie di veicoli sono esenti

Alcuni mezzi circolanti sulle nostre strade sono esentati dal controllo dei gasi di scarico e quindi dall’ottenimento del bollino blu, si tratta delle auto elettriche e di quelle storiche. Queste ultime devono essere registrate all’ACI Storico e non devono circolare con frequenza: ovviamente una vettura molto datata oggi non è sicuramente in regola con i nuovi valori di emissioni stabiliti per legge. Il bollino blu viene indicato come bollino verde in alcune Regioni d’Italia ed è obbligatorio praticamente in quasi tutti i comuni del nostro Paese. Le auto non civili e di proprietà delle Forze Armate sono esenti dal controllo.

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